Teaser tuesday

Teaser Tuesday #168

Buongiorno cari lettori! Il Teaser Tuesday di oggi è tratto dal libro di un autrice di cui non avevo mai letto nulla. Mi è capitato tra le mani mentre cercavo un libro con la copertina nera per portarmi finalmente avanti con la 2018 Ikigai Book Challenge. Si tratta di Jodi Picoult e nello specifico del suo romanzo La bambina di vetro. Lo avete letto? Avete letto altro di questa autrice?

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È curioso, no, come si possa essere sicuti al cento per cento della propria opinione su qualcosa finché non capita a noi. Come arrestare qualcuno: chi non lavora nella polizia trova spaventoso che, anche in presenza di ragionevoli indizi, si compiano errori. In tal caso, si proscioglie quella persona dicendole che stavate facendo soltanto il vostro dovere. Meglio che correre il rischio di lasciar circolare liberamente un criminale, avevo sempre detto, e al diavolo i fautori delle libertà civili che non riconoscerebbero un sospettato neanche se sputasse loro in faccia. era quello che credevo, con tutto me stesso, finché non fui trascinato al dipartimento di polizia di Lake Buena Vista perché sospettato di violenza nei confronti di un minore. Un occhiata alle tue radiografie, alle dozzine di fratture in via di guarigione, al tuo avambraccio destro curvo dove invece avrebbe dovuto essere dritto, e i medici diedero di matto e chiamarono il DCF. Il dottor Rosenbald ci aveva consegnato una lettera, anni prima, che doveva servire come carta per l’uscita-gratis-dal-carcere, perché molti genitori di bambini affetti da OI sono accusati di violenza nei confronti di minori quando non si conosce la storia di quel caso, e Charlotte l’aveva sempre portata con sé sul minivan, nel caso potesse servire. Ma quel giorno, con tutto quello che dovevamo ricordarci di mettere in valigia, dimenticammo la lettera e ottenemmo in cambio un viaggio fino alla stazione di polizia, dove ci avrebbero interrogati.

Sean – La bambina di vetro di Jodi Picoult

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la bambina di vetro cover
Tutti i genitori in attesa vi diranno che non vogliono un bambino perfetto, ma che vogliono un bambino sano. Anche Charlotte e Sean O’Keefe avrebbero chiesto un bambino sano, se avessero potuto scegliere. Invece, la loro vita è fatta di preoccupazioni, di notti insonni, di conti che si accumulano, degli sguardi pietosi dei genitori «più fortunati» e, peggio ancora, di «e se…». E se la loro bambina fosse nata sana?
Ma vale la pena di affrontare tutto questo, perché Willow è perfetta, per quanto strano possa sembrare. È intelligente e carina, gentile e coraggiosa e, per avere solo cinque anni, è inaspettatamente e profondamente saggia. Willow è Willow, in salute e in malattia. Ma quel «e se…» scava a fondo nel cuore e nella mente di Charlotte, che proprio in nome di Willow e dell’amore che ha per lei, decide di affrontare un processo contro la ginecologa che non ha diagnosticato prima la malattia della bambina: osteogenesi imperfetta, un termine asettico che descrive una fragilità ossea incompatibile con uno sviluppo e una vita «normali». Questo significa per lei cercare risposta a una serie di domande che forse una madre non dovrebbe mai essere costretta a rivolgersi. E se Sean e Charlotte avessero saputo prima della malattia di Willow? E se la loro amata Willow non fosse mai nata?


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Teaser Tuesday #166

Buon pomeriggio! Il teaser che vi lascio oggi è tratto dal libro che ho finito giusto stamattina: Figlie del mare di Mary Lynn Bracht. Un libro che ho adorato dalla prima all’ultima pagina, una storia molto forte, ma importante. Per il momento mi limito a consigliarvelo, nei prossimi giorni vi lascerò la recensione.teaser tuesday

Con passi lenti e pesanti, sbarcò dal traghetto con le altre e tutte furono condotte verso una fila di camion militari. Scrutò le facce delle ragazze, sperando di vedere i familiari occhi castani terrorizzati si SangSoo. I camion le portarono in una stazione ferroviaria, dove Hana fu sistemata nello scompartimento di un treno insieme a un’altra ragazza. Il vetro era coperto di giornali fissati con nastro adesivo e pitturati di nero per impedire che si vedesse fuori. Hana, sussurrando, chiede all’altra se avesse visto SangSoo e gliela descrisse. Quella scosse la testa. Non era nella stessa cabina di Hana sul traghetto, ma un una con altre quaranta ragazze apparentemente destinate a lavorare in una fabbrica di uniformi a Tokyo. Per qualche ragione, era stata separata dal suo gruppo e fatta salire sul treno con Hana. Non sapeva perché.
Aveva la sua stessa età, forse uno o due anni di più, ed era bella. Aveva quella che la madre di Hana avrebbe definito una faccia di luna, con la pelle bianca e le labbra rosa. I denti erano quasi tutti dritti, non sporgenti, e gli occhi più grandi della media. I ragazzi del villaggio di Hana si sarebbero senz’altro innamorati di lei.
“Ti hanno portata fuori dalla cabina?” le chiese Hana con un filo di voce.
“No, non hanno preso nessuna. Perché? Dalla tua hanno portato fuori delle ragazze?” Sembrava spaventata.
“Sì, hanno preso me e la mia amica. La bambina, SangSoo. Lei non è più tornata.”
“Perché?” chiede l’altra, con cautela. Si guardò intorno furtiva come se qualcuno potesse ascoltarla.
Hana non riuscì a dire la parola a voce alta; era solo una parola e, di certo, quella ragazza più grande di lei ne conosceva il significato, ma lo stesso non trovava il coraggio di dirla. Si allontanò e si mise seduta. Continuava a temere per SangSoo, rimpiangeva di essersela fatta addosso e allo stesso tempo provava sollievo per averlo fatto… e odiava se stessa per averlo pensato.
Il treno uscì adagio dalla stazione e la porta scorrevole dello scompartimento si aprì. Entrarono due soldati, uno dei quali trascinava SangSoo. Subito, Hana le fece posto.
SangSoo era pallida e aveva il labbro inferiore tumefatto. Una sottile linea di sangue secco aveva formato una crosticina. Aveva dei lividi sul collo e non riusciva a smettere di tremare. Il vestito era strappato e tenuto insieme da spille da balia al posto dei bottoni. Hana la fece appoggiare delicatamente contro la sua spalla, e la piccola emise un singhiozzo penoso. Le prese le mani senza dire una parola. È sopravvissuta, pensò, ma la sua felicità era attenuata dalle condizioni in cui era stata ridotta.

Hana – Corea, estate 1943 – Figlie del mare di Mary Lynn Bracht

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figlie del mare cover
Corea, 1943. Per la sedicenne Hana sapere immergersi nelle acque del mare è un dono, un antico rito che si trasmette di madre in figlia. Nel buio profondo delle acque, è solo il battito del cuore che pulsa nelle orecchie a guidarla sino al fondale, in cerca di conchiglie e molluschi che Hana andrà a vendere al mercato insieme alle altre donne del villaggio. Donne fiere e indipendenti, dedite per tutta la vita a un’attività preclusa agli uomini.
Nata e cresciuta sotto il dominio giapponese, Hana ha un’amatissima sorella minore, Emi, con cui presto condividerà il lavoro in mare. Ma i suoi sogni si infrangono il giorno in cui, per salvare la sorella da un destino atroce, Hana viene catturata dai soldati giapponesi e deportata in Manciuria, dove verrà imprigionata in una casa chiusa gestita dall’esercito.
Ma una figlia del mare non si arrende, e anche se tutto sembra volerla ferire a morte, Hana sogna di tornare libera.
Corea del Sud, 2011. Arrivata intorno agli ottant’anni, Emi non ha ancora trovato pace: il sacrificio della sorella è un peso sul cuore che l’ha accompagnata tutta la vita. I suoi figli vivono un’esistenza serena e, dopo tante sofferenze, il suo Paese è in pace. Ma lei non vuole e non può dimenticare…
In Figlie del mare rivive un episodio che la Storia ha rimosso: una pagina terribile che si è consumata sulla pelle di intere generazioni di giovani donne coreane. E insieme vive la storia di due sorelle, il cui amore resiste e lotta nonostante gli orrori della guerra, la violenza degli uomini, il silenzio di oltre mezzo secolo finalmente rotto dal coraggio femminile.


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Teaser Tuesday #165

Buon pomeriggio lettori!
Oggi ci ho messo più del solito a pubblicare perché sono pirla e non ho preparato il post in anticipo. Era un po’ che non mettevo un Teaser Tuesday in inglese, ma questo è l’unico libro che ho in lettura e spero comunque di incuriosirvi un po’. Non si sa ancora quando uscirà in Italia, ma se avete letto la trilogia “Shatter Me” sicuramente questo teaser vi intrigherà.

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Kenji and I are in Warner’s room—what’s become my room—and we’re standing in the middle of the closet while I fling clothes at him, trying to figure out what to wear.

“What about this?” I say to him, throwing something glittery in his direction. “Or this?” I toss another ball of fabric at him.

“You don’t know shit about clothes, do you?”

I turn around, tilt my head. “I’m sorry, when was I supposed to learn about fashion, Kenji? When I was growing up alone and tortured by my horrible parents? Or maybe when I was festering in an insane asylum?”

That shuts him up.

So?” I say, nodding with my chin. “Which one?”

He picks up the two pieces I threw at him and frowns. “You’re making me choose between a short, shiny dress and a pair of pajama bottoms? I mean—I guess I choose the dress? But I don’t think it’ll go well with those ratty tennis shoes you’re always wearing.”

“Oh.” I glance down at my shoes. “Well, I don’t know. Warner picked this stuff out for me a long time ago—before he even met me. It’s all I have,” I say, looking up. “These clothes are left over from when I first got to Sector 45.”

“Why don’t you just wear your suit?” Kenji says, leaning against the wall. “The new one Alia and Winston made for you?”

I shake my head. “They haven’t finished fixing it yet. And it’s still got bloodstains from when I shot Warner’s dad. Besides,” I say, taking a deep breath, “that was a different me. I wore those head-to-toe suits when I thought I had to protect people from my skin. But I’m different now. I can turn my power off. I can be . . . normal.” I try to smile. “So I want to dress like a normal person.”

“But you’re not a normal person.”

“I know that.” A frustrating flush of heat warms my cheeks. “I just . . . I think I’d like to dress like one. Maybe for a little while? I’ve never been able to act my age and I just want to feel a little bit—”

“I get it,” Kenji says, cutting me off with one hand. He looks me up and down. Says, “Well, I mean, if that’s the look you’re going for, I think you look like a normal person right now. This’ll work.” He waves in the general direction of my body.

I’m wearing jeans and a pink sweater. My hair is pulled up into a high ponytail. I feel comfortable and normal—but I also feel like an unaccomplished seventeen-year-old playing pretend.

Juliette – Restore Me di Tahereh Mafi

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restore me cover
Juliette Ferrars thought she’d won. She took over Sector 45, was named the new Supreme Commander, and now has Warner by her side. But she’s still the girl with the ability to kill with a single touch—and now she’s got the whole world in the palm of her hand. When tragedy hits, who will she become? Will she be able to control the power she wields and use it for good?

Teaser Tuesday #164

Buongiorno lettori! È martedì e noi non possiamo assolutamente mancare al nostro appuntamento con il teaser tuesday. Il libro con cui cerco di incuriosirvi oggi è ‘Tua per sempre, Lara Jean’ di Jenny Han, terzo e ultimo capitolo della serie, appunto di Lara Jean. L’ho iniziato da poco, quindi non posso dirvi molto se non che la serie l’ho davvero adorata e, anche se è un po’ adolescenziale, ve la consiglio caldamente 🙂

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Kitty trascina il suo cuscinone giù dalle scale e si sistema sul pavimento, con una confezione gigante di popcorn. Il nostro terrier, Jamie Fox-Pickle, si piazza subito accanto a lei nella speranza di raccogliere le briciole da terra. Peter e io restiamo sul divano, accoccolati sotto la coperta che Margot ci ha spedito dalla Scozia.
Dal momento in cui Leo appare sullo schermo nel suo completo blu, ho il cuore in gola. È come un angelo, un bellissimo angelo ferito.
«Come mai è così stressato?» chiede Peter allungandosi per prendere una manciata di popcorn da Kitty. «È una specie di principe?»
«No, non è un principe» rispondo. «È solo ricco. La sua è una famiglia molto potente.»
«È il ragazzo dei miei sogni» dichiara Kitty.
«Be’, ormai è grande» dico senza staccare gli occhi dallo schermo. «Ormai ha l’età di papà.» E comunque…
«Ehi, aspetta un momento, pensavo di essere io il ragazzo dei tuoi sogni» interviene Peter. Non sta parlando con me, ma con Kitty. Lui sa che il ragazzo dei miei sogni è Gilbert Blythe, il protagonista di Anna dai capelli rossi. Bello, leale e bravo a scuola.
«Che schifo» dice Kitty. «Sei come un fratello per me.»
Peter sembra davvero ferito, così cerco di consolarlo con dei colpetti d’incoraggiamento sulla spalla.
«Non ti sembra un po’ magrolino?» chiede Peter.
Io gli faccio segno di tacere, ma lui insiste: «Non capisco, voi parlate durante il film e io vengo zittito. È odioso».
«È casa nostra» replica Kitty.
«Tua sorella mi dice di stare zitto anche a casa mia!»
Lo ignoriamo entrambe.
Nell’opera di Shakespeare, Romeo e Giulietta non hanno nemmeno quindici anni, mentre nel film ne hanno almeno diciassette o diciotto. Comunque, due adolescenti. Come fanno a sapere che ne valeva la pena? Uno sguardo attraverso l’acquario è sufficiente? Come sapevano che era un amore per cui valeva la pena morire? Perché lo sanno. Ci credono. Immagino che la differenza sia che a quei tempi le persone si sposavano giovanissime. Realisticamente, finché morte non ci separi significava quindici o vent’anni al massimo.
Eppure, quando i loro occhi si incontrano attraverso l’acquario… quando Romeo va sotto il balcone di Giulietta e le dichiara il suo amore… non posso farci niente: ci credo anch’io. So che si conoscono appena, che la loro storia è finita prima ancora di iniziare, che la parte difficile sarebbe stata la vita di ogni giorno, scegliere di stare insieme nonostante i problemi. Eppure, sono sicura che sarebbero riusciti a far funzionare le cose, se soltanto avessero vissuto abbastanza.

Capitolo 3 – Tua per sempre, Lara Jean di Jenny Han

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tua per sempre lara jean cover
Lara Jean sta vivendo il miglior ultimo anno di liceo che una ragazza possa sognare. È perdutamente innamorata del suo fidanzato, Peter, con cui andrà in gita a New York e poi al mare per un’intera settimana. Dopo il matrimonio di papà con la signora Rothschild, frequenterà un’università così vicina da poter tornare a casa ogni weekend a sfornare torte al cioccolato. Purtroppo, però, il destino ha altri piani, e Lara Jean, che detesta il cambiamento più di qualsiasi altra cosa, dovrà ripensare al proprio futuro. Quando il cuore e la testa dicono cose diverse, chi si dovrebbe ascoltare?


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