Buongiorno!
Nuova recensione oggi per concludere al meglio la settimana e magari darvi qualche spunto di lettura per il weekend. Cosa state leggendo in questo momento? Io sto leggendo uno dei libri della Book Challenge che abbiamo proposto qui sul blog: All the ugly and wonderful things..per ora è molto particolare!
Intanto vi lascio alla lettura di questa recensione e vi auguro un buon fine settimana.

postmortem cover
Titolo: Postmortem (Kay Scarpetta #1)
Autore: Patricia Cornwell
Editore: Mondadori
Disponibile in italiano:
Goodreads

Un serial killer è in azione nella città di Richmond: già tre donne sono morte, violentate e strangolate nelle loro camere da letto. Nulla le accomuna, l’omicida sembra colpire a caso. La sola costante è che i delitti avvengono sempre di sabato, prima dell’alba. E’ per questo che quando una telefonata della polizia la sveglia nel cuore della notte, Kay Scarpetta – capo dell’ufficio di medicina legale della Virginia – intuisce immediatamente che l’inafferrabile assassino ha agito di nuovo. La minaccia incombe, il sanguinario killer può tornare a colpire in qualunque momento e da qualunque parte. Kay non può escludere nessuna ipotesi, nemmeno quella di essere il suo prossimo obiettivo. E sa di avere anche altri nemici: qualcuno che sta cercando di intralciare la sua azione, qualcuno che nell’ombra cerca di insidiarne il ruolo, compromettendo irrimediabilmente la caccia all’assassino.

 

Postmortem è il primo libro della serie che ha come protagonista il medico legale Kay Scarpetta. Non sono assolutamente libri nuovi, questo primo volume è stato pubblicato in Italia per la prima volta nel 1990, ma pare che riescano ad affascinare ancora un sacco di persone. A parte i miei genitori, che me li consigliano continuamente, conosco parecchia gente che negli anni ha cercato di convincermi a iniziare la serie, quindi eccomi qui.

Ammetto di non essere particolarmente colpita, soprattutto dallo stile dell’autrice che non mi entusiasma. Non so se è la traduzione italiana che fa perdere un po’ o se semplicemente sono abituata ad altro, ma il modo in cui è raccontata la storia non mi ha catturata. Non so nemmeno spiegare perché, è proprio una sensazione.
Il crimine mi è piaciuto. È particolare, è interessante e intriga parecchio, come anche determinate caratteristiche legale all’assassino che Kay riesce a scoprire prima degli altri. Il caso è quello che mi ha spinta ad arrivare fino in fondo, perché devo dire che nessuno dei personaggi mi ha colpita.

Kay ha un lavoro che ultimamente mi ha presa anche grazie alle serie di libri su Alice Allevi quindi l’ho trovata in generale piacevole, anche se non sono riuscita ad inquadrarla bene. I vari personaggi parlano un sacco, ma si capisce poco di loro. La narrazione in prima persona poi, non aiuta affatto. Kay pensa tantissimo e talvolta mi è pesato dover stare a leggere i suoi discorsoni interni. Il detective che la accompagna o Bill o la nipote anche sono personaggi poco descritti che vediamo solo attraverso gli occhi di Kay, quindi sempre e comunque distorti.

Ad un certo punto la trama ha preso una svolta che non aspettavo e wow, lì ha iniziato a prendermi davvero. C’era l’ansia, c’era la voglia di scoprire di più, c’era tutto…peccato che poi mi abbiano leggermente delusa con il finale. Mi è piaciuto e l’ultima metà del libro ha decisamente sollevato questa valutazione, ma se le cose fossero andate come speravo l’avrei apprezzato molto molto di più.

Voglio provare a leggere il secondo volume per vedere come va, perché le premesse sono buone e sono certa che anche la questione dello stile sia solo questione di abitudine. Intanto il libro non mi è interamente dispiaciuto, quindi spero di riuscire presto a leggere il seguito per darvi un altro parere.

rating 3

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