Buongiorno lettori! È martedi e quindi tempo di teaser. Purtroppo io sono ancora alle prese con Big Apple, romanzo che mi sta piacendo ma che davvero non trovo il tempo di leggere. Spero di riuscire a finirlo a breve. Voi lo avete letto?

teaser tuesday

Alle parole di George si irrigidisce, come un ragazzino colto in fallo a fumare. Sospiro rassegnata: che fosse un uomo complicato lo avevo intuito da tempo, che avesse una famiglia complicata lo so con certezza da sempre.
Si allontana da me e, con gesti rabbiosi, inizia ad aprire cassetti alla ricerca degli indumenti. Dopo pochi minuti, con una perizia notevole, è vestito di tutto punto e ha una luce negli occhi che non mi piace per niente.
«La calma è la virtù dei forti» recito quasi a me stessa.
«La statura di un uomo è misurata dalla statura delle cose che lo fanno arrabbiare» ribatte sarcastico.
Sparisce oltre la porta, lasciandomi con una sensazione di amaro in bocca. Qualche minuto dopo odo la voce sommessa del pinguino.
«La signorina è presentabile?»
«Solo un momento» grido in risposta.
Recupero la valigia che il solerte maggiordomo aveva già portato nella stanza. Mi infilo l’intimo, un paio di jeans e una camicia.
«Avanti!» dico, tentando di lisciarmi i capelli che devono essere un disastro.
George entra con un vassoio in mano.
«Ho pensato che fosse affamata e le ho preparato qualcosa» sentenzia appoggiando il tutto sul tavolino del piccolo salotto. Lex ha un salotto anche in camera da letto. Parliamone.
«Grazie.» È un gesto inaspettato e per questo ancora più gradito. Mi siedo e lui con eleganza ed efficienza appronta il mio pasto.
Inizia a parlare mentre mi versa il caffè.
«Sa, prima di venire a lavorare per Mr. Stenton, ero al servizio di suo nonno, quello con il numero uno per intenderci. Un uomo duro, tutto d’un pezzo, persino spietato talvolta, ma che aveva un suo codice d’onore. Sono rimasto con lui vent’anni, fino a quando è morto. Ha lasciato tutto al nipote, me compreso, diseredando il figlio. Se mai le dovesse capitare di entrare nella stireria e ascoltare la conversazione tra padre e figlio, del tutto accidentalmente s’intende, capirebbe perché il vecchio lo ha fatto.»
Sorrido. «Vecchio pettegolo. Cosa ti fa credere che io sia interessata alla cosa?»
Sorride anche lui. «Be’, pensavo che le fosse venuta un po’ di curiosità e volesse conoscere meglio il suo… fidanzato.»
Ci fissiamo per qualche secondo e scoppiamo a ridere di gusto. Chi lo avrebbe mai detto? La vecchia mummia è dotata di senso dell’umorismo.
Torno seria e gli chiedo a bruciapelo: «Perché lo ha detto secondo te? Capirai che è la più grande bugia che il mondo occidentale abbia mai conosciuto subito dopo la tesi dell’unico cecchino nell’attentato a Kennedy.»
«Azzardo l’ipotesi che il mostro verde lo abbia colto quando il baldo e giovine pompiere ha manifestato un certo qual interesse nei suoi confronti. La mente umana è misteriosa, spesso non ci accorgiamo di volere davvero qualcosa fino a quando non rischiamo di perderla, e ancora più spesso la perdiamo perché non abbiamo il coraggio di dirci che la volevamo. Parlo in via generica e ipotetica, ovviamente.»
Vecchia volpe! Non so che messaggio stia tentando di mandarmi, o meglio lo so e voglio ignorarlo. Non ce lo vedo proprio in perizoma bianco, parrucca bionda, arco e frecce.
«Ora le lascio finire la colazione in tranquillità.»

Capitolo 12- Big Apple di Marion Seals

divisore dx


Dora e Lex. Assistente personale e grande capo. Giovane e ambiziosa, lei, miliardario e casanova, lui.
Sì, avete ragione, gli stereotipi ci sono tutti, e… no, non è un romance come quelli che avete letto finora.

“Mi chiamo Dora Monroe, ho venticinque anni e vivo a New York. Che culo, direte voi.
Vivo nella parte brutta di New York: il Bronx.”

Fedora Monroe, per gli amici Dora, originaria del Connecticut, lavora in una famosa casa editrice della Grande Mela, come assistente personale del proprietario, in attesa della grande occasione.

“Speravo di farmi notare abbastanza in fretta, ma dopo ben 743 giorni – sì, avete letto bene, SETTE-CENTO-QUARANTA-TRE, li ho contati – ancora nessuno si è inginocchiato ai miei piedi per supplicarmi di correggere le bozze di chicchessia. Chi dovrebbe promuovermi? Il mio capo, ovviamente. Chi è il mio capo?”

Alexander Maximilian Stenton III, rampollo di una delle famiglie più ricche e in vista degli Stati Uniti, tanto bello e intelligente, quanto presuntuoso e dispotico.
“Il mio nome è Alexander Maximilian Stenton III, ma gli amici mi chiamano Lex e la ragione non me la ricordo più. Nasco in una famiglia alto-borghese, con infiltrazioni nobili da parte di madre. La mia bisnonna sposò un conte e questo fa di noi i privilegiati tra i privilegiati. Ovvio che non conterebbe un cazzo se non fossimo anche schifosamente ricchi.”

Ecco che, quando il romanzo di un’autrice di punta della casa editrice rischia di non essere pubblicato nei tempi previsti, Dora ha la possibilità di fare ciò per cui è nata: l’editor.

Da qui, complice un segreto professionale che se rivelato farebbe perdere milioni di dollari, le vicende di Dora e Lex si intrecceranno in un incastro (im)perfetto di emozioni: litigate, sesso sfrenato e un’antipatia reciproca saranno gli elementi costanti del loro rapporto.
A tutto questo si aggiungeranno le vicende dei loro amici e conoscenti che, tra situazioni pericolose e imprevisti comici, faranno da sfondo a un legame che andrà crescendo di giorno in giorno a dispetto dei due protagonisti.

Riusciranno Dora e Lex, così in apparenza inconciliabili, a trovare un punto di incontro? O il loro orgoglio e la diffidenza reciproca li allontaneranno per sempre?


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