WWW Wednesday #15

Buongiorno lettori!
Kia sta girando allegramente per New York, quindi questo giro lei salta il WWW Wednesday perché non sta riuscendo a leggere. Recupererà al ritorno direi. Io invece continuo molto lentamente con le mie letture. Voi costa state leggendo?

Letto

In lettura

Da leggere

Ho finito Champion e posso dire che la trilogia della Lu mi è piaciuta davvero tanta. Un po’ frettolosa su alcune questioni e un finale molto aperto. Ho scoperto che a ottobre esce il quarto e non posso che esserne super felice. Sto leggendo Maledetta felciità, in uscita oggi per Giunti e per ora mi sta piacendo. Ve ne parlerò presto, quindi continuate a tenere d’occhio blog e social. Penso di leggere Aurora Rising, nuovo libro del duo Kaufman/Kristoff che ci aveva regalato la trilogia Illuminae. Non posso che aspettarmi grandi cose.

WWW Wednesday #14

Buongiorno lettori!
Eccoci con un nuovo WWW Wednesday per raccontarvi dei libri belli che stiamo leggendo. Quali sono le vostre letture in questo periodo?

Letto

In lettura

Da leggere

Non ci siamo mossi di tanto dalla scorsa settimana. Non sto leggendo molto purtroppo e mi ritrovo con troppi libri in corso. Adesso provo a concentrarmi su Champion visto che la trilogia della Lu mi sta prendendo tantissimo e poi vedrò se riesco a finire La bambina nel bosco.

Letto

In lettura

Da leggere

Ho finito Novecento di Alessandro Baricco, un libro particolare ch credo dovrò rileggere un paio di volte per coglierlo appieno. Lo stile dell’autore non mi è spiaciuto per nulla e nemmeno la storia. Al momento sto leggendo Isola di neve di Valentina D’Urbano per la 2019 Ikigai Book Challenge e ri-leggendo Guida galattica per gli autostoppisti per il nuovo #leggiconikigai. Per quanto riguarda la prossima lettura, vuoto assoluto. Avevo previsto Tante stelle qualche nuvola, ma lo ho in cartaceo e, partendo sabato per un viaggio, porterò solo il piccolo Kobo.

Gruppo di Lettura: Champion di Marie Lu | 1° tappa

Buongiorno lettori!
Iniziamo la settimana al meglio con la prima tappa dedicata a Champion, ultimo libro nella trilogia Legend di Marie Lu.
I primi due libri mi sono piaciuti tantissimo e non vedevo l’ora di buttarmi a capofitto nella lettura del terzo.

legend cover
Champion
di Marie Lu
Serie:

Legend [#3]

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Editore:

Piemme

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Pagine:
324
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Uscita:
17 marzo 2015
~
Link:

Amazon

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GoodReads

June e Day hanno rinunciato all’amore che provavano l’una per l’altro per il bene della Repubblica. June è tornata nelle grazie dell’élite, mentre Day ha raggiunto i vertici della gerarchia militare. Ma, per il bene della Repubblica, sono chiamati di nuovo a lavorare fianco a fianco. June dovrà chiedere all’unica persona che ama di sacrificare tutto quello a cui tiene per salvare migliaia di vite sconosciute. Fra colpi di scena e suspense, la trilogia distopica ambientata in un’America divisa fra Colonie e Repubblica arriva al suo gran finale.
 

Libri nella serie:
[#1] Legend
[#2] Prodigy
[#3] Champion

Nei primi capitoli di Champion ci troviamo a circa 8 mesi dalla fine di Prodigy. Day e suo fratello Eden si sono trasferiti a San Francisco per continuare le cure per la malattia di Day e cercando di ritrovare un po’ di normalità. Tutto viene interrotto quando arriva una chiamata di June, che chiede a Day di tornare alla capitale per discutere di una questione importantissima con lei e Anden. Nonostante non si siano sentiti per 8 mesi, Day non riesce a rifiutarle nulla e va a Denver.
Mentre attende l’arrivo di Day, June è costretta a partecipare ai processi contro i traditori dello scorso libro. Scopriamo che Razor è stato condannato a morte e in queste pagine succede lo stesso a Thomas e al Comandante Jameson.
Day arriva e la notizia che Anden ha per lui non gli piace per niente. L’Elector ha infatti bisogno di Eden per trovare la cura alla Piaga che il bambino ha portato ai confini delle Colonie, che sta iniziando a spargersi e a causa della quale le Colonie sono pronte a rinunciare al trattato di pace per entrare in guerra. Day rifiuta, ma si impegna a cercare un’altra soluzione per evitare la guerra imminente.

Commento alla tappa:

Ho divorato queste prime pagine nel giro di massimo venti minuti, super curiosa di continuare la storia di June e Day e vedere dove l’autrice vuole andare a parare. Non mi aspettavo le condanne a morte dei traditori, speravo la Repubblica non continuasse queste situazioni di violenza e si limitasse alla reclusione, ma forse ero troppo ottimista. Non approvo assolutamente la richiesta di Anden verso Day, ma la capisco e spero trovino un’altra soluzione. Ho paura che l’Elector faccia qualche sciocchezza come provare a prendere Eden con la forza. Lì sarebbero davvero guai. June e Day regalano gioie come sempre, anche se ho paura per il futuro di Day, con la sua malattia che continua a progredire. Spero trovino una cura, anche se la morte di Day alla fine del libro dopo aver aiutato a salvare la Repubblica potrebbe quasi essere un finale accettabile.

Vi lascio con il calendario delle tappe e spero la lettura vi stia piacendo!

Concludo qui lasciandovi appuntamento con la prossima tappa sul blog di Ilaria. E se volete commentare le varie tappe vi ricordo che c’è l’evento su Facebook.

Recensione: Ristorante al termine dell’universo di Douglas Adams

Buongiorno lettori. Sto leggendo parecchio e spero di riuscire a starci dietro con le recensioni perché mi piacerebbe raccontarvi di ogni singolo libro letto. Oggi ho scelto Ristorante al termine dell’universo, secondo volume della trilogia in cinque volumi di Douglas Adams: Guida Galattica per gli Autostoppisti.

ristorante al termine dell'universo cover

Ristorante al termine dell’universo
di Douglas Adams
Serie:

Guida galattica per gli autostoppisti

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Editore:

Mondadori

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Pagine:
252

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Uscita:
1984 (in Italia)

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Link:

Amazon

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GoodReads

Una gigantesca autostrada cosmica sta per essere costruita nei pressi del sistema solare. Un’uscita secondaria è prevista vicino a un piccolo pianeta azzurro-verde, abitato da primitive forme di vita intelligente, discendenti dalle scimmie. Un pianeta vecchio e inutile, insomma, che va rimosso. Viene a saperlo Ford Perfect, un alieno in incognito sulla Terra. Che fare? Abbandonare al più presto il pianeta in demolizione alla ricerca di lidi più sicuri. E così, in compagnia dell’amico umano Arthur Dent, dell’ex presidente della galassia Zaphod Beeblebrox, del lunatico androide Marvin e della sensuale profuga Trillian, Ford inizia le sue peregrinazioni attraverso l’universo. Alla ricerca di un ultimo angolo caldo dove poter gustare una buona cena, e dove il cibo “letteralmente” parla. L’irresistibile seguito di Guida galattica per autostoppisti , un capolavoro della science fiction del ventesimo secolo.

 

Libri nella serie:
[#1] Guida galattica per gli autostoppisti
[#2] Ristorante al termine dell’universo
[#3] La vita, l’universo e tutto quanto
[#4] Addio e grazie per tutto il pesce
[#5] Praticamente innocuo

 

Ho letto Guida Galattica per autostoppisti nella primavera di due anni fa; mi ero avvicinata al libro un po’ scettica ma alla fine mi era piaciuto molto. Non so bene per quale motivo, non avevo mai continuato la serie ed ora, finalmente, ho letto il secondo libro.

Ristorante al termine dell’universo riprende esattamente da dove avevamo terminato guida Galattica per gli Autostoppisti.

«Ehi, terrestre, non hai fame?» disse la voce di Zaphod.
«Ehm, be’, sì, ho un certo languorino» rispose Arthur.
«E allora tieniti forte, bello» lo invitò Zaphod. «Andiamo a mangiare un boccone al Ristorante al Termine dell’Universo.»

Zaphod, Arthur ed il resto della compagnia si dirigono al Ristorante al termine dell’universo e lì iniziano le loro avventure del secondo libro.

In questo volume conosciamo meglio Zaphod Beeblebrox e devo dire che nonostante in Guida Galattica non fosse il mio preferito, mi è piaciuto molto questo focus su di lui. Zaphod è un personaggio strambo (Ma va?!), molto pieno di sè ma a modo suo interessante.

Non mancano ovviamente gli altri personaggi conosciuti nel primo volume, d’altronde chi avreste abbandonato tra Marvin, Arthur, Ford e Trillan? La scelta sarebbe stata durissima. I teatrini tra loro sono come sempre esilaranti e l’essere terrestre di Arthur viene esaltato in maniera esponenziale. La sua estraneità ‘alle cose della galassia’, il suo stupore davanti a pianeti, astronavi e avvenimenti vari è sempre divertente e condito dai suoi commenti disarmanti.

Marvin è il migliore, oltre alla depressione si inizia a intravedere quel grande cervello che lui nomina spesso. Risolve problemi con semplicità, annoiandosi e sentendosi sprecato come sempre.

Se in Guida galattica ci eravamo limitati a viaggiare in lungo e in largo per la galassia, in Ristorante al termine dell’universo Arthur (e i lettori) deve fare i conti con i viaggi nel tempo e con tutti i problemi di tempi verbali che ne conseguono [una delle parti in cui ho riso di più in assoluto].

Il problema fondamentale del viaggio nel tempo è, molto semplicemente, un problema di grammatica, e l’opera principale da consultare a questo riguardo è il Manuale dei milleuno tempi grammaticali utili al viaggiatore del tempo, del dottor Dan Streetmentioner. Leggendo questo libro si impara per esempio a descrivere un avvenimento che stava per accaderci in passato, prima che riuscissimo a evitarlo saltando avanti nel tempo di due giorni.
L’evento si può descrivere in modo diverso a seconda che se ne parli dal punto di vista del tempo in cui ci si trova oppure di un altro tempo (passato o futuro), ed è ancora più difficile da descrivere se uno sta conversando durante il viaggio che lo porterà a diventare padre o madre di sé stesso.

Non mancano i momenti di follia fine a sè stessa anche se non rimpiangeremo mai la poesia del prostetnico Vogon Jeltz e nemmeno l’improbabilità che alimenta la Cuore d’Oro.

Anche in questo secondo libro, come in Guida Galattica, ho trovato diversi riferimenti ad oggetti che oggi sono di uso comune, ma che nel 1980 rendevano ancora più fantascientifico il libro. Rimane in assoluto uno dei particolari che mi sconvolgono di più. Insieme a questo particolare, ritorna anche il fatto che il pianeta Terra non sia esattamente elogiato, anzi. Diciamo pure che ci fa una figura molto magra.

Ho letto Ristorante al termine dell’universo già sapendo cosa aspettarmi dallo stile di Douglas Adams, ma tutto il resto era ovviamente una sorpresa. Questo autore riesce infatti a rimanere sempre in equilibrio su una sottile linea che separa il reale dall’assurdo ed è questa la chiave che rende i suoi libri divertenti e leggeri anche se non si è abituati al genere.