Buongiorno!
Se non scrivo questa recensione rischio di perdermi per la seconda volta. Sì, perché avevo già letto L’Allieva circa un annetto fa ma era rimasto da recensire per tempo immemore e quindi poi abbandonato. Approfitto quindi della rilettura in occasione di #AspettandoAliceAllevi per lasciarvi qualche riga.

l'allieva
Titolo: L’allieva (Alice Allevi #1)
Autore: Alessia Gazzola
Editore: Longanesi
Disponibile in italiano:
Goodreads

Alice Allevi è una giovane specializzanda in medicina legale. Ha ancora tanto da imparare e sa di essere un po’ distratta, spesso sbadata. Ma di una cosa è sicura: ama il suo lavoro. Anche se l’istituto in cui lo svolge è un vero e proprio santuario delle umiliazioni. E anche se i suoi superiori non la ritengono tagliata per quel mestiere. Alice resiste a tutto, incoraggiata dall’affetto delle amiche, dalla carica vitale della sua coinquilina giapponese, Yukino, e dal rapporto di stima, spesso non ricambiata, che la lega a Claudio, suo collega e superiore (e forse qualcosa in più). Fino all’omicidio. Per un medico legale, un sopralluogo sulla scena del crimine è routine, un omicidio è parte del lavoro quotidiano. Ma non questa volta. Stavolta, quando Alice entra in quel lussuoso appartamento romano e vede il cadavere della ragazza disteso ai suoi piedi, la testa circondata da un’aureola di sangue, capisce che quello non sarà un caso come gli altri. Perché stavolta conosce la vittima.

 

Premesso che ho già letto tutta la serie ad esclusione dell’ultimo libro appena uscito – Un po’ di follia in primavera – e quindi il mio giudizio sarà un po’ influenzato, proverò a rimanere il più possibile concentrata su questo volume.
Resta comunque che il giudizio non può che essere super positivo: è il libro che mi ha spinta a leggere tutta la serie, quello che mi ha fatto apprezzare lo stile della Gazzola e che mi ha fatto amare (e odiare) i suoi personaggi.

Alice, ormai ve l’ho scritto dappertutto, è una specializzanda in medicina legale che deve essere in qualche modo imparentata con una catastrofe naturale. Qualsiasi cosa faccia riesce a combinare disastri di varia entità. Per questo si ritiene un po’ la pecora nera dell’Istituto soprattutto quando si confronta con le colleghe, Lara, bruttina ma che sa tutto, e Ambra, la reginetta dell’Istituto.
Sicuramente la professoressa Boschi, conosciuta come la Wally, e il prof Malcomess, il Supremo, che non la ritengono decisamente all’altezza non aiutano la sua autostima.

Il libro fa parte di quelli che vengono chiamati ‘gialli rosa’, sì, non sono impazzita. Sono quei gialli con vicende amorose di fondo.
Partiamo dal giallo. Fin dal principio Alice si trova a fare i conti con una vittima, una ragazza trovata morta nel suo lussuoso appartamento che però è diversa dalle altre: Alice l’ha conosciuta il giorno prima mentre provava dei vestiti in un negozio. Questa coincidenza porta la nostra dottoressa a prendere particolarmente a cuore le indagini, forse fin troppo. Questo la porta a conoscere l’ispettore Calligaris, personaggio che si conosce meglio nei libri successivi e che personalmente adoro. Rileggendo questo libro trovo che il suo personaggio qui sia un po’ sottotono, che non abbia tutto il potenziale che avrà poi negli altri volumi della serie. La collaborazione tra Alice e Calligaris comincia già ad emergere rendendo evidente la gioia con cui Alice sguazza in questo ruolo. E devo dirvelo, io ce la vedo davvero bene, forse meglio che a fare autopsie.
Poi c’è la parte rosa, quella romantica. La parte di romanzo che fa da sfondo – e non solo – al giallo, quella che riguarda la vita di Alice. Lei e i suoi dubbi, CC – il nostro adorato Conforti – da una parte e Arthur – oh, Arthur – dall’altro. In realtà non penso di essere in grado di scegliere, ad ogni capitolo i comportamenti dei due fanno cambiare idea e a mettersi nei panni di Alice viene automaticamente da mettersi le mani nei capelli al posto suo.

Quando si soffre per amore, si piange per uno o due giorni interi. Non si fa più nient’altro, non si mangia e non si studia. Si piange e basta. E però poi si ricomincia, e non ci si pensa più.

E vogliamo parlare di Yukino? Nel corso dei libri conosciamo diversi personaggi, che sono sì secondari ma che sono particolarmente importanti per la trama e per la vita di Alice. Ma la migliore resta appunto Yuki, la coinquilina giapponese di Alice. Adorabile. Quando chiede ad Alice di guardare serie tv con lei, quando la prega dicendo ‘Ti pecoro’. Come si fa a non volerle bene?

“Andiamo al cinema stasera?”
“Più tardi ne riparliamo, ok?”
“Tu non ridi da settimane. Non è normale.”
“Non ho motivi per ridere né per sorridere, Yuki.”
Yukino nega tenacemente, scuotendo il capo. “In Giappone si dice: non sorridiamo perché qualcosa di buono è successo, ma qualcosa di buono succederà perché sorridiamo.”

Concludendo, L’allieva di Alessia Gazzola è solo l’inizio di una serie di libri che ho adorato e che spero mi possa regalare ancora molto, sia sul lato giallo che su quello rosa.

rating 4

kiafirma

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