5 motivi per…

Calendario dell’avvento libroso: “Oliver, il gatto che salvò il Natale”

Buongiorno!
La settimana inizia al meglio con l’ultima tappa del Blog Tour dedicato al pelosissimo Oliver, protagonista del omonimo libro edito Newton Compton Editori uscito il 30 novembre scorso. Ve l’ho nominato un paio di volte qui sul blog o sulla nostra pagina Facebook ma oggi, nella mia tappa, voglio darvi 5 motivi per cui dovreste leggere questo libro.

Prima di passare ai motivi, vi lascio qui la splendida immagine che una della mie colleghe blogger ha realizzato con il calendario delle tappe appena passate e i link delle tappe: Libro Fatato | La collezionista di Fandom| Airals World. Se ne leggon di libri… | Leggere per sognare | Non solo libri

Ma non è finita qui: dal 13/12 al 23/12 ci sarà un Review Party dedicato sempre a questo libro in modo che possiate farvi un’idea ancora più in grande di quanto sia speciale.

Bando alle ciance, ecco i 5 motivi per cui vi consiglio di leggere “Oliver, il gatto che salvò il Natale”:

  • Oliver è ovviamente il primo motivo. Il gattone rosso che ci accompagna per tutto il libro come voce narrante ha una personalità davvero particolare e una vivacità e entusiasmo difficili da ignorare. Oliver contagia tutti e intelligente com’é riesce a risolvere anche le situazioni più spinose
  • Sarah è solo una degli amici umani di cui Oliver si circonda, ma è quella che secondo me merita una menzione speciale per il suo entusiasmo e la sua voglia di mettersi in gioco e aiutare tutti. È quella che più di tutti coinvolge gli altri e cerca di sistemare il villaggio e il Natale.
  • Tabby e Suki sono gli amici gatti di Oliver e li ho adorati. Tabby con il suo essere maschio alpha che va dietro a tutte le gatte ma alla fine si ritrova a torna sempre dalla stessa e Suki, così giovane e fiera, ma allo stesso tempo spaventata e ancora un po’ cucciola. Mi è piaciuto vederli attraverso gli occhi di Oliver che, ahimè, proprio non capisce il fascino delle femmine e pensa a quanto impegno serve per stargli dietro.
  • Tutti gli altri personaggi a parte quelli menzionati in precedenza. Ognuno di loro ha qualcosa da offrire e nonostante siano molti, ognuno è ben caratterizzato e con caratteristiche e comportamenti diversi. Le persone che conosciamo durante la lettura si aiutano tra di loro, sono oneste e cercano di migliorare la vita nel villaggio ognuno a modo suo. Ovviamente tutti adorano Oliver, come si potrebbe non farlo?
  • La voglia di scoprire cosa si inventerà Oliver per aiutare tutti i suoi nuovi amici umani. Oliver ci racconta di non essere sempre stato un micio così socievole, ma alcuni imprevisti lo portano a doversi aprire con il mondo. È bello scoprire ogni piccola cosa che questo splendido gatto rossiccio si inventa per migliorare il Natale di tutti gli abitanti del villaggio.

Vi ho convinti? Spero di sì perché penso davvero che sia una storia che andrebbe letta sotto Natale, magari anche con i bambini (considerando il rischio che vi chiedano un micino rosso come regalo).

Non finisce qui! Fino al 23/12 avete l’opportunità di vincere una copia cartacea del libro, quindi cosa state aspettando?

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#9 – 5 motivi per…cui “Lie to me” è una serie da guardare

Vivere in farm dove il telefono non prende, la connessione Internet scarseggia in maniera sconfortante e disporre di tempo libero mi ha portato a finire una serie che avevo iniziato mesi fa ma che non ho mai avuto il tempo di finire. Sto per parlando di “Lie to me”. Probabilmente l’avrete già vista, altrimenti vi consiglio di darle una possibilità se vi piace risolvere casi di omicidi, rapine, etc. (inoltre dura solo tre stagioni quindi non è neanche troppo tragica pensando al tempo che ci vuole per vederla tutta).

1. Perché in ogni episodio, seppur affronti un caso diverso, è sempre figo vedere come Cal e i suoi colleghi riescono a capire chi dice la verità o meno, ma non solo. Da poche espressioni riescono a capire praticamente tutto quello che gli indiziati cercano di nascondere.

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2. Dopo i primi episodi tentiamo anche noi di analizzare le espressioni dei personaggi coinvolti nei casi presentati ma ovviamente senza successo. Ahimè capiamo che le nostre lezioni durate un paio di episodi non sono nulla in confronto all’esperienza decennale di Cal; ma nonostante ciò non smettiamo comunque di provarci fino alla fine.

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3. Alla fine della serie ci sentiamo dei geni della lettura delle espressioni facciali che iniziamo a sperimentare le conoscenze acquisite su parenti e amici, per il semplice piacere di sentirci brillanti.

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4. Il personaggio di Cal Lightman è troppo intrippante, nel senso che è imprevedibile. Praticamente si comporta come se fosse al di sopra di tutto e si caccia in situazioni assurde – rischiando anche in prima persona – pur di riuscire ad arrivare alla verità che si nasconde dietro a delle poker face non sempre efficaci.

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5. Il quinto motivo vorrei dedicarlo a Emily, ovvero la figlia di Cal, che poverina con un padre del genere non può neanche finire il vaso di Nutella in santa pace che lui se ne accorgerebbe subito.

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anna firma

#8 – 5 motivi per… guardare Shadowhunters

Mentre scrivevo questi 5 motivi per guardare Shadowhunters, serie televisiva tratta dall’omonima serie di Cassandra Clare, mi sono resa conto che mi sembrava di scrivere i 5 motivi per cui non guardarla e sono rimasta un po’ perplessa. Ho poi capito che ogni motivo che ho dato ha un po’ due versioni. Potete quindi decidere di vedere solo il male di ogni punto che vi do ed eliminare dalla vostra mente questo post oppure decidere di dare una possibilità ad una serie che non è assolutamente il capolavoro dell’anno, anzi, ma che può comunque dare un minimo di soddisfazioni a noi lettori che, si sa, con le trasposizioni abbiamo sempre un po’ di problemi.

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  1. Se sei un lettore ti meriti una seconda occasione perché il film era orrido, ma probabilmente avrai le mani nei capelli già dalla prima puntata di questa serie tv, perché è imbarazzante. L’unico consiglio che ho è di non disperare: migliora. Sicuramente aiuta l’accettare che questa serie è liberamente tratta dai libri e cambia notevolmente le cose e che quindi può piacere se affrontata come una storia nuova.shadowhunters logo
  2. Come dicevo prima, la serie ci azzecca poco con i libri e introduce eventi dei libri successivi al primo tentando in qualche modo di far quadrare le cose. Da lettrice in generale, odio quasi tutte le trasposizioni, ma questa mi è sembrata meno tragica di tante altre. Sì, cambia moltissimo la trama e sì, alcuni elementi sono scandalosi, ma una chance gliela si può dare perché sembra che almeno un minimo gli autori sappiano dove andare a parare (se non migliora nella seconda stagione vi do il permesso di partire con i forconi o con arco e frecce insieme ad Alec alla volta di chi sta rovinando una bella storia con film inutili e serie ancora peggio).
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  3. Il problema principale di questa serie, secondo me, è l’hype che era stato creato. I fan volevano giustizia dopo il film che ci hanno dato qualche anno fa e tutti speravano che una serie potesse fare proprio questo. Non è andata esattamente così. I protagonisti sono inguardabili e recitano come me (giuro, non è una bella visione). C’è un ma in tutto questo. Ad un certo punto, circa a metà stagione, pare che abbiano deciso di svegliarsi e almeno tentare di recitare. Quindi piano piano si migliora. Magari nella seconda stagione ci regaleranno grandi interpretazioni e chissà, magari anche degli effetti speciali umani. Io continuo a sperarci, quindi vi invito a sperare con me.clary(in gif un esempio della splendida capacità espressiva della protagonista che regala delle perle durante questi episodi)
  4. Il cast a me piace. Escludiamo per un attimo gli attori che interpretano Clary e Jace e concentriamoci su quanto Matthew, Harry, Emeraude e Alberto siano perfetti nei panni di Alec, Magnus, Isabelle e Simon. Anche Jocelyn e Luke ci stanno, mi piacciono e non trovo che siano OOC (Out Of Character). Tutti loro valgono la pena di dare una possibilità a questo show perché oltre a essere stupendi sanno anche recitare. Stupendo Raphael e anche Camille non mi dispiace.
    Se invece dobbiamo proprio considerare Kat e Dominic (Clary e Jace) allora possiamo mollare tutto ora. Sono terribili, non mi piacciono per niente e hanno una chimica pari a -30.shadowhunters cast
  5. Li ho messi per ultimi quando avrei dovuto metterli per primi, anche perché in realtà vi ho imbrogliato finora. Ho cercato di darvi 5 motivi per guardare la serie, quando l’unica ragione per vederla sono loro due (e gli addominali di Matthew). I Malec riempiono i sogni dei fan e sono LA coppia di questo telefilm, l’unica e vera ship per cui vale la pena soffrire e gli autori, per ora, hanno deciso di farci felici. L’episodio dedicato a loro è uno spettacolo da rivedere in loop.tumblr_o4vqg6NeRs1s96kauo1_500

 

mon firma

#7 – 5 motivi per cui… Monster University racconta la nostra vita universitaria

L’altro giorno in televisione hanno trasmesso Monsters University e, nel riguardalo insieme a mio papà (che non era troppo convinto nel guardare un cartone), stavo osservando che la vita universitaria di Mike Wazowski rispecchia la mia esperienza e quella di tutti coloro che hanno frequentato per un po’ l’ambiente universitario.
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  1. Ammettiamolo, il primo giorno è stato emozionante per tutti! L’inizio di un nuovo capitolo, nuovi compagni, non più verifiche ogni due giorni e per alcuni la possibilità di vivere fuori casa. Risultato: il primo giorno con occhi sognanti e sbriluccicanti abbiamo varcato coraggiosi la soglia dell’università con mille aspettive che si leggevano nei nostri occhi.
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  2. Ma passato il primo entusiasmo iniziale, abbiamo capito che gli esami non passano da soli e a volte studiare richiede tanto sacrificio e dedizione. Come infatti dice un famoso proverbio studentesco: “il 18 non te lo regala nessuno”.
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  3. I compagni di corso saranno dei preziosi alleati nelle tanto temute sessioni di studio, ma probabilmente il nostro amico più importante sarà proprio lui: il caffè, che ci darà forza e aumenterà la nostra concentrazione evitandoci di finire addormentati sui libri.
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  4. La nostra prima casa al di fuori del nido materno e con esso, i nostri primi coinquilini che sicuramente, chi più chi meno, ci hanno insegnato che il mondo è davvero pieno di persone strane e non proprio con tutte le rotelle.
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  5. Infine, la nostra (o per lo meno mia) incapacità di integrarsi agli aperitivi e feste varie a cui abbiamo preso parte e finire ritrovandosi a fare balletti senza senso sentendoci come Patrick Swayze in Dirty Dancing!
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Monster University ci lascia un messaggio chiaro e forte: sii sempre te stesso e non farti dire dagli altri che non puoi fare qualcosa perchè se ci credi veramente potrai realizzare i tuoi sogni! Parola di Mike Wasowski 😉
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anna firma