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Teaser Tuesday #150

Buongiorno!
Sono a casa ad aspettare il caldaista e mentre aspetto leggo The Hate U Give, libro di cui hanno parlato più o meno tutti nell’ultimo anno. Molti ne hanno parlato bene e spero mi possa piacere. L’ho proprio appena iniziato quindi vi lascio l’incipit in modo da non spoilerare voi e non spoilerarmi da sola.

teaser tuesday

Non sarei dovuta venire a questa festa.
Non sono neanche sicura di appartenere a questo ambiente. E il mio non è un pregiudizio da borghese di merda. È che ci sono certi posti dove essere me stessa non basta. In nessuna delle due versioni. La festa per le vacanze di primavera di Big D è uno di questi.
Mi faccio largo tra i corpi sudati e seguo Kenya, i suoi capelli ricci che ballonzolano fin sotto le spalle. Nella sala aleggia una foschia puzzolente di erba e la musica fa tremare il pavimento. Un rapper incita tutti a ballare il nae nae, seguito dal coro di «Hey» di quelli che si lanciano nelle loro versioni personali. Kenya tiene sollevato il suo bicchiere di plastica e si fa largo tra la calca a passi di danza. Tra il mal di testa per la musica martellante e la nausea per il tanfo di erba, sarà un miracolo se riesco ad attraversare la sala senza versare il mio drink.
Solchiamo la folla. La casa di Big D è piena zeppa di gente. Ho sempre sentito dire che alle sue feste di primavera ci andavano tutti (be’, tutti tranne me), ma cavolo, non immaginavo che ci sarebbe stata una simile ressa. Le ragazze hanno i capelli tinti, arricciati, stirati, fatti su. Mi fanno sentire banalissima con la mia coda di cavallo. I ragazzi, con le loro scarpe nuove e i jeans cadenti, gli si strofinano addosso al punto che farebbero meglio a mettersi il preservativo. Mia nonna dice che in primavera sboccia l’amore. A Garden Heights non sempre fa sbocciare l’amore, ma promette neonati in inverno. Non sarei sorpresa se molti di loro venissero concepiti alla festa di Big D. Lui la organizza sempre il venerdì prima della pausa primaverile, perché c’è bisogno del sabato per riprendersi e della domenica per pentirsi.

Capitolo 1- THE HATE U GIVE di Angie Thomas

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Starr si muove tra due mondi: abita in un quartiere di colore dove imperversano le gang ma frequenta una scuola prestigiosa, soprattutto per volere della madre, determinata a costruire un futuro migliore per i suoi figli. Vive quasi una doppia vita, a metà tra gli amici di infanzia e i nuovi compagni. Questo fragile equilibrio va in frantumi quando Starr assiste all’uccisione di Khalil, il suo migliore amico, per mano della polizia. Ed era disarmato.
Il caso conquista le prime pagine dei giornali. C’è chi pensa che Khalil fosse un poco di buono, perfino uno spacciatore, il membro di una gang e che, in fin dei conti, se lo sia meritato. Quando appare chiaro che la polizia non ha alcun interesse a chiarire l’episodio, la protesta scende in strada e il quartiere di Starr si trasforma in teatro di guerriglia. C’è una cosa che tutti vogliono sapere: cos’è successo davvero quella notte? Ma l’unica che possa dare una risposta è Starr.
Quello che dirà – o non dirà – può distruggere la sua comunità. Può mettere in pericolo la sua stessa vita.
Un romanzo importante. Una voce straordinariamente autentica. Un travolgente caso editoriale.

Recensione: Il libro di Julian di RJ Palacio

Buongiorno! Nuova recensione di quella che è stata la prima lettura di questo 2018: Il libro di Julian di RJ Palacio. In realtà non avevo previsto di leggerlo a breve, ma me lo sono letteralmente trovato tra le mani e non potevo non leggerlo.

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Titolo: Il libro di Julian. A Wonder Story
Autore: RJ Palacio
Editore: Giunti
Link di acquisto: Amazon | Kobo
Goodreads

Julian non si capacita di come siano andate le cose durante l’ultimo anno scolastico. Era il ragazzo più popolare della classe e si ritrova a essere escluso dai compagni. Tutta colpa del nuovo arrivato, August Pullman, e della sua orribile faccia, raccapricciante come quella del Fantasma dell’Opera. Come sarebbe tutto più facile se scomparisse dalla circolazione! I lettori di Wonder hanno spesso chiesto a R.J. Palacio perché non avesse incluso nel libro un capitolo su Julian. La sua risposta è stata che non voleva dare troppo spazio nel racconto al personaggio di un bullo e temeva che la cattiveria delle parole di Julian potesse ferire un eventuale lettore con problemi simili a quelli di Auggie. Effettivamente, però, non conoscendo il punto di vista di Julian, ai lettori rimanevano molti dubbi sulle motivazioni del suo crudele comportamento. In questo racconto, quindi, l’autrice ha deciso di narrare la storia di Julian: perché non è andato in gita scolastica? Perché a fine anno ha lasciato la scuola?… R.J. Palacio si dimostra ancora una volta maestra nella capacità di immergere il lettore nell’intimo percorso di un personaggio, attraverso un’empatia totale.

 

Partiamo dal presupposto che ho letteralmente adorato Wonder (qui la recensione)…e questo non è stato da meno. L’ho decisamente apprezzato.

Per chi non conoscesse Wonder, racconta la storia di Auggie, un ragazzino nato con delle gravi malformazioni al viso che cresce studiando a casa tra un’operazione chirurgica e l’altra. All’età di dieci anni, però, i genitori decidono di provare a mandarlo in una scuola normale. Wonder racconta il primo anno di Auggie a stretto contatto con il mondo esterno, con i suoi coetanei, con chi cerca di non far caso al suo viso rovinato concentrandosi sulla personalità del ragazzino, chi invece non riesce a passarci sopra. Adesso mi fermo altrimenti mi rimetto a raccontarvi di Wonder e non la pianto più.

In Wonder conosciamo, oltre a Auggie, i suoi genitori e la sorella, Christopher – il migliore amico di Auggie che ora vive in un’altra città -, Charlotte, Julian e Jack – prescelti dalla scuola per fare da ‘guide’ al nostro protagonista – e Summer – una ragazzina che stringe amicizia con August. Ci sono un sacco di altri personaggi, in realtà, soprattutto i compagni di scuola di Auggie, che però, nonostante il loro ruolo sia fondamentale, non vengono approfonditi.

RJ Palacio, dopo Wonder, ci ha fatto un regalo: 3 libri che raccontano lo stesso periodo in cui si svolge il libro principale, ma raccontati da Julian, Christopher e Charlotte. Per il momento mi sono gustata quello di Julian, il ragazzino ‘peggiore’ della storia, quello ‘cattivo’. C’è chi dice che non si può parlare di cattiveria tra i bambini, io sinceramente non ne sono convinta. Molto dipende dal background familiare, sicuramente, ma c’è chi proprio la gentilezza e l’empatia non sanno nemmeno dove stiano di casa. Julian è proprio il Bullo, quello che tratta male per definizione chi non è come lui, chi non la pensa come lui, chi non riesce a difendersi. Julian è quello che si può definire in tutto e per tutto una brutta persona. Beh, nel suo libro si capisce la motivazione dei suoi comportamenti, delle sue reazioni.
È il ragazzino stesso a raccontarci direttamente il suo anno a contatto con Auggie, le sue sensazioni, i suoi sentimenti e, infine, la sua crescita.

Proprio così. Quello affrontato da Julian è un percorso di crescita enorme, soprattutto per un ragazzino di quell’età. Julian è figlio unico, cresciuto con genitori che a quanto pare gli hanno sempre dato ragione e lo hanno sempre difeso a spada tratta. Questo, immagino siate d’accordo, non contribuisce certo a formare un carattere decente in una persona. Ed è esattamente quello che succede. Julian è insopportabile, con Auggie, si comporta male, si crede chissà chi, ed ovviamente viene difeso dai genitori che si mettono addirittura contro la scuola pur di non screditare il loro pargoletto.

La trama di base è, ovviamente, molto simile a quella di Wonder. La vediamo però da un punto di vista completamente diverso. Inizialmente molto simile – Auggie ci raccontava l’odio che provava Julian nei suoi confronti e il loro cattivo rapporto – per poi distanziarsi sempre di più nel momento in cui Julian inizia il suo percorso di crescita, rendendosi conto di quello che ha fatto.

Quindi, se non avete ancora letto Wonder, fatelo.
E poi continuate con le Wonder Stories perché meritano, meritano tantissimo. Fateli leggere a figli, nipoti, cugini tutti. a partire dalle elementari. Perché riescono a raccontare concetti importanti in maniera semplice, storie di vita che possono insegnare moltissimo.


In vetrina: The hate U Give di Angie Thomas

Buongiorno!
Oggi l’appuntamento quasi settimanale con In vetrina tocca a The Hate U Give di Angie Thomas, un libro che sia io che la Mon vorremmo leggere a breve, ma su cui non abbiamo ancora messo le mani. Ho letto recensioni davvero entusiaste di questo libro e credo proprio che a breve lo leggerò!

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Titolo: The hate U give
Autore: Angie Thomas
Editore: Giunti Editore
Data di pubblicazione: 30 agosto 2017
Goodreads

Starr si muove tra due mondi: abita in un quartiere di colore dove imperversano le gang ma frequenta una scuola prestigiosa, soprattutto per volere della madre, determinata a costruire un futuro migliore per i suoi figli. Vive quasi una doppia vita, a metà tra gli amici di infanzia e i nuovi compagni. Questo fragile equilibrio va in frantumi quando Starr assiste all’uccisione di Khalil, il suo migliore amico, per mano della polizia. Ed era disarmato. Il caso conquista le prime pagine dei giornali. C’è chi pensa che Khalil fosse un poco di buono, perfino uno spacciatore, il membro di una gang, e che, in fin dei conti, se lo sia meritato. Quando appare chiaro che la polizia non ha alcun interesse a chiarire l’episodio, la protesta scende in strada e il quartiere di Starr si trasforma in teatro di guerriglia. C’è una cosa che tutti vogliono sapere: cos’è successo davvero quella notte? Ma l’unica che possa dare una risposta è Starr. Quello che dirà – o non dirà – può distruggere la sua comunità. Può mettere in pericolo la sua vita stessa.

Teaser Tuesday #119

Buongiorno! Oggi vi lascio il teaser da uno dei due libri che ho in lettura, quello che, poverino, passa in secondo piano perché non ha una sua tappa di blog tour: Insegnami a vedere l’alba di Josh Sundquist. L’ho iniziato e poi un po’ trascurato perché dovevo leggere altri libri con scadenze, ma mi sta piacendo molto.
Il teaser è per invogliarvi a leggerlo, visto che lo abbiamo inserito anche nel terzo round della 2017 Book Challenge.
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Appena le sfioro il braccio avverto un formicolio, neanche avessi toccato qualcosa dentro cui passa la corrente elettrica. Non fa male. Sono solo sorpreso.
Ritraggo la mano.
“Oh, scusa!” dice lei, abbassando all’improvviso la voce. “Ho sbagliato qualcosa?”
“No, andava bene. È solo che… Non importa. Sei stata perfetta.”
Allungo la mano per prenderle il braccio una seconda volta, e qualdo le tocco la felpa sento di nuovo quella scarica.
Cecily mi guida nell’altra stanza.
“Sai quanti quadri ha dipinto Van Gogh?” mi chiede.
“Non ne ho idea.”
“Quasi mille.”
“Wow.”
“E sai quanti ne ha venduti?”
“Tutti, immagino. Sì, insomma: era un pittore famoso, no?”
“Non fino a molto tempo dopo la sua morte. In tutta la sua vita ha venduto un solo quadro.”
“Uno?” ripeto incredulo.
“Uno. Per questo mi immedesimo in lui, credo” ribatte lei pensierosa. “È nato nell’epoca sbagliata.”
“Nel senso che anche tu saresti una specie di genio misconosciuto?”
Mi rendo conto che la sto tenendo ancora per il braccio, perciò le do una strizzatina per farle capire che la sto prendendo in giro.
Ride, e la sua risata mi arriva fin nel cervello, ricordandomi quello che mi ha detto poco fa. La sua risata è come un’opera d’arte impressionista: ne cattura l’essenza, è l’essenza stessa della risata.

Capitolo 5 – INSEGNAMI A VEDERE L’ALBA di Josh Sundquist

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insegnami a vedere l'alba coverWill, pur essendo cieco dalla nascita, decide di frequentare un liceo pubblico, vincendo i timori della madre iperprotettiva. Inizia così un’esilarante tragicommedia: in mensa si siede sulle gambe di un compagno, una ragazza ha una crisi di nervi convinta che lui la stia fissando… Per riparare, Will si offrirà di aiutarla a scrivere un articolo su una mostra di Van Gogh: impresa difficilissima, perché a Will mancano totalmente il concetto di prospettiva, di colore, e Cecil deve spiegargli ciò che vede evitando qualsiasi metafora visiva.
Quando a Will viene offerta la possibilità di affrontare un’operazione sperimentale che potrebbe ridargli la vista il padre, medico, cerca di dissuaderlo perché i casi di successo sono rarissimi e le ricadute psicologiche spesso pesantissime. Ma Will decide di rischiare e le conseguenze, seppur inaspettate e difficili da superare, gli rivoluzioneranno meravigliosamente la vita.