Hola!
Prima di lasciarvi la recensione di oggi, riempio un po’ la pagina raccontandovi cosa ci siamo inventate per festeggiare il sesto mese del nostro piccolo blog – così nel frattempo si riempie un po’ la pagina e mi passa il panico.
Sono stati sei mesi bellissimi, pieni di impegni tra i quali siamo – più o meno – riuscite a incastrare post, collaborazioni e challenges.

Quindi una piccola ‘festa’ ci sembra d’obbligo. In un periodo pieno di studio e di provette, in cui io e la Mon riusciamo leggere fino a un certo punto, i libri più leggeri e divertenti hanno la meglio. Per questo abbiamo deciso di dedicare il nostro sesto mese a un’autrice italiana i cui libri, fino all’altro ieri, si trovavano nelle nostre TBR.

Stiamo parlando di Chiara Parenti, che tra il resto si è resa disponibilissima di fronte al nostro titubante approccio via mail. Grazie alla sua pazienza il 23 aprile – giorno del complimese – ci sarà una sorpresa proprio qui sul blog.

Ma, prima del 23, ci sono altri tre giovedì – compreso oggi – in cui posteremo le recensioni dei suoi tre libri della collana YouFeel.

Non ho ancora finito. Già, c’è un’altra sorpresa. Un giveaway: il nostro primo giveaway.
Abbiamo deciso di mettere in palio un e-book di Chiara Parenti a scelta del vincitore e una giftcard Amazon da 5€. Dopo un po’ di giri su internet, tra il resto, siamo anche riuscite a scoprire che possiamo inserire anche noi i form Rafflecopter. Il giveaway apre oggi e terminerà una settimana dopo il CompliMese, ovvero il 30 aprile.

Credo di avervi detto tutto, quindi torniamo a noi e alla recensione di oggi. “Tutta colpa del mare (e anche un po’ di un mojito)” è il primo libro scritto da Chiara Parenti. Era un po’ che ne sentivo parlare e lo avevo infilato nella TBR. Settimana scorsa, vuoi la stanchezza e l’ansia pre-esami, vuoi la geniale – pffff – idea per festeggiare questi sei mesi, l’ho preso in mano. L’ho letteralmente divorato in una serata; lo so, avrei dovuto dormire, altrimenti poi divento nervosa, ma ne è valsa la pena.

 

tutta colpa del mare
Titolo: Tutta colpa del mare (e anche un po’ di un mojito)
Autore: Chiara Parenti
Editore: Rizzoli (YouFeel)
Disponibile in italiano:
Goodreads

Il mare, il ritorno del primo amore e troppi mojito: gli ingredienti perfetti per sconvolgerti la vita.

Mood: Ironico

Lettura consigliata agli astemi – perché cambino idea! La vita di Maia Marini procede a vele spiegate verso la felicità: un fidanzato appartenente a una prestigiosa famiglia, un lavoro presso una delle più rinomate agenzie di comunicazione di Milano, tre amiche splendide con cui trascorrere il weekend per festeggiare l’addio al nubilato di Diana, la futura cognata! Peccato che la meta prescelta sia la Versilia, dove Maia ha passato le vacanze fino all’estate dei 16 anni. Ritornare nei luoghi in cui ha lasciato il cuore e rivedere Marco, il primo amore, la manda in tilt. Così decide che qualche mojito non potrà farle male… e anzi l’aiuterà. Il mattino dopo, però, Maia non ricorda niente. Non ha idea di cosa abbia combinato durante quel folle venerdì notte. In compenso, però, lo sanno i suoi 768 amici di Facebook. Cercando di ricucire una situazione compromettente e compromessa in ogni settore della sua vita, Maia si troverà a porsi una domanda fondamentale: e se invece che la fine di tutto, fosse solo un nuovo inizio? Perché se è vero che l’alcol fa fare pazzie, è altrettanto vero che a volte aiuta a fare la cosa giusta!

 

Le prime pagine mi hanno fatto venire un po’ d’ansia, in quanto ci si ritrova subito catapultati in mezzo alla storia e la prima impressione è la stessa di quando si è ad una festa in cui tutti si conoscono, tranne te. Ma sono tutti molto “amichevoli”, quindi ci si trova molto presto a proprio agio. Le particolarità dei vari personaggi, ciò che li caratterizzerà durante la storia, vengono definite da subito. Per tornare alla metafora della festa, avete presente quando stringete la mano a diverse persone di fila? Farete sicuramente fatica a ricordare i nomi, ma qualcosa di ognuno vi resterà impresso.

Tancredi De Bernardinis è il nome del mio capo, anche se ai più è noto come “Ciccio Cianuro”. Sono centodieci chili di malvagità concentrati in un metro e settanta centimetri di prepotenza.

La trama in sé non ha grandi pretese, ma scorre leggera e lineare per quelle 130 pagine che, arrivati in fondo, vi sembreranno sicuramente troppo poche. In quasi ogni pagina mi sono ritrovata il sorriso sulle labbra e alla fine è quasi arrivata anche la lacrimuccia – ma io non faccio testo, sono un caso umano -.
Resta comunque il fatto che è impossibile non innamorarsi di Maia e Marco. La loro è una storia d’amore in un certo senso scontata, ma non per questo meno bella, romantica e densa di emozioni. È Maia stessa a raccontarla, alternando immagini passate e presenti. Nelle prime troviamo una Maia giovane, piena di voglia di vivere e di scoprire il mondo e sè stessa. Nel presente conosciamo una protagonista completamente diversa, che si costringe ad accettare quella vita che era convinta di volere e che si autoconvince di continuo di essere felice. Una ragazza che rinnega silenziosamente ogni giorno il suo amore per il mare, per le uova fritte e per il ping pong. La Maia – presente non ha più nulla di quello che era una volta, non è più ‘Apetta’ e si nasconde dietro al lavoro che le occupa ogni momento della giornata.

Marco, invece, è rimasto lo stesso sognatore di quando aveva 17 anni. Sembra quasi che non sia cresciuto, che non abbia ambizioni per il futuro. In quindici anni, non è cambiato per niente, rimanendo sempre gentile e disposto a qualunque cosa per aiutare un amico. È ironico, divertente ed estremamente dolce e, soprattutto, follemente innamorato di Maia.
È lui ad avere successo dove tutte le amiche della ragazza avevano fallito: farle capire che quella che sta vivendo non è vita e che, a volte, quello che hai desiderato per anni può non renderti felice come avresti pensato.

Il resto dei personaggi è meno descritto e sicuramente meno sviluppato, ma comunque ben distinti. Ho adorato la Madre, futura suocera di Maia, che più o meno è la reincarnazione di Hitler vestita di verde acido. Non risulta più simpatico il fidanzato della ragazza, Lapo (no, spiegatemi che nome è, vi prego), che vive per compiacere sua madre. Tutto è fatto in funzione della Madre, quindi Maia si ritrova a doversi nutrire solo di riso e suoi derivati – rigorosamente provenienti dalla fabbrica di famiglia – e a lavorare per un uomo che non sopporta solo perché amico della Madre.

Con Lapo non usiamo certo tutta questa attrezzatura quando facciamo sesso. Anzi, non usiamo alcun tipo di attrezzatura. O meglio non facciamo sesso. No, scherzo, quello lo facciamo. Gli ho anche dato un nomignolo per i momenti di intimità: The Flash. Ma questo lo so solo io.

Libri come questo, per quanto semplici, elevano le aspettative di una ragazza alle stelle per cui, ogni possibile candidato come moroso, si ritroverà a dover competere con ragazzi di carta, come Marco. È il dilemma di chi legge romance: si tenderà sempre a paragonare i ragazzi di carne con quelli di carta. Però, alla fine, chi non desidererebbe un Marco tutto per sè? Un ragazzo che nelle conchiglie sente la voce del mare, che crede nel lieto fine e che, per questo, dopo anni attende ancora la sua principessa di cui è follemente innamorato?

rating 4

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2 Comments on Recensione: Tutta colpa del mare di Chiara Parenti

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