Buongiorno!
Meno male che c’è la Mon altrimenti questo post sarebbe arrivato nel migliore dei casi in pausa pranzo, forse nemmeno. Ah, la memoria che cede, che storia. Comunque. Il teaser di oggi è tratto dal libro che sto leggendo, ovvero quello che abbiamo proposto per la Book Jar Challenge di questo mese: Muori con me di Karen Sander. Era da parecchio che meditavo di leggerlo e finalmente è giunta la sua ora. Vi ispira?:)

teaser tuesday

Quando Liz uscì, pioveva a catinelle. Per un attimo valutò se rinunciare e restarsene a casa. Quello che aveva in mente in fondo non aveva senso, ma si mise comunque a correre verso l’auto. Nel portabagagli doveva esserci un ombrello, così non sarebbe arrivata in ufficio tutta inzuppata. Venti minuti dopo entrò nel parcheggio sotterraneo della facoltà. Trovò un posto libero, recuperò l’ombrello e si avviò verso le scale più vicine.
Non c’era anima viva. Lei non era un tipo timoroso, ma la sua esperienza in fatto di serial killer le aveva insegnato che alcuni posti sono particolarmente pericolosi per le donne. E i parcheggi deserti rientravano di sicuro nella top ten. Lì un assassino poteva fare la posta alla sua vittima senza dare nell’occhio e violentarla; nessuno lo avrebbe visto… a meno che non ci fossero delle telecamere.
Liz raggiunse le scale e tirò un sospiro di sollievo. Di solito riusciva a controllarsi, ma quelle lettere anonime avevano fatto crollare le sue difese, tanto che la sera precedente aveva preferito parcheggiare per strada invece che nel garage sotterraneo del suo palazzo. Cercò di scacciare quel pensiero, aprì l’ombrello e si avviò verso l’Istituto.
Aprì la porta dell’ufficio e vide che c’era solo Ruben. Meglio così.
«Buongiorno» disse.
Ruben alzò gli occhi spaventato, evidentemente non l’aveva sentita. «Oh, buongiorno. Ma è di nuovo giovedì?» ammiccò confuso.
«Ieri mi sono dimenticata una cosa» spiegò Liz, e si avvicinò alla scrivania. Prese un libro che sapeva di aver lasciato lì perché a casa non ne aveva bisogno. In quel momento, le tornò utile come scusa. Fece per uscire, ma già con una mano sulla maniglia formulò la sua domanda, come se le fosse venuta in mente in quell’istante. «Ma quella lettera, ieri, da dove è arrivata?»
Ruben la guardò. «Quale lettera?»
«La busta con il destinatario scritto a macchina.»
«Ah, quella. Anch’io mi sono chiesto chi usasse ancora un mezzo così antiquato. Forse un vecchio professore, ho pensato, che non utilizza il computer…»
Liz annuì impaziente. «E…?»
«Non so, era nella sua casella, alla posta della facoltà, come tutte le altre lettere. Perché, non c’era il mittente?»
«No. E nessun timbro, mi pare.»
«Allora devono averla infilata nella casella di persona.»
«Sì, sarà andata così, grazie.» Aprì la porta. Poi le venne in mente un’altra cosa, e la richiuse. «Ruben?»
«Sì, dottoressa Montario…»
«Immagino che lei saprà benissimo come si fa a trovare informazioni su Internet, comprese quelle poco accessibili… sbaglio?»

Venerdì 18 ottobre, ore 9.30 – MUORI CON ME di Karen Sander

divisore dx

muori con meCinquant’anni e una tempra forgiata dalla lunga esperienza nella Omicidi, il commissario Georg Stadler crede che ormai niente possa più sconvolgerlo. Ma quando entra in quel lussuoso appartamento nei quartieri alti di Düsseldorf, si rende subito conto che non c’è limite alle mostruosità concepite dall’animo umano: le pareti, il soffitto e il pianoforte bianco sono imbrattati di sangue; al centro, una donna orribilmente massacrata, sul cui corpo l’assassino ha lasciato una piccola bambola, nuda. Forse un messaggio cifrato? Qualcosa scatta nella mente di Stadler: contro il parere dei superiori, è convinto che ci sia un serial killer in circolazione e chiede l’aiuto di Elisabeth Montario, psicologa criminale nota per aver risolto una serie di casi in cui la polizia brancolava nel buio. Trent’anni, una cascata di riccioli rossi e uno sguardo che colpisce subito il commissario per la sua intensità quasi tagliente, Liz non può fare a meno di accettare la proposta, benché sia già alle prese con un mistero da sciogliere. Uno stalker sempre più aggressivo la tormenta con lettere di sfida: «Trovami. Prima che sia io a trovare te». Parole minacciose che fanno riaffiorare in lei il ricordo di qualcuno che aveva amato, anche dopo averne scoperto la natura profondamente malvagia. Intanto gli omicidi subiscono un’escalation di brutalità: il killer sembra determinato a coinvolgere Liz e Stadler in un gioco efferato, risvegliando quegli incubi che la psicologa credeva sepolti per sempre…

kiafirma

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