Recensione: Castaway on the moon di Hae-jun Lee

Buongiorno a tutti e buon inizio marzo! Febbraio è volato e il mio unico rimpianto è non essere riuscita a mangiare neanche una frittella 🙁 spero voi ne abbiate mangiate anche per me! Ieri sera, o più correttamente ieri notte, mi sono guardata un film che avevo in lista da anni. Questo è il primo film coreano che ho visto e mi ha piacevolmente sorpreso, così spero capiti anche a voi se deciderete di guardalo.

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Titolo: Castaway on the moon
Titolo originale: Castaway on the moon
Regia: Hae-jun Lee
Anno: 2009
Durata: 116 min
IMDB

Kim è un uomo disperato, al punto che un giorno decide di saltare da uno dei più alti ponti di Seul sul fiume Han. Ma il tentato suicidio fallisce e Kim si ritrova il mattino dopo su un’isoletta in mezzo al fiume. Nonostante la città sia tutt’intorno, Kim non sa nuotare e non riesce a farsi notare da nessuno e deve rassegnarsi a fare il naufrago. Lo noterà, guardando dalla finestra con un cannocchiale, una donna che vive da anni segregata volontariamente in un appartamento e che si deciderà, affascinata da quella strana figura, a uscire dal suo eremitaggio metropolitano.

All’inizio conosciamo Kim, questo impiegato finito sul lastrico e pieno di debiti. Al fallimento del lavoro si somma il fallimento del tentato suicidio a seguito del quale si ritrova prigioniero su quest’isola in mezzo al fiume. Dopo un primo momento di disperazione, vede che pian piano riesce ad adattarsi a questa nuova situazione e diventa una sorta di Robinson Crusoe. Con il passare del tempo l’isolotto non rappresenta più per lui una prigione, ma si trasforma nella sua nuova casa. Nonostante la sventura dell’isolamento dal resto della città, infatti, riesce a trovare una nuova speranza e la volontà di vivere. C’è un momento del film in cui lui trova una bustina di condimento per gli spaghetti e proprio il voler riuscire a fare degli spaghetti con quel poco che trova sull’isola diventa il suo nuovo obiettivo.

Successivamente facciamo la conoscenza di questa ragazza (di cui non sappiamo il nome) che ha scelto di ritirarsi dalla vita sociale isolandosi in camera sua. Non esce da tre anni e per quanto assurdo possa sembrare questo suo stile di vita, lei ci descrive come avviene la sua giornata tipo. L’unica sua finestra sul mondo è questa macchina fotografica con la quale ama fotografare la luna e i vari angoli della città quando sono deserti. Ed è proprio durante una delle prove di evacuazione della città che scopre dell’esistenza di Kim. Da qui in poi comincerà a tenerlo costantemente sott’occhio e per quanto incredibile, i due (entrambi confinati nel loro mondo) inizieranno a tenere una corrispondenza.

Il film vuole lanciare un campanello d’allarme riguardo le varie forme di alienazione conseguenti ad una società che gira attorno al denaro e all’apparenza; non c’è quindi da stupirsi che alcune persone non riescano ad identificarsi e integrarsi in una realtà del genere. La cosa che più sconvolge sono le conseguenze estreme a cui questi sentimenti di alienazione possono portare, come il suicidio o il fenomeno degli hikikomori (coloro che hanno scelto di ritirarsi dalla vita sociale spesso cercando livelli estremi di isolamento e confinamento). Nonostante i temi che affronta siano di un certo peso, il film riesce in alcuni punti a farci sorridere inserendo i protagonisti all’interno di alcune scene davvero esilaranti, ma senza la pretesa di accaparrasi la simpatia dello spettatore.

Dall’ambientazione alla trama decisamente insolite, ma allo stesso tempo molto interessanti, ho davvero apprezzato il film in tutte sue sfaccettature e ha suscitato in me la curiosità verso il cinema coreano. L’unica pecca è la locandina che, detto tra noi, non è il massimo, ma in realtà raffigura tutti gli elementi chiave del film, quindi mi tocca accettarla così com’è.


Weekly Recap #6

Tra un esercizio di fisica e l’altro, ho finalmente visto le puntate uscite ieri sera in America e, quindi, eccomi qui a parlarvene. In questa settimana ho trovato quasi tutti gli episodi piacevoli, il che, per i miei standard, non è normale, ma ogni tanto capita.
Noterete più avanti nel post che non è presente il commento a Switched at Birth. Il motivo è semplicemente che ho deciso di non commentarlo più, in quanto non mi sta piacendo come le varie situazioni si stanno evolvendo e non ha troppo senso continuare a guardare un telefilm che non piace più. Non escludo che prima o poi ricomincerò a seguirlo, ma per ora ho deciso di metterlo in pausa. Mi scuso quindi con chi ancora lo guarda e magari aspettava il venerdì per leggere la mia opinione.
Detto questo, direi che si può iniziare!

Scorpion 1×17
Chi mi conosce sa che ogni volta che inizio una serie tv individuo due personaggi che secondo me starebbero bene insieme e comincio a shipparli fino alla morte. Succede ogni singola volta. Scorpion non è sfuggita alla mia indole di fangirl che ha formato fin dalle prime puntate tre coppie ed una è diventata realtà in questa puntata. Sylvester e Megan, la sorella di Walter, stanno insieme e, in questo episodio, oltre a dover risolvere il solito caso, il ragazzo dovrà trovare il momento giusto per rivelare all’amico la sua relazione. Ovviamente le cose non andranno come programmate. Mi sono stupita di come Walter abbia reagito alla notizia, perché mi aspettavo emozioni positive, che però non sono arrivate, almeno fino alla fine. Negli ultimi minuti, infatti, Walter spiega all’amico la sua reazione e devo dire che mi sono trovata d’accordo con lui, ma spero che la previsione di Walter non si avveri. Il caso non è niente di eclatante, anzi, l’ho trovato parecchio inverosimile. Ho apprezzato immensamente Happy, che in questa puntata si dimostra ancora una volta una ragazza indipendente e capace di badare a sè stessa. Mi spiace non vedere spesso Ralph, che potrebbe essere un personaggio molto interessante se sviluppato meglio. Spero lo inseriscano di più nelle prossime puntate, anche perché sarebbe bello vederlo interagire di più con il team e sfruttare la sua genialità.

 

The Fosters 2×17
Questa serie mi distrugge emotivamente ogni volta che la guardo. Callie si è ritrovata a dover scegliere di andare a vivere con il padre e rinunciare a vivere con i Foster per salvaguardare sè stessa, Daphne e Brandon. La polizia, infatti, continua ad indagare per scoprire chi ha “rapito” Tasha. Avevo le lacrime agli occhi mentre guardavo Lena e Steph parlare con Callie e dirle che la sosterranno sempre, ogni giorno, qualunque sia la sua scelta. So che la ragazza vorrebbe rimanere a vivere con loro e più volte durante l’episodio dice di non sopportare il dover mentire alle due donne. Negli ultimi minuti vediamo Daphne che sta confessando tutto alla polizia e spero che questa sua azione fermi Callie, che contemporaneamente si trova dal giudice per dichiarare di volersi trasferire da Robert. Mi dispiace per Daphne, che passerà dei guai parecchio grossi, rischiando di andare in prigione per diversi anni, ma ha commesso un errore e in qualche modo deve rimediare. Mariana impara a difendere i suoi diritti a scuola e nella vita, dopo essersi resa conto di aver avuto dei comportamenti terribili nei confronti di una compagna di scuola. Jude è stato adorabile in questo episodio, recandosi a casa di Robert per parlare di Callie e chiedendogli varie cose che consentirebbero alla sorella di stargli vicino. Sophia non si è più vista, ma immagino che tornerà in scena se mai Callie dovesse andare effettivamente a vivere con loro. Ho visto il promo della prossima puntata e sembra ricca di colpi di scena, quindi non ci resta che attendere per scoprire che cosa succederà a Callie.

 

Eye Candy 1×07
Continuerò a ripeterlo a chiunque, ma questa è veramente una gran bella serie. Ti tiene sulle spine, non rivela troppo e ti lascia con il fiato sospeso alla fine di ogni puntata. Questa settimana Lindy si ritrova ad aiutare Jake e un suo collega. Quest’ultimo, infatti, dopo aver affitato un appartamento tramite un sito, si è risvegliato la mattina scoprendo di essere stato drogato e frustato. Dopo aver scoperto che c’è qualcuno che filma ciò che succede negli appartamenti e lo posta online, Lindy chiede aiuto alla polizia e, insieme a Tommy, affitta un appartamento per cercare di catturare il criminale. Nonostante la ragazza sembri essere romanticamente coinvolta con Jake, penso che tutte le fan abbiano apprezzato il bacio che si è scambiata con il poliziotto. Quei due finiranno presto insieme, nonostante entrambi ancora si rifiutino di ammettere apertamente i loro sentimenti. Sophia e il collega di Tommy (di cui, giuro, non riesco a ricordare il nome nemmeno sotto tortura) sembrano carinissimi insieme, ma non è ancora giunto il loro momento. L’amica di Sophia l’ho trovata particolarmente antipatica e poco responsabile, quindi spero vivamente non sia presente nei prossimi episodi. Il nostro killer non si fa praticamente sentire, tranne per gli ultimi secondi della puntata e mi ha fatto venire i brividi. È disposto veramente a tutto per ottenere l’attenzione di Lindy e la cosa mi preoccupa. In questa puntata l’ha terrorizzata e chissà che nelle prossime non decida di farle seriamente del male.

 

Grey’s Anatomy 11×13
Un applauso a chi ha scritto questo episodio. Finalmente Grey’s Anatomy torna a parlare del suo tema principale: la medicina. È una determinata e grandiosa Amelia Sheperd a portarci in un viaggio alla scoperta del tumore che ha invaso il cervello della dtt.ssa Herman, attraverso delle lezioni tenute davanti all’intero ospedale. Vediamo entrambe le donne, sia Amelia che Nicole affrontare rispettivamente la paura di non riuscire a rimuovere il tumore e di non sopravvivere,. La piccola Sheperd ha paura di non farcela e deve riuscire a dimostrare a sè stessa di esserne in grado e smetterla di mettersi in confronto con il fratello. Certo, Derek è uno dei migliori neurochirurghi esistenti, ma Amelia non è da meno ed è lei la prima a doversi convincere della cosa. La dtt.ssa Herman passa l’intero episodio a salvare vite, sottoporsi a terapie che alla fine decide di rifiutare e ad insegnare ad Arizona. Alla fine della puntata il suo tempo è scaduto e viene portata in sala operatoria. A giudicare dal promo della prossima settimana, tutto sarà incentrato su Amelia, sull’operazione e sulle difficoltà che incontrerà. Sinceramente non vedo l’ora, visto che adoro il suo personaggio. Tutti gli altri sono stati marginali, soprattutto Meredith e non mi dispiace per niente visto che inizio a non reggerla più. Tengo le dita incrociate perché tutto vada per il meglio durante l’operazione, anche se ne dubito fortemente.

 

How To Get Away With Murder 1×14-1×15
Finale di stagione eclatante e l’unica cosa che sono riuscita a pensare per un paio di minuti dopo aver finito l’episodio è stata: “Oh mio Dio!”. Non voglio fare spoiler, quindi scrivere questo commento sarà particolarmente complesso, ma devo dire che non mi aspettavo che la rivelazione dell’assassino di Lila mi avrebbe lasciata così sconvolta. È una persona che non avevo sospettato e dopo questa rivelazione ho iniziato a pormi domande infinite e a questo punto non so davvero più cosa pensare. Gli ultimi minuti li ho guardati a bocca aperta, perché mi hanno stupita più dello scoprire l’assassino. Accade infatti qualcosa che è sicuramente necessario ai fini della trama, per andare avanti un’altra stagione, ma non corretto nei confronti di chi è coinvolto. Per evitare spoiler non posso dire altro, ma, vi prego, ditemi che siete sconvolti quanto me. Entrambi gli episodi sono volti a scoprire se Rebecca è colpevole e le sottotrame diventano banali e non interessanti, al punto che quasi non mi rendevo conto della tragedia che colpisce la mia coppia preferita nello show, Oliver e Connor. Il primo, infatti, chiede all’altro ragazzo di andare in clinica per essere testati per malattie sessualmente trasmissibili e Oliver risulta, purtroppo, positivo all’HIV. Sono curiosa di vedere come svilupperanno la situazione. Nate esce di prigione grazie a situazioni architettate da Annalise e ogni volta rimango sconvolta da quante cose sia disposta a fare questa donna per ottenere ciò che vuole.
Vi ricordate dell’anello che Michaela aveva perso mentre lei e i ragazzi si stavano sbarazzando del corpo di Sam? A quanto pare non sarà la prova che li porterà ad essere arrestati, perché lo ha avuto Laurel per tutto il tempo. La ragazza non voleva che l’altra andasse alla polizia in preda al panico e ha tenuto l’anello nascosto sapendo che Michaela non avrebbe mai confessato sapendo che una prova del genere poteva collegarla all’omicidio. Durante tutta la spiegazione io avevo addosso un’espressione del tipo: “Mi stai prendendo in giro, vero?!”
Aspettare settembre dopo questo finale sarà un’agonia, ma ormai sono convinta che l’attesa sarà ben ricompensata. Ennesimo applauso a Shonda, che magari non creerà delle serie eccellenti, ma sicuramente sa come tenerci incollati allo schermo.

 

Ed è arrivata la fine anche di questa settimana, quindi vi auguro uno splendido weekend e la visione di un sacco di nuove puntate.

Glee – Commento Sesta Stagione

Ciao a tutti! Non potevo aspettare la fine della stagione per dire la mia su una delle poche serie che guardo e che personalmente adoro, o almeno era così fino alla fine della quinta stagione.

Cosa mi piace di Glee? Essenzialmente le canzoni e i mash-up che creano. Molto spesso infatti ho scoperto canzoni molto belle di cui non conoscevo l’esistenza e i vari duetti o esecuzioni in coro sono sempre state spettacolari. Le stagioni che vanno dalla prima alla quinta sono state ricche di canzoni reinterpretate con grande stile. La trama non ha mai avuto la pretesa di essere particolarmente intricata: è molto semplice perché si svolge principalmente all’interno di un liceo. Vi confesso che ho una cartella chiamata glee nel computer dove ho raccolto le mie canzoni preferite che sono state eseguite all’interno dello show e che tutt’ora mi trovo a cantare.

Ma oggi purtroppo ho bisogno di sfogarmi con voi e dirvi quanto io sia rimasta delusa da quest’ultima stagione. A dirla tutta, già dalle prime indiscrezioni sulla sesta stagione avevo intuito che non sarebbe stata all’altezza delle precedenti, ma ci ho sperato fino alla fine. Ebbene, nel vedere gli episodi che fin’ora sono andati in onda la mia faccia è stata più o meno questa:

Cosa non mi piace della sesta e ultima stagione? La trama è ai limiti del ridicolo e gli eventi sono tutti molto forzati. La narrazione non è fluida e questo non permette allo spettatore di apprezzare le canzoni della puntata perché arrivi lì che sei scoraggiato e l’unica cosa che desideri è che la puntata finisca il più presto possibile. Per fortuna nelle episodi rispuntano le vecchie glorie del Glee Club per risollevare lo standard della serie.

Ho visto in Internet come per alcuni fans questa serie sia spettacolare ma onestamente non saprei cosa ci trovino di così entusiasmante. Non posso/voglio immaginare come finirà la serie e se fosse per me vi consiglierei di fermarvi alla quinta perché rischiereste di restarci male per un finale non degno. Nel frattempo in attesa del “grande finale” continuerò a cantare sotto la doccia ‘Don’t stop believing’, la canzone con la quale il telefilm è iniziato (la gif qua sotto vi da un’idea della scena xD).

Recensione: Little Miss Sunshine di Jonathon Dayton, Valerie Faris

Dopo due giorni tra valli bresciane e trentine in compagnia di alcuni amici rieccomi di nuovo qui! Questa settimana mi sono trovata un po’ indecisa nel decidere il film da recensire, ho infatti spuntato dalla mia Movie Challenge la voce film documentario con “Life in a day”. Molto bello ma non volevo iniziare la settimana parlando di questo film. Ieri sera ho avuto un’illuminazione e ho visto “Little Miss Sunshine”, un film forse non troppo conosciuto o che pochi ricordano. Anni fa avevo visto per caso il trailer, ma onestamente non mi aveva entusiasmato, quindi di fatto non è mai comparso all’interno della mia lista. Una cosa però non ho mai dimenticato: questo furgoncino volkswagen giallo (che più giallo non si può) e oggi finalmente riesco a parlare di questo film che per anni si è rifugiato negli angoli più nascosti della mia mente.



Titolo: Little Miss Sunshine
Titolo originale: Little Miss Sunshine
Regia: Jonathon Dayton, Valerie Faris
Anno: 2006
Durata: 101 min
IMDB

Sheryl, moglie e madre per vocazione, alle prese con il secondo matrimonio, fatica a reggere le fila di un nucleo familiare assemblato a suon di copia-incolla: Richard, marito/padre alla ricerca ossessiva di un improbabile successo editoriale, Dwayne e Olive, rispettivamente adolescente ribelle e mini-reginetta di bellezza di provincia, il nonno, cacciato dalla casa di cura perché cocainomane, e, ultimo in ordine di arrivo, lo zio Frank, fratello di Sheryl reduce da un tentato suicidio. Una sgangherata famiglia, quella degli Hoover, che si ritroverà in viaggio su un cadente pulmino verso il concorso di bellezza per bambine più famoso della California, Little Miss Sunshine, per cui la piccola Olive è stata selezionata.

Davanti a un film del genere non sai bene cosa aspettarti o per lo meno così è stato per me. La storia che si svolge letteralmente on the road vede come protagonisti questa famiglia sgangherata che vuole fare di tutto per far contenta la figlia e farla partecipare a questo concorso di bellezza. Il pulmino giallo (che personalmente adoro) diventa così il teatro su cui ci vengono presentati i vari personaggi e il viaggio rappresenta per tutti loro l’occasione per riconciliarsi con loro stessi prima di tutto e poi con il resto della famiglia.

Durante il tragitto si succedono una serie di eventi esilaranti alternati da momenti più spiacevoli che mettono a dura prova i protagonisti. Dietro l’apparenza, ciascuno sta lottando per superare le proprie sconfitte e ottenere ciò che vuole. Quindi in un certo senso, sostenere Olive nel suo desiderio di partecipare al concorso di ‘Little Miss Sunshine’ rappresenta la possibilità dei genitori di poter dare alla propria figlia il suo piccolo momento di gloria.

Il film si può definire una sorta di tragicomica perché alcune scene ti fanno sorridere lasciandoti una punta di amaro in bocca. Ho apprezzato molto come il film venga raccontato in maniera spontanea e diretta, scandito da scambi di battute incalzanti. Le cose che scopriamo riguardo ai personaggi ci vengono spiegate grazie alle domande che la piccola Olive rivolge ai suoi familiari. La sua curiosità verso il mondo degli adulti la spinge sempre a porre domande per capire la situazione.

Se c’è una cosa che non ho sopportato del film è l’atteggiamento del padre, sempre pronto a infierire e ossessionato dal perseguire i nove step (da lui ideati) per essere dei vincitori nella vita. Questa suo affannarsi infatti, non fa altro che rovinare sempre più il rapporto con la sua famiglia fino quasi a un punto di non ritorno. Come finisce la storia? Beh, non posso dirvi se Olive vince o meno il concorso, ma posso solo garantirvi che il finale sorprendente e inaspettato non deluderà le vostre aspettative.