Visto che settimana scorsa sono riuscita magicamente a scrivere qualcosa che somigliasse a una recensione, questa settimana, finito un altro libro, ho deciso di riprovare. Il libro di cui vi parlo oggi è ‘L’ultimo elfo’ di Silvana De Mari.

l'ultimo elfo
Titolo: L’ultimo elfo
Autore: Silvana De Mari
Editore: Salani
Disponibile in italiano:
Goodreads

In una landa desolata, annegata da una pioggia torrenziale, l’ultimo Elfo trascina la propria disperazione per la sua gente. Lo salveranno due umani che nulla sanno dei movimenti degli astri e della storia, però conoscono la misecordia, e salvando lui salveranno il mondo. L’elfo capirà che solo unendosi a esseri diversi da sé – meno magici ma più resistenti alla vita – non solo sopravviverà, ma diffonderà sulla Terra la luce della fantasia.

 

Quella di oggi, comunque, non sarà tanto una recensione obiettiva ma un elogio al libro in questione. Penso che sia questo il libro che più degli altri mi ha legata in maniera assoluta alla lettura. Fin da quando mi è stato letto, da piccola, l’ho adorato. E da allora, almeno una volta all’anno, puntualmente lo rileggo. Ogni volta scopro nuove sfaccettature, nuove emozioni. Ogni volta che lo leggo mi ritrovo a ridere, emozionarmi, commuovermi, piangere e chiudere il libro con un sorriso ebete in faccia. Un misto di soddisfazione e pace interiore insomma.

‘L’ultimo elfo’ è il primo libro dell’omonima serie che si compone di 4 libri: ‘L’ultimo orco’, ‘Gli ultimi incantesimi’ e ‘L’ultima profezia del mondo degli uomini’. Devo dire la verità, tutta la serie è molto molto bella, ma questo primo volume in particolare trovo sia davvero un capolavoro.

Fin dai primi capitoli scopriamo che ciò che è dentro la testa dell’elfo – Yorshkrunsquarkljolnerstrink – è anche fuori. I suoi sentimenti vanno quindi a condizionare ciò, ma soprattutto chi, gli sta intorno. E in un certo senso, secondo me, condiziona anche chi sta leggendo il libro, facendo immedesimare ulteriormente il lettore nella sua storia.

«Qualcuno può spiegarmi cosa è successo e perché siamo ancora vivi e in buona salute?» chiese il cacciatore.
Sajra aveva il sorriso saggio della persona che ha capito: «Quello che è dentro la testa del piccolo viene fuori ed entra nella testa di chi lo ascolta» spiegò. «Quando Yorsh è disperato per noi è insopportabile, e quando ha paura comincia a venirci il panico, ma comunque continuiamo a pensare. Con le menti… semplici quello che il piccolo dice è una specie di inondazione: gli riempie la testa. Lui ha detto ‘bello’ e
‘buoni’ e loro si sono… come dire… adattati alla definizione».
«Menti semplici?» chiese Monser.
«Menti semplici» confermò lei.

Conosciamo l’elfo quando è ancora un bambino, un cucciolo, uno nato da poco e sta per morire di fame e freddo in una landa desolata dalla pioggia e ricoperta di fango. In un mondo dove gli elfi sono odiati da tutti perché ritenuti pericolosi e malvagi. Per fortuna Yorsh incontra un uomo e una donna che, nonostante le sue origini non-umane, decidono di aiutarlo e salvarlo dal mondo che lo circonda. Della trama non vi dico altro altrimenti vi rovino la sorpresa.

Quello che vi posso dire è però che l’autrice, in questo libro, riesce a inserire di tutto. Ci sono parti divertenti, che fanno proprio ridere, parti che fanno pensare molto e parti che invece commuovono proprio. La descrizione dei luoghi viene intrecciata ai sentimenti e all’azione in modo da essere dettagliata ma senza diventare noiosa.

Il drago sembrava seccato.
Era veramente vecchio e non è facile decifrare l’espressione di un drago, soprattutto se è un drago molto vecchio e se è la prima volta che se ne incontra uno, però era evidente quanto fosse seccato.

È un libro per bambini, d’accordo, ma sono dell’idea che, se letto da – o ad – un bambino, sia semplicemente una bellissima storia con un giusto tocco di magia e azione e un bel finale. Ma per una persona più adulta si fa molto più profondo ed è in grado anche, nel suo piccolo, di far pensare.

«Sai accendere un fuoco senza esca?»
«Sìiiiiiiiiiiiiiiiiii».
«Perché non me lo hai detto?»
«Tu non chiestuto».
«Ti ho chiesto se avevi dei poteri!»
«Sì. Io risponduto: parlato grandi poteri: respirare, mangiare, stare vivo. Il fuoco accenduto è un piccolo potere. Basta alzare temperatura e fuoco nasce. Tutti sapere fare questo».

Consiglio questo libro a tutti, anche a chi non ama il fantasy, perché comunque la componente non è esagerata. È un libro piacevole, dolce e profondo allo stesso tempo. Io lo adoro, spero sia così anche per voi.

rating 5
kia firma

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