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Recensione: L’importanza di chiamarsi Cristian Grei di Chiara Parenti

Eccoci al secondo appuntamento con i libri di Chiara Parenti. State participando al giveaway? Avete ancora un paio di settimane per condividerlo e tentare di vincere uno di questi meravigliosi libri.
Quello che vi presento oggi è l’ultimo libro scritto da Chiara e giuro, ho riso per metà del tempo.

l'importanza di chiamarsi cristian grei
Titolo: L’importanza di chiamarsi Cristian Grei
Autore: Chiara Parenti
Editore: Rizzoli (YouFeel)
Disponibile in italiano:
Goodreads

L’amore è un gioco. Ti va di giocare con me?

Cristian Grei ha trentadue anni e una sola, acerrima nemica: E.L. James, che con le sue “50 Sfumature” gli ha rovinato la vita. Tutte le donne, infatti, appena sentono il suo nome, vedono in lui un dominatore in 3D e l’incarnazione delle più proibite fantasie erotiche. Ma se vivi a Prato, fai il becchino nell’agenzia di onoranze funebri di famiglia e sei ipocondriaco, avere il nome “uguale” a quello del più grande amatore di tutti i tempi, che si sposta in elicottero ed è a capo di un’azienda leader mondiale,può creare una costante e fastidiosissima ansia da prestazione.

Solo Antonella, l’amica di sempre, è in grado di divertirsi giocando con lui e tenere a bada le sue mille ansie, ma soprattutto è disposta ad amarlo per quello che è realmente.

Cristian Grei riuscirà finalmente a capire che è lei la donna giusta? E soprattutto sarà “pronto a riceverla”?

 

Avete presente “50 Sfumature di Grigio”? Che vi sia piaciuto o meno, se avete un minimo di senso dell’umorismo non potrete non apprezzare questo libro.
Il nostro protagonista è semplicemente adorabile e assurdo. Le sue avventure, o meglio, disavventure, con le donne sono esilaranti e Chiara è riuscita a rendere benissimo il terrore che Cristian (mi raccomando, senza l’”H”) prova per coloro che hanno letto il libro di E. L. James. Qualunque ragazzo si sentirebbe fortunato a essere rincorso da branchi di ragazze in cerca del nuovo dominatore, ma il povero Cristian va in ansia da prestazione e, alla fine, dopo vari appuntamenti rovinati, ha deciso che la tattica migliore è la fuga. Lavora nell’azienda di famiglia come becchino, ma non è soddisfatto. Ha una passione per la medicina e nel tempo libero sviluppa videogiochi.

L’altra protagonista è Antonella, migliore amica di Cristian, medico, alta più o meno un metro e una mela e da anni perdutamente innamorata di lui. Ho adorato Antonella dalle prime pagine, perché è simpatica, sarcastica e il suo rapporto con Cristian è invidiabile. I due insieme scherzano, ridono, si prendono in giro, si cercano in ogni momento e, se non avessero introdotto la parte romantica, sarebbero stati la definizione perfetta di “migliori amici”. Essendo io una delle poche (tra quelli che conosco) persone a credere nell’amicizia tra un uomo e una donna, mi sarei accontentata di vederli rimanere amici ma, leggendo questa storia, non si può fare altro che desiderarli insieme.

Le ragazze che ci vengono presentate come possibili interessi amorosi per Cristian, infatti, sono delle specie di demoni in gonnella. Scapperei anche io le incontrassi per strada. Nel momento in cui ci viene rivelato che Antonella è innamorata da anni del suo amico, si inizia a tifare per loro e a sbattere la testa contro il muro quando uno dei due, arrivato ad un passo dal confessare i proprio sentimenti all’altro, si tira indietro.

Si china su di me e mi abbraccia da dietro. Mi stringe la vita in un modo così dolce, così affettuoso, che io mi sciolgo in una cascata di emozione pura. “Però non mi fa più male il cuore, da quando ci sei tu” mi sussurra nell’orecchio, poi mi dà un piccolo bacio sulla guancia che mi fa perdere il controllo.

Il libro è breve e la storia semplice, ma risulta impossibile staccare gli occhi dalla pagine perché si vuole assolutamente scoprire come si svilupperà. Antonella dovrà fare una scelta importante e tremendamente difficile che cambierebbe la sua vita e quella di Cristian per sempre. È una storia d’amore basata su equivoci e coincidenze, dal nome di Cristian, a quello che ha portato i due ad essere amici, alle varie situazioni in cui sono coinvolti.
È un libro che ti fa pensare alle conseguenze di alcune semplici azioni o parole, ai danni che un equivoco può creare e ti fa capire che, a volte, correre dei rischi fa bene, perché potrebbero portare qualcosa di buono.

Se volete una storia leggera, ma divertente, correte a procurarvelo o partecipate al Giveaway per la possibilità di vincere uno dei libri di Chiara e ricordate: “Mr Grei è pronto a ricevervi”.

rating 4

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Recensione: Tutta colpa del mare di Chiara Parenti

Hola!
Prima di lasciarvi la recensione di oggi, riempio un po’ la pagina raccontandovi cosa ci siamo inventate per festeggiare il sesto mese del nostro piccolo blog – così nel frattempo si riempie un po’ la pagina e mi passa il panico.
Sono stati sei mesi bellissimi, pieni di impegni tra i quali siamo – più o meno – riuscite a incastrare post, collaborazioni e challenges.

Quindi una piccola ‘festa’ ci sembra d’obbligo. In un periodo pieno di studio e di provette, in cui io e la Mon riusciamo leggere fino a un certo punto, i libri più leggeri e divertenti hanno la meglio. Per questo abbiamo deciso di dedicare il nostro sesto mese a un’autrice italiana i cui libri, fino all’altro ieri, si trovavano nelle nostre TBR.

Stiamo parlando di Chiara Parenti, che tra il resto si è resa disponibilissima di fronte al nostro titubante approccio via mail. Grazie alla sua pazienza il 23 aprile – giorno del complimese – ci sarà una sorpresa proprio qui sul blog.

Ma, prima del 23, ci sono altri tre giovedì – compreso oggi – in cui posteremo le recensioni dei suoi tre libri della collana YouFeel.

Non ho ancora finito. Già, c’è un’altra sorpresa. Un giveaway: il nostro primo giveaway.
Abbiamo deciso di mettere in palio un e-book di Chiara Parenti a scelta del vincitore e una giftcard Amazon da 5€. Dopo un po’ di giri su internet, tra il resto, siamo anche riuscite a scoprire che possiamo inserire anche noi i form Rafflecopter. Il giveaway apre oggi e terminerà una settimana dopo il CompliMese, ovvero il 30 aprile.

Credo di avervi detto tutto, quindi torniamo a noi e alla recensione di oggi. “Tutta colpa del mare (e anche un po’ di un mojito)” è il primo libro scritto da Chiara Parenti. Era un po’ che ne sentivo parlare e lo avevo infilato nella TBR. Settimana scorsa, vuoi la stanchezza e l’ansia pre-esami, vuoi la geniale – pffff – idea per festeggiare questi sei mesi, l’ho preso in mano. L’ho letteralmente divorato in una serata; lo so, avrei dovuto dormire, altrimenti poi divento nervosa, ma ne è valsa la pena.

 

tutta colpa del mare
Titolo: Tutta colpa del mare (e anche un po’ di un mojito)
Autore: Chiara Parenti
Editore: Rizzoli (YouFeel)
Disponibile in italiano:
Goodreads

Il mare, il ritorno del primo amore e troppi mojito: gli ingredienti perfetti per sconvolgerti la vita.

Mood: Ironico

Lettura consigliata agli astemi – perché cambino idea! La vita di Maia Marini procede a vele spiegate verso la felicità: un fidanzato appartenente a una prestigiosa famiglia, un lavoro presso una delle più rinomate agenzie di comunicazione di Milano, tre amiche splendide con cui trascorrere il weekend per festeggiare l’addio al nubilato di Diana, la futura cognata! Peccato che la meta prescelta sia la Versilia, dove Maia ha passato le vacanze fino all’estate dei 16 anni. Ritornare nei luoghi in cui ha lasciato il cuore e rivedere Marco, il primo amore, la manda in tilt. Così decide che qualche mojito non potrà farle male… e anzi l’aiuterà. Il mattino dopo, però, Maia non ricorda niente. Non ha idea di cosa abbia combinato durante quel folle venerdì notte. In compenso, però, lo sanno i suoi 768 amici di Facebook. Cercando di ricucire una situazione compromettente e compromessa in ogni settore della sua vita, Maia si troverà a porsi una domanda fondamentale: e se invece che la fine di tutto, fosse solo un nuovo inizio? Perché se è vero che l’alcol fa fare pazzie, è altrettanto vero che a volte aiuta a fare la cosa giusta!

 

Le prime pagine mi hanno fatto venire un po’ d’ansia, in quanto ci si ritrova subito catapultati in mezzo alla storia e la prima impressione è la stessa di quando si è ad una festa in cui tutti si conoscono, tranne te. Ma sono tutti molto “amichevoli”, quindi ci si trova molto presto a proprio agio. Le particolarità dei vari personaggi, ciò che li caratterizzerà durante la storia, vengono definite da subito. Per tornare alla metafora della festa, avete presente quando stringete la mano a diverse persone di fila? Farete sicuramente fatica a ricordare i nomi, ma qualcosa di ognuno vi resterà impresso.

Tancredi De Bernardinis è il nome del mio capo, anche se ai più è noto come “Ciccio Cianuro”. Sono centodieci chili di malvagità concentrati in un metro e settanta centimetri di prepotenza.

La trama in sé non ha grandi pretese, ma scorre leggera e lineare per quelle 130 pagine che, arrivati in fondo, vi sembreranno sicuramente troppo poche. In quasi ogni pagina mi sono ritrovata il sorriso sulle labbra e alla fine è quasi arrivata anche la lacrimuccia – ma io non faccio testo, sono un caso umano -.
Resta comunque il fatto che è impossibile non innamorarsi di Maia e Marco. La loro è una storia d’amore in un certo senso scontata, ma non per questo meno bella, romantica e densa di emozioni. È Maia stessa a raccontarla, alternando immagini passate e presenti. Nelle prime troviamo una Maia giovane, piena di voglia di vivere e di scoprire il mondo e sè stessa. Nel presente conosciamo una protagonista completamente diversa, che si costringe ad accettare quella vita che era convinta di volere e che si autoconvince di continuo di essere felice. Una ragazza che rinnega silenziosamente ogni giorno il suo amore per il mare, per le uova fritte e per il ping pong. La Maia – presente non ha più nulla di quello che era una volta, non è più ‘Apetta’ e si nasconde dietro al lavoro che le occupa ogni momento della giornata.

Marco, invece, è rimasto lo stesso sognatore di quando aveva 17 anni. Sembra quasi che non sia cresciuto, che non abbia ambizioni per il futuro. In quindici anni, non è cambiato per niente, rimanendo sempre gentile e disposto a qualunque cosa per aiutare un amico. È ironico, divertente ed estremamente dolce e, soprattutto, follemente innamorato di Maia.
È lui ad avere successo dove tutte le amiche della ragazza avevano fallito: farle capire che quella che sta vivendo non è vita e che, a volte, quello che hai desiderato per anni può non renderti felice come avresti pensato.

Il resto dei personaggi è meno descritto e sicuramente meno sviluppato, ma comunque ben distinti. Ho adorato la Madre, futura suocera di Maia, che più o meno è la reincarnazione di Hitler vestita di verde acido. Non risulta più simpatico il fidanzato della ragazza, Lapo (no, spiegatemi che nome è, vi prego), che vive per compiacere sua madre. Tutto è fatto in funzione della Madre, quindi Maia si ritrova a doversi nutrire solo di riso e suoi derivati – rigorosamente provenienti dalla fabbrica di famiglia – e a lavorare per un uomo che non sopporta solo perché amico della Madre.

Con Lapo non usiamo certo tutta questa attrezzatura quando facciamo sesso. Anzi, non usiamo alcun tipo di attrezzatura. O meglio non facciamo sesso. No, scherzo, quello lo facciamo. Gli ho anche dato un nomignolo per i momenti di intimità: The Flash. Ma questo lo so solo io.

Libri come questo, per quanto semplici, elevano le aspettative di una ragazza alle stelle per cui, ogni possibile candidato come moroso, si ritroverà a dover competere con ragazzi di carta, come Marco. È il dilemma di chi legge romance: si tenderà sempre a paragonare i ragazzi di carne con quelli di carta. Però, alla fine, chi non desidererebbe un Marco tutto per sè? Un ragazzo che nelle conchiglie sente la voce del mare, che crede nel lieto fine e che, per questo, dopo anni attende ancora la sua principessa di cui è follemente innamorato?

rating 4

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TRENTATRÉ BLOG TOUR Tappa #3 – Interrogazione a Mirya

Eccoci qui, terza tappa di questo Blog Tour dedicato al nuovo libro di Mirya.
Il nostro baby blog – e anche noi – è molto felice di aver già avuto l’onore di ospitare sia un Cover Reveal che questa splendida iniziativa.
Questa serie di post dovrebbe essere spoiler free e contenere un insieme di curiosità e informazioni volto a farvi conoscere e scoprire un po’ di più questo libro meraviglioso.
Lo aspettavamo da po’ e Mirya ha continuato ad alimentare la nostra curiosità con piccoli pezzetti di storia pubblicati sulla sua pagina Facebook. Ora che è arrivato, chiaramente, non ce lo facciamo bastare e abbiamo deciso di intervistarla per scoprire qualcosa in più su di lei, sulla stesura del libro e sul suo contenuto.
Ormai la conoscete tutti, ma, considerando quanto è bella, come potevamo non mostrarvela anche noi? E adesso che avete scoperto anche il ‘backstage’ e la dolcezza della nostra Rachele/Grace, non è ancora più bella? ♥ ♥


Trentatré sono i giorni che Dio Si impegna a trascorrere sulla terra, senza i Suoi poteri, prima che Suo Figlio acconsenta ad aiutarLo nell’Apocalisse.
Trentatré sono i giorni di cui Grace dispone per persuadere quel vecchio pazzo convinto di essere Dio che il mondo non può e non deve finire.
Trentatré sono i giorni in cui Michele deve affrontare i suoi demoni, per liberarsi del marchio di Caino e imparare di nuovo ad avere fiducia.
Trentatré sono i giorni necessari a cambiare per sempre le vite del vecchio Giò, di Amir, di Juliette e di tutti coloro che ruotano attorno allo stesso locale.
Perché la fortuna non è positiva né negativa, le cose migliori accadono per caso e il mondo è pieno di incastri.

Calendario
20 novembre: Anncleire su Please Another Book
23 novembre: @dituttocuore su Di Tutto Cuore
25 novembre: @ciaradh_ & @kiadalpi su Ikigai
28 novembre: @kikkasole su Testa e piedi tra le pagine dei libri
1 dicembre: Erika su Wonderful Monster
4 dicembre: @maistatachiara su Chiara Legge Troppo

Volete sapere qualcosa di più sulla donna che riesce a far ridere, piangere e imprecare contemporaneamente? Prima di interrogare lei direttamente – è sempre stato un nostro sogno poterlo fare con una prof. – vediamo come si descrive lei all’interno del libro.

Mirya continua a vivere a Ferrara, dove D l’ha incastrata e fino a quando D vorrà; a volte finge di parlare con lui e a volte finge di essere lui, per la gioia del marito e del figlio e il tormento dei suoi studenti, e viceversa.
Spera che anche D faccia pace con lei, prima di metterla nel suo blog.
Cerca la neve in qualunque stagione.

Dove trovarla: Facebook  |  Twitter  |   Efp   |  Blog

Prima di tutto, sul tuo blog hai scritto che “Trentatré non è adatto a chi ha idee religiose molto convinte e serie e non gradisce riderci su. Non è adatto nemmeno a chi cerca solo un romance, perché non sarà un romance nel senso consueto del termine, anche se ci sarà una coppia principale. E ci saranno molte parti in questo libro che potrebbero dare fastidio, per motivi che capirete prestissimo.”. Quindi, chi potrebbe apprezzare maggiormente questo libro?

In realtà, questo libro è adattissimo a tutti: serve da regolatore dell’apparato intestinale, da sonnifero per addormentarsi, e, quando uscirà in cartaceo, sarà un ottimo fermaporta. I libri sono preziosi per questo: scopriamo sempre nuovi modi di usarli.

Come ti è venuta l’idea di scrivere un libro su D.?

Ho dei dubbi che l’idea sia venuta a me; conoscendo D, mi ha sicuramente raggirato mettendomela in testa come ha fatto con Newton e la sua canzone. Perché in fondo dice dice, ma gli piace dare spettacolo, soprattutto quando beve la birra.

Perché la Terra in copertina? Ha un significato particolare?

Perché è la Terra il primo pianeta che D distruggerà con l’Apocalisse. Ovviamente non sto criticando o sminuendo gli alieni, ci tengo a dire che in “Trentatré” equiparo ogni differenza di genere, etnia, religione, per cui, marzianini verdi, non sentitevi ignorati o vittima di pregiudizi: distruggerà tranquillamente anche voi.

Puoi dirci qualcosa della calla che troviamo nel bannerino e che fa impazzire chi ha già finito il libro?

Certo che posso dirvi qualcosa: la calla è un fiore. Bianco. Ha un coso giallo dentro che, ho appena cercato, si chiama spadice, e in cui io vedo un simbolo un po’ equivoco. Alcune ragazze di cui non faccio nomi (Annachiara e Cristina) l’hanno associata allo spermatozoo e altre ad un pesce. Nel piano generale dell’umorismo divino, non mi sento di negarlo.

In Di Carne e di Carta alcuni personaggi, in particolare Chiara e Alessandra, erano in qualche modo dedicati a persone reali e per te importanti. È lo stesso per Grace?

Grace non può essere dedicata a nessuno, anche perché Michele è possessivo e accetta di cederla al massimo a D. Grace è una canzone e una speranza, non un essere umano. Ma in fondo tutti gli esseri umani sono una canzone e una speranza; io, ad esempio, sono la speranza di mio marito di non sentirmi cantare più.

Durante il Cover Reveal abbiamo scoperto il nome di Giovanni. Puoi dirci qualcosa di questo personaggio?

Immaginate tutte le parolacce del dizionario, frullatele insieme, moltiplicatele, esageratele, riempiteci il firmamento. Ecco cosa posso dirvi di Giò Giò.
Ma allo stesso tempo, lui è quel firmamento. Ecco cosa posso dirvi di mio figlio.

L’argomento non deve essere dei più facili e non hai avuto delle linee guida dettate da un genere specifico, come ti sei approcciata alla scrittura?

Continuate a dare per scontato che avessi una scelta, ma non ce l’avevo. “Trentatré” mi ha interrotto nella stesura di altre due storie, si è preso tutto lo spazio e tutto il tempo, si è scritto da solo. Il tema religioso non mi ha dato alcun problema. Ho avuto piuttosto problemi di ordine tecnico: la focalizzazione interna sdoppiata, il limite temporale di ventiquattro ore per ogni capitolo, il limite di trentatré capitoli decisivi. Lì, verso la fine, mi sono dovuta fare degli schemi per riuscire a finire tutto ciò che doveva fare D entro il trentatreesimo giorno, e ho dovuto lavorare di incastro. Con D a ripetermi che era proprio quello che intendeva.

Qual’è stata la scena che ti sei divertita di più a scrivere?

Mi sono goduta un mondo in tutte le scene con D e il vecchio Giò. Ogni volta che questi due vecchietti del Muppet Show si mettevano lì a punzecchiarsi, io mi rilassavo alla tastiera, perché facevano tutto loro. Il difficile era farli smettere.

Quando hai iniziato a scrivere, quanto della storia avevi già in mente? E quanto hai cambiato o deciso durante la scrittura?

Dipende da cosa intendete per prima: all’inizio è venuto giù solo il prologo, di botto, tipo folgorazione sulla via di Damasco (non andate a Damasco, pare che folgorino tutti su quella via). Poi è venuta fuori Grace. Ho avuto tutto il puzzle in mente a un terzo del libro, e a quel punto ho capito cosa stavo cercando. Devo ancora trovarlo, naturalmente.

Che sensazione ti dà un successo così grande, nonostante questo libro non abbia un passato conosciuto come Di Carne e di Carta e considerando gli argomenti trattati?

Bisogna vedere cosa si intende con ‘successo’: una self ha sempre poca diffusione, ma per me ogni lettore è un dono incredibile. In questo libro i miei primi successi sono arrivati dalle prime reazioni ‘a caldo’ di persone che mi confermavano che “Trentatré” aveva dato loro qualcosa. Quando ho finito di scriverlo, io mi sono sentita rilassata come non mai; ho capito che ci avevo davvero messo dentro un groviglio di cose che mi pungevano lo stomaco. E ho capito che Grace mi aveva davvero nevicato nell’anima. Sapere che anche per un solo lettore è lo stesso, che ha visto il fiocco di neve: questo è un successo, e la sensazione che mi dà è quella di svegliarsi bambini la mattina di Natale.

Quali sono i tuoi programmi futuri? Puoi anticiparci qualcosa?

Ho in mente un distopico, un fantasy con un drago, una tetralogia fantasy degli spiriti, un horror, un romantico, e uno di cui non so decidere il genere ma di cui mio marito ride in continuazione, quando gliene parlo. Oh, e devo finire una fanfiction. Posso anticiparvi che prima o poi il marito mi strapperà a forza dalla tastiera, mentre io invocherò l’aiuto di D.

Prima di concludere, qual è l’ultimo libro che hai letto e quale quello che, secondo te, tutti dovrebbero leggere?

“Sei come sei” di Melania G. Mazzucco, che stranamente non mi ha spinto a dubitare della mia sessualità come temevano i genitori che lo hanno boicottato nella scuole dei loro figli, ma mi ha spinto a mettere in discussione il mio uso dei dialoghi, perché in quel libro se ne fa davvero un uso stranissimo.

Tutti dovrebbero leggere il libro che preferiscono: il piacere della lettura, per essere tale, dovrebbe essere personale. Come la scelta del compagno e dell’epilatore (che spesso hanno dei punti in comune).

Ringraziamo Mirya per averci dedicato un po’ del suo tempo e speriamo che voi lettori abbiate potuto soddisfare alcune curiosità grazie a queste domande. Sicuramente noi ci siamo divertite molto a leggere le risposte.

Ma non vi sembra che manchi qualcosa? Decisamente sì!


Per chi ancora non lo sapesse, in occasione di questo Blog Tour, Mirya mette in palio una copia cartacea di Di Carne e di Carta. Me per vincerla non potete semplicemente sperare nella magnanimtà di D. No, assolutamente no. Vi ‘tocca’ seguire con molta attenzione tutte le tappe del Tour perché ogni blog posterà nella propria tappa un’immagine. Il vostro compito è quello di capire cosa rappresenta l’immagine e scovare in ogni figura una lettera – ben nascosta ma c’è – che, unita alle altre, vi darà una parola sensata.
Per vincere dovete commentare l’ultima tappa con entrambi i soggetti che avete trovato: la soluzione del puzzle e quella dell’anagramma.
Ecco la nostra immagine

Ora abbiamo veramente finito, sperando che la nostra tappa vi sia piaciuta, vi salutiamo.
A presto!

Puzzle Cover Reveal: Trentatrè di Mirya – Quarto Giorno

Eccoci arrivate a metà -più o meno- di questo Cover Reveal. Come poteva mancare un’esperienza simile durante il primo mese di vita del nostro piccolo blog?
E quale onore più grande, per una prima volta, dell’ospitare la nuova creatura di Mirya?
Spoiler dopo spoiler siamo finalmente arrivati alla copertina e adesso speriamo che da qui al libro manchi davvero poco.
Dopo le fanfiction e il mitico Di Carne e Di Carta ormai lo stile di Mirya lo conosciamo bene e nessuno potrà toglierci il piacere di cliccare su quel ‘Send to Kindle’ nel grande giorno della pubblicazione.

Ma torniamo a noi..non siete curiosi? Avendovi svelato già un po’ di pezzi, siete già riusciti a capire di che si tratta? Ma eccovene un altro..giusto per provare a chiarirvi le idee.

cover-reveal

 

Ma chi è Mirya?

Mirya è indiscutibilmente nata; altrettanto indiscutibilmente vive, per puro caso a Ferrara, con il figlio e il marito. Il suo desiderio di includere nel nucleo familiare il kindle si è scontrato con la definizione di essere umano, che pare non potersi estendere al reader, nonostante esso risulti più utile e affezionato di alcuni cosiddetti esseri umani.
Sempre a Ferrara, per non ammorbare il resto del mondo, Mirya insegna le materie umanistiche e la sopportazione del dolore agli alunni liceali, celandosi dietro al suo reale nome anagrafico che, come tutte le cose reali, non dice nulla della realtà.

Dove trovarla: Facebook  |  Twitter  |   Efp   |  Blog

Calendario:

Martedì 4 novembre: Primo Pezzo Anncleire su Please Another Book

Mercoledì 5 novembre: Secondo Pezzo Erika su Wonderful Monster

Giovedì 6 novembre: Terzo Pezzo Kikkasole su Testa e piedi tra le pagine dei libri

Venerdì 7 novembre: Quarto Pezzo @ciaradh_ & @Kiadalpi su Ikigai

Sabato 8 novembre: Quinto Pezzo @ilovereading_ su Petrichor

Domenica 9 novembre: Sesto Pezzo @Endif1 su Il Sorriso in una pagina

Lunedì 10 novembre: Settimo Pezzo @dituttocuore su Di Tutto Cuore

Martedì 11 novembre: Ottavo Pezzo @medormad su Tutto Tondo

Mercoledì 12 novembre: Copertina completa + Trama Anncleire su Please Another Book

Come anticipato nelle altre tappe, Mirya mette in palio una copia di Trentatré che qualcuno di voi potrà avere il piacere di ricevere non appena sarà disponibile su Amazon.

Ma per vincere non vi basta la fortuna, è infatti importante che seguiate tutte le tappe del Cover Reveal. In ogni tappa vi verrà ‘consegnata’ una lettera che darà, insieme alle altre, il nome di un personaggio del libro. Per poter essere estratti dovrete commentare il post finale su Please Another Book scrivendo il nome trovato.

La nostra lettera è:

Di questo personaggio Mirya non ci ha detto molto, anzi. Intanto vi lasciamo una sua perla: “Mi è scoppiato il culetto…”.