Buongiorno lettori. Sono finalmente ritornata. Dopo essermi dedicata anima e corpo alle ultime fasi dell’organizzazione e alla riuscita di questo evento, mi sono ributtata nella lettura. In pochissimo tempo ho divorato La leggenda del ragazzo che credeva nel mare di Salvatore Basile che esce domani per Garzanti.

la leggenda del ragazzo che credeva nel mare cover

Titolo: La leggenda del ragazzo che credeva nel mare
Autore: Salvatore Basile
Editore: Garzanti

Quando si tuffa Marco si sente libero. Solo allora riesce a dimenticare gli anni trascorsi tra una famiglia affidataria e l’altra. Solo allora riesce a non pensare ai suoi genitori di cui non ricorda nulla tranne quella voglia a forma di stella marina che da loro ha ereditato. Ma ora Marco ha paura del mare. Dopo un tuffo da una scogliera si è ferito a un braccio e vede il suo sogno svanire. Perché ora non riesce più a fidarsi di quella distesa azzurra. Anche il mare lo ha tradito, come hanno sempre fatto tutti nella sua vita. Eppure c’è qualcuno pronto a dimostrargli che la rabbia e la rassegnazione non sono sentimenti giusti per un ragazzo. È Lara, la sua fisioterapista, che si affeziona a lui come nessuno ha mai fatto. Lara è la prima che lo ascolta senza giudicarlo. Per questo Marco accetta di accompagnarla nel paesino dove è nata. Un piccolo paese dalle vie che profumano di salsedine sdraiato sulla costa dove si vive ancora seguendo il ritmo dettato dalla pesca. Quello che Marco non sa è che Lara ha riconosciuto la voglia sulla sua spalla perché ha aiutato sua madre a farlo nascere. Lei sa la verità. E l’ha portato lì per ritrovare sé stesso. Perché per non temere più il mare deve scoprire chi è veramente. Deve scoprire dove affondano le sue radici. Solamente allora potrà sporgersi da uno scoglio senza tremare, perché forse a tremare sarà solo il suo cuore pronto davvero a volare.

Avevo adorato Lo strano viaggio di un oggetto smarrito e quando ho sentito parlare del nuovo romanzo di Basile non ho potuto fare a meno di buttarmi nella lettura.
Parto dicendovi che La leggenda del ragazzo che credeva nel mare mi è piaciuto moltissimo. Ho ritrovato la scrittura di Basile che avevo adorato nell’altro suo romanzo, ma più scorrevole, più snella, pur mantenendo le stesse descrizioni poetiche, le immagini fortissime che il suo modo di scrivere evoca nel lettore. Ho ritrovato l’importanza della famiglia e dell’amicizia, il dolore della perdita, la fatica e la paura della ricerca di sé stessi e di chi manca. Ma l’ho ritrovato in chiave originale, appassionante.
L’intreccio della storia e l’accadere di fatti che sembrano poco utili ma che si rivelano fondamentali nel racconto mi hanno affascinata e tenuta letteralmente incollata alle pagine. La storia, come anche il primo romanzo, ha qualche passaggio un po’ surreale, ma non forzato e assolutamente non fastidioso.

Marco è un ragazzo che nella vita non ha mai avuto nulla. Cresciuto senza affetti e senza sapere nulla delle sue origini, è passato per 18 anni da una famiglia affidataria all’altra. Ora, maggiorenne, si ritrova solo al mondo. Per vivere pulisce gli spogliatoi di una piscina dove scopre di avere un’attrazione incredibile nei confronti dell’acqua. Osserva i ragazzi che si allenano nei tuffi e un giorno, di nascosto, decide di provare anche lui. È in questo modo che scopre un lato del suo carattere che non conosceva, la necessità di quei momenti sospeso in aria, mentre precipita verso l’azzurro, la sintonia con il suo corpo. I ricordi che lo assalgono mentre si butta nel vuoto, fino a un momento prima di toccare l’acqua.
Non sono entrata pienamente in sintonia con Marco, un po’ troppo lamentoso e restio ad accettare che al mondo ci possa essere ancora qualcosa di buono, nonostante il ragazzo sia giustificabile visto tutto quello che ha passato nella vita.
Ho adorato invece Antonio e Giuseppe, i due papà nella storia, le due persone sagge. Di Giuseppe ho adorato la dolcezza, il suo essere lì ad attendere la figlia, il suo adorarla e volerla aiutare nonostante un passato non proprio perfetto.
Antonio compie invece un percorso di crescita enorme, una riscoperta di sé stesso, un percorso difficilissimo che ci fa fare il tifo per lui e ci fa volergli un po’ più bene ad ogni pagina.
E poi c’è Lara, la fisioterapista di Marco. Una donna che, nonostante la facciata forte e il carattere dolce, è piena di paure e insicurezze. Paure che si porta dietro da anni, insicurezze che non le permettono di amare di nuovo, ma che la fanno affezionare a Marco e che la portano a fare di tutto pur di aiutarlo, compreso affrontare le sue paure.

La leggenda del ragazzo che credeva nel mare è una storia d’amore. Amore per la famiglia, per sé stessi, amori persi e ritrovati. Amori tenuti nascosti e speranze che un giorno possano finalmente trovare un posto nel mondo.

Lo abbracciò e lui rimase immobile dentro quella stretta improvvisa, ghiaccio che incontra il fuoco e non si scioglie ma sente il rischio di tornare acqua e poi vapore.

E non posso chiudere senza aver speso due parole sul modo di scrivere di Salvatore Basile. Soprattutto sulle sue descrizioni. Immagini uniche e magiche che assomigliano a delle poesie, metafore che ci costringono a chiudere gli occhi e immaginare ciò di cui parla. Descrizioni che ci portano lì, insieme ai personaggi e all’autore, al centro della storia. Che ci fanno sentire odori, suoni e profumi.

Giuseppe era di spalle e travasava del vino rosso da una damigiana all’interno di una serie di bottiglie disposte sul tavolo. Il vino gorgogliava dentro un imbuto di alluminio e creava un vortice che roteava, languido, prima di riversarsi nella bottiglia, schiumoso e limpido allo stesso tempo. Il suo profumo strepitava nell’aria, così intenso da sembrare un suono o una modulazione del vento.

Ve lo consiglio, se amate le storie profonde, se amate leggere d’amore, e se cercate un libro che vi commuova.


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