Buongiorno lettori. Oggi sono qui con un articolo diverso dal solito. Non si tratta infatti nè di una rubrica, nè di una recensione e nemmeno di un volo di fantasia mio e della Mon.

Oggi vi voglio parlare della #squadreadathon2018, la 24 ore di lettura a cui ho partecipato venerdì 17 approfittando del fatto che ero in ferie.

Prima di tutto, di cosa si tratta? Molto semplicemente di, appunto, 24 ore di lettura. Si parte a mezzanotte e – ipoteticamente senza fermarsi mai – si legge fino alla mezzanotte del giorno dopo. Solitamente si scelgono i libri in anticipo, ma non è assolutamente obbligatorio.

Io li avevo scelti, variando tra i generi per evitare di annoiarmi/fare confusione. Inoltre avevo scelto dei cartacei che avevo in libreria da tempo, approfittando per smaltire quelli oltre alla TBR
Le mie scelte, a qualche ora dall’inizio della readathon, erano:

Inizio a leggere a mezzanotte in punto, dopo un pisolino di un’oretta, scegliendo Fiori sopra l’inferno. A mezzanotte e mezza accuso già un sonno pazzesco: d’altronde sono abituata a leggere per addormentarmi meglio! Resisto, e tra luci accese, tè verde e qualche passeggiata su e giù per il corridoio di casa, si fanno le 3. Moroso si sveglia per andare a lavoro, mi ‘insulta’ mugugnando qualcosa in cui c’è un “tu che potresti dormire e non ne approfitti, non ti azzardare a dire che hai sonno, domani”: un po’ ha anche ragione. Colazione estemporanea con lui e riprendo la lettura.

La lettura del thriller di Ilaria Tuti mi prende parecchio, ma tra le 4:30 e le 5:00 ho un buco in cui mi sono addormentata senza rendermene conto. Alle 6:00 cedo, metto una sveglia per un’ora dopo, mi raggomitolo sotto la trapunta e addio mondo. Seconda colazione e riprendo a leggere, sono le nove quando finisco il primo libro – adorato, a breve la recensione – e attacco subito con Resto qui che termino mentre spadello un piatto di pasta per pranzo. Il libro di Marco Balzano mi ha presa molto, racconta in maniera davvero semplice ciò che è successo in Alto Adige durante la seconda guerra mondiale, concentrandosi sul riempimento del lago di Resia e sulle problematiche affrontate da queste popolazioni che non potevano essere tranquillamente né italiane né tedesche. Crollo sul divano per un pisolino di mezz’ora e poi mi decido ad interrompere per passare l’aspirapolvere, riposando così occhi e testolina.
Sono pronta per ripartire con La treccia. Il libro di Laetitia Colombani si rivela una lettura scorrevolissima, piacevole e interessante e mi ritrovo a finirlo verso ora di cena, affascinata dalle storie di Giulia, Smita e Sarah, tre donne che hanno improntato la loro vita con il coraggio. Nel frattempo è tornato moroso, prepariamo cena al volo e poi mi convince ad andare con lui a mangiare un gelato (lo ammetto, non ha incontrato grosse resistenze da parte mia). Così facendo, però, che sfuma la mia possibilità di leggere il quarto libro e quando rientro mi limito a divorare la novella che Bianca Marconero ci ha voluto regalare insieme all’uscita di Non è detto che mi manchi. Alle 23.40 finisco la novella, tempo di fare l’ultima storia su Instagram e collasso miseramente a letto dopo la bellezza di 903 pagine.

Al di là del bollettino di guerra, posso dire che ho sentimenti contrastanti per questa maratona. Ero curiosissima di parteciparvi, ne sentivo parlare e ho avuto la fortuna di vederla organizzare nella settimana di ferie, in una giornata in cui moroso lavorava. Neanche a farlo apposta, insomma, ho avuto modo di non sentirmi nemmeno in colpa per aver ignorato qualcosa o qualcuno.

Mi è piaciuto molto il fatto di dedicare 24 ore a questa passione, immergermi completamente nelle storie che avevo scelto era l’unica cosa che ‘dovevo’ fare per quel giorno.

Ma – e c’è un ma, ripeterei l’esperienza? Sinceramente, non credo. La notte ho fatto davvero una fatica atomica. Mi sono imposta di resistere perché ero curiosa di vedere quanto sarei riuscita a leggere e se sarei riuscita a tenere duro fino alla fine, ma l’ho trovato pesante. Quindi, dovessi ri-partecipare, credo che le mie ore di sonno non me le leverà nessuno.

A fronte di tutto ciò, è un’esperienza che consiglio a chi ama la lettura, per mettersi un po’ alla prova, tanto nessuno ci punta un fucile alla schiena e ci impedisce di raggomitolarci sotto il piumone. È però affascinante vedere la differenza di attenzione tra la notte e il giorno, passare da un libro all’altro, non pensare a nulla se non a sfogliare le pagine. Un consiglio? Fatelo in compagnia, le storie Instagram della squad mi hanno salvata quando gli occhi proprio si chiudevano!

E voi? Avete mai provato questa esperienza? Raccontatemi com’è andata!

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