3 cupcakes

Recensione: Someone Like Her di Sandra Owens


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Titolo: Someone Like Her (K2 Team #2)
Autore: Sandra Owens
Editore: Montlake Romance
Disponibile in italiano: No
Goodreads

Known to the K2 Special Services team as Romeo, ex-Navy SEAL Jake Buchanan may spend his downtime living up to his nickname, but there’s one woman who sets his heart racing like no one else can: Maria Kincaid. Unfortunately, his boss – her brother – has made it crystal clear that she’s off-limits. Jake doesn’t do commitment, while Maria is the type of woman who deserves a promise of forever. Yet Maria finds herself drawn to Jake, the man who stares at her with a desire she wishes he’d act on.

Still haunted by her horrific childhood, Maria goes searching for the father she’s never met and stumbles into a nightmarish experience. With her life in grave danger, she reaches out to Jake, her brother’s second-in-command. Jake figures he can help Maria without giving in to temptation. But some things are easier said than done.

 

I received this book as an ARC through Netgalley in exchange for an honest review.

Il primo libro dell’anno è sempre un problema per me, perché ho paura che si riveli una schifezza e mi rovini l’umore solitamente positivo che ho in questo periodo (sempre che non mi si parli di esami, perché in quel caso l’umore diventa nero nero).
“Someone Like Her” è stato una sorpresa piacevole e, shame on me, ho scoperto che fa parte di una serie di cui è il secondo volume più o meno a tre quarti della storia, quando sono andata su GR ad aggiornare lo stato. Da quel poco che ho letto sulla serie, ho capito che è un po’ come la serie di “Ten Tiny Breaths”, in cui ogni libro racconta una storia diversa, anche se legata in qualche modo a quella precedente; ogni libro però è leggibile anche senza aver letto gli altri.

Come detto sopra, il libro mi è piaciuto ed è stata una bella distrazione in questi due giorni in cui vedevo codice C++ ovunque. Jake è un exSEAL (Forze Speciali della Marina) e ora lavora per Logan, il suo vecchio comandante. Sia mai che uno di questi personaggi sia brutto e storpio eh! Jake infatti è bello, atletico, pronto a tutto per proteggere il suo lavoro, il suo capo e Maria, la sorella del capo, da cui è irrimediabilmente attratto. La ragazza però è off-limits, tanto che Logan ha minacciato di licenziarlo e ucciderlo se si dovesse avvicinare alla sorella.

Ovviamente, non avendo letto il primo volume della serie, alcune piccole cose non riuscivo a comprenderle, come il motivo per cui Jake non potesse assolutamente avvicinarsi a Maria, nonostante all’inizio del libro si dica che il giovane abbia una reputazione da don Giovanni.

La storia è piuttosto semplice e molto prevedibile, ma risulta comunque un piacere leggerla. Maria, nel tentativo di scoprire qualcosa in più sul suo passato, finisce nei guai e nel mirino di un uomo che tenterà di tutto per farle del male. È stato interessante vedere fino a che punto l’autrice avesse deciso di estendere questa situazione e come abbia deciso infine di risolverla.

Tornando a parlare dei personaggi, perché di trama non ce n’è poi tanta, Maria è una ragazza che sprizza energia e positività da tutti i pori. Non si fa scoraggiare dall’atteggiamento di Jake, volto a farla allontanare per rispettare gli ordini del capo. Studia legge ed è un piccolo genio informatico, personaggio che io apprezzo sempre moltissimo.
Quando ho letto la trama avevo visto che Maria avrebbe avuto un passato travagliato e avevo storto un po’ il naso, in quanto questi personaggi tendono ad essere piatti, fissati sui problemi che hanno avuto ed incapaci di andare avanti. Maria non è così. Ha avuto una brutta infanzia, ma si è rialzata a testa alta e non si è quasi mai voltata indietro.
Logan, il fratello maggiore di Maria, è iperprotettivo, autoritario, ma anche estremamente dolce sia con la sorella che con la moglie. Ha paura che Jake ferisca Maria e per questo li tiene lontani, ma ho apprezzato come lentamente si apra ad accettare che forse Jake è proprio l’uomo giusto per la sua sorellina.

Ci sono poi personaggi secondari accennati appena che spero di approfondire leggendo i prossimi libri della serie, come Saint o Sugar. Nonostante la trama un po’ banale è un libro da tenere in considerazione per quella giornata in cui si ha voglia di un po’ di dolcezza.
Concludo qui e sono tutta felice perché con questo libro spunto la prima casella della mia Reading Challenge, precisamente la numero 4: Un libro pubblicato quest’anno.


Recensione: The Elite di Kiera Cass

Ciao a tutti! Per prima cosa mi scuso per l’assenza infinita. Diciamo che gli esami – e lo stress causato dalla sessione invernale – hanno avuto la meglio. Aggiungiamoci pure la lettura di Trentatrè che mi ha distrutta mentalmente e fisicamente. Resta però che non riesco a stare senza leggere, nemmeno quando devo studiare tutto il giorno. In quei casi mi serve un libretto non impegnativo e in italiano, proprio per scaricarmi quando inizio a delitrare. Ho quindi deciso di continuare con una delle serie iniziate, optando per The Elite – il secondo libro della serie The Selection – di Kiera Cass.

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Titolo: The Elite (The Selection #2)
Autore: Kiera Cass
Editore: Sperling & Kupfer
Disponibile in italiano:
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Trentacinque ragazze. Così era cominciata la Selezione. Un reality show che, per molte, rappresentava l’unica possibilità di trovare finalmente la via di uscita da un’esistenza di miseria. L’occasione di una vita. L’opportunità di sposare il principe Maxon e conquistare la corona. Ma ora, dopo le prime, durissime prove, a Palazzo sono rimaste soltanto sei aspiranti: l’Elite. America Singer è la favorita, eppure non è felice. Il suo cuore, infatti, è diviso tra l’amore per il regale e bellissimo Maxon e quello per il suo amico di sempre, Aspen, semplice guardia a Palazzo. E più America si avvicina al traguardo più è confusa. Maxon le sa regalare momenti di pura magia e romanticismo che la lasciano senza fiato. Con lui, America potrebbe vivere la favola che ha sempre desiderato. Ma è davvero ciò che vuole? Perché allora ogni volta che rivede Aspen si sente trascinare dalla nostalgia per la vita che avevano sognato insieme? America ha un disperato bisogno di tempo per riflettere. Mentre lei è tormentata dai dubbi, il resto dell’Elite però sa esattamente ciò che vuole e America rischia così di vedersi scivolare via dalle dita la possibilità di scegliere… Perché nel frattempo la Selezione continua, più feroce e spietata che mai.

 

Sostanzialmente, nella trama, è raccontato tutto il libro. Ci aggiungo una cosa, America è insopportabile. Non so se sono io che ultimamente faccio fatica ad entrare in sintonia con i personaggi femminili dei libri che leggo – escludiamo Grace di Trentatrè, per favore – o se sto proprio cercando col lanternino i libri cha hanno protagoniste senza un carattere definito. America è a palazzo, ha la benevolenza di tutti eppure non riesce a prendere una decisione. Continua a pensare a Aspen che, detto tra noi, mi sembra un filo troppo possessivo. Si limita a denigrare tutto ciò che ha a vedere con la possibile vita a Palazzo, compresa America, quando gli chiede se la vedrebbe come principessa.
Maxon nel primo libro mi era piaciuto, qui fa un po’ troppo il bambinone: ‘Tu non mi vuoi? Io vado con le altre ragazze e ti ignoro così tu ti ingelosisci e torni da me’. Tutto sommato resta ancoratra i personaggi a cui voler bene.
Chi si prende il primato e vince come personaggio migliore, secondo me, è il padre di America. Lui che con la sua calma e le sue riflessioni riesce sempre ad avere una buona parola per tutti. Con le sue lettere riesce a dare una mano a America che altrimenti comincerebbe a sbattere la testa nei muri definitivamente. Le è sempre vicino, prova ad aiutarla in ogni situazione ed è pronto ad accettare qualsiasi cosa per il bene di sua figlia.
Ma veniamo alla spina nel fianco: America. Su forza, non si può stare perennemente – scusatemi il francesismo – con il culo su due sedie. Ok la confusione, ok i cambiamenti improvvisi, ok la paura di non farcela una volta principessa, ok che la serie in qualche modo deve andare avanti, ma così no. Non può cambiare idea ogni cinque minuti.
Detto questo torno a studiare, leggerò il terzo a breve, sono curiosa di vedere cosa decide America e cosa c’entrano i ribelli, non possono essere lì a caso. E soprattutto la lettura è piacevole e scorre bene, senza particolare impegno. Se i cupcakes che ho dato a questo libro vi sembrano pochi, prendetevela con America. In realtà non ho nulla contro il libro in sè.


Recensione: Infinity + One di Amy Harmon

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Titolo: Infinity + One
Autore: Amy Harmon
Editore: Self
Disponibile in italiano: No
Goodreads

When two unlikely allies become two unwitting outlaws, will two unforgettable lovers defy unbeatable odds? Bonnie Rae Shelby is a superstar. She’s rich. She’s beautiful. She’s impossibly famous. And Bonnie Rae Shelby wants to die. Finn Clyde is a nobody. He’s broken. He’s brilliant. He’s impossibly cynical. And all he wants is a chance at life.
One girl. One boy. An act of compassion. A bizarre set of circumstances. And a choice – turn your head and walk away, or reach out your hand and risk it all? With that choice, the clock starts ticking on a man with a past and a girl who can’t face the future, counting down the seconds in an adventure riddled with heartbreak and humor, misunderstanding and revelation. With the world against them, two very different people take a journey that will not only change their lives, but may cost them their lives as well.
Infinity + One is a tale of shooting stars and fame and fortune, of gilded cages and iron bars, of finding a friend behind a stranger’s face, and discovering love in the oddest of places.

Avete presente quei libri che si leggono tutto d’un fiato, ma che una volta terminati non vi lasciano molto? Questo è uno di quelli. É il secondo libro della Harmon che leggo e dopo “Making Faces”, mi aspettavo qualcosa di più.
Quando scrivo non so mai da dove partire: da quello che mi è paiciuto, da quello che non mi è piaciuto, dai personaggi o da altro e quindi vado a caso.
Adoro le storie d’amore “On the road” e questo libro regala proprio questo. Bonnie e Finn iniziano un viaggio insieme attraverso l’America e mi è piaciuto il loro conoscersi ogni giorno di più, il fidarsi quasi istantaneamente dell’altro, il volersi proteggere a tutti i costi. Bonnie è una ragazza vivace, sarcastica, in alcuni punti irritante, ma soprattutto, sola. Finn è il suo opposto, calmo, calcolatore, razionale. Cosa unisce i due personaggi? L’aver vissuto vissuto la stessa tragedia.
Questo è il punto in cui ho iniziato a storcere il naso. Ora, è possibile che due persone abbiano un passato simile, qualcosa di tragico che li porti ad avvinarsi, ma quello che accade in Infinity+One è, secondo me, una coincidenza troppo forzata. In generale, tutto il libro è un insieme di coincidenze e scelte narrative forzate al limite dell’inverosimile. Considerando che è un romanzo romantico, posso arrivare a capire l’innamoramento lampo tra i due, posso anche accettare il voler giocare con i loro nomi per rivisitare la famosa storia dei due criminali Bonnie e Clyde, ma non riesco a comprendere il modo in cui i due decidono di affrontare una situazione che si presenta quasi immediatamente e che li accompagna fino alla fine.
Tornando ai personaggi giusto per un momento, mi sono piaciuti tutti i riferimenti matematici presenti nel libro. Finn ama la matematica, la ritrova in ogni cosa ed è bello leggere di come Bonnie lo spinga a spiegarle teoremi e teorie, nonostante lei non capisca nulla. Gli permette di essere sè stesso senza giudicarlo, apprezzandolo e basta.

“What’s infinity plus one?” I interrupted Katy, asking Finn my own question.

“It’s still infinit.” Finn said, sighing.

“Wrong. It’s two.”

Mi è piaciuta la scelta dei POV, in prima persona per Bonnie e in terza per Finn. L’autrice riesce a rendere i sentimenti e le emozioni di entrambi in maniera perfetta. É un libro con alti e bassi, passaggi che possono piacere o non piacere, ma se avete voglia di un romanzo veloce o se amate le storie “on the road” e gli innamoramenti lampo, dategli una possibilità.


Recensione: Il Gladiatore di Ridley Scott

Ciao a tutti! Il film di oggi è “Il Gladiatore”. Chi conosce un po’ i miei gusti in fatto di film, sa che non mi piacciono granchè quelli ambientati nell’antichità o nel Medioevo. Quindi fino ad ora non avevo mai visto questo film, ma, come mi è stato fatto notare dai miei compagni, era scandaloso che io non lo avessi ancora guardato. L’altra sera finalmente mi sono decisa a portare a termine questo mio ‘dovere’.


  • Titolo: Il Gladiatore
  • Titolo originale: Gladiator
  • Regia: Ridley Scott
  • Anno: 2000
  • Durata: 171 min
  • IMDB


Per chi ancora non l’avesse visto, il film narra delle eroiche peripezie di Massimo Decimo Meridio, generale romano di origine ispanica. Quando Commodo (161-192), succeduto al padre Marco Aurelio (121-180), lo arresta e fa massacrare la moglie e il figlio, lui diventa schiavo e poi gladiatore e idolo della folla, finché, nel Colosseo, combatte contro l’Imperatore.

A tre settimane da oggi, io mieterò il mio raccolto. Immaginate dove vorrete essere, perché così sarà! Serrate i ranghi! Seguitemi! Se vi ritroverete soli, a cavalcare su verdi praterie col sole sulla faccia, non preoccupatevi troppo, perché sarete nei campi Elisi, e sarete già morti! Fratelli! Ciò che facciamo in vita, riecheggia nell’eternità! Al mio segnale, scatenate l’inferno.

Massimo Decimo Meridio l’ho trovato fin da subito un personaggio fortemente carismatico. Un generale forte e valoroso sul campo di battaglia che però non vede l’ora di ricongiungersi alla sua famiglia che lo attende. Questo infatti è il suo più grande desiderio una volta finito il dovere militare. Ma, poco prima del congedo, Cesare (Marco Aurelio) confessa al figlio Commodo che vuole fare di Massimo il suo successore perché egli incarna le quattro grandi virtù necessarie per governare Roma: saggezza, giustizia, fermezza e temperanza. Commodo non accetta la decisone del padre in quanto non riesce a digerire il fatto che il padre ami Massimo più del suo stesso figlio. Uccide quindi il padre e, appena divenuto Imperatore, ordina di far uccidere Massimo.
Ovviamente non può morire così semplicemente e, grazie alla sua abilità nella lotta, riesce a liberarsi e dirigersi verso casa per cercare di salvare la sua famiglia ora in pericolo. Purtroppo, una volta arrivato lì, trova la moglie e il figlio trucidati e impiccati davanti casa e, sfinito dal viaggio, sviene. Viene trovato da alcuni commercianti di schiavi e acquistato da Proximo che ne fa un gladiatore. L’Ispanico – questo il soprannome di Massimo – riesce a vincere abilmente tutti i vari scontri fino a riuscire a prendere parte ai giochi indetti da Commodo al Colosseo.

Mi chiamo Massimo Decimo Meridio, comandante dell’esercito del Nord, generale delle legioni Felix, servo leale dell’unico vero imperatore Marco Aurelio. Padre di un figlio assassinato, marito di una moglie uccisa… e avrò la mia vendetta… in questa vita o nell’altra.

Quando Commodo apprende che l’Ispanico è colui che credeva di aver ucciso, va in panico e progetta tutti i modi di ucciderlo. Ma siccome Massimo conquista l’appoggio e il rispetto del popolo, non può ucciderlo di nascosto. Alla fine del film, Massimo riesce ad avere la sua vendetta, ma cade al suolo stremato. Riesce ad avere una morte degna di un grande uomo, impavido, leale e di grande nobiltà d’animo. Di grande impatto finale le parole di Lucilla, sorella di Commodo, rivolte al senatore Gracco:
“Roma vale la vita di un uomo giusto? Noi lo credevamo una volta. Fa’ in modo che possiamo crederlo ancora.”

Il film vuole mettere in risalto la fragilità di Roma, una potenza soggiogata dalla corruzione dell’Imperatore e del Senato. I giochi di potere erano all’ordine del giorno, l’integrità e la fedeltà di Massimo verso Marco Aurelio non viene premiata, anzi; lui deve passare attraverso un duro percorso che lo porterà a diventare un sanguinario guerriero. Oltre alla sua vendetta, vuole esaudire l’ultimo desiderio di Marco Aurelio e ridare a Roma la sua antica gloria.

I combattimenti sono grandiosi ed emozionanti e l’interpretazione eccellente di Russel Crowe, per la quale ha vinto l’Oscar come miglior attore nel 2001, sono i punti di forza di questo film. La sceneggiatura è semplicistica ed alcuni effetti speciali computerizzati non sono di grande qualità, ma si può sorvolare grazie alla storia e all’intensità delle scene. Il film gode di una colonna sonora spettacolare e maestosa, che nei momenti chiave del film riesce a farti venire la pelle d’oca e a provare in prima persona il pathos del momento.
Non stupisce a questo punto, che questo film sia entrato tra i classici del cinema e sia un must da vedere, cogliendo l’occasione per provare un’emozionante tuffo nel passato.