Eccoci qui, terza tappa di questo Blog Tour dedicato al nuovo libro di Mirya.
Il nostro baby blog – e anche noi – è molto felice di aver già avuto l’onore di ospitare sia un Cover Reveal che questa splendida iniziativa.
Questa serie di post dovrebbe essere spoiler free e contenere un insieme di curiosità e informazioni volto a farvi conoscere e scoprire un po’ di più questo libro meraviglioso.
Lo aspettavamo da po’ e Mirya ha continuato ad alimentare la nostra curiosità con piccoli pezzetti di storia pubblicati sulla sua pagina Facebook. Ora che è arrivato, chiaramente, non ce lo facciamo bastare e abbiamo deciso di intervistarla per scoprire qualcosa in più su di lei, sulla stesura del libro e sul suo contenuto.
Ormai la conoscete tutti, ma, considerando quanto è bella, come potevamo non mostrarvela anche noi? E adesso che avete scoperto anche il ‘backstage’ e la dolcezza della nostra Rachele/Grace, non è ancora più bella? ♥ ♥


Trentatré sono i giorni che Dio Si impegna a trascorrere sulla terra, senza i Suoi poteri, prima che Suo Figlio acconsenta ad aiutarLo nell’Apocalisse.
Trentatré sono i giorni di cui Grace dispone per persuadere quel vecchio pazzo convinto di essere Dio che il mondo non può e non deve finire.
Trentatré sono i giorni in cui Michele deve affrontare i suoi demoni, per liberarsi del marchio di Caino e imparare di nuovo ad avere fiducia.
Trentatré sono i giorni necessari a cambiare per sempre le vite del vecchio Giò, di Amir, di Juliette e di tutti coloro che ruotano attorno allo stesso locale.
Perché la fortuna non è positiva né negativa, le cose migliori accadono per caso e il mondo è pieno di incastri.

Calendario
20 novembre: Anncleire su Please Another Book
23 novembre: @dituttocuore su Di Tutto Cuore
25 novembre: @ciaradh_ & @kiadalpi su Ikigai
28 novembre: @kikkasole su Testa e piedi tra le pagine dei libri
1 dicembre: Erika su Wonderful Monster
4 dicembre: @maistatachiara su Chiara Legge Troppo

Volete sapere qualcosa di più sulla donna che riesce a far ridere, piangere e imprecare contemporaneamente? Prima di interrogare lei direttamente – è sempre stato un nostro sogno poterlo fare con una prof. – vediamo come si descrive lei all’interno del libro.

Mirya continua a vivere a Ferrara, dove D l’ha incastrata e fino a quando D vorrà; a volte finge di parlare con lui e a volte finge di essere lui, per la gioia del marito e del figlio e il tormento dei suoi studenti, e viceversa.
Spera che anche D faccia pace con lei, prima di metterla nel suo blog.
Cerca la neve in qualunque stagione.

Dove trovarla: Facebook  |  Twitter  |   Efp   |  Blog

Prima di tutto, sul tuo blog hai scritto che “Trentatré non è adatto a chi ha idee religiose molto convinte e serie e non gradisce riderci su. Non è adatto nemmeno a chi cerca solo un romance, perché non sarà un romance nel senso consueto del termine, anche se ci sarà una coppia principale. E ci saranno molte parti in questo libro che potrebbero dare fastidio, per motivi che capirete prestissimo.”. Quindi, chi potrebbe apprezzare maggiormente questo libro?

In realtà, questo libro è adattissimo a tutti: serve da regolatore dell’apparato intestinale, da sonnifero per addormentarsi, e, quando uscirà in cartaceo, sarà un ottimo fermaporta. I libri sono preziosi per questo: scopriamo sempre nuovi modi di usarli.

Come ti è venuta l’idea di scrivere un libro su D.?

Ho dei dubbi che l’idea sia venuta a me; conoscendo D, mi ha sicuramente raggirato mettendomela in testa come ha fatto con Newton e la sua canzone. Perché in fondo dice dice, ma gli piace dare spettacolo, soprattutto quando beve la birra.

Perché la Terra in copertina? Ha un significato particolare?

Perché è la Terra il primo pianeta che D distruggerà con l’Apocalisse. Ovviamente non sto criticando o sminuendo gli alieni, ci tengo a dire che in “Trentatré” equiparo ogni differenza di genere, etnia, religione, per cui, marzianini verdi, non sentitevi ignorati o vittima di pregiudizi: distruggerà tranquillamente anche voi.

Puoi dirci qualcosa della calla che troviamo nel bannerino e che fa impazzire chi ha già finito il libro?

Certo che posso dirvi qualcosa: la calla è un fiore. Bianco. Ha un coso giallo dentro che, ho appena cercato, si chiama spadice, e in cui io vedo un simbolo un po’ equivoco. Alcune ragazze di cui non faccio nomi (Annachiara e Cristina) l’hanno associata allo spermatozoo e altre ad un pesce. Nel piano generale dell’umorismo divino, non mi sento di negarlo.

In Di Carne e di Carta alcuni personaggi, in particolare Chiara e Alessandra, erano in qualche modo dedicati a persone reali e per te importanti. È lo stesso per Grace?

Grace non può essere dedicata a nessuno, anche perché Michele è possessivo e accetta di cederla al massimo a D. Grace è una canzone e una speranza, non un essere umano. Ma in fondo tutti gli esseri umani sono una canzone e una speranza; io, ad esempio, sono la speranza di mio marito di non sentirmi cantare più.

Durante il Cover Reveal abbiamo scoperto il nome di Giovanni. Puoi dirci qualcosa di questo personaggio?

Immaginate tutte le parolacce del dizionario, frullatele insieme, moltiplicatele, esageratele, riempiteci il firmamento. Ecco cosa posso dirvi di Giò Giò.
Ma allo stesso tempo, lui è quel firmamento. Ecco cosa posso dirvi di mio figlio.

L’argomento non deve essere dei più facili e non hai avuto delle linee guida dettate da un genere specifico, come ti sei approcciata alla scrittura?

Continuate a dare per scontato che avessi una scelta, ma non ce l’avevo. “Trentatré” mi ha interrotto nella stesura di altre due storie, si è preso tutto lo spazio e tutto il tempo, si è scritto da solo. Il tema religioso non mi ha dato alcun problema. Ho avuto piuttosto problemi di ordine tecnico: la focalizzazione interna sdoppiata, il limite temporale di ventiquattro ore per ogni capitolo, il limite di trentatré capitoli decisivi. Lì, verso la fine, mi sono dovuta fare degli schemi per riuscire a finire tutto ciò che doveva fare D entro il trentatreesimo giorno, e ho dovuto lavorare di incastro. Con D a ripetermi che era proprio quello che intendeva.

Qual’è stata la scena che ti sei divertita di più a scrivere?

Mi sono goduta un mondo in tutte le scene con D e il vecchio Giò. Ogni volta che questi due vecchietti del Muppet Show si mettevano lì a punzecchiarsi, io mi rilassavo alla tastiera, perché facevano tutto loro. Il difficile era farli smettere.

Quando hai iniziato a scrivere, quanto della storia avevi già in mente? E quanto hai cambiato o deciso durante la scrittura?

Dipende da cosa intendete per prima: all’inizio è venuto giù solo il prologo, di botto, tipo folgorazione sulla via di Damasco (non andate a Damasco, pare che folgorino tutti su quella via). Poi è venuta fuori Grace. Ho avuto tutto il puzzle in mente a un terzo del libro, e a quel punto ho capito cosa stavo cercando. Devo ancora trovarlo, naturalmente.

Che sensazione ti dà un successo così grande, nonostante questo libro non abbia un passato conosciuto come Di Carne e di Carta e considerando gli argomenti trattati?

Bisogna vedere cosa si intende con ‘successo’: una self ha sempre poca diffusione, ma per me ogni lettore è un dono incredibile. In questo libro i miei primi successi sono arrivati dalle prime reazioni ‘a caldo’ di persone che mi confermavano che “Trentatré” aveva dato loro qualcosa. Quando ho finito di scriverlo, io mi sono sentita rilassata come non mai; ho capito che ci avevo davvero messo dentro un groviglio di cose che mi pungevano lo stomaco. E ho capito che Grace mi aveva davvero nevicato nell’anima. Sapere che anche per un solo lettore è lo stesso, che ha visto il fiocco di neve: questo è un successo, e la sensazione che mi dà è quella di svegliarsi bambini la mattina di Natale.

Quali sono i tuoi programmi futuri? Puoi anticiparci qualcosa?

Ho in mente un distopico, un fantasy con un drago, una tetralogia fantasy degli spiriti, un horror, un romantico, e uno di cui non so decidere il genere ma di cui mio marito ride in continuazione, quando gliene parlo. Oh, e devo finire una fanfiction. Posso anticiparvi che prima o poi il marito mi strapperà a forza dalla tastiera, mentre io invocherò l’aiuto di D.

Prima di concludere, qual è l’ultimo libro che hai letto e quale quello che, secondo te, tutti dovrebbero leggere?

“Sei come sei” di Melania G. Mazzucco, che stranamente non mi ha spinto a dubitare della mia sessualità come temevano i genitori che lo hanno boicottato nella scuole dei loro figli, ma mi ha spinto a mettere in discussione il mio uso dei dialoghi, perché in quel libro se ne fa davvero un uso stranissimo.

Tutti dovrebbero leggere il libro che preferiscono: il piacere della lettura, per essere tale, dovrebbe essere personale. Come la scelta del compagno e dell’epilatore (che spesso hanno dei punti in comune).

Ringraziamo Mirya per averci dedicato un po’ del suo tempo e speriamo che voi lettori abbiate potuto soddisfare alcune curiosità grazie a queste domande. Sicuramente noi ci siamo divertite molto a leggere le risposte.

Ma non vi sembra che manchi qualcosa? Decisamente sì!


Per chi ancora non lo sapesse, in occasione di questo Blog Tour, Mirya mette in palio una copia cartacea di Di Carne e di Carta. Me per vincerla non potete semplicemente sperare nella magnanimtà di D. No, assolutamente no. Vi ‘tocca’ seguire con molta attenzione tutte le tappe del Tour perché ogni blog posterà nella propria tappa un’immagine. Il vostro compito è quello di capire cosa rappresenta l’immagine e scovare in ogni figura una lettera – ben nascosta ma c’è – che, unita alle altre, vi darà una parola sensata.
Per vincere dovete commentare l’ultima tappa con entrambi i soggetti che avete trovato: la soluzione del puzzle e quella dell’anagramma.
Ecco la nostra immagine

Ora abbiamo veramente finito, sperando che la nostra tappa vi sia piaciuta, vi salutiamo.
A presto!

1 Comment on TRENTATRÉ BLOG TOUR Tappa #3 – Interrogazione a Mirya

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