Buongiorno lettori!
Sono purtroppo rientrata dal mare, ma sono tornata giusto in tempo per lasciarvi questo piccolo estratto tratto dal secondo libro in lettura per la #allevireadathon. State partecipando? Se volete potete ancora aggiungervi, trovare il post di presentazione qui. Alice ci sta conquistando sempre di più.
La stanza di Konrad Azais è la più nascosta della casa. Selina ci precede verso la porta, che prova ad aprire abbassando la maniglia.
Ma la porta non si apre.
I lineamenti soavi di Selina si alterano. «Clara!» chiama ad alta voce.
La ragazzina fa capolino dalla sua stanza. «Che c’è?» Selina la pietrifica con lo sguardo. «Sei stata tu? Fuori la chiave.» Clara fa spallucce. Il suo volto si colora di rosa acceso e trovo che sia una ragazzina di rara impudenza. «Io non ho nessuna chiave» risponde avvicinandosi. Si abbassa all’altezza della toppa.
«Guarda, è chiuso da dentro. Si è chiuso lui. Hai visto, che non è pazzo? Ha capito tutto.» «O forse tu gli hai detto tutto» commenta Selina, non del tutto scontenta.
«Ti sbagli. Non l’avrei mai fatto.» Ma scommetto che è l’esatto contrario.
Niccolò perde la calma. «Quindi, signora Azais? Cosa facciamo?» «Vuole forse che chiami i pompieri per forzare la serratura?» risponde Selina con sarcasmo. Clara ridacchia e Anceschi le strizza l’occhio facendole capire che è dalla sua parte.
«E se semplicemente gli chiedesse di aprire la porta? Dato che, come dite voi, non è pazzo, che problemi ha a farsi visitare?» Il tono di Niccolò è irritante e se io fossi Selina Azais lo butterei fuori di casa con un calcio nel didietro.
«Apa? Apa? Nyílem az ajtó.» «Le spiace parlare in italiano?» si azzarda Niccolò, e giuro che trattengo a stento un pestone.
Selina, piena di dignità, obbedisce. «Papà… apri la porta.» «Non intendo farlo» ribatte Azais in italiano con una voce roca e molto determinata.
«Perché no? Non ti chiudi mai a chiave. Terézia deve cambiarti. Apri la porta, su!» «Mi ha già cambiato, quella vacca.» «Se Terézia ti sentisse, le dispiacerebbe molto essere definita così.» «Non capisce l’italiano, quella vacca. Solo l’ungherese. Io ti avevo chiesto una domestica ungherese, è vero. Ma anche bella.» «Perché ti sei chiuso dentro, papà?» «Non voglio essere visitato da quegli hülyék.» «Sono stato insultato in ungherese, forse?» chiede Niccolò con tono altezzoso.
«Oh, no!» esclama Selina.
«Vi ha detto idioti» si inserisce Clara, le braccia conserte, un sorriso che esprime vivo accordo con l’opinione del nonno.HAI MAI CONOSCIUTO QUALCUNO CHE FOSSE FELICE? E CHE FOSSE ANCORA SANO DI MENTE, INTENDO… – Un segreto non è per sempre di Alessia Gazzola