È arrivato il momento!
Dopo qualche settimana o mese in cui vi ho tormentato e parlato solo della mia ossessione per Leigh Bardugo, ora eccoci qui con la prima delle recensioni dedicate ai suoi libri.

shadow and bone cover
Titolo: Shadow and Bone (The Grishaverse #1)
Autore: Leigh Bardugo
Editore: Henry Holt and Company
Link di acquisto: Amazon
Goodreads

Surrounded by enemies, the once-great nation of Ravka has been torn in two by the Shadow Fold, a swath of near impenetrable darkness crawling with monsters who feast on human flesh. Now its fate may rest on the shoulders of one lonely refugee.

Alina Starkov has never been good at anything. But when her regiment is attacked on the Fold and her best friend is brutally injured, Alina reveals a dormant power that saves his life—a power that could be the key to setting her war-ravaged country free. Wrenched from everything she knows, Alina is whisked away to the royal court to be trained as a member of the Grisha, the magical elite led by the mysterious Darkling.

Yet nothing in this lavish world is what it seems. With darkness looming and an entire kingdom depending on her untamed power, Alina will have to confront the secrets of the Grisha . . . and the secrets of her heart.

 

Ho iniziato ‘Shadow and Bone’ sotto consiglio di un’amica quando le ho detto che volevo iniziare ‘Six of Crows’. Non è necessario leggere la serie dedicata ai Grisha prima della duologia ‘Six of Crows’, ma è consigliato perché si comprendono meglio i Grisha e i vari riferimenti che si incontrano leggendo la duologia.

In ‘Shadow and Bone’ conosciamo Alina e Mal, protagonisti di questo libro e dei successivi. La storia non è particolarmente complessa, ma è ambientata in un paese che mi ricorda molto la Russia (lo dico non essendoci mai stata, quindi è solo una sensazione) non solo per la lingua parlata, ma anche per i paesaggi e il clima. È un mondo davvero interessante, diverso da quelli che vengono solitamente rappresentati in libri fantasy.

Alina è un personaggio che non mi ha convinta del tutto. È una ragazzina che passa dall’essere praticamente una nullità quasi invisibile agli occhi del mondo ad essere una delle persone più ricercate e importanti del paese: the Sun Summoner è una tipologia di Grisha che non esiste più da tempo e l’unica che dovrebbe essere in grado di sconfiggere la minaccia presentata da una nube di oscurità piena di mostri che copre parte del paese chiamata The Fold. Il problema di Alina, personalmente, è che si piange troppo addosso. Capisco la sorpresa di trovarsi in situazioni difficili senza sostegno e piena di confusione, ma a volte avrei voluto tirarla fuori dal libro solo per darle una scrollata.

Mal è il migliore amico di Alina fin dall’infanzia, ma in questo primo volume si fa fatica ad inquadrarlo perché lo si vede poco. Avrei voluto avere più scene con lui per capirlo meglio, perché come con gli altri personaggi è difficile capire che persona sia veramente perché tutto quello che sappiamo viene dalla voce di Alina che è ovviamente di parte. Questo è uno dei problemi principali che ho con i libri raccontati in prima persona: é sempre tutto filtrato dalla voce narrante, il che rende sballato il giudizio sui vari personaggi. Spero di scoprire di più su tutti i vari personaggi durante la trilogia.

Il Darkling è il personaggio che ho apprezzato di più di tutti. Intrigante, misterioso, non si capisce fino alla fine se è buono o cattivo e anche lì c’è da chiedersi se le cose sono davvero così definite o se esiste una “zona grigia”. Il Darkling è una di quelle figure ambigue che adoro nei libri perché mi fanno mettere in discussione ogni cosa, parola e scena.

Ho apprezzato Baghra come personaggio, ma vediamo poco di lei, quindi vedremo se continuerà ad essere qualcuno di interessante. Genya è la prima amica di Alina e con lei è tutto complicatissimo. È una Grisha di tipo particolare perché specializzata nell’alterare l’aspetto delle persone e trovo sia una persona molto molto ambigua, quasi peggio del Darkling. È bellissima, intelligente e pericolosa.

I Grisha sono persone davvero intriganti, con poteri diversi dai soliti maghi o streghe o fate o quel che volete. La loro non è magia, ma manipolazione della materia che già esiste nel mondo. Sono persone nate con la capacità di sentire l’energia che ci circonda e manipolarla, ognuno con caratteristiche diverse: gli evocatori controllano i vari elementi (Alina è una di loro), altri sono legati alle funzioni corporali, quindi sono simili a medici oppure a soldati in grado di controllare flusso sanguigno, battito, respiro e altro dei propri nemici. Infine ci sono Grisha specializzati nella manipolazione degli elementi e geniali con invenzioni, armi e altro. Davvero un’idea molto bella e originale.

Ultima cosa che non mi ha particolarmente entusiasmato è il fatto che Alina venga elevata ad una quasi Prescelta, come se le sue capacità la definissero e soprattutto definissero il suo futuro. Trovo che sia una limitazione del suo essere una persona capace di intendere e di volere. Ho trovato il suo essere “prescelta” limitante per lei. Spero che nei prossimi libri la cosa si riveli meno pesante che in questo.

Per concludere, un libro non fantastico, ma che crea le basi per una trilogia che promette bene. La Bardugo scrive benissimo, scorre piacevolmente e non annoia mai. Non è un romanzo pieno di romance, non è basato su una ship o un’altra, ha una trama precisa e con basi solide, quindi mi sento di consigliarlo e spero vi piaccia.

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