Teaser tuesday

Teaser Tuesday #188

Ciao lettori!
Oggi il Teaser Tuesday viene dal libro che stiamo leggendo tutte insieme per la Lettura di Gruppo che abbiamo organizzato (le info qui). Mi sta davvero prendendo tantissimo e sono super curiosa di andare avanti.
Lo avete letto? Vi ispira?

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C’è chi ha definito Mare di Mostri un fenomeno. Qualche articolo qua e là. Alcune recensioni. I fan.
Io invece non riesco a considerarlo così, perché sono io che l’ho creato. È la mia storia, la cosa a cui tengo di più, e a quanto pare è una storia che piace anche a tante altre persone.
Ma chiamarlo “fenomeno” sarebbe presuntuoso e narcisistico da parte mia, e poi vederla in quel modo mi dà la nausea.
È così strano che il successo dia la nausea?
Sono tante le cose di Mare di Mostri che mi danno la nausea.
La storia è al tempo stesso molto semplice e molto difficile da spiegare. Non ci ho mai provato di persona, ma credo che se lo facessi finirei per vomitare sulle scarpe di qualcuno.
Se vuoi spiegare qualcosa online basta fare copia e incolla di un link e dire: “Ecco, leggete qui”. La gente clicca. Legge l’introduzione. Se gli piace, va avanti. Se no, pazienza, almeno non hai dovuto parlare con nessuno.
Se dovessi davvero spiegare la storia senza poter ricorrere al prezioso aiuto delle immagini, credo che direi qualcosa del genere: “Sul lontano pianeta di Orcus, un ragazzo e una ragazza combattono su fronti contrapposti una lunga guerra tra nativi e coloni Terrestri. Il ragazzo e la ragazza ospitano nel loro corpo due creature parassite che succhiano energia e che rappresentano la loro unica, reciproca debolezza. C’è un sacco di mare e, dentro a quel mare, un sacco di mostri. Succedono cose. Bellissimi colori”.
Un motivo c’è, se sono un’artista e non una scrittrice.
Ho iniziato a postare Mare di Mostri tre anni fa, ma la cosa è decollata davvero solo dopo la comparsa del post originario sul sito di Masterminds. La gente l’ha notato. Ha iniziato a leggere. Si è interessata.
E questa è stata la cosa più strana.
Cioè che ci fossero altre persone oltre a me interessate a quella storia. Ad Amity e Damien e al destino di Orcus. Persone interessate a conoscere il nome delle specie dei miei mostri marini. Ad avere ogni settimana pagine nuove, di qualità. Addirittura interessate a me, a chi sono, anche se nessuno è mai riuscito a scoprire chi c’è dietro al mio nickname. Né i fan, né i troll, né i critici, né chi scrive articoli online. Magari è stato proprio l’anonimato a farlo diventare un fenomeno.

Capitolo 2 – Ti ho trovato tra le stelle di Francesca Zappia

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ti ho trovato tra le stelle cover
Nel mondo reale, Eliza Mirk è una ragazza timida, poco socievole e solitaria.
Online, è Lady Constellation, autrice anonima di «Monstrous Sea», un webcomics adorato da milioni di followers in tutto il mondo.
Eliza non si sente mai sola, la sua comunità digitale la fa sentire amata e parte di qualcosa di importante. Poi a scuola conosce Wallace, un ragazzo che non parla con nessuno ma decide di aprirsi proprio con lei, ed Eliza comprende che anche la vita offline vale la pena di essere vissuta. Ma quando accidentalmente la sua identità segreta di Lady Constellation viene svelata al mondo, tutte le sue certezze e i suoi punti fermi – online e offline – vanno in frantumi…

Teaser Tuesday #187

Buongiorno lettori! Il teaser di oggi è tratto dal terzo giallo dell’iniziativa #igiallicondestinodicarta. Dopo Alaska di Brenda Novak e Assassinio sull’Orient Express, ora stiamo leggendo La città del terrore di Alafair Burke. Lo conoscete? Io sono indietro rispetto alla tabella di marcia ma mi sta prendendo, vi lascio l’inizio per incuriosirvi.

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L’uomo si scostò sullo sgabello per fare spazio a una ragazza robusta, rossa di capelli, che si stava allungando per prendere i due bicchieri di pinot grigio che aveva ordinato. Quando il barista gli passò davanti, chiese un’altra Heineken, pensando che avrebbe fatto in tempo a gustarsi una seconda birra prima che qualcuno, in quel ristorante, si accorgesse di lui.
Era bravo a mimetizzarsi anche nelle situazioni più comuni, ma in questo caso non c’era rischio che qualcuno lo notasse, vista la confusione al lato opposto del bancone. Quattro uomini in giacca e cravatta allentata stavano buttando giù dei bicchierini di limoncello; erano già al secondo giro in compagnia del gruppo di ragazze che lo aveva spinto a entrare nel ristorante. A dire il vero, non era interessato a tutte e tre; solo a quella alta e bionda.
Di solito le selezioni richiedevano più tempo, ma questa notte doveva trovare una ragazza a tutti i costi. Era la prima volta che seguiva una tabella di marcia, per di più a ritmi forzati. NoLita gli era sembrato un punto di partenza buono come un altro: tantissimi bar; un fiume di cocktail; una folla di bellissima gente giovane troppo impegnata a cercare di divertirsi per prestare attenzione a uno come lui.
Stava vagabondando per il quartiere da circa mezz’ora quando intravide il trio che attraversava Prince Street – la bionda era evidentemente la leader del gruppo. Le altre due non erano niente di speciale: una era una mora normale vestita in modo normale; l’altra era una ragazza minuta un po’ più interessante, con un vestito giallo sgargiante e i capelli neri tagliati corti.
Ma quella davvero mozzafiato era la bionda, e lei lo sapeva benissimo. Indossava un paio di pantaloni attillati neri e una camicetta scollata di raso rosso dalla quale si intravedeva un push-up a prova di forza di gravità. A completare il quadro, un girocollo a forma di V posizionato ad arte: come una freccia segnaletica appesa alle clavicole che dicesse: “guardare qui”. E i suoi capelli, lunghe onde lucenti color biondo cenere, erano perfetti. Quando gli erano passate accanto, aveva abbassato lo sguardo sulla vetrina di Lord Willy’s in Mott Street, e aveva fatto finta di guardare le camicie; poi aveva ripreso a seguirle, tenendosi a una decina di metri di distanza, fino a quando si erano fermate al bar del ristorante Luna. Fortunatamente le ragazze dovevano aspettare il loro tavolo prenotato per le otto, per cui lui aveva avuto tutto il tempo per studiare da vicino la bionda prima di prendere la decisione definitiva.
Quello che vedeva gli piaceva. Aveva perfino avuto l’occasione di scambiare con lei qualche parola quando si era separata dalle amiche per andare alla toilette. Era stato rischioso da parte sua. Ma le sue due amichette erano talmente prese dai ragazzi del limoncello che non si erano accorte di nulla.
Quando la caposala informò le ragazze che il tavolo era pronto, provò una fitta di delusione. Poi udì una voce maschile: «Prendete un altro bicchierino!». A quanto pareva, gli uomini in giacca e cravatta erano convinti che continuando a offrire da bere alle ragazze avrebbero ottenuto qualcosa.
E invece la piccoletta vestita di giallo allungò a uno di loro il cellulare chiedendogli di scattare una foto alle tre amiche. Conclusa la missione, le morettine seguirono la caposala verso il loro tavolo ringraziando a malapena i loro generosi dispensatori di liquore. Solo la bionda li abbracciò uno per uno prima di accodarsi alle amiche.

Capitolo 1 – La città del terrore di Alafair Burke

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la città del terrore cover
Nella notte newyorkese niente è come sembra. Due occhi si confondono tra la folla. Gli occhi di un assassino

East River Park, New York. È mattina presto e la gente fa jogging ignara di un corpo che giace dietro la rete metallica di un capannone in disuso. È il cadavere di Chelsea Hart, una bellissima studentessa dell’Indiana in vacanza a New York: strangolata, il volto sfregiato, i lunghi capelli biondi tagliati. L’ultima volta è stata vista nel privé di un club esclusivo di Manhattan. Ed è qui che si concentrano le indagini, fino a restringersi intorno all’ambigua figura di un broker della City che era in compagnia della vittima la sera prima. Ma Ellie Hatcher, giovane e affascinante detective della Omicidi, sa che il caso è più complicato di quello che sembra. Mentre indaga nei locali patinati della notte newyorkese, tra luci psichedeliche e ombre inquietanti, Ellie trova nuovi elementi e coincidenze sempre più strane. Fino a una scioccante scoperta: anni prima a New York sono stati rinvenuti altri tre cadaveri di giovani donne con alcune ciocche di capelli tagliate. I colleghi della squadra investigativa non vogliono saperne delle stravaganti ipotesi di Ellie, e lei si ritrova da sola a fronteggiare un serial killer astuto e spietato. Che le ha già recapitato un messaggio inequivocabile: la prossima vittima sarà lei.


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Teaser Tuesday #185

Buongiorno lettori! Il Teaser che vi lascio oggi è tratto da un libro che mi sta piacendo davvero molto: La stanza della tessitrice di Cristina Caboni. Mi sto appassionando alle storie di Camilla e Caterina e spero davvero di parlarvene presto. Voi l’avete letto??

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Marianne allungò la mano verso di lei che si affrettò a stringerla, poi l’avvolse in un lungo abbraccio. «Non potevo sopportare l’idea che ti fossi allontanata da me. Temevo che mi odiassi. Non sapevo cosa fare, non lo sapevo. Ero disperata all’idea di averti perduto per sempre, la mia preziosa bambina.»
Quelle parole la fecero sanguinare. Camilla ingoiò il nodo che le chiudeva la gola e si sforzò di sorridere. Non era quello che avrebbe immaginato di sentire. Poteva affrontare la rabbia di Marianne, poteva sopportare il biasimo e la lingua tagliente, ma non quella confessione piena di dolore. Si chiese se avesse sbagliato a giudicare Mamy, se si fosse sbagliata sul suo conto. E quello la riempì di paura. Perché un istante prima si era chiesta la medesima cosa nei confronti di Marco. All’improvviso non era più sicura di nulla. «Adesso calmati, finirà che starai nuovamente male, il dottore ci ripenserà e vorrà tenerti in questo posto per chissà quanto tempo. Agnese si infurierà, sono giorni che prepara la casa per il tuo ritorno.»
Marianne annuì, dopo un’ultima carezza si allontanò da Camilla. «Riprenderemo questo discorso in un altro momento. Ci sono delle cose che vorrei raccontarti, cose che ti serviranno quando… Bene, ne riparleremo.» Era tornata alla finestra, un lembo della tenda tra le dita, gli occhi oltre il vetro, su quella donna sconosciuta e le sue figlie.

Capitolo 4 – La stanza della tessitrice di Cristina Caboni

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la stanza della tessitrice cover
Bellagio è il luogo dove Camilla si è rifugiata per iniziare una nuova vita. Solo qui è libera di realizzare i suoi abiti capaci di infondere coraggio, creazioni che sono ben più di qualcosa da indossare e mostrare. Ma ora è costretta ad abbandonare tutto perché Marianne, la donna che l’ha cresciuta come una madre, ha bisogno del suo sostegno. È lei a mostrarle il contenuto di un antico baule, un abito che nasconde un segreto: vicino alle cuciture interne c’è un piccolo sacchetto che custodisce una frase di augurio per una vita felice. È l’unico indizio che Marianne possiede per ritrovare la sorella. Camilla non ha mai visto nulla di simile, ma conosce la leggenda di Maribelle, una stilista che, all’epoca della seconda guerra mondiale, era famosa come «Tessitrice di sogni». Nei suoi capi erano nascosti i desideri e le speranze delle donne che li portavano. Maribelle è una figura che la affascina da sempre: si dice che sia morta nell’incendio del suo atelier parigino, circondata dalle sue creazioni. Camilla non sa quale sia il legame tra Maribelle e la sorella che Marianne vuole ritrovare. Ma sa che è disposta a fare di tutto per scoprirlo. Sente che la sua intuizione è giusta: Parigi è il luogo da dove iniziare le ricerche; stoffe, tessuti e bozzetti la strada da seguire. Una strada tortuosa, come complesso è ogni filo di una trama che viene da lontano. Perché i misteri da svelare sono a ogni angolo. Perché Maribelle ha lottato per affermare le proprie idee. Perché seguirne le orme significa per Camilla scavare dentro sé stessa, dove batte un cuore che anche l’ago più acuminato non può scalfire.


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Teaser Tuesday #182

Ciao lettori!
Sto cercando di superare un terribile blocco del lettore, ma piano piano spero di farcela. È da più di una settimana che ho il lettura “Il sognatore” e mi sta piacendo molto, nonostante il blocco. Spero mi aiuti a superare questo momento e a ricominciare a leggere seriamente.
Qui sotto vi ho lasciato il prologo, vi ispira?

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Durante il secondo Sabba della Dodicesima Luna, nella città di Pianto, dal cielo cadde una ragazza.
La sua pelle era blu e il suo sangue era rosso.
Si schiantò sopra un cancello di ferro, che per l’impatto si deformò, e lì rimase appesa, terribilmente inarcata, aggraziata come una danzatrice che si abbandona riversa sul braccio del suo innamorato. Una guglia viscida la teneva inchiodata al suo posto. La punta, che le sporgeva dal petto, scintillava come una spilla. La ragazza ebbe un breve sussulto mentre il suo fantasma si liberava e dai suoi lunghi capelli piovevano boccioli di un rosso fiammante.
In seguito, avrebbero detto che non erano affatto boccioli, ma cuori di colibrì.
Avrebbero detto che la ragazza non aveva perso sangue, ma lo aveva pianto. Che era oscena, perché mentre moriva a testa in giù si era leccata i denti sfacciatamente e aveva vomitato un serpente che, toccando terra, si era trasformato in fumo. Avrebbero detto che era arrivato uno sciame di falene che, frenetiche, avevano tentato di sollevarla e portarla via.
E questo era vero, ma solo questo.
Le falene però non avevano avuto alcuna possibilità. Non erano più grandi delle boccucce attonite dei bimbi, e persino riunite a dozzine avevano potuto al massimo tirare le ciocche dei capelli che si andavano scurendo, finché le loro ali non si erano appesantite, inzuppate dal sangue della ragazza. Vennero spazzate via insieme ai boccioli quando una raffica di vento e sabbia travolse la strada da cima a fondo. Sotto i piedi, la terra si sollevò con un sussulto. Il cielo ruotò sul suo stesso asse. Un bizzarro luccichio trafisse il fumo che si levava a ondate e il popolo della città di Pianto dovette strizzare gli occhi per schermarli. Tempesta di sabbia, luce bollente e il puzzo del salnitro. C’era stata un’esplosione. Sarebbero potuti morire tutti, con facilità, ma l’unica vittima era stata quella ragazza, buttata giù da una qualche tasca del cielo.
Aveva i piedi nudi e la bocca macchiata del succo delle prugne selvatiche. Le sue tasche erano piene di frutti. Lei era giovane e bella e stupita e morta.
Era anche blu.
Di un blu opalescente, chiaro. Blu come i fiordalisi o le ali di una libellula o un cielo di primavera, non estivo.
Qualcuno urlò. Le urla richiamarono altre persone, e anche loro urlarono. Non perché una ragazza fosse morta, ma perché era blu, e questo, nella città di Pianto, significava qualcosa. Anche quando il cielo smise di vorticare e la terra si riassestò e il luogo dell’esplosione sputacchiò l’ultimo sbuffo di fumo che si disperse, le urla proseguirono, nutrendosi di una voce dopo l’altra, un virus dell’aria.
Il fantasma della ragazza blu si raccolse e si appollaiò, desolato, sulla punta acuminata della guglia, appena un centimetro sopra il suo stesso petto immobile. Scioccato, ansimante, il fantasma gettò indietro la testa invisibile e guardò in su, addolorato.
Le urla proseguirono ancora.
E dall’altra parte della città, in cima a un cuneo monolitico di metallo liscio e lucido come uno specchio, una statua si mosse, come svegliata dal tumulto e, lentamente, sollevò l’enorme testa caprina.

Prologo- Il sognatore (Strange the Dreamer #1) di Laini Taylor

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il sognatore cover
In un mondo indefinito, devastato dai postumi di una guerra fra dèi e uomini, il piccolo Lazlo Strange, orfano, viene allevato da monaci arcigni che tentano con la forza di strappare il germe della fantasia dalla mente del bambino. Ma Lazlo è nato sognatore. Rimane impressionato dai racconti di un anziano monaco, che parlano di una misteriosa città, un luogo di cui si è persa la memoria ma nel quale è accaduto qualcosa di tragico, qualcosa di enorme. Conoscere questa città, chiamata Pianto, diventa il suo sogno, la sua ossessione. Anni dopo, ormai ventenne, Lazlo lavora come bibliotecario; passando tutto il suo tempo fra libri e documenti, appaga la sua sete di ricerca e di storie. Finché un giorno arriva nientemeno che una delegazione di guerrieri proveniente proprio dalla mitica Pianto, guidata da un comandante soprannominato il Massacratore degli Dei, il quale spiega che sta girando per tutto il territorio alla ricerca di uomini e donne in possesso di capacità intellettuali e manuali che possano servire a ricostruire la città, devastata dalla guerra. Lazlo chiede di essere arruolato e ottiene il posto. Inizia così un viaggio avventuroso verso la meta cui ambisce fin dall’infanzia…