Recensione: La moglie del califfo di Renée Ahdieh

Buongiorno! Oggi vi lascio la recensione di un libro che aspettava da tempo nella mia TBR. Era finito lì grazie ai voti molto alti ed ai commenti positivi che avevo letto, ma non avevo ancora trovato l’ispirazione per leggerlo. Adesso, complici l’uscita del seguito e il colore della copertina che ben si adatta al secondo round della 2017 Book Challenge, è arrivato il suo momento. Si tratta de ‘La moglie del califfo’ di Renée Ahdieh.

la moglie del califfo cover
Titolo: La moglie del califfo (The Wrath and the Dawn #1)
Titolo originale: The Wrath & the Dawn
Autore: Renée Ahdieh
Editore: Newton Compton Editori
Disponibile in italiano:
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Ogni volta che il sole cala sul regno di Khalid, spietato califfo diciottenne di Khorasan, la morte fa visita a una famiglia della zona. Ogni notte, infatti, il giovane tiranno si unisce in matrimonio con una ragazza del luogo e poi la fa uccidere appena sorge il sole, dopo aver consumato le nozze. Ecco perché tutti restano sorpresi quando la sedicenne Shahrzad si offre volontaria per andare in sposa a Khalid. In realtà, ha un astuto piano per spezzare quest’angosciosa catena di terrore, restando in vita e vendicando la morte della sua migliore amica e di tante altre fanciulle sacrificate ai capricci del califfo. La sua intelligenza e forza di volontà la porteranno a superare la notte, ma pian piano anche lei cadrà in trappola: finirà per innamorarsi proprio di Khalid, scoprendolo molto diverso da come appare ai suoi sudditi. E Shahrzad scoprirà anche che la tragica sorte delle ragazze non è stata voluta dal principe. Per lei ora è fondamentale svelare la vera ragione del loro assurdo sacrificio per spezzare una volta per tutte questo ciclo di morte.

 

Leggendo la trama, e forse è quello che mi aveva un po’ frenata, sembra si tratti di un libro non proprio leggero. Quasi una storia vera, qualcosa da leggere non se si vuole qualcosa per staccare la testa e sognare, ma se si cerca una fetta di realtà. Insomma, un libro da leggere quando si è nel mood giusto.

Mettendo il naso tra le pagine, però, si viene smentiti. Il libro scorre con una leggerezza notevole, tra avventura, coraggio, amore e amicizia. Non è mai lento e l’autrice ha, secondo me, un modo di scrivere affascinante. Anche nelle semplici descrizioni ti porta a chiudere gli occhi per immaginare come sono vestiti i personaggi, i colori della seta e delle spezie che li circondano, gli odori speziati del cibo.
Leggendo scopriamo qualcosa del mondo arabo, quello dei califfi, quello di Aladdin e Jasmine. Ci veniamo catapultati dentro e ci ritroviamo circondati da una cultura che, se anche è molto distante dalla nostra, ci sembra palpabile e reale.

‘La moglie del califfo’ è una splendida storia d’amore. Proprio così. Ci aspettiamo, dalla trama, una storia più truce, triste. E invece il filo conduttore è proprio l’amore, mescolato al coraggio della protagonista, alla sua forza. È una storia di crescita e segreti, di famiglie spezzate e di fiducia.
L’atmosfera, e anche parte della storia, ricordano Le mille e una notte, la fiaba che tutti conosciamo fin da bambini. Il nome della protagonista, Shahrzad, viene ripreso anche ne La moglie del califfo, così come l’idea di raccontare delle storie unendole tra loro e creandone una unica da interrompere ogni mattina per stuzzicare la curiosità del califfo e sopravvivere fino alla sera successiva.
Shahrazad è fantastica. È un’Eroina con la E maiuscola. Come dicevo prima è un pozzo di coraggio e segreti, accompagnati da una bellezza fuori dal comune e da un cuore confuso.
Khalid, il califfo, è un ragazzo con un grande potere, che al tempo stesso lo affascina e lo spaventa. Ha un enorme peso sulle spalle, un peso di cui pochissime persone conoscono la natura. Ma sotto la corazza che si è costruito per proteggersi c’è molto di più. Khalid ricorda in tutto e per tutto un riccio, tutto aculei fuori, ma con un pancino morbido a cui non riesce ad arrivare quasi nessuno.
E Shazi si ritrova a combattere, allo stesso tempo, contro gli aculei e contro il pancino morbido.

«Cosa mi stai facendo, ragazza sciagurata?», le sussurrò.
«Se sono una sciagura, allora dovresti starmi alla larga. Sempre che tu non voglia essere annientato». Senza lasciare la presa sull’arma, gli diede una spinta sul petto.
«No». Spostò le mani sui suoi fianchi. «Annientami».
Arco e freccia caddero a terra, mentre lui appoggiava la bocca alla sua.
Non si poteva tornare indietro.
Annegò nel profumo di legno di sandalo e luce del sole. Il tempo smise di avere un senso. Le sue labbra furono sue per un istante, e poi appartennero a lui. Il sapore sulla sua lingua era quello del miele scaldato al sole, era acqua fresca che scivolava lungo una gola secca, era la promessa di tutti i domani futuri in un singolo sospiro. Quando gli infilò le dita tra i capelli per attirare il suo corpo più vicino, lui si bloccò per un istante e lei capì, e lui capì, che erano perduti.
Per sempre.
In quel bacio.
Il bacio che avrebbe cambiato tutto.

Da Le mille e una notte, La moglie del califfo prende anche la componente magica. Un tappeto volante in dono, la possibilità di controllare alcuni eventi naturali e la presenza di ‘stregoni’.
Punto a sfavore, la marea di parenti – vicini e meno vicini – con nomi impronunciabili inseriti nel libro, alcuni necessari alla storia, altri molto meno. Ho la sensazione che li ritroveremo ne La rosa del califfo, il seguito di questo libro, ma devo ammettere di essermi persa qualcuno per strada. Ho trovato nomi dopo la metà che non ricordavo di avere letto. Sarà che sono pessima nel ricordare i nomi, ma evidentemente non erano proprio fondamentali. È una cosa che passa comunque in secondo piano rispetto alla magia della storia raccontata da Renée Ahdieh.
Voce a favore di Tariq? Naa, con me non la trovate. E anzi sarei curiosa di sapere che ne pensate voi. Mi è partita una ship selvaggia per Shazi e Khalid, quindi tutto il resto per me non esiste o deve solo farsi da parte.

Senza staccarle gli occhi dal viso, lui la adagiò sui cuscini e poi le prese la mano nella sua e le baciò l’incavo del polso.
«La mia anima riconosce in te la sua eguale».
A quelle parole, lei si sciolse nell’ambra e nella verità. E, con un bacio, si abbandonò.
Al ragazzo che era un improbabile, assurdo gioco di opposti; il ragazzo che aveva ridotto la sua vita in cenere, per poi donarle un mondo diverso da qualsiasi altro avesse mai conosciuto.
L’indomani avrebbe potuto preoccuparsi della lealtà, pensare al prezzo del tradimento. Ma quella sera, tutto ciò che importava era lì.
Le loro mani intrecciate sopra la sua testa, il suo sussurro nelle orecchie.
Solo un ragazzo e una ragazza.
Questo.
Oblio.

Da piccola – e non solo da piccola – amavo il cartone di Aladdin. Oggi ho ritrovato lo stesso amore, la stessa magia ne La moglie del califfo, con Khalid e Shazi che si sono fatti spazio accanto ad Aladdin e Jasmine. E non vedo l’ora di avere il seguito tra le mani.

kiafirma

Release Party – The Glittering Court

Buongiorno!
Oggi vi portiamo una notizia davvero bella. Esce oggi per Edizioni LSWR il primo libro di una serie che promette davvero bene. Ricorda un po’ la serie The Selection, il che mi spinge a volerlo leggere anche per scoprire le differenze tra le due storie. La Mead non mi dispiace come autrice, quindi spero si rivelerà all’altezza delle aspettative.

Detto questo vi lascio alla stupenda copertina e alla trama che spero vi incuriosirà come ha fatto con me.

the glittering court

Liberi, insieme, per sempre.

Per un gruppo selezionato di ragazze la Corte Scintillante (The Glittering Court) rappresenta l’opportunità di conquistare una vita che finora potevano solo sognare, una vita fatta di lusso, glamour e ozio. Per l’aristocratica Adelaide, costretta dalla sua famiglia nobile, ma ormai decaduta, a un matrimonio d’interesse, la Corte Scintillante rappresenta qualcos’altro: l’occasione di pianificare il proprio destino e di avventurarsi in una nuova terra ricca e incontaminata al di là dell’oceano.
Dopo un incontro fortuito con l’affascinante Cedric Thorn, Adelaide si spaccia per una cameriera. Tutto comincia a sgretolarsi quando Cedric scopre lo stratagemma di Adelaide e questa viene notata da un giovane governatore molto potente, che vuole sposarla. La fanciulla non si è lasciata alle spalle la gabbia dorata della sua vecchia vita solo per diventare di proprietà di qualcun altro. Ma a essere davvero sconvolgente – o meravigliosa – è la fortissima attrazione proibita tra Adelaide e Cedric, che, se assecondata, li renderebbe due emarginati in un mondo selvaggio, pericoloso e inesplorato, e forse ne causerebbe perfino la morte.

Autore: Richelle Mead|| Genere: Fantasy|| Pubblicazione: 19 Aprile 2017

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Richelle Mead è l’autrice della serie numero uno tra i bestseller internazionali L’accademia dei vampiri, della serie spin-off inserita nella lista dei bestseller del New York Times Bloodlines, e del fantasy anch’esso nella lista del New York Times Soundless. Fin da bambina grande lettrice, Richelle è sempre stata particolarmente affascinata dalla mitologia e dal folklore. Quando riesce a staccarsi dai libri (dopo averli letti o scritti), le piace guardare reality scadenti, viaggiare, provare cocktail interessanti e comprare vestiti da indossare durante i suoi tour. È per sua stessa ammissione caffè-dipendente, lavora in pigiama e ha una passione per tutte le cose stravaganti e rumorose. Originaria del Michigan, ora Richelle vive a Seattle (Washington), dove sta attualmente lavorando sodo al prossimo romanzo della Corte Scintillante.

mon firma

Teaser Tuesday #109

Buongiorno! Oggi sono un po’ in ritardo con il teaser perché ieri sono rientrata tardi e mi sono scordata di prepararlo. Quindi approfitto della pausa pranzo ed eccomi qui. Il teaser che vi lascio oggi è un po’ lungo, ma spero vi invogli a leggere questo libro che ho appena finito e mi è piaciuto davvero molto!! Se invece l’avete già letto spero vi faccia sorridere e ripensare alla storia che c’è dietro.
teaser tuesday

Nell’istante in cui Shahrzad appoggiò il palmo della mano contro quello di lui, avvertì una gelida ondata di distacco, come se fosse uscita dal proprio corpo e fosse diventata una mera testimone degli avvenimenti.
Per fortuna, lui non cercò di baciarla. E anche il dolore sparì in fretta; non fu che un momento fugace, che andò perduto nella piacevole distrazione dei suoi pensieri. Anche lui non sembrò divertirsi. Qualsiasi piacere ne derivò fu frettoloso e sbrigativo e Shahrzad sentì una punta di soddisfazione a quel pensiero.
Quando ebbe finito, si alzò dal letto senza dire una parola e spinse di lato il velo di mussola che circondava la pedana.
Lo osservò vestirsi con precisione quasi militare, notando il tenue luccichio del sudore sulla sua schiena e la curva dei suoi muscoli tonici che si flettevano al minimo movimento.
Era più forte di lei, su quello non c’era alcun dubbio. Non poteva sopraffarlo fisicamente.
Ma non sono venuta qui per combattere, sono venuta per vincere.
Si sedette e allungò la mano verso la bellissima shamla appesa alla sedia lì accanto. Shahrzad infilò le braccia nel lucido broccato e lo chiuse con la cinta argentea prima di avvicinarsi a lui. Mentre girava intorno al letto, l’orlo ricamato della vestaglia le svolazzò intorno, facendola somigliare a un derviscio durante il sama.
Il califfo si avvicinò al tavolino basso in un angolo della stanza, circondato da cuscini sontuosi e imbottiti, ricoperti da tessuti dalle tonalità preziose.
Si versò un po’ di vino in silenzio. Shahrzad lo oltrepassò e si lasciò affondare nei cuscini intorno al tavolo.
Il vassoio era ricolmo di pistacchi, fichi, mandorle, uva, chutney di mele cotogne, cetriolini e un assortimento di erbe fresche. Su un lato c’era un cesto di pane azzimo avvolto in un tessuto.
Sforzandosi di ignorarlo come lui faceva con lei, Shahrzad prese alcuni chicchi d’uva dal vassoio e iniziò a mangiarli.
Il califfo la studiò per un istante angoscioso prima di abbassarsi sui cuscini.
Si sedette e bevve, mentre Shahrzad affondava fette di pane nella confettura dolce.
Quando non riuscì più a sopportare il silenzio, sollevò un sopracciglio sottile in direzione del califfo. «Non mangiate nulla, sayyidi?».
Lui inspirò dal naso e arricciò gli angoli degli occhi, come se fosse sovrappensiero.
«La confettura è deliziosa», commentò lei con disinvoltura.
«Non hai paura, Shahrzad?», domandò, così piano che quasi le sfuggì.
Mise giù il pane. «Volete che ne abbia, sayyidi?»
«No, voglio che tu sia onesta».
Shahrzad sorrise. «Ma come fareste a sapere che non sto mentendo, sayyidi?»
«Perché non sei brava a raccontare bugie, credi solo di esserlo». Si chinò in avanti e prese una manciata di mandorle dal vassoio.
Il sorriso di Shahrzad si allargò e assunse un’aria pericolosa. «E voi non siete molto bravo a decifrare le persone. Credete solo di esserlo».
Lui chinò la testa da un lato e strinse la mascella. «Cosa vuoi?». Ancora una volta, pronunciò quella domanda con tenerezza, tanto che Shahrzad fece fatica a capirla.
Si ripulì le mani dalle briciole, prendendosi il tempo per preparare la trappola successiva.
«Devo morire all’alba, giusto?».
Annuì una volta.
«E voi volete sapere perché mi sono offerta volontaria per questo?», continuò lei. «Be’, sono disposta a…».
«No, non farò giochetti con te. Disprezzo la manipolazione».
Shahrzad strinse le labbra, ricacciando indietro il furore e l’irritazione. «Forse dovreste passare meno tempo a disprezzare il gioco e di più a consolidare la pazienza necessaria a vincere».
Trattenne il fiato quando il corpo di lui si irrigidì; per un istante tremendo le nocche delle sue mani sbiancarono, prima che lui allentasse il pugno.
Shahrzad osservò la tensione abbandonarlo, con un vortice di emozioni che le scombinavano i pensieri.
«Parole coraggiose per una ragazza a poche ore dalla morte». La sua voce era ghiaccio acuminato.
Lei si raddrizzò e si sistemò la cascata di capelli neri sopra una spalla. «Siete interessato alle regole del gioco o no, sayyidi?». Di fronte al suo silenzio decise di proseguire, nascondendo il tremito delle mani nelle pieghe della sua shamla. «Sono disposta a rispondere alla vostra domanda, sayyidi, ma prima di farlo, mi domando se vorrete acconsentire a una mia piccola richiesta…». Lasciò la frase in sospeso.
Un’ombra di macabro divertimento gli passò sul viso. «Hai intenzione di barattare la tua vita con un indovinello?».
Lei rise e il suono danzò tra le pareti della stanza come una campanella squillante. «La mia vita è perduta, l’avete messo in chiaro. Forse dovremmo passare oltre e concentrarci sull’argomento attuale».
«Decisamente».
Dopo un momento di pausa per calmarsi, Shahrzad proseguì: «Voglio raccontarvi una storia».

Il Monte di Calamita – LA MOGLIE DEL CALIFFO di Reneée Ahdieh

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la moglie del califfo coverOgni volta che il sole cala sul regno di Khalid, spietato califfo diciottenne di Khorasan, la morte fa visita a una famiglia della zona. Ogni notte, infatti, il giovane tiranno si unisce in matrimonio con una ragazza del luogo e poi la fa uccidere appena sorge il sole, dopo aver consumato le nozze. Ecco perché tutti restano sorpresi quando la sedicenne Shahrzad si offre volontaria per andare in sposa a Khalid. In realtà, ha un astuto piano per spezzare quest’angosciosa catena di terrore, restando in vita e vendicando la morte della sua migliore amica e di tante altre fanciulle sacrificate ai capricci del califfo. La sua intelligenza e forza di volontà la porteranno a superare la notte, ma pian piano anche lei cadrà in trappola: finirà per innamorarsi proprio di Khalid, scoprendolo molto diverso da come appare ai suoi sudditi. E Shahrzad scoprirà anche che la tragica sorte delle ragazze non è stata voluta dal principe. Per lei ora è fondamentale svelare la vera ragione del loro assurdo sacrificio per spezzare una volta per tutte questo ciclo di morte.

kiafirma

Recensione: The Mortal Instruments Series di Cassandra Clare

Buondì!
Oggi sono qui con una recensione diversa da solito. Non parlo di un libro solo, ma di una serie. Scrivere tutte le trame sarebbe stato troppo, quindi ho messo solo quella del primo volume, ma se cliccate sul link di GoodReads vi rimanda alla pagina dedicata alla serie dove potete leggere tutte le trame. Potrebbero esserci spoiler quindi leggete a vostro rischio e pericolo.

[ALT COPERTINA]
Titolo #1: Città di Ossa
Titolo #2: Città di Cenere
Titolo #3: Città di Vetro
Titolo #4: Città degli Angeli Caduti
Titolo #5: Città delle Anime Perdute
Titolo #6: Città del Fuoco Celeste
Autore: Cassandra Clare
Editore: Mondadori
Disponibile in italiano:
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La sera in cui la quindicenne Clary e il suo migliore amico Simon decidono di andare al Pandemonium, il locale più trasgressivo di New York, sanno che passeranno una nottata particolare ma certo non fino a questo punto. I due assistono a un efferato assassinio a opera di un gruppo di ragazzi completamente tatuati e armati fino ai denti. Quella sera Clary, senza saperlo, ha visto per la prima volta gli Shadowhunters, guerrieri, invisibili ai più, che combattono per liberare la Terra dai demoni. In meno di ventiquattro ore da quell’incontro la sua vita cambia radicalmente. Sua madre scompare nel nulla, lei viene attaccata da un demone e il suo destino sembra fatalmente intrecciato a quello dei giovani guerrieri. Per Clary inizia un’affannosa ricerca, un’avventura dalle tinte dark che la costringerà a mettere in discussione la sua grande amicizia con Simon, ma che le farà conoscere l’amore.

 

Di solito non scrivo recensioni di una saga intera, perché mi piace raccontare qualcosa di ogni libro della saga, trovare il modo di confrontarli, distinguerli. Con la saga di Shadowhunters – The Mortal Instruments, mi è risultato impossibile. I sei libri mi hanno dato la sensazione di essere stati scritti tutti insieme e poi essere stati spezzati perché pubblicare un libro di 3000 pagine non sembrava il caso.

The Mortal Instruments è una saga diversa da quelle che ho letto nel corso degli anni, sia come tematiche che come lunghezza. È una storia complessa e articolata che parla dei Nephilim, mezzi uomini mezzi Angeli che combattono per salvaguardare la terra dai demoni. Niente di nuovo, ma la Clare ha uno stile che cattura e non ti lascia staccare dalle pagine. Non si può però negare che abbia dei difetti.

La serie è stata scritta per un pubblico probabilmente più giovane di me, ma a volte ci sono stati momenti in cui mi stavano per cascare le braccia. Non sto a parlare di ogni singolo libro perché per ora, almeno nella mia mente, sono un libro solo diviso in capitoli. Il problema principale ce l’ho avuto con i due protagonisti che veramente arrivano a livelli ridicoli di paranoie e sdolcinatezze e tentativi poco riusciti di proteggere la propria età.
Le interminabili descrizioni di Jace come ragazzo perfetto me l’hanno fatto risultare un po’ insopportabile, ma ammetto che probabilmente qualche anno fa avrei sbavato anche io al sentir nominare capelli d’oro, occhi bellissimi e un fisico da favola tutto completato da un carattere da guerriero un po’ sarcastico e arrogante.

Clarissa non è l’eroina che mi aspettavo quando ho iniziato a leggere i libri, ma non si fa disprezzare. Ha voglia di mettersi in gioco, ha voglia di imparare ed è disposta, anche in maniera piuttosto stupida, a mettersi in pericolo per aiutare le persone che ama.

Incredibilmente ho apprezzato molto di più i personaggi secondari se così vogliamo chiamarli. Non so se grazie agli attori della serie tv o semplicemente perché sono carini insieme, shippo i Malec a livelli molto molto alti. Magnus è un personaggio assurdo ed è divertente e imprevedibile stargli attorno e seguirlo nella sua vita. Alec d’altro canto è uno Shadowhunters con i fiocchi, ligio alle regole che scopre piano a piano cosa vuol dire innamorarsi e lasciarsi un po’ andare. Capisce anche cosa vuol dire sbagliare e ferire qualcuno in modo quasi irreparabile e impara a chiedere scusa. Trovo che Alec sia il personaggio con un’evoluzione maggiore all’interno dei vari libri, cosa che non si può dire di Clary e Jace.

Isabelle e Simon, insieme a Luke, Jocelyn, i Lightwood, Maia e Jordan sono stati piacevoli da avere intorno e personaggi di cui ho letto molto volentieri. Trovo che la Clare non abbia dato abbastanza spazio a determinate questioni, come la morte degli amici o di persone conosciute, lasciando che i protagonisti superassero la cosa con qualche parola di conforto e basta. Non dico che dia un insegnamento sbagliato su come gestire il dolore di una perdita, ma trovo che non sia stata sfruttata l’occasione di mostrare come una perdita crei un vuoto nelle persone. Fa quasi sembrare normale che un branco di adolescenti veda morte e distruzione praticamente ogni giorno.

Insomma, i libri mi sono tutto sommato piaciuti e li consiglierei anche se con certi dubbi. Trovo che, per esempio, la saga della Clare ambientata a Londra, The Infernal Devices, sia nettamente superiore come qualità e crescita dei personaggi. Quei tre libri sono stati un piacere da leggere, ma magari ne parlerò più avanti. The Mortal Intruments rimane una serie che ha fatto un po’ la storia nel mondo dell’urban fantasy e in molti l’hanno apprezzata e la amano così com’è. Io l’ho trovata una serie molto carina e sono contenta di aver avuto finalmente l’occasione di finirla.


mon firma