Teaser Tuesday #31

Buongiorno!

Mi dispiace non aver postato la scorsa settimana, ma ero via. Purtroppo sto leggendo pochissimo e quindi il Teaser l’ho tirato fuori dallo stesso libro che ha usato Kia la scorsa settimana, cioè quello che stiamo leggendo tutte insieme per la rubrica ‘Tanti is meglio che one’.

I capitoli della settimana scorsa mi sono piaciuti molto e spero di poter continuare presto la lettura. Intanto vi lascio con un altro spezzone, decisamente meno allegro di quello postato da Kia.

teaser tuesday

Io lavoravo alla cartolina di un mulino ad acqua con un paesaggio montano sullo sfondo. Messaggi cifrati, al suo interno, non ce n’erano di sicuro.
Rita mi si avvicinò, gli occhi animati da un’idea. «E se ti raccontassi che ho sentito dire che un gruppetto di artisti sta cercando di documentare quello che succede realmente qui?… Alcuni colleghi, nello studio accanto al nostro, fanno anche dei quadri per sé… e poi li nascondono all’interno del ghetto. Qualcuno mi ha detto che hanno perfino dei contatti con dei non ebrei particolarmente sensibili, fuori, che vogliono farli pubblicare all’estero.»
Spalancai gli occhi. «Non ti credo. Si rischia la vita.»
Giusto tre settimane prima un blocco intero aveva subito un’irruzione perché di lì era uscita una lettera, poi intercettata, che conteneva tre parole proibite: «Muoio di fame».
«Pensa a cosa ci farebbero se trovassero disegni, che so, delle brande di legno piene di mezzi scheletri, dei mucchi di cadaveri che vediamo tutti i giorni» dissi io, scettica. Proprio quel mattino avevo scansato una donna morta appena fuori dal portone del blocco. Tutti quelli che morivano durante la notte venivano messi fuori della porta e portati via la mattina dopo.
«Tu non correresti il rischio, Lenka?» Rita levò un sopracciglio. «Io sì, ne sono certa. Non avrei il minimo dubbio.»

Capitolo 28  – UN GIORNO SOLO, TUTTA LA VITA di Alyson Richman

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un giorno solo tutta la vitaQuesta storia inizia a New York nel 2000, quando, alle nozze del nipote, Josef Kohn scorge tra gli invitati una donna dall’aria familiare: gli occhi azzurro ghiaccio, l’ombra di un tatuaggio sotto la manica dell’abito. Rischiando di essere scortese, le chiede di mostrargli il braccio. La certezza è lì, sulla pelle: sei numeri blu, accanto a un piccolo neo che lui non ha mai dimenticato. E allora le dice: “Lenka, sono io. Josef. Tuo marito”. Perché questa storia, in realtà, inizia a Praga nel 1938, quando Lenka e Josef sono due studenti. Ebrei, si conoscono poco prima dell’occupazione nazista, si innamorano, diventano marito e moglie per lo spazio di una notte. Il giorno dopo, al momento di fuggire negli Stati Uniti, Lenka decide di restare, perché non ci sono i visti per la sua famiglia. Si separano con la promessa di ricongiungersi al più presto, ma Lenka finisce in un campo di concentramento. In mezzo all’orrore, dipinge: l’unico modo per dare colore a ciò che è privato di luce, per dare forma a ciò che non si può descrivere. Mentre Josef, in America, si specializza in ostetricia; solo aiutare a dare la vita gli impedisce di essere trascinato a fondo dalle voci di chi non c’è più. Quando ormai si crederanno perduti per sempre, ci sarà un nuovo inizio per entrambi. Ed entrambi impareranno che l’amore può anche essere gratitudine per chi ti ha salvato la vita, affinità tra anime alla deriva, rispetto di silenzi carichi di dolore. E di confini da non valicare, perché al di là si celano – intatti e ostinati – i ricordi di una passione assoluta, di quelle che basta un istante per accendere, ma non è sufficiente una vita per cancellare. Questa storia inizia e non ha mai fine. Come i grandi amori.

mon firma

Recensione: Padri e figlie di Gabriele Muccino

Buongiorno a voi!

Mi scuso se la settimana scorsa non sono riuscita a pubblicare, ma tra tirocinio, tesi e cose varie non ce l’ho fatta.
Per rimediare sabato sera sono andata al cinema con il mio papy e mio fratello a vedere un film di cui avevo visto il trailer un paio di giorni prima. Come avete capito dal titolo del post si tratta di “Padri e figlie”.

Padri e figlie
Titolo: Padri e figlie
Titolo originale: Fathers and Daughters
Regia: Gabriele Muccino
Anno: 2015
Durata: 116 min
IMDB

Jake è un romanziere di successo (vincitore di un Pulitzer) rimasto vedovo in seguito a un grave incidente. Si trova a dover crescere da solo l’amatissima figlia Katie, a fare i conti con i sintomi di un serio disturbo mentale e con la sua altalenante ispirazione. 27 anni dopo, Katie è una splendida ragazza che vive a New York: da anni lontana dal padre, combatte i demoni della sua infanzia tormentata e la sua incapacità di abbandonarsi ad una storia d’amore.

Il film racconta del rapporto tra padre e figlia e di come si evolve nel corso degli anni. I fatti non vengono presentati in ordine cronologico,
ma c’è sempre un alternarsi tra passato e presente, cioè quando Katie è piccola e quando, invece, è adulta.
Di conseguenza, salta subito all’occhio il fatto che la bambina, bellissima e adorabile, è
diventata una donna complessata e incapace di amare. Viene naturale cercare di capire il motivo di tale cambiamento e scena per scena questo viene svelato. I continui salti temporali rendono la vita della ragazza una sorta di puzzle emotivo che lo spettatore è invogliato a risolvere. La cosa buffa è che, nonostante Katie sia una psicologa, va lei stessa da un’altra strizzacervelli perché non riesce a risolvere i suoi problemi. Questo ruolo mi è sembrato perfetto per Amanda Seyfried, proprio per quegli occhioni belli e misteriosi dietro il quale sembra sempre nascondersi un animo complicato.

Purtroppo essendo un film drammatico, padre e figlia sono coinvolti in una serie di eventi che non mi è dato svelare, che metteranno a dura prova Jake come padre e segneranno indelebilmente il carattere di Katie. Russell Crowe ha interpretato splendidamente la parte di Jake, ha saputo cogliere tutti i dettagli della malattia che colpisce il suo personaggio, ma non solo. Russell riesce a trasmettere tutto l’amore che un padre può avere nei confronti della figlia attraverso i suoi sguardi intensi e i piccoli gesti che cerca sempre di non far mancare alla sua piccola “patatina”,anche se a volte non è facile.

In particolare mi è piaciuta la scena in cui c’è Jake che sta scrivendo con la sua fedele macchina da scrivere e Katie che gli sta disegnando affianco e i due iniziano iniziano a cantare insieme.

Il film riesce a coinvolgere lo spettatore e a farlo commuovere e mi dispiace, ma preparatevi perché sarà inevitabile che vi scenda qualche lacrima. Io mi sono emozionata in un paio di scene come quando Katie riesce a far parlare una bambina che ha in cura e che non parlava da mesi; o quando capisce di quanto lei sia stata amata dal padre e che in fondo anche lei è in grado di provare per qualcun’altro un sentimento così forte.
Non preoccupatevi, posso garantirvi che non è un film troppo drammatico di quelli in cui davvero si piange da rimanere disidratati. Se avete già visto ‘La ricerca della felicità’ o ‘Sette anime’ saprete come Muccino voglia commuovere ma con delicatezza ed eleganza, sempre cercando di trasmettere un messaggio forte. Alcune risate e colpi di scena non mancheranno ma, con questo film, Muccino ci regala un altro capolavoro e si conferma come gran regista.

rating 4.5
anna firma

That moment when tanti is meglio che one: How to get away with murder #1

Dopo averci messo un quarto d’ora scrivere il titolo del post, arrivo anche al contenuto. Orgogliosissima di presentarvi il primo appuntamento della sezione dedicata ad How to get away with murder all’interno della nostra rubrica ‘Tanti is meglio che one’.

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L’idea di questa sezione è nata in seguito all’entusiasmo mostrato dalle ragazze nel rispondere alle domande dell’intervista di fine stagione (che potete trovare qui) su questa serie tv.
La sensazione che la voglia di partecipare a queste iniziative ci sia davvero e la curiosità di scoprire i pareri e le idee di altre persone con le stesse passioni ci ha spinte a provare, per questa stagione, un progetto più ambizioso. Come già accennato su Facebook, pubblicheremo un post ogni due episodi, più precisamente il giovedì successivo all’uscita del secondo episodio di ogni coppia. Questo per dare tempo a tutti di guardare le due puntate interessate. Le prime due domande si manterranno uguali per tutta la stagione, per vedere come cambiano le nostre supposizioni mano a mano che la storia si svolge. Le altre due, invece, saranno più specifiche e relative ai due episodi. Cercheremo di non fare grossi spoiler diretti, evitando di mettere nomi di colpevoli che saltino all’occhio. Con l’andare del tempo e l’addentrarsi nella serie sarà comunque sempre più difficile, quindi attenzione se non volete rischiare.
Ancora due cosine prima di passare alle domande. Se qualcuno vuole aggiungersi è ben accetto, basta che ce lo faccia sapere, così come se qualcuno vuole semplicemente dire la sua rispondendo alle domande (o a una che lo stuzzica in particolare) nei commenti.
Last but not least (assolutamente NOT LEAST) un grazie davvero di cuore alle ragazze che sopportano scleri e ritardi e rispondo con una velocità notevole alle domande, dimostrando sempre una grande voglia di partecipare e ringraziando noi per averle coinvolte. Ragazze, senza di voi non ci sarebbe questo post e nemmeno la rubrica, quindi tanti cuori a tutte ♥ ♥.

Ma veniamo alle domande e risposte di – oltre a noi 3 – Alessandra, Chiara di Diario di pensieri sparsi, Federica, Karen, Silvia e Veronica.

Cosa non ti saresti mai aspettata di queste due puntate?

Alessandra: Sinceramente a parte la cosa dei due mesi dopo il resto è andato abbastanza in linea coi miei pensieri…non ero sicura fosse stata Bonnie ma qualche dubbio ce l’avevo XD
Anna: Posso rispondere tutto? Diciamo che con tutte le cose successe che mi hanno sconvolto mi sembra di essere a fine stagione e non solo alla seconda puntata.
Chiara: Sicuramente il nuovo crimine della stagione, vedere Annalise agonizzante, proprio lei che sembrava intoccabile. Però è ancora viva, almeno!
Federica: Annalise ricoperta di sangue.
Karen: In assoluto la nuova relazione della Keating!!
Kia: Tutto? Dovendo scegliere una cosa scelgo la relazione della Keating.
Mon: Riflettendoci potrei trovare mille cose che mi hanno sconvolta, ma la prima cosa che mi viene in mente è la nuova relazione della Keating.
Silvia: Non mi aspettavo che Wes rimanesse così “tranquillo” dopo la scomparsa di Rebecca. Stagione scorsa sembrava un esaltato per qualsiasi cosa, ora sparisce la sua tipa e fa spallucce.
Veronica: Bè direi che la cosa più inaspettata è la scena alla fine della prima puntata. Sono rimasta senza parole!

Chi è il “killer” della stagione? (Abbiamo immaginato che il quasi omicidio che si vede nella scena di ‘2 mesi dopo’ sia il caso della stagione)

Alessandra: Non ne ho idea!! Non penso siano stati ancora i ragazzi, anche se ovviamente sono nel posto sbagliato…secondo me devono comparire ancora nuovi personaggi e mi rifiuto di credere che lei muoia davvero.
Anna: Secondo me è Eve.
Chiara: Adesso come adesso, punto su Nate.
Federica: Wes.
Karen: Non so proprio risponderti! Dopo queste due prime puntate non mi sorprenderebbe se anche la Keating commettesse l’omicidio del secolo!
Kia: Wes è troppo ‘evidente’, per un attimo ho sospettato di Connor ma a fine seconda puntata Asher è quello che mi puzza di più.
Mon: Sono indecisa tra Eve e Asher.
Silvia: Il killer è Asher.
Veronica: E’ presto per dirlo, se abbiamo imparato qualcosa da questo telefilm è che nulla è come sembra!

Trovi che la nuova relazione della Keating sia una grande trovata o una forzatura?

Alessandra: Mah non la trovo una forzatura, credo che il personaggio abbia un mondo di cose da raccontare e misteri sul suo passato da rivelare (la relazione con Bonnie ad esempio mi incuriosisce troppo troppo).
Anna: L’ho trovata una forzatura, nel tutto un po’ stonava.
Chiara: Sicuramente inaspettata, non la considero una forzatura perché il personaggio di Annalise è davvero complesso e che sia bisex è solo un nuovo lato di lei che ancora non conoscevamo.
Federica: Sinceramente non saprei, per ora non la capisco molto.
Karen: Per ora mi sembra un po’ forzata, ma non si può mai dire cosa hanno in serbo per noi!
Kia: Sicuramente non me lo sarei mai aspettata. Sicuramente questo miscuglio di relazioni della Keating e il suo essere bisex ci convincono ancora di più su quanto questa donna sia mentalmente incasinata.
Mon: Grande trovata non direi, forzatura ni. La Keating é un personaggio molto complesso ed era evidente che non amava il marito. Ora scopriamo che ha mollato Eve per stare con Sam e non me lo spiego, ma immagino verrà rivelato. Insomma.. Mi aspetto grandi rivelazioni per spiegare questa scelta.
Silvia: Non credo sia una trovata, credo piuttosto che con questa sua confusione sessuale/emotiva si sia voluto sottolineare maggiormente quanto questa donna sia incasinata..
Veronica: La nuova relazione della Keating non mi ha stupito più di tanto perchè è coerente con il passato pieno di abusi del personaggio. Però è un pò forzato il fatto che si ributti subito nella relazione…a meno che non sia un piano per tenersi buona la donna.

Il ragazzo che esce alla fine della seconda puntata con Michela è lo stesso ragazzo che vediamo sulla foto di Rebecca che Wes trova tra le sue cose. Potrebbe essere Egg911? Molto in breve, che ruolo potrebbe avere nei prossimi episodi?

Alessandra: Sì penso sia Egg199 e penso anche che sappia chi sono tutti gli altri…non so come ma la sensazione è che ci troveremo in un grosso casino a breve! E magari potrebbe centrare con il “due mesi dopo”…stiamo a vedere!
Anna: Altro colpo di scena l’apparizione di questo tipo! Secondo me è molto probabile che sia Egg911 e sicuramente creerà un sacco di casini che scopriremo prossimamente.
Chiara: Tutto ci porta a credere che il ragazzo che ci prova con Michela sia proprio lo stesso Egg911 ma, proprio per questo, non sono sicura che sia lui. Io credo che sia in città per cercare Rebecca o capire cosa le è successo, mandato dal misterioso Egg911, che secondo me è una donna.
Federica: Potrebbe essere Egg911. Secondo me lui si è avvicinato a Michaela volontariamente, sa chi è lei e i suoi amici e nei prossimi episodi cercherà di scoprire cosa sia successo a Rebecca.
Karen: Non è che lo rendono la nuova fiamma della ragazza? Come vedi ho più domande che risposte.
Kia: Potrebbe essere Egg911, decisamente. Sono convinta che si sia avvicinato a Michela e Connor insieme per avere la certezza di riuscire a combinare qualcosa con almeno uno dei due così da scoprire qualcosa di più sui ragazzi e su Rebecca. Porterà sicuramente casini.
Mon: Potrebbe essere, ma in questo momento non so immaginare un quadro più grande. Conosce Rebecca, probabilmente sa che è morta o non sarebbe entrato in scena, ma quanto altro sa? Perché erano in contatto? Troppe domande e, per ora, non ho la risposta a nessuna.
Silvia: Secondo me quel tizio è Egg911, potrebbe essere un amico di Rebecca al quale lei si rivolgeva per i suoi problemi e per essere aiutata (911 è il numero usato per le emergenze, magari ha un qualche collegamento) ed ora sta indagando sulla scomparsa dell’amica..vedremo
Veronica: Il ragazzo nuovo è stato il jolly della seconda puntata. Tutto fa pensare che sia lui Egg911 e sono proprio curiosa di scoprire il suo ruolo. Solo una cosa agli sceneggiatori:non rendetelo gay,altrimenti povera Michela! ^___^

Ed eccoci alla fine. Tante idee diverse anche se su alcuni punti sembriamo essere più d’accordo che su altri.
Ancora grazie a chi ha partecipato e alla prossima, tra due settimane.

Teaser Tuesday #30

Buon pomeriggio a tutti. So che oggi il Teaser sarebbe stato della Mon, ma stamattina è partita per le vacanze dimenticandosi, ieri, di preparare il post. Quindi tocca a me anche questa settimana e la decisione è ricaduta sul libro che stiamo leggendo per la rubrica – iniziativa ‘Tanti is meglio che one’, ovvero ‘Un giorno solo, tutta la vita’ di Alyson Richman. Io l’ho appena iniziato questa mattina, quindi non posso dirvi ancora nulla, ma ne sentirete parlare sul blog nelle prossime settimane.

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Per la prima mezz’ora procedemmo in silenzio, i nostri passi sul terreno soffice e muto. In mancanza di un sentiero sgombro, avevo imparato a non lasciarmi infastidire dai rami sporgenti o dalle spine dei cespugli selvatici. Sentivo il respiro di Josef dietro di me, che si faceva sempre più rapido man mano che salivamo; cominciai a temere che non avrei ritrovato il posto in cui ero stata solo il giorno prima. Ma proprio quando stavo per perdere le speranze, la piccola valle mi si spalancò davanti e mi girai.
«Siamo arrivati» gli dissi, indicando sotto di noi. Lui venne avanti, sfiorandomi quasi la spalla nello sporgersi per guardare meglio. A quel punto era così vicino che riuscivo a sentirne il lieve odore di sapone sulla pelle.
«Una volta ci venivo con Věruška, in questi boschi» disse girandosi verso di me. «In estate a cercare le fragole, in autunno i funghi.
Partivamo con i cestini, poi riportavamo tutto a casa da Pavla, e lei ci faceva vedere come pulire quanto avevamo raccolto. Con le cose delicate bisogna stare attenti.»
Sorrise e mi guardò. «Però non avevo mai visto la valle da questa prospettiva; è incredibile, mi stai mostrando qualcosa di nuovo. Pensavo di conoscere ogni angolo di questa foresta.»
Io feci una risatina nervosa. «Ci sono arrivata per caso… camminavo e ho visto quell’albero caduto laggiù.» Indicai un vecchio tronco cavo. La corteccia friabile mi aveva incuriosita e il centro scuro, ricoperto di lucido muschio verde, formava una composizione interessante. «Finito il disegno, però, ho proseguito, ed eccomi qui.»
Josef indicò il lato sinistro della vallata, dove la cupola della chiesa cittadina sembrava squarciare le nuvole basse.
«Di qui si vede tutto come dal cielo, no?»
«Vorrei essere abbastanza brava da rendergli giustizia» sospirai, levandomi lo zainetto di spalla.
Lui scosse la testa. «Sono certo che sei tanto brava quanto modesta.»
Mi fissava senza muoversi. Eravamo soli per la prima volta dall’inizio di quella vacanza; la paura mi invase dappertutto. Le dita serrarono la presa sulle bretelle dello zaino, quel silenzio imbarazzato nel bel mezzo del bosco mi faceva irrigidire.
Poi lui tese le braccia un istante verso di me e io mi sentii svenire.

Capitolo 7 – UN GIORNO SOLO, TUTTA LA VITA di Alyson Richman

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un giorno solo tutta la vitaQuesta storia inizia a New York nel 2000, quando, alle nozze del nipote, Josef Kohn scorge tra gli invitati una donna dall’aria familiare: gli occhi azzurro ghiaccio, l’ombra di un tatuaggio sotto la manica dell’abito. Rischiando di essere scortese, le chiede di mostrargli il braccio. La certezza è lì, sulla pelle: sei numeri blu, accanto a un piccolo neo che lui non ha mai dimenticato. E allora le dice: “Lenka, sono io. Josef. Tuo marito”. Perché questa storia, in realtà, inizia a Praga nel 1938, quando Lenka e Josef sono due studenti. Ebrei, si conoscono poco prima dell’occupazione nazista, si innamorano, diventano marito e moglie per lo spazio di una notte. Il giorno dopo, al momento di fuggire negli Stati Uniti, Lenka decide di restare, perché non ci sono i visti per la sua famiglia. Si separano con la promessa di ricongiungersi al più presto, ma Lenka finisce in un campo di concentramento. In mezzo all’orrore, dipinge: l’unico modo per dare colore a ciò che è privato di luce, per dare forma a ciò che non si può descrivere. Mentre Josef, in America, si specializza in ostetricia; solo aiutare a dare la vita gli impedisce di essere trascinato a fondo dalle voci di chi non c’è più. Quando ormai si crederanno perduti per sempre, ci sarà un nuovo inizio per entrambi. Ed entrambi impareranno che l’amore può anche essere gratitudine per chi ti ha salvato la vita, affinità tra anime alla deriva, rispetto di silenzi carichi di dolore. E di confini da non valicare, perché al di là si celano – intatti e ostinati – i ricordi di una passione assoluta, di quelle che basta un istante per accendere, ma non è sufficiente una vita per cancellare. Questa storia inizia e non ha mai fine. Come i grandi amori.

kia firma