3.5 cupcakes

Blog Tour: Rebounding by Shanna Clayton

ReboundingBlitzBanner

È passato tanto – forse troppo – tempo dall’ultima recensione che ho scritto. Ripensandoci, è passato parecchio tempo da quando ho finito l’ultimo libro in tempi umani. Maledetta sessione: per fortuna inizio a intravedere la fine.
Resta il fatto che oggi mi ritrovo con la mia prima recensione da scrivere per un Blog Tour e con un rinnovato e potenziato panico da pagina bianca.
Lasciando da parte le cose negative, avete letto bene: dopo aver avuto l’onore di ospitare il Cover Reveal di questo libro – Rebounding di Shanna Clayton – ho avuto anche la fortuna di essere selezionata per il Blog Tour e ricevere il libro.

Per partecipare al Blog Tour mi è stato chiesto di scrivere la recensione in inglese. Quindi un grazie particolare all’Anna che si è data alla traduzione, altrimenti ci avrei passato la notte. Dopo quella in lingua, comunque, potete trovare la recensione in italiano.

Qui, inoltre, potete trovare il calendario delle altre tappe.

In fondo al post trovate anche un Giveaway per vincere una GiftCard Amazon da 25$.

Rebounding
Title: Rebounding
Author: Shanna Clayton
Publication date: June 15th 2015
Goodreads
Amazon

Goodbye.

Charlotte Hart will do anything to escape the life she once adored, even if that means moving in with a mysterious guy from her past.

Hello.

When the girl who saved Max Archer’s life shows up on his doorstep, he knows he can’t turn her away.
Neither of them can let go of their pasts. Both of them are living a lie. If they can’t figure out how to rebound, they’re destined to crash and burn.

 

us I want to thank XPresso Book Tours for giving me the opportunity to read this book in exchange for my honest opinion.

I needed to read a few chapters in order to be involved into the story, maybe because of the temporal gap between the first and the second chapter. In the first one, a girl named Charlotte, who is on holiday in Miami, saves a guy (Max) from an aggression. The day after they part with Char saying to Max that he does not have to repay her for saving his life and that there will be a chance in the future to pay off the debt.

Charlotte is the typical american girl you can find in tv series and books. She is one of those girls who is not just beautiful, but also intelligent, admired by everybody and with a social life that many can just dream of. Obviously, she also has a gorgeous boyfriend, Miles. They have been together for ages and they were bonded by a deep friendship since childhood.

The second chapter is set two years after the incident told in the first chapter, precisely when Miles breaks up with Charlotte. This is where the real story begins: she decides to leave everything and run away without telling anyone. Her idea is to finish the last college’s semester attending the courses online and find a job to start a life. But she needs a concrete support and that is when we meet Max again.
Max is a extravagant character, tormented and solitary. As we keep going with the story, we discover more things about his life. The way the events concerning his life are presented to us is very effective and makes us realize how he feels, his emotions and the confusion that relationships cause to him.That is why he is still trapped in his past: he is looking for revenge instead of living the present.

“You make me want a life that’s easy and light and carefree. I thought if I had those things, I’d give up on my past; it’d be like saying what happened was okay, and I’d stop trying to get justice.”
“You deserved those things, Max. I realize that Garcia took the life you were supposed to have, but you’re letting him steal this one too. He doesn’t deserve to have that much power over you.”

Even if the attraction between the two is obvious from the very beginning, it is also clear that it will be hard to build any kind of relationship. Max is not able to listen to his heart because of his past wounds and his behaviour definitely does not help Char to understand what to do or say. The ending of the story is pretty predictable, but I really appreciated how the author has developped the story, analyzing the points of view of both Charlotte and Max. She also does not forget to insert secondary characters with a original personality and importance.

“He presses against me, and I feel like there’s more of a chance of drowning in him than in the ocean.”

The only critique that I can do is that the final is too hurried, and too easy. But it is also the typical cliché of romantic novels so we cannot pretend something more sophisticated.

Last but not least, I really liked the way this book was written. I picked it as one of the english books I planned to read this year and that is how it went. I will be honest, I did not have many problems to read it in language and this fact probaly makes me appreciate it even more.
Moreover, the story is narrated alternatively from the point of view of Charlotte and Max and I really liked this structure.

All things considered, I think the book is enjoyable because of the way it’s written and because you can relate to the characters. My advice? Read it!

Here you can find the Blog Tour’s schedule.
rating 3.5

divisore dx

it Ringrazio quindi XPresso Book Tours per avermi dato la possibilità di leggere questo libro in cambio della mia onesta opinione.

Veniamo al dunque.
Ho dovuto leggere qualche capitolo per essere completamente presa dalla storia, probabilmente a causa dello stacco temporale tra i primi due capitoli. Nel primo scopriamo che una ragazza di nome Charlotte, in vacanza a Miami, salva da un’aggressione un ragazzo di nome Max. I due si salutano il giorno successivo con Char che dice a Max di non volere nulla per avergli salvato la vita e che, prima o poi, arriverà l’occasione per sdebitarsi.

Charlotte è la tipica ragazza americana protagonista di libri e telefilm, una di quelle ragazze che oltre ad essere belle sono anche intelligenti, adorate da tutti e con una vita sociale che molti sognano da lontano. Ovviamente, ha anche un bellissimo ragazzo, Miles, che però la lascia.

Il secondo capitolo ci catapulta due anni avanti.

É qui che inizia la vera storia, Charlotte, abbandonata dal ragazzo con cui stava da anni e con il quale aveva un rapporto di profonda amicizia fin dall’infanzia, decide di abbandonare tutto il suo mondo e scappare senza dire nulla a nessuno. La sua idea è quella di terminare l’ultimo semestre del college seguendo le lezioni online e trovare un lavoro che le permetta di costruirsi una vita. Momentaneamente, però, ha bisogno di un punto di appoggio: è qui che rientra in gioco Max.

Max è un personaggio strano, tormentato e asociale. Mano a mano che andiamo avanti nel libro ci viene raccontata la sua storia. Il modo in cui questa viene raccontata – sotto forma di stralci di pensieri di Max, pagine di un suo diario e ricerche on-line di Char – rende, secondo me, l’idea di come si sente Max, dei suoi sentimenti a riguardo e della confusione che prova nel rapportarsi agli altri. Questo perché è ancora intrappolato nel suo passato, cerca un modo di vendicarsi di quello che gli è stato fatto piuttosto che pensare a vivere il presente.

“You make me want a life that’s easy and light and carefree. I thought if I had those things, I’d give up on my past; it’d be like saying what happened was okay, and I’d stop trying to get justice.”
“You deserved those things, Max. I realize that Garcia took the life you were supposed to have, but you’re letting him steal this one too. He doesn’t deserve to have that much power over you.”

Se fin da subito è palese l’attrazione tra i due, è altrettanto evidente che una relazione – di qualsiasi – tipo sarà difficile. Max ha serie difficoltà nel mettere in gioco il proprio cuore a causa della sua storia e i suoi comportamenti non aiutano sicuramente Char a capire cosa fare e cosa dire. Il ‘come andrà a finire’ è abbastanza scontato, ma ho apprezzato come l’autrice ha sviluppato la storia, analizzando i punti di vista di entrambi i personaggi e inserendo alcuni protagonisti secondari con una loro personalità e importanza.

“He presses against me, and I feel like there’s more of a chance of drowning in him than in the ocean.”

Punto a sfavore è il finale un po’ troppo affrettato, in un certo senso troppo facile.
C’è anche da dire che se ci piacciono i romanzi rosa e li vogliamo sia brevi che con il lieto fine, non possiamo aspettarci che la trama sia particolarmente complessa.

Last but not least, almeno dal mio punto di vista, è il modo in cui questo libro è scritto. Avevo detto che questo sarebbe stato tra i libri letti in lingua di quest’anno e così è stato. Sarò sincera, non ho trovato problemi nel leggerlo in inglese e questo aspetto me lo ha forse fatto apprezzare ancora di più.
Inoltre la storia si sviluppa con un capitolo dal punto di vista di lui e uno da quello di lei, una struttura che a me piace molto.

Per farla breve, i personaggi sono in grado di farsi voler bene e la lettura è molto scorrevole e piacevole. Un consiglio? Leggetelo!

rating 3.5

ga

a Rafflecopter giveaway

kia firma

Recensione: La teoria del tutto di James Marsh

Ciao a tutti! Questa settimana non è iniziata nel migliore dei modi quindi chiedo scusa se non ho pubblicato. Abbiate pazienza, sono davvero presa con le bombe (che per chi non sapesse cosa vuol dire, significa che sono incasinata). Detto ciò settimana scorsa ho visto questo film recente che forse avete già avuto occasione di vedere: “La teoria del tutto”.

la teoria del tutto
Titolo: La teoria del tutto
Titolo originale: The theory of everything
Regia: James Marsh
Anno: 2014
Durata: 123 min
IMDB

La teoria del tutto racconta la storia del più grande e celebrato fisico della nostra epoca, Stephen Hawking, e di Jane Wilde, la studentessa di Arte di cui si è innamorato mentre studiavano insieme a Cambridge negli anni 60.

Quello che mi ha veramente incuriosito del film era sapere un po’ di più sulla vita di questo scienziato. La storia è romanzata, forse per alcuni un po’ troppo, ma a me onestamente non è dispiaciuta. Assistere alla rappresentazione della sua vita è stato molto interessante. L’attore che ha interpretato Stephen Hawking è stato davvero bravo nel riprodurre i vari stati della malattia degenerativa, tanto che quest’interpretazione gli è valsa l’Oscar.

Quello che mi ha colpito è stato vedere come Hawking sia passato da studente normale a scienziato di fama internazionale e costretto a comunicare attraverso un computer. Ma se è arrivato fino a dove si trova oggi è anche grazie a colei che è stata sua moglie per molto tempo, che nonostante la malattia l’ha sempre sostenuto e spronato a non arrendersi alle difficoltà che si presentavano. Ed effettivamente lui c’è riuscito, nonostante ormai possa muovere solo pochi muscoli, continua la sua ricerca per quanto riguarda le teorie sulla nascita dell’universo.

Spesso quando vediamo queste storie, rimaniamo stupiti dalla forza di volontà di questi personaggi e in un certo qual modo li sentiamo distanti da noi, ma posso dire che, in certo modo, questo non è propriamente vero. È un essere umano come noi, magari con un patrimonio di conoscenze scientifiche più ampio, ma comunque una persona con coraggio, paura e debolezze. Forse questo aspetto nel film non si è stato messo in risalto perché il regista ha voluto dare più importanza alla malattia e al ruolo chiave della moglie, ma ogni tanto assistiamo a dei momenti di crisi che fanno vedere come non sia stato un percorso semplice e roseo.

Il film si concentra più sul rapporto tra Hawking e Jane che sulle sue ricerche e teorie elaborate nella sua carriera. Mi dispiace deludere chi si aspetta grandi discorsi sui massimi sistemi, ma ci sono solo un paio di scene in cui si parla di fisica pura e cruda. Detto questo, il film sicuramente merita una visione per la brillante interpretazione dei due protagonisti.

rating 3.5
anna firma

Recensione: Yoshino’s barber shop di Naoko Ogigami

Buondì a tutti! Pardon se oggi sono un po’ in ritardo con la recensione. Dovevo scriverla ieri sera, ma ho iniziato un nuovo manga e mi sono persa via, sorry. Dopo film coreani e cinesi, finalmente è l’occasione giusta per raccontarvi di questo film giapponese: “Yoshino’s Barber shop”.

yoshino's barber shop
Titolo inglese: Yoshino’s Barber Shop
Titolo originale: Barber Yoshino
Regia: Naoko Ogigami
Anno: 2004
Durata: 96 min
IMDB

Nel piccolo villaggio di Kaminoe la vita degli abitanti scorre serena e un altra generazione di bambini si esercita per celebrare la festa shintoista della divinità della montagna. L’arrivo di un bambino di Tokyo alla scuola elementare, Yasuke Sakagami, turberà la pacifica e monotona quotidianità della piccola comunità, innescando una piccola rivoluzione che tenterà di cancellare l’obbligo imposto a tutti i bambini maschi del villaggio di portare i capelli “Yoshino-gari”, ovvero col taglio a caschetto detto Yoshino.

Nel piccolo villaggio di Kaminoe la vita degli abitanti scorre serena e un altra generazione di bambini si esercita per celebrare la festa shintoista della divinità della montagna. L’arrivo di un bambino di Tokyo alla scuola elementare, Yasuke Sakagami, turberà la pacifica e monotona quotidianità della piccola comunità, innescando una piccola rivoluzione che tenterà di cancellare l’obbligo imposto a tutti i bambini maschi del villaggio di portare i capelli “Yoshino-gari”, ovvero col taglio a caschetto detto Yoshino.

Qual è il nucleo del film? Tutto si concentra attorno al taglio alla Yoshino. Per tradizione infatti, tutti i ragazzini maschi del paese devono obbligatoriamente portare questo taglio a caschetto (mettendo una scodella in testa e tagliando lungo il bordo, otterrete lo stesso effetto). Questa acconciatura è una profonda tradizione e simbolo del villaggio ma, nonostante il taglio sia vagamente ridicolo, vedere tutti questi bambini con questo buffi capelli mette davvero di buon umore. La signora Yoshiko è l’unica parrucchiera del villaggio ed è lei che si assicura che tutti i bambini abbiano il taglio Yoshino.

Ma, come ogni film che si rispetti, la minaccia di un pericolo sopraggiunge anche in questo paesino sperduto. Nella scuola arriva un nuovo studente da Tokyo: Yosuke. Tutto sembra andare per il verso giusto fino a quando Yosuke rifiuta a tutti i costi di farsi fare il taglio alla Yoshino. Provenendo da una grande città è abituato a portare i capelli come vuole lui, ma la signora Yoshiko tenta in tutti i modi di tagliarglieli. Lo spirito di indipendenza di Yosuke contagia un gruppetto di suoi compagni, tra i quali c’è il figlio della parrucchiera, Keita. Nonostante la diffidenza iniziale, sempre per via dei capelli, alla fine Keita e i suoi amici accettano Yosuke e insieme tentano di ribellarsi alla tradizione del taglio Yoshino.

img

Seguire questi ragazzini nella loro impresa di ribellarsi al taglio a caschetto è stato davvero divertente. Stanchi di essere presi in giro dai bambini degli altri paesi e volendo essere più “cool”, cercano di ottenere il diritto di portare i capelli come vogliono loro. Chi più di tutti soffre di questo fatto è la signora Yoshiko, che non accetta queste sovversioni (soprattutto dal figlio) perché ha paura del cambiamento. Ma dietro quest’apparenza dura e rigida (il pensiero di avere una mamma così mi mette un po’ d’ansia) si nasconde una madre amorevole e premurosa. Tutti i bambini infatti, andando a scuola si fermano a salutarla e tutti la chiamano familiarmente “zia”.

Questo film ti cattura e ti trascina in una realtà parallela – sembra infatti che loro vivano in un altro mondo. Una delle scene che più mi è rimasta impressa è all’inizio, quando i bambini maschi con il loro taglio a funghetto e le tuniche bianche, cantano l’Halleluja del Messiah di Handel in onore al dio della montagna. Una scena del tutto surreale che ti fa capire fin da subito che la storia che stai per vedere ti lascierà senza parole.

Gli eventi vengono raccontati con quella calma che si può respirare nel paesino (almeno all’inizio) e la scelta delle musiche è davvero curiosa. Il vero motivo per cui mi è piaciuto questo film, però, sono i bambini (soprattutto quelli paffutelli) con questo taglietto: li trovo adorabili.

img
So che vi starete chiedendo se alla fine Keita, Yosuke e i loro amichetti riescono a far valere i diritti sui loro capelli, ma sappiate che la signora Yoshiko non è una persona che si arrende facilmente. Quindi il mio unico consiglio è di guardare il film e vi auguro quindi buona visione 🙂

rating 3.5
anna firma

Recensione: La locanda della felicità di Yimou Zhang

Buongiorno a tutti! Ultimamente, causa studio, il tempo scarseggia sempre e quindi questa recensione nasce durante un viaggio in macchina. Sono però sempre felice di potervi raccontare qualcosa riguardo i film che vedo. Quello di questa settimana fa parte di quella serie di film asiatici che una mia amica mi ha consigliato di vedere. Se un po’ di tempo fa ne avevorecensito uno coreano, oggi invece ve ne propongo uno cinese: “La locanda della felicità”.

la locanda della felicità
Titolo: La locanda della felicità
Titolo originale: Xing fu shi guang
Regia: Yimou Zhang
Anno: 2000
Durata: 102 min
IMDB

Nel corso della sua vita Zhao, pensionato povero, non ha mai avuto molta fortuna con le donne. Poi un giorno incontra una vedova che attrae la sua attenzione. Per non farsi lasciare un’altra volta le fa credere di essere ricco. Ma i problemi vengono a galla quando la donna inizia a parlare di matrimonio. Alla consueta richiesta di denaro tutti gli amici di Zhao scappano. A Li invece viene un’idea: rimettere in sesto un vecchio autobus, ribattezzarlo “La locanda della felicità” e ospitare a pagamento coppiette in cerca di intimità.

 

È un film semplice, che vuole raccontare una vicenda quotidiana che coinvolge una serie di personaggi alquanto bizzarri. Zhao, uno squattrinato alla disperata ricerca di una moglie, dopo vari tentativi con donne magre miseramente falliti, decide di frequentarsi con una matrona molto in carne, nella speranza che questa volta vada meglio. Ma, ovviamente, le donne vanno corteggiate e, senza soldi, il nostro protagonista non può fare molto. Insieme ad un amico decidono quindi di aprire la locanda della felicità. Rimettono a posto un vecchio autobus abbandonato in un parchetto, dove le coppiette possono trovare uno spazio per loro.

Grazie a questa idea, la storia sembra procedere per il meglio (lui in realtà le racconta un mondo di frottole per riuscire a conquistarla) e la donna lo invita a cena da lei per fargli conoscere suo figlio. Se arrivati a questo punto del film trovate insopportabile lei, vi avviso che non è nulla se paragonata con il suo “adorato bambino”. Questo perché il suddetto bambino è un ciccione scortese e viziato che non ha rispetto per gli altri. Ma, oltre a lui, scopriamo esserci una ragazza, acquisita dal matrimonio precedente. La cosa che fa male, è vedere la signora e il figlioletto approfittarsi di lei e maltrattarla perché è cieca. Per darle una mano, Zhao si “offre volontariamente” di darle impiego presso il suo hotel (la locanda intendiamoci).

Niente però va nel verso giusto e, quando lui perde tutto, si ritrova a dover mantenere questa ragazza. Da qui in poi capiamo che, in fondo, Zhao è una persona dal cuore grande, perché fa di tutto per prendersi cura della ragazza con l’aiuto dei suoi amici. Le dà un tetto, le compra un vestito nuovo e le crea una sala dove le fa credere di poter accogliere gli ospiti dell’hotel. Lei invece è così dolce e tenera che non si può fare a meno di volerle bene.

Il film è una specie di tragicomica, nel senso che ci sono molti momenti esilaranti, ma la risata ha spesso un retrogusto amaro. Ciò su cui il regista vuole focalizzare la nostra attenzione, non è tanto questa fantomatica storia d’amore assurda e fin da subito senza speranza, ma quanto un amore incondizionato può cambiare la tua vita inaspettatamente. Infatti, assistiamo ad un profondo cambiamento che sconvolge il protagonista, da persona irresponsabile e trascurata a una sorte di padre premuroso.

Ho un debole per i film in cui si raccontano storie assurde e problematiche dove i buoni sentimenti vengono messi in risalto, come appunto avviene in questo. Ma questi buoni sentimenti riceveranno il loro meritato happy ending o no? Causa la nostra politica anti-spoiler non posso rivelarvi niente, posso solo dirvi che il finale forse vi turberà un po’, ma secondo me ci sta.

rating 3.5

anna firma