Teaser Tuesday #26

Ho letto questo libro tutto d’un fiato sotto consiglio di un’amica e non me ne sono pentita. È una storia dolce, triste e piena di piccoli cliché che però la rendono una lettura davvero piacevole. Purtroppo non è ancora stato tradotto in italiano, ma se masticate un pochino di inglese, non lasciatevelo sfuggire!

teaser tuesday

Ellamara and I had always been just anonymous e-mail friends, but the last time I spoke to her, I asked for her address so that I could mail her something. It was a huge step in our relationship, but I was to the point where I was willing to chance it. I needed more from her. Wanted to be more to her.
I took a risk, got her a gift I hoped would win her heart, and asked for her address. She called me a creepy Internet stalker, but I was sure she was kidding—until she never messaged me back. At first I figured her phone died, and then when she didn’t get back to me that day I briefly worried that I had scared her away. But then she missed her First Sentence Friday post on her blog the next day and I knew something was wrong.
I wrote her e-mail after e-mail, and waited day after day for her to write back, or at least post on her blog again, but after a few weeks I gave up hope. I knew that even if I completely freaked her out that day and made her never want to talk to my creepy Internet-stalking ass again, Ella would never have given up on her blog. Ever. Not unless she was dead. Which was the conclusion I finally resigned myself to when an entire month went by without word from her. For months, I mourned the loss of my best friend and the girl I’d fallen in love with—was still mourning her loss up until five seconds ago.

Chapter 5 – Cinder & Ella di Kelly Oram

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cinderella

It’s been almost a year since eighteen-year-old Ella Rodriguez was in a car accident that left her crippled, scarred, and without a mother. After a very difficult recovery, she’s been uprooted across the country and forced into the custody of a father that abandoned her when she was a young child. If Ella wants to escape her father’s home and her awful new stepfamily, she must convince her doctors that she’s capable, both physically and emotionally, of living on her own. The problem is, she’s not ready yet. The only way she can think of to start healing is by reconnecting with the one person left in the world who’s ever meant anything to her—her anonymous Internet best friend, Cinder.

Hollywood sensation Brian Oliver has a reputation for being trouble. There’s major buzz around his performance in his upcoming film The Druid Prince, but his management team says he won’t make the transition from teen heartthrob to serious A-list actor unless he can prove he’s left his wild days behind and become a mature adult. In order to douse the flames on Brian’s bad-boy reputation, his management stages a fake engagement for him to his co-star Kaylee. Brian isn’t thrilled with the arrangement—or his fake fiancée—but decides he’ll suffer through it if it means he’ll get an Oscar nomination. Then a surprise email from an old Internet friend changes everything.

mon firma

Recensione: La ragazza che hai lasciato di Jojo Moyes

Rieccoci. Mi sono imposta di provare – perlomeno – a scrivere qualcosa di ogni libro letto, altrimenti qui non riprendo più. Qualche tempo fa vi avevo postato un teaser tratto da ‘La ragazza che hai lasciato’ di Jojo Moyes ed è di questo libro che vi voglio parlare oggi.

la ragazza che hai lasciato
Titolo: La ragazza che hai lasciato
Titolo originale: The girl you left behind
Autore: Jojo Moyes
Editore: Mondadori
Disponibile in italiano:
Goodreads

Francia, 1916. Sophie, sposa innamorata del pittore Édouard Lefèvre, allievo di Matisse, è rimasta sola dopo che il marito è partito per il fronte allo scoppio della Grande Guerra. La giovane donna ritorna quindi al suo paese natale nel Nord della Francia, ora occupato dai tedeschi. Con grande audacia Sophie aiuta le famiglie in difficoltà suscitando l’interesse e l’ammirazione del locale comandante delle truppe nemiche, fino al giorno in cui, disperata, è costretta a chiedergli aiuto, dopo aver saputo che Édouard è stato catturato e rischia la vita. Per riaverlo è disposta a offrire ciò che ha di più caro: un bellissimo quadro dipinto dal marito che la ritrae giovanissima, intitolato La ragazza che hai lasciato, divenuto per il tedesco una vera ossessione. Subito dopo, Sophie viene arrestata e portata via. Nessuno sa dove, né si hanno più sue notizie. Riuscirà a riunirsi al suo amato Édouard? Londra, 2010. Liv, vedova trentenne, sta ancora elaborando la dolorosa perdita del marito, un geniale architetto morto all’improvviso quattro anni prima. Ma quando incontra casualmente Paul, prova per lui una forte attrazione. L’uomo lavora per una società che si occupa di rintracciare opere d’arte trafugate durante la guerra, e proprio a casa di Liv vede il quadro che stava cercando da tempo, quello appartenuto un secolo prima a Sophie. Come mai Liv è in possesso di quel prezioso dipinto? E quali conseguenze avrà questa scoperta sulle loro vite?

Sì, sono partita con le aspettative al massimo perché avevo letto ‘Io prima di te’ e mi era piaciuto davvero molto. Partendo da questo presupposto, ‘La ragazza che hai lasciato’ non mi ha completamente soddisfatta.
Tolto il paragone, in realtà, l’ho trovato una lettura molto piacevole: la storia è decisamente carina e la scrittura della Moyes mi piace molto (anche se, secondo me, nella traduzione si è perso qualche tempo verbale).
Vi dico subito cosa non mi ha convinto. La storia si svolge su due piani temporali e spaziali diversi: uno in un villaggio francese occupato dai tedeschi durante la prima Guerra Mondiale e l’altro nella Londra dei giorni nostri. Le due storie si intrecciano intorno ad un quadro appartenuto alla protagonista francese ed ora nelle mani della ragazza inglese.
Ho adorato la parte ‘francese’ del libro così come l’intreccio tra le due storie presente nell’ultimo terzo del libro. La parte relativa solo al presente – e quindi la parte centrale del libro – mi ha lasciata in un certo senso delusa.
Provo a spiegarmi meglio evitando gli spoiler. Tutta la prima parte è ambientata in questo villaggio francese, ci vengono descritti gli abitanti, le relazioni tra loro e i sentimenti: mi sono immedesimata nella storia e nella protagonista senza riuscire a staccare il naso dalle pagine. Poi di botto ci si ritrova nella Londra del 2010 dove la storia gira intorno ad un unica persona, Liv, una giovane vedova sopraffatta dalla solitudine e dai problemi e convinta che l’unico modo per continuare a vivere giorno dopo giorno sia rinchiudersi nel proprio dolore ignorando tutto ciò che c’è fuori. Ripensandoci razionalmente il cambio nel modo di raccontare la storia rende molto la solitudine che prova Liv confrontata con il carattere di Sophie che, nonostante la guerra, è sempre piena di voglia di vivere e cerca sempre di aiutare tutti.
Resta comunque che non ho apprezzato questa parte, l’ho trovata sottotono e non troppo approfondita.

Per il resto niente da dire. Come accennavo all’inizio la lettura è molto piacevole. L’autrice riesce a non far staccare il naso dalle pagine, intrecciando storie – d’amore e non – e cambiando il corso delle cose quando meno ce lo si aspetta.
Mi è piaciuto molto anche il modo in cui si è approcciata al tema della guerra vedendola da punti di vista non comuni e in situazioni non comuni, ovvero la vicinanza forzata tra gli occupatori – tedeschi – di un paesino francese occupato e i suoi abitanti che si rifiutano di sottomettersi. Lo fanno nei piccoli gesti, rifiutandosi di chiamare le vie con i nuovi nomi tedeschi che vengono dati dagli occupatori, e in quelli più grandi, come organizzarsi per distribuire le informazioni che vengono dal fronte e nascondendo un maiale in un vecchio forno del pane per poterlo crescere di nascosto e mangiarlo – sempre di nascosto – a Natale.

Mi rendo conto che è proprio una baby-recensione ma, nonostante la parte ‘negativa’, consiglio il libro senza riserve. E se qualcuno ne vuole parlare, io sono qui.

rating 3.5
kia firma

Recensione: Amy The girl beyond the name di Asif Kapadia

Buongiorno a tutti! Essendo stata la settimana scorsa in Repubblica Ceca e non avendo al mio fianco il mio fedele Alfredo (che per chi non lo conoscesse è il mio computer) ho dovuto ricorrere a carta e penna. Una blogger non va mai in vacanza e quando ci va trova sempre spunti per un nuovo post e difatti ho visto ben due film: il primo in ceco di cui penso di aver colto il senso globale delle scene grazie anche alla traduzione di alcune battute chiave da parte della mia amica. Il secondo, che è quello di cui vi parlo oggi l’abbiamo visto al cinema (in inglese) e si tratta di “Amy”, un documentario che racconta la vita di questa grande artista che purtroppo si è spenta ad una giovane età.

amy the girl beyond the name
Titolo: Amy
Titolo originale: Amy – The girl beyond the name
Regia: Asif Kapadia
Anno: 2015
Durata: 128 min
IMDB

The story of Amy Winehouse in her own words, featuring unseen archival footage and unheard tracks.

 

Il film sostanzialmente ci apre una finestra su quella che è stata la vita di Amy: chi era, come è diventata da una semplice ragazzina un’artista di fama internazionale, ripercorrendo gli alti e i bassi della sua vita e carriera. La pellicola è stata realizzata con l’aiuto e la guida di un suo caro amico, nonché primo manager, quindi più che un documentario a volte sembra essere più una sorta di video tributo.

Amy è una ragazzina londinese acqua e sapone e dalla voce unica e straordinaria che con solo poche note riesce a stenderti e trasmettere una quantità di emozioni assurde. Purtroppo però il grande successo venuto tutto troppo in fretta, la pressione dei media e dei produttori non le hanno reso la vita facile. A tutto ciò sommiamo l’influenza di alcune persone che l’hanno portata a fare delle scelte sbagliate che hanno lasciato un segno indelebile nella sua vita.

Il film è una raccolta di video noti ed inediti, sempre accompagnati dalla voce jazz di Amy, dal timbro caldo decisamente fuori dal comune. Pensare che non potremmo sentire più sue canzoni mi mette un po’ di tristezza. Tutto quello che voleva era comporre musica a modo suo. Ammetto che mi sono commossa nel vedere qualche scena del backstage di quando ha duettato con Tony Bennett in una canzone bellissima che entrambi hanno interpretato splendidamente. Tra l’altro lui era uno dei suoi idoli e posso solo immaginare quale grande gioia abbia provato a cantare con lui.

Il film si alterna tra performance emozionanti, commenti di amici e familiari e scene in cui ci viene raccontato come Amy abbia iniziato a far uso di droghe e a condurre una vita sregolata. Un’anima tanto fragile quanto una “voce piena di carattere e personalità”. Grazie a questo film ho scoperto un sacco di cose su quest’artista che da sempre mi ha intrigato e se anche a voi siete dei suoi fan, o amate il jazz questo film è sicuramente da vedere.

rating 4
anna firma

Teaser Tuesday #25

Buongiorno a tutti. Teaser Tuesday di oggi tratto da un libriccino veloce, di quelli che sarebbero da leggere in un pomeriggio, ovvero ‘Finchè amore non ci separi’ di Anna Premoli. Niente di nuovo, l’impronta è sempre la sua, ma trovo che i libri di questa scrittrice siano sempre piacevoli da leggere. Voi avete letto qualcosa di suo?

teaser tuesday

Kayla lanciò l’ennesima occhiata preoccupata ad Amalia. La sua amica emanava un tale nervosismo che tutta l’aula era a disagio.
«A saperlo non mi sarei data tanto da fare per organizzare il vostro incontro sabato sera. Mi sarei aspettata che gli orgasmi multipli ti rendessero un tantino più rilassata. Invece scopro, mio malgrado, che nemmeno quelli bastano a scioglierti», la provocò.
Amalia le lanciò uno sguardo assassino alzandosi in punta di piedi, come suggerito dall’istruttrice.
«Voglio dire, se nemmeno il sesso ti rilassa, cara mia, temo che tu sia un caso disperato», insistette Kayla, desiderosa di una qualche reazione.
«Sappi che il sesso mi rilassa eccome. È stato il dopo a rendermi così», la informò seccata.
«E non potevate evitare il post? Voglio dire, potevate fermarvi al solo sesso “puro e semplice” e fare a meno delle discussioni sterili che nascono sempre dopo».
«Detto da te la cosa fa davvero ridere», si lamentò Amalia.
Kayla non si mostrò affatto colpita dall’accusa. «E perché mai? Io sto solo cercando di aiutarti…».
«E come, incastrandomi con Ryan un’altra volta?»
«Io vi ho lasciati seduti al tavolo di un pub. Il resto lo avete fatto da soli, bellezza. La colpa è solo tua, quindi vedi di non scaricarmi addosso tutta la tua rabbia».
«Non sono affatto arrabbiata», precisò Amalia.
«Ma certo che no, non so davvero come sia arrivata a pensarlo…»

Capitolo 16 – FINCHÉ AMORE NON CI SEPARI di Anna Premoli

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finché amore non ci separi

Amalia è un giovane avvocato newyorkese, nota nel foro come “la regina di ghiaccio”. È ebrea, benestante e ha dei genitori che da sempre le riservano poche attenzioni. Ryan, di origini irlandesi, è il maggiore di quattro figli maschi e la sua caotica famiglia gestisce un tipico pub nel cuore della Grande Mela. I due si sono conosciuti alla scuola di legge di Yale, dove hanno ferocemente lottato per il posto di direttore del giornale. Amalia è rimasta a New York, Ryan ha invece fatto carriera a Chicago, finché l’offerta per il posto da vice procuratore non lo riporta a New York. Il primo caso che si trova ad affrontare sembra davvero banale: arresto per guida in stato di ebbrezza di una giovane rampolla. E se quel che appare semplice si complicasse inaspettatamente? Se l’avvocato difensore della ragazza fosse proprio quella Amalia che Ryan non vede da dieci anni? Lo scontro in aula degenera a tal punto che il giudice li condanna a una serie di ore di lavori socialmente utili, da svolgere insieme. E cosa potrà accadere se i due giovani, che si detestano amabilmente, sono costretti dalla legge a collaborare?

kia firma