Eye Candy 1×01

La sessione d’esami è in generale un periodo terrificante, ma questa ultima settimana i miei livelli di stress hanno raggiunto soglie indecenti e penso che ormai non mi sopporti più nessuno. Sotto pressione tendo a diventare una rompiballe (più del solito si intende).

Tra le ore di studio però, solitamente a pranzo e a cena che magari sono da sola, leggo un paio di pagine di un libro o guardo una puntata.

Ieri, sotto consiglio di un’amica (Chiara ti dedicherò una statua), ho guardato il pilot di Eye Candy, serie tv di MTV iniziata il 12 gennaio e ragazzi, è stato uno spettacolo.

Non ho da raccontare una trama estesa perché fino ad ora è uscita sola la prima puntata, ma provo a dirvi due cosine: Lindy ha assistito al rapimento di sua sorella senza poter fare niente per fermarlo. Passano tre anni e Lindy è diventata un hacker (ci va l’apostrofo?), in modo da cercare di trovare Sara e altre persone scomparse. Una sera, mentre è in un locale con un’amica, inizia a ricevere degli strani messaggi da uno sconosciuto tramite un’applicazione di incontri online. Non vi dico altro per non rovinarvi i colpi di scena che si susseguono durante l’episodio.

Parlando un po’ dei personaggi, come al solito ne vengono introdotti parecchi, ma è abbastanza facile ricordarli e distinguerli.

Per prima c’è Sara, che si vede per pochi minuti e ci fa capire la situazione in famiglia non è tutta rose e fiori. Viene nominato il padre, ma non viene mai fatto vedere, magari apparirà più avanti. Ci presentano George subito dopo il salto temporale di tre anni. É un collega di Lindy e un amico che spesso l’aiuta con le sue ricerche di persone scomparse.

C’è Sophia, la migliore amica, spigliata, solare, che cerca di coinvolgerla in varie attività sociali che Lindy non sembra però apprezzare particolarmente e c’è Connor, l’altro migliore amico di Sophia, che, da tradizione, non sopporta Lindy, ovviamente ricambiato.

E poi arrivano i due gnocchi, perché non può esserci uno show senza i fighi di turno e quindi Eye Candy ci regala Ben e Tommy, due poliziotti.

Non ci viene fornito molto background, ma veniamo a sapere che Ben ha avuto una relazione con Lindy, senza dirle di essere nella polizia, per poi fare in modo che venisse arrestata per ragioni legate alla sua attività di hacker. Si vede che tiene molto a lei, nonostante Lindy cerchi di tenerlo lontano. Tommy è un collega di Ben, con un ruolo piuttosto marginale in questo episodio, ma a giudicare dagli eventi finali e dal promo della prossima puntata, diventerà uno dei personaggi più rilevanti.

I always imagine that stars are people. Billions and billions of people. And that somewhere out there , one of them is my sister

Infine, non ci viene mostrato un volto, ma solo una figura scura attraverso telecamere, c’è lo stalker/killer. Di lui conosciamo solamente la voce, alcuni pensieri, decisamente inquietanti e le sue abilità informatiche. Unendo i pezzi che vi vengono dati un po’ qui e un po’ lì durante la visione capiamo qualcosa di quello che questo uomo sta cercando: perfezione. Odia lea persone che mentono su sé stesse e per questo uccide. Intrigante da morire e spero di scoprire sempre di più andando avanti con le puntate.

Non posso non dirvi nulla sulla protagonista, dopo aver parlato di tutti i personaggi secondari: è una ragazza che ne ha passate veramente di tutti i colori e questa puntata aggiunge solamente problemi. Sembra avere problemi a fidarsi delle persone, ma farebbe di tutto per i suoi amici. Questo stalker la spaventa e sono certa che la paura sia destinata solamente ad aumentare, ma rappresenta una sfida. Vuole catturarlo e farà qualsiasi cosa per riuscirci.

It’ll take just one to show you the way

Il finale non me l’aspettavo proprio e mi ha lasciata a bocca aperta. In generale la puntata mi ha catturata: da brava piccola nerd, non ho proprio potuto resistere ad una ragazza che fa l’hacker (un po’ come con Felicity di Arrow, che letteralmente adoro). Spero solo non si riveli un flop clamoroso. Ho paura che a lungo andare diventi un po’ come Pretty Little Liars, partito bene e pieno di segreti e domande, per poi perdersi nel mare della noia. Auguro a questa serie di proseguire per il meglio e sicuramente cercherò di tenervi aggiornati!

Recensione: Quartet di Dustin Hoffman

Buongiorno a tutti! Siamo ormai in pieno periodo esami e spesso dopo una pesante giornata di studio ti trovi sdraiato sul letto e quel film che da tanto avevi progettato di guardare dopo cena, diventa di colpo mission impossible. Il film di oggi è un filmetto leggero e simpatico che ho visto in una di queste ‘sere da coma’.

Un angolo felice della campagna inglese ospita Beecham House, casa di riposo per musicisti e cantanti. Ogni anno, in occasione dell’anniversario della nascita di Giuseppe Verdi, gli ospiti organizzano un gala e si esibiscono di fronte ad un pubblico pagante per sostenere Beecham e scongiurarne lo smantellamento. Ma ecco che la routine di Reggie, Wilf e Cissy viene sconvolta dall’arrivo a pensione di Jean Horton, elemento mancante e artista di punta del loro leggendario quartetto, nonché ex moglie di un Reggie ancora ferito.


  • Titolo: Quartet
  • Titolo originale: Quartet
  • Regia: Dustin Hoffman
  • Anno: 2012
  • Durata: 98 min
  • IMDB

Ebbene sì, questo film si svolge proprio all’interno di una casa di riposo e i nostri protagonisti sono dei simpatici vecchietti. Posso già immaginare come a molti, un film come questo possa sembrare noioso e smorto ma fidatevi che invece è divertente e piacevole. Dustin Hoffman si propone al pubblico per la prima volta come regista proprio con questo film: non ci sono pretese, non si vogliono lanciare messaggi e non ci sono grandiosi effetti speciali. La narrazione è semplice e un po’ sbrigativa ma le battute sono buone e frizzanti.


Effettivamente, non dobbiamo dimenticare che non è una normale casa di riposo in quanto coloro che vi abitano sono tutti cantanti lirici e musicisti che una volta si esibivano nei teatri più importanti. E’ molto buffo infatti quando, all’inizio, questi vecchietti vengono inquadrati nel loro tempo libero e cosa fanno? Tutti insieme provano un aria di un’opera ma nella maniera più tranquilla e rilassata, chiacchierando nel mentre e prendendosi in giro su chi sia calante o meno preciso degli altri. La resa di queste scene ma anche del film nel suo complesso, è data dall’utilizzo di veri e proprio cantanti e musicisti. L’unica pecca è che se uno spera di sentir cantare Jean (Maggie Smith) che viene presentata come stella della lirica, le sue aspettative purtroppo verranno inevitabilmente deluse. Ciò non toglie però che l’interpretazione del personaggio sia elegante e degna di rispetto.

L’arrivo di Jean nella casa rappresenta un evento di sconvolgimento per i protagonisti, in quanto lei e l’ex marito, che non l’ha ancora perdonata per averlo lasciato molti anni addietro, non possono sopportarsi a vicenda. Nonostante alcune note di malinconia rivolte al passato, Wilf e Cissy cercano di aiutare Jean e Reggie a cercare di superare i loro diverbi, anche perchè un tempo loro erano il quartetto diventato famoso grazie alla spettacolare esecuzione del Rigoletto di Verdi. E quale migliore occasione dell’annuale concerto della casa per eseguire questo brano in memoria delle glorie del passato? Quest’impresa non sarà facile perchè i nostri adorabili vecchietti sono anche delle persone piuttosto cocciute.

Il film è in un certo senso atipico e a prima vista può sembrare non convincente, ma è molto carino e, passatemi il termine, “dolce” in quanto questi vecchietti ti mettono davvero un sacco di tenerezza. A mio parere rappresenta una valida alternativa per quelle serate in cui si vuole guardare un bel film non impegnativo e l’occasione giusta per lasciare che una piacevole storia ti scaldi il cuore.


Recensione: The One di Kiera Cass

Ciao a tutti! Eccoci qui con il primo libro dell’anno, che tra il resto mi permette di cominciare a spuntare la Reading Challenge. In particolare, depenno il numero 5: il libro con un numero nel titolo. Sto infatti per parlarvi di The One di Kiera Cass, il terzo (e si pensava conclusivo) capitolo della serie The Selection.

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Titolo: The One (The Selection #3)
Autore: Kiera Cass
Editore: Sperling & Kupfer
Disponibile in italiano:
Goodreads

La Selezione che ha cambiato per sempre la vita di trentacinque ragazze sta per concludersi. E l’emozione e la confusione del primo giorno, quando America Singer ha percorso la scalinata del Palazzo, sono ormai solo un ricordo. Di certo America non avrebbe mai immaginato di arrivare così vicino alla corona, o al cuore del principe Maxon. Eppure per lei non è stato facile. Divisa tra i suoi sentimenti per Aspen, guardia a Palazzo e suo primo amore, e la crescente attrazione per Maxon, ha dovuto lottare con tutta se stessa per essere dov’è ora. A un passo dalla fine della Selezione, America però non può più permettersi incertezze. Deve scegliere. Prima che qualcuno lo faccia per lei.

Come vi ho già detto per i primi due libri, per quanto riguarda i contenuti e la storia in sè, anche questo capitolo non è nulla di eclatante. Mi sento però di consigliarvi tutta la serie, non come grande lettura ma come passatempo per un pomeriggio sul divano con una bella tazza di tè cado. La lettura scorre veloce e senza intoppi. Alcuni passaggi non sono ben definiti, ci sono alcuni avvenimenti messi lì un po’ a caso e senza grandi circostanze. Trovo anche che il finale sia stato chiuso un po’ troppo in fretta. Per il colpo di scena è necessario aspettare le ultime 35 pagine. Ci sta, ma avrei lasciato un po’ più di spazio.
America passa il 90% del libro a far venire voglia di prenderla a sberle, come il solito. Non prende una decisione, fa la testarda, cambia idea ogni 2 pagine. Non che il Principe non le faccia compagnia, ci sarà un motivo per cui vanno d’accordo quando sono insieme.
Mi sarebbe piaciuto che il personaggio della Regina fosse stato definito meglio, per quel po’ che si riesce a conoscerla, mi è sembrata interessante; lo stesso non si può dire del re. Non l’ho proprio potuto soffrire.
Dopo avere parlato degli altri due libri non mi resta molto da dirvi di questo, come già detto America è sempre la stessa, non cambia e, nonostante sia evidente la sua crescita nel corso dei libri, non posso dire che mi sia piaciuta. Il Principe è adorabile, anche se, pure lui, ha degli alti e dei bassi. Aspen non riesce a stare al suo posto.
Nel corso del libro scopriamo anche dei nuovi aspetti dei carattere di alcune delle ragazze dell’Elite, emergono nuove personalità che finora erano rimaste nascoste o comunque oscurate vuoi dall’ansia della competizione, vuoi dalla chiusura che le ragazze avevano adottato come corazza per ripararsi dalle altre.
Rispetto ai primi due capitoli si comincia a capire qualcosa di più dei ribelli, troppo poco considerando che non se ne sarebbe dovuto più parlare dopo questo libro.
A maggio 2015 uscirà The Heir, il nuovo capitolo della serie. Ho visto su GoodReads che ne è previsto anche un quinto: spero proprio che non degeneri portata dall’entusiasmo del successo.
Finchè si leggono così bene, però, non ho nessuna intenzione di abbandonare la serie. Intanto mi accontento delle varie novelle. Ho infatti scovato ieri The Queen (#0.4), un epilogo a The One reperibile a fatica in internet. Inoltre a marzo uscirà The Favourite (#2.6). Ok, la smetto di dare i numeri e torno a studiare.


Recensione: Someone Like Her di Sandra Owens


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Titolo: Someone Like Her (K2 Team #2)
Autore: Sandra Owens
Editore: Montlake Romance
Disponibile in italiano: No
Goodreads

Known to the K2 Special Services team as Romeo, ex-Navy SEAL Jake Buchanan may spend his downtime living up to his nickname, but there’s one woman who sets his heart racing like no one else can: Maria Kincaid. Unfortunately, his boss – her brother – has made it crystal clear that she’s off-limits. Jake doesn’t do commitment, while Maria is the type of woman who deserves a promise of forever. Yet Maria finds herself drawn to Jake, the man who stares at her with a desire she wishes he’d act on.

Still haunted by her horrific childhood, Maria goes searching for the father she’s never met and stumbles into a nightmarish experience. With her life in grave danger, she reaches out to Jake, her brother’s second-in-command. Jake figures he can help Maria without giving in to temptation. But some things are easier said than done.

 

I received this book as an ARC through Netgalley in exchange for an honest review.

Il primo libro dell’anno è sempre un problema per me, perché ho paura che si riveli una schifezza e mi rovini l’umore solitamente positivo che ho in questo periodo (sempre che non mi si parli di esami, perché in quel caso l’umore diventa nero nero).
“Someone Like Her” è stato una sorpresa piacevole e, shame on me, ho scoperto che fa parte di una serie di cui è il secondo volume più o meno a tre quarti della storia, quando sono andata su GR ad aggiornare lo stato. Da quel poco che ho letto sulla serie, ho capito che è un po’ come la serie di “Ten Tiny Breaths”, in cui ogni libro racconta una storia diversa, anche se legata in qualche modo a quella precedente; ogni libro però è leggibile anche senza aver letto gli altri.

Come detto sopra, il libro mi è piaciuto ed è stata una bella distrazione in questi due giorni in cui vedevo codice C++ ovunque. Jake è un exSEAL (Forze Speciali della Marina) e ora lavora per Logan, il suo vecchio comandante. Sia mai che uno di questi personaggi sia brutto e storpio eh! Jake infatti è bello, atletico, pronto a tutto per proteggere il suo lavoro, il suo capo e Maria, la sorella del capo, da cui è irrimediabilmente attratto. La ragazza però è off-limits, tanto che Logan ha minacciato di licenziarlo e ucciderlo se si dovesse avvicinare alla sorella.

Ovviamente, non avendo letto il primo volume della serie, alcune piccole cose non riuscivo a comprenderle, come il motivo per cui Jake non potesse assolutamente avvicinarsi a Maria, nonostante all’inizio del libro si dica che il giovane abbia una reputazione da don Giovanni.

La storia è piuttosto semplice e molto prevedibile, ma risulta comunque un piacere leggerla. Maria, nel tentativo di scoprire qualcosa in più sul suo passato, finisce nei guai e nel mirino di un uomo che tenterà di tutto per farle del male. È stato interessante vedere fino a che punto l’autrice avesse deciso di estendere questa situazione e come abbia deciso infine di risolverla.

Tornando a parlare dei personaggi, perché di trama non ce n’è poi tanta, Maria è una ragazza che sprizza energia e positività da tutti i pori. Non si fa scoraggiare dall’atteggiamento di Jake, volto a farla allontanare per rispettare gli ordini del capo. Studia legge ed è un piccolo genio informatico, personaggio che io apprezzo sempre moltissimo.
Quando ho letto la trama avevo visto che Maria avrebbe avuto un passato travagliato e avevo storto un po’ il naso, in quanto questi personaggi tendono ad essere piatti, fissati sui problemi che hanno avuto ed incapaci di andare avanti. Maria non è così. Ha avuto una brutta infanzia, ma si è rialzata a testa alta e non si è quasi mai voltata indietro.
Logan, il fratello maggiore di Maria, è iperprotettivo, autoritario, ma anche estremamente dolce sia con la sorella che con la moglie. Ha paura che Jake ferisca Maria e per questo li tiene lontani, ma ho apprezzato come lentamente si apra ad accettare che forse Jake è proprio l’uomo giusto per la sua sorellina.

Ci sono poi personaggi secondari accennati appena che spero di approfondire leggendo i prossimi libri della serie, come Saint o Sugar. Nonostante la trama un po’ banale è un libro da tenere in considerazione per quella giornata in cui si ha voglia di un po’ di dolcezza.
Concludo qui e sono tutta felice perché con questo libro spunto la prima casella della mia Reading Challenge, precisamente la numero 4: Un libro pubblicato quest’anno.