Eccoci qui finalmente con la recensione di questo capolavoro. In realtà è un po’ che è lì scritta che aspetta, ma non ero ancora convinta e in calendario dei post di aprile era abbastanza pienotto. Ma è giunto il suo momento. Spero che lo abbiate adorato o lo adoriate tanto quanto me.
il circo della notte
Titolo: Il circo della notte
Titolo originale: The Night Circus
Autore: Erin Morgenstern
Editore: Rizzoli
Disponibile in italiano:
Goodreads

Appare così, senza preavviso. La notizia si diffonde in un lampo, e una folla impaziente già si assiepa davanti ai cancelli, sotto l’insegna in bianco e nero che dice: “Le Cirque des Rèves. Apre al crepuscolo, chiude all’aurora”. È il circo dei sogni, il luogo dove realtà e illusione si fondono e l’umana fantasia dispiega l’infinito ventaglio delle sue possibilità. Un esercito di appassionati lo insegue dovunque per ammirare le sue straordinarie attrazioni: acrobati volanti, contorsioniste, l’albero dei desideri, il giardino di ghiaccio,.. Ma dietro le quinte di questo spettacolo senza precedenti, due misteriosi rivali ingaggiano la loro partita finale, una magica sfida tra due giovani allievi scelti e addestrati all’unico scopo di dimostrare una volta per tutte l’inferiorità dell’avversario. Contro ogni attesa e contro ogni regola, i due giovani si scoprono attratti l’uno dall’altra: l’amore di Marco e Celia è una corrente elettrica che minaccia di travolgere persino il destino, e di distruggere il delicato equilibrio di forze a cui il circo deve la sua stessa esistenza.

 

Dubito che sarò in grado di scrivere qualcosa che renda onore alla bellezza e alla magia di questo libro. Nel momento in cui ho girato l’ultima pagina, tra una lacrima e un sorriso, ho deciso che avrei subito cominciato a consigliarlo al mondo intero. Direi che è ufficialmente entrato a far parte dei miei libri preferiti.
Sono dell’idea che si possa riassumere tutto il libro dicendo che è il racconto di un sogno. Un sogno non sempre felice, anzi, ma da cui non vorresti mai svegliarti. Che vorresti ricominciare da capo appena finito, o raccontarlo a tutti.

Il circo arriva inaspettato.
Nessun annuncio lo precede, niente volantini né affissioni o cartelloni, nessuna menzione sui giornali. Spunta così, semplicemente, dove ieri non c’era.
I tendoni svettano a strisce bianche e nere, niente oro né cremisi. Nessun colore, eccetto quello degli alberi e dell’erba dei campi intorno. Strisce bianche e nere contro il cielo grigio. Innumerevoli tende di varie forme e dimensioni incastonate in un mondo incolore e circondate da una recinzione di ferro battuto. Perfino i lembi di terra visibili tra i tendoni sono in bianco e nero, di polvere o pittura, o altre astuzie da circo.
Ma non è aperto al pubblico. Non ancora. Bastano poche ore perché si sparga la voce. Nel pomeriggio la notizia ha già fatto il giro delle città vicine. Il passaparola è più efficace della parola fatta di inchiostro, o dei punti esclamativi su manifesti e locandine. È una notizia insolita e d’effetto, la brusca apparizione di un circo misterioso. La gente resta di stucco alla vista dei tendoni più alti. Osserva rapita l’orologio appena al di là dell’inferriata, che nessuno sa descrivere con precisione. Sull’insegna nera e bianca appesa all’entrata si legge:

Apre al Crepuscolo
Chiude all’Aurora

La narrazione scorre su più piani temporali, spesso incrociati tra loro senza un filo logico troppo evidente. In più ci sono dei capitoli ‘senza tempo’ che descrivono le varie parti del circo. Sono forse quelle le più magiche, quelle che lasciano più spazio all’immaginazione. In quei capitoli mi sono ritrovata a chiudere gli occhi e provare ad immaginare di essere lì, in questo o in quel tendone, circondata dalla magia che permea tutto ‘le Cirque des Reves’, il Circo dei Sogni.
D’altronde, chi non desidererebbe visitare il Dedalo della Nube, un tendone pieno di nuvole eteree e luminescenti sulle quali tuffarsi, o avere un Albero dei Desideri, per alimentare il proprio desiderio con la forza di quelli degli altri. E il Giardino di Ghiaccio, pieno allo stesso tempo di amore e tristezza. In ogni sua descrizione, in ogni suo aspetto, il circo sembra davvero un grande sogno, pieno di profumi e gioia. L’unica cosa che manca sono i colori, qui è tutto bianco, nero e grigio. Tranne i tocchi di rosso portati dai reveurs, i sognatori, i veri amanti del circo.

In tutta questa bellezza, il circo nasconde però un grande segreto. Qualcosa che lo tiene in piedi e gli permette di sopravvivere, ma che allo stesso tempo lo mette sempre più in pericolo, minacciando tutti coloro che vi lavorano e che, in qualsiasi modo, vi sono legati.

Nessun personaggio viene descritto completamente, di tutti conosciamo qualche particolare che ci rimane impresso. Su ognuno, comunque, rimane un’aura di mistero. Vediamo i personaggi come attraverso un vetro appannato, o come se li avessimo incontrati in sogno e, al risveglio, non ci rimanessero che ricordi frammentati e confusi. Di qualcuno ci vengono descritti gli abiti, di altri il comportamento, o il carattere o qualche caratteristica fisica, ma nessuno viene descritto con precisione. Anche questo particolare contribuisce a dare un’aura magica al libro e a tutto il racconto.

E poi, vogliamo parlare dell’immensa bellezza della storia d’amore racchiusa nel libro e nel circo? Una di quelle storie che fanno venire i lucciconi, di quelle che non dovrebbero esistere e per questo sono ancora più forti e continuano a crescere. Come se per i protagonisti non esistesse null’altro, quando invece dovrebbero prendere le distanze, perché sanno che non potrebbero, che si faranno del male.

Non è mai semplice. L’altra persona diventa lo specchio della tua vita, la definizione di te stesso. Si fa necessaria come l’aria. Poi si aspettano che il vincitore riesca ad andare avanti facendone a meno.

Perchè Marco e Celia sono addestrati per una sfida che dovrebbe dimostrare l’inferiorità di uno dei due in maniera definitiva. E invece si innamorano, come se fossero gli unici al mondo ed è la forza del loro amore che mette in serio pericolo il difficile equilibrio del circo.

Ho pianto per loro? Sì, perché sono una parte bellissima di questo sogno, la punta di romanticismo che era necessaria per far fare le scintille a questo libro.

E poi ci sono i gemelli che, sinceramente, ho adorato. Loro che nascono insieme al circo e crescono conoscendo praticamente solo quello. Non si capisce, in realtà, se siano più loro a influenzare il circo o il circo a influenzare loro.

E Bailey, che vediamo crescere nel corso del libro, così come cresce il suo amore per il circo e per la magia che questo è in grado di trasmettergli.

Ma in generale tutti i personaggi hanno un ruolo fondamentale, anche chi sembra meno importante si scopre avere un ruolo che è invece necessario per il presente o il futuro del circo.

Non meno importante è il fatto che quando dico che questo libro mi ha presa ed emozionata come pochi riescono a fare, non parlo solo della storia in sè, ma anche del modo in cui è scritto. È magico anche quello. E se la traduzione è così – e di solito ci perde – posso solo immaginare la magia dell’originale.

Si domanda se il poema del circo potrebbe mai essere imbottigliato. Beve un sorso, posa il bicchiere. Si appoggia allo schienale della sedia e ricambia con fermezza lo sguardo dell’uomo in grigio. Prendendo tempo come se disponesse di tutto il tempo del mondo e dell’universo dal giorno in cui le favole significavano più di oggi, ma forse meno di quanto significheranno in futuro, fa un lungo respiro, e sciogliendo il nodo di parole che ha nel cuore le lascia scivolare giù dalle labbra senza sforzo. “Il circo arriva inaspettato.”

rating 5

kiafirma

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