Buongiorno! Sono rientrata dalle ferie e purtroppo sono riuscita a leggere meno di quanto sperassi. La buona notizia è che almeno ho finito il libro dell’ultimo teaser e oggi ne ho uno nuovo per voi. Si tratta del libro che sto leggendo per questo mese della Book Jar Challenge e quindi un libro la cui lingua originale non è né l’italiano né l’ingelese. Nel mio caso ho scelto un libro originariamente scritto in spagnolo: Il gioco segreto del tempo di Paloma Sánchez-Garnica. Lo conoscete? Per il momento mi sta piacendo 🙂
Presi un taxi per farmi portare all’indirizzo che mi aveva indicato: il centro medico Dos de Mayo. Chiesi di lui in portineria. Aspettai una decina di minuti, finché arrivò un uomo che si avvicinò alla custode; lei fece un cenno verso di me e lui mi venne incontro. Mi raggiunse sorridendo, con la mano tesa.
«È lei che mi ha telefonato?»
«Sì. Sono Ernesto Santamaría.»
Mi sorpresero la forza con cui mi strinse la mano e il suo aspetto: era alto, attraente e vestito con gusto; indossava una giacca sportiva, camicia bianca, jeans firmati e scarpe impeccabili. Doveva avere all’incirca la mia età, ma i suoi capelli, a differenza dei miei, erano folti e non ce n’era nemmeno uno bianco.
«Prendiamo un caffè?»
Uscimmo in strada parlando del più e del meno. Entrammo in una grande caffetteria arredata con eleganza e mi indicò un tavolino in fondo, vicino a una vetrata.
«Mi ha detto che è uno scrittore.»
«Sì, be’, più che esserlo ci provo.»
«E ha pubblicato qualcosa?»
Era la domanda maledetta. Non riuscii a evitare di sentirmi abbattuto. A capo chino, balbettando con un certo imbarazzo misto a frustrazione, gli parlai del mio unico romanzo pubblicato; il suo viso corrucciato, a dimostrazione del fatto che non ne avesse mai sentito parlare, sottolineò quanto la mia opera fosse insignificante.
«Che informazioni cerca esattamente? Se non gliele ha sapute dare Carmen, è difficile che possa farlo io. È lei la fonte della mia conoscenza.»
Dopo essermi ripreso dall’imbarazzo, tirai fuori la foto di Andrés e Mercedes.
Lui la prese e la osservò. «È la fontana dei Pesci. Si trova in plaza del Pradillo, vicino al municipio.»
«Lo so, ci sono passato, ma più che la fontana mi interessano le due persone.»
«Sono suoi familiari?»
Risposi di no con la testa. Era troppo irruente, precipitoso, e il suo atteggiamento mi sopraffaceva ancor prima che riuscissi ad aprire bocca.
«L’unica cosa che so sono i loro nomi: Andrés Abad Rodríguez e Mercedes Manrique Sánchez. Vivevano in calle de la Iglesia e dovevano essere sposati, perché sembra evidente che lei fosse incinta.» Feci segno con il dito sulla fotografia. «So anche che Andrés aveva un fratello di nome Clemente e che la foto venne scattata il 19 luglio del ’36.»
Mentre parlavo, lui guardava l’immagine mostrando interesse.
«Mi piacerebbe sapere cosa è successo a questa coppia durante la guerra e cosa ne è stato di loro dopo, sempre che siano sopravvissuti.»
«Dove ha trovato la fotografia?»
«Ha molta importanza?»
Per la prima volta da quando ci eravamo incontrati, si sentì a disagio. Abbozzò un sorriso e mi restituì la foto come se si stesse scusando. «No, no, ovviamente no. Ma non so come potrei aiutarla. Qui sono in molti a chiamarsi Abad Rodríguez di cognome…»
«Me l’ha detto anche l’archivista, ma mi ha anche raccontato che lei è figlio e nipote dei medici che esercitavano qui, quando questo era solo un paesino.»La prima pista – IL GIOCO SEGRETO DEL TEMPO di Paloma Sánchez-Garnica