Buona sera a tutti!
È già passata una settimana ed eccoci qui con il secondo appuntamento di questa settimana dedicato al libro ‘Un giorno solo, tutta la vita’.
Se qualcuno si trova a passare di qui per caso, qui può trovare di cosa si tratta.

thatmomentwhen ungiornosolotuttalavita

Per questa settimana l’idea iniziale era un guest post. Ma siccome l’organizzazione è un optional e le giornate da 48 ore non sono ancora riuscita a ottenerle – giuro che ci sto provando – è saltato tutto. Quindi, in una notte più o meno insonne mi è venuta un’idea un po’ stramba. La mattina l’ho comunicata alla Mon e quella santa donna l’ha approvata a pieni voti. Mi aspettavo gli insulti delle ragazze che invece sono sembrate entusiaste nonostante, secondo me, qualche maledizione mi sia arrivata.
Per farla breve, ho chiesto a ognuna delle partecipanti di scegliere un passaggio, una frase, che avevano apprezzato particolarmente e riportarla su un foglio nella maniera che preferivano. Non ho dato altre indicazioni, un po’ perché ero curiosa di vedere cosa ne sarebbe uscito, un po’ perché anche le mie trovate ‘geniali’ hanno dei limiti.
Mano a mano che mi arrivavano i loro file, io sbrilluccicavo, rendendomi conto che in effetti non era stata un’idea così malvagia. Non era mai stata così evidente la nostra diversità, l’emergere in qualche modo della nostra personalità. E non potrei esserne più felice. Perché alla fine la magia delle letture di gruppo è questa, un gruppo di persone completamente diverse che si trovano a discutere su uno stesso argomento, confrontandosi e forse anche crescendo. Quindi, come sempre, GRAZIE a Cristina, Karen, Rachele e Veronica, oltre, ovviamente, alla Mon. ♥♥

(Se avete difficoltà a leggere le citazioni è sufficiente cliccare sulle immagini per ingrandirle.)

Cri

cri


karen
Karen

Mon

mon


kia
Kia

Rac

rachele


veronica
Veronica

Prima di abbandonarvi volevo però tediarvi con un paragrafo di storia. Nel libro si parla del ghetto/campo di concentramento di Terezín. Se devo essere sincera, in 22 anni lo avevo solo sentito nominare. Quindi sono andata ad informarmi un po’ sul web e, per chi fosse interessato, vi lascio, in qualche riga, quello che ho scoperto.

Terezín è una città della Repubblica Ceca che si trova circa 60 km a nord di Praga e nacque alla fine del XVIII secolo come città-fortezza. Nel 1938, l’invasione tedesca in Repubblica Ceca, la città di Terezín viene presentata dalla propaganda nazista come esemplare insediamento ebraico: la realtà è che si tratta di un vero e proprio campo di concentramento, noto per aver ospitato artisti, intellettuali e un numero molto elevato di bambini.

Tra il 1941 e il 1945 vennero deportati a Terezín più di 140.000 ebrei, un quarto dei quali morì nel campo, mentre un’altra parte consistente venne deportata verso altri campi di sterminio.

Di questi deportati circa 15.000 erano bambini, con un’età compresa tra i 12 e i 16 anni: ne sono sopravvissuti circa un centianio. Terezín era un campo di passaggio e prevedeva quindi uno spazio anche per loro. Sotto la guida degli ebrei adulti, i bambini frequentarono lezioni e parteciparono a molte iniziative culturali. Tra gli animatori anche Dicker Brandejsovà, artista e progressista morta, proprio come la maggior parte dei bambini, nel campo di Auschwitz nell’autunno del ’44. Di questi bambini ci rimangono circa 4000 disegni e un grande numero di poesie.

Se vi interessa approfondire in internet è pieno di notizie di tutti i tipi, io volevo solo darvi qualche informazione 🙂

E anche per questa settimana siamo arrivate alla fine, ci vediamo la prossima con un’altro post tutto diverso. Fatemi sapere se questa idea delle ‘citazioni personalizzate’ vi è piaciuta e buone letture!!

2 Comments on That moment when tanti is meglio che one: Un giorno solo, tutta la vita #2

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