Io, le mie idee folli (il titolo del post) e chi mi appoggia. È la fine, me ne rendo conto. Ma veniamo al dunque, visto che – mi scuso in anticipo – verrà un post lunghino.

Cominciamo con questa ‘rubrica’. E la prima nota di merito va alla Mon e al suo bannerino. Perché io sparo idee a caso, ma senza di lei che sa usare Photoshop andremmo poco lontano. Quindi, rullo di tamburi.

Bello bellissimo, vero?
Non lo useremo solo per i libri, ma parto da quelli per spiegarvi com’è nata l’idea. Se avete mai letto un libro insieme a qualcun’altro e ne avete discusso capitolo per capitolo con qualcuno che qualche volta la pensa come voi e altre volte la pensa in maniera completamente diversa, potete capire perché ci è venuta voglia di condividere questa esperienza. Altrimenti provateci, perché ne vale la pena. Condividere le letture mano a mano che la storia si sbroglia è una cosa bellissima e quindi, visto che si parlava da un po’ di questo libro, con la Mon e le carissime Chiara – del blog Diario di pensieri sparsi – , Karen e Kikka – del blog Testa e piedi tra le pagine dei libri (e Veronica che però poi si è buttata su letture che la attiravano di più) abbiamo deciso di leggere ‘La ragazza del treno’ tutte assieme. In realtà l’ansia creata da questa storia ha avuto la meglio e siamo rimaste fedeli ai 4 capitoli solo per un paio di giorni, dopodiché ognuna l’ha finito nel primo momento libero che ha trovato.

Arrivate in fondo ne abbiamo però parlato parecchio e, invece della classica recensione, io e la Mon abbiamo deciso di fare un post-intervista coinvolgendo chi ha partecipato alla lettura.

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Titolo: La ragazza del treno
Titolo originale: The girl on the train
Autore: Paula Hawkins
Disponibile in italiano:
Goodreads

La vita di Rachel non è di quelle che vorresti spiare. Vive sola, non ha amici, e ogni mattina prende lo stesso treno, che la porta dalla periferia di Londra al suo grigio lavoro in città. Quel viaggio sempre uguale è il momento preferito della sua giornata. Seduta accanto al finestrino, può osservare, non vista, le case e le strade che scorrono fuori e, quando il treno si ferma puntualmente a uno stop, può spiare una coppia, un uomo e una donna senza nome che ogni mattina fanno colazione in veranda. Un appuntamento cui Rachel, nella sua solitudine, si è affezionata. Li osserva, immagina le loro vite, ha perfino dato loro un nome: per lei, sono Jess e Jason, la coppia perfetta dalla vita perfetta. Non come la sua.
Ma una mattina Rachel, su quella veranda, vede qualcosa che non dovrebbe vedere. E da quel momento per lei cambia tutto. La rassicurante invenzione di Jess e Jason si sgretola, e la sua stessa vita diventerà inestricabilmente legata a quella della coppia. Ma che cos’ha visto davvero Rachel?

E adesso giù con le domande. Occhio però, stiamo parlando di un thriller. Quindi, io vi ho avvisati, anche se nomi specifici non ne abbiamo fatti, secondo me l’ombra dello spoiler c’è. Approcciatevi con cautela, soprattutto alla domanda sul personaggio peggiore e quella sul killer. Le altre sono spoiler-free.

Per prima cosa, che voto dai a questo libro da 1 a 5?

Chiara: 3, perché la lettura mi ha coinvolta e, quando leggo un libro così in fretta non scendo mai al di sotto di 3 su 5 come valutazione.
Karen: Un bel 4 tondo tondo.
Kikka: Voto tre stelline dovuto al buon intreccio di POV, alla caratterizzazione dei personaggi, all’atmosfera cupa. 3 per la tristezza interiore che mi hanno lasciato i personaggi.
Mon: 3, bel mistero, la lettura mi ha coinvolta, ma la scrittura non mi ha convinta e nella mia mente alla fine è rimasta tanta ansia e troppa confusione.
Kia: 4, nonostante l’ansia e la prima parte che non mi ha troppo presa.

 

Visto che non credo si possa parlare di personaggio preferito, qual’è il ‘peggiore’ secondo te? Perché?

Chiara: Il personaggio “peggiore” è difficile da scegliere. Alla fine, mi hanno fatto tutti una gran pena. Credo, comunque, che quello che si è “riscattato” meno, escludendo ovviamente il killer e la sua follia, è Anna. I suoi capitoli erano davvero i peggiori da leggere.
Karen: Domanda difficilissima!! Credo che sia il primo libro in cui abbia odiato praticamente tutti! Ma alla fine penso che il premio per il peggior personaggio del libro debba andare a Tom per la sua falsità, la sua insensibilità e la sua disumanità!
Kikka: Il personaggio peggiore secondo me è Anna, non mi è piaciuta dall’inizio alla fine. Fredda, egoista, calcolatrice, “ladra” …. Antipatia la mia che non dipende tanto dal fatto che abbia costruito la sua felicità sfasciando quella di un’altra donna, ma per la pretesa di credersi ad un livello superiore rispetto a Rachel, sono tutte e due donne disperate solo che Rachel lo è fisicamente ed emotivamente più visibile.
Mon: Premettendo che non se ne salva mezzo di personaggio in questo libro, direi che la peggiore è Anna, una volta escluso il killer. I suoi capitoli erano veramente assurdi da leggere e l’ho trovata una persona davvero orribile. Rachel più che sembrarmi un brutto personaggio, mi faceva molta pena.
Kia: Alla fine del libro è chiaro chi sia il peggiore, e non soltanto per l’omicidio commesso. Per tutto il libro non ho sopportato Anna, nonostante sembrasse uno dei personaggi meno strani non l’ho potuta soffrire fin dal primo suo capitolo.

 

Hai scoperto prima chi era il killer? Se no, chi sospettavi?

Chiara: Ho iniziato a pensare a lui quando si è scoperto che Megan non era incinta né di Scott né dello psichiatra. Prima però ho sospettato un po’ di tutti, di Scott, dell’ex ragazzo di Megan, dello sconosciuto del treno e di Anna.
Karen: Proprio no! Quasi per tutto il libro i miei sospetti cadevano ad intermittenza su Scott o sullo psicologo. Mai avrei sospettato del vero killer, se non troppo tardi!
Kikka: Non ho capito, nè sospettato, finchè Anna non ha usato il cellulare. Non me lo aspettavo, però in conclusione di storia mi sono detta che in fondo non mi ha stupita. Comunque io puntavo tutto su Scott.
Mon: No, non me lo aspettavo per niente. Anche quando Anna ha trovato il cellulare, non ho sospettato del vero killer. Prima di scoprirlo ero convinta fosse stato o il marito o lo psichiatra, anche se sotto sotto sapevo che non sarebbe stato così, troppo semplice. Anna è stata sospettata per un po’, ma non credo ne sarebbe stata in grado.
Kia: Nope, nel corso del libro ho sospettato un po’ di tutti a seconda del momento. Poi mi sono fissata su Anna.

 

Ti capita di inventare possibili storie legate a situazioni che vedi dalla finestra, per strada o dai mezzi pubblici?

Chiara: Decisamente sì. Nella mia mente ne ho inventate decine e alcune le ho perfino scritte. Quando mi trovo in una stazione, su un treno o su un autobus, nella mia mente iniziano a scriversi da sole mille storie.
Karen: Naaa…poca fantasia 😉
Kikka: Di tanto in tanto mi capita di osservare finestre chiuse e domandarmi “come sarà la casa all’interno? bella come appare fuori? E che persone ci abiteranno?” , ma non ho mai approfondito troppo questo filone dei miei pensieri.
Mon: Ho troppa poca fantasia per riuscire ad immaginare le vite delle persone. Mi capita di osservarle, di immaginare dove andranno, ma dopo poco la mia mente viene distratta da altro. Quando guardo fuori dal finestrino in realtà non guardo nulla, nella mia testa c’è altro.
Kia: Spesso, sia un treno che guardando dalla finestra, provo ad immaginarmi la vita delle persone che vedo. Non ai livelli di Rachel però, dopo 10 minuti ho già dimenticato tutto.

 

Consiglieresti questo libro? Perchè?

Chiara: Non lo so. Come costruzione ansiogena da thriller non è male ma la lettura mi ha “disturbata” così tanto, soprattutto in alcuni punti, che non mi sento di consigliarlo.
Karen: Assolutamente! Ho adorato la sua scrittura, la sua narrazione. E’ un thriller ben costruito.
Kikka: Per la sua cupezza, per la negatività e i difetti di tutti i personaggi, il non vederci nulla di positivo … potrei parlarne ma consigliarlo :/
Mon: Credo lo consiglierei, ma avvertendo che il livello di ansia nel libro è molto molto elevato. Diciamo che non è il libro con cui correrei da qualcuno urlando: “Oh mio Dio, devi leggerlo assolutamente!”.
Kia: Lo consiglierei avvisando però del contenuto fortemente ansiogeno.

 

Sulla copertina del libro c’è scritto ‘Non guarderete mai più da un finestrino con gli stessi occhi’. Pensi che la lettura ti abbia condizionata a questo punto?

Chiara: No, magari per qualche tempo mi tornerà in mente. Ma con tutti i thriller che ho letto e visto, se mi lasciassi condizionare, non guarderei più nulla allo stesso modo!
Karen: No. Non sono riuscita a provare empatia per i personaggi, specialmente per i personaggi femminili. Rachel mi deprimeva, Megan mi faceva pena, Anna la detestavo.
Credo che per essere condizionati bisogna innanzitutto sentirsi coinvolti ed è piuttosto difficile esserlo quando disprezzi praticamente tutti!
Kikka: No. A fine libro mi sono sentita soffocata dalla cupezza, infatti ora farò scorpacciata di libri “pucciosi”, ma non mi ha condizionato.
Mon: Naa,i libri mi condizionano poco. So che stanno facendo il film tratto da questo libro (no, non lo guarderò) e quello potrebbe rischiare di condizionarmi parecchio. La mia mente riesce a separare fantasia da realtà solo con i libri, ma datemi un film o una serie thriller o horror ed è la fine.
Kia: Sono molto suggestionabile e fifona quindi credo che per qualche tempo mi immaginerò gli omicidi più assurdi. Poi passerà.

 

Eccoci alla fine, un grazie di cuore ♥ ♥ alle ragazze che hanno partecipato con entusiasmo alla lettura e con ancora più entusiasmo hanno risposto alle domande.
Prima di chiudere vorrei invitare chi passa di qua e ha letto questo libro a rispondere alle domande con un commento, potrebbe uscirne qualche bella discussione.

E infine, siccome non potevo farmi mancare i cupcakes, ho fatto una media.

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