Buongiorno! Oggi vi lascio il teaser tratto dal libro che ho appena finito: 25 grammi di felicità di Massimo Vacchetta. Un libro di verso dal solito, un racconto di vita vero, un racconto di amore per il prossimo, per chi da solo non ce la fa, per la natura. I protagonisti sono i ricci, animaletti che mi hanno sempre affascinato. L’avete letto??
Toglievo dall’auto e appoggiavo per terra. Tutta quella roba sparsa invadeva il marciapiede e la piazza, creando una scena indiscutibilmente surreale. Ma Ninno non c’era. Non poteva essere uscito dall’auto! Oppuresì? Sconsolato mi guardai intorno e, solo in quel momento, mi resi conto che sei o sette persone si erano fermate e mi osservavano con curiosità. Ero sconvolto, ma riuscii comunque a notare alcuni lampi di perplessità nei loro sguardi. Allora lo dissi: «Perdonate, spero di non aver creato disagio. Adesso rimetto via tutto. È che ho perso il mio riccio…» Con le scuse avevo ottenuto qualche sorriso benevolo. Ma sul «riccio perso» avevo di colpo diviso il pubblico: una parte pensava che fosse una trovata poco plausibile e, con disappunto, scuoteva la testa; l’altra risultava scettica riguardo alla mia salute mentale. Un paio di persone, per sicurezza, indietreggiarono di un passo. Travolto dalla preoccupazione, non me ne curai e presi invece a raccontare di Ninno. Che l’avevo trovato, che gli avevo tolto le zecche, che era troppo piccolo, che l’avevo portato a fare delle lastre. «Ho rimosso tutto dall’auto, ma lui non c’è», conclusi avvilito.
Una ragazza con una giacchina rossa, indicando un punto nella mia macchina mi disse: «C’è ancora un cassetto lì dietro». «Sì, ma è chiuso, non può esserci entrato», obiettai con un tono da funerale. Tuttavia lo aprii e… Ninno c’era! Dormiva beatamente, rannicchiato sopra ai miei pantaloni da chirurgo. Ma come aveva potuto ficcarsi lì? Spostando un po’ di cose, scoprii che il cassetto aveva una piccola apertura sul retro. Felice, presi in mano il riccetto e mostrandolo come un trofeo gridai agli astanti: «Trovato!» A quel punto la ragazza con la giacca rossa cominciò ad applaudire e a emettere gridolini. Seguita subito dal resto del gruppo. Sorrisi grandi così, dappertutto. E occhi di meraviglia puntati su Ninno. Lui intanto si era svegliato e mi guardava ancora parecchio assonnato. Dopo qualche tenera carezza lo riposi nella sua scatolina di cartone. E una parte degli spettatori mi aiutò a ricaricare in macchina tutta la mia nutrita attrezzatura di veterinario di campagna. Quando piazza e marciapiede ritornarono a posto e in ordine, ringraziai i presenti e salii in macchina per riprendere la strada di casa. Qualcuno mi salutò con un gesto della mano, altri gridarono un ciao. La ragazza con la giacchina rossa soffiò un bacio in direzione di Ninno.25 GRAMMI DI FELICITÀ di Massimo Vacchetta