3 cupcakes

Recensione: È solo una storia d’amore di Anna Premoli

Buongiorno! Oggi nuova recensione di un libro che in realtà ho letto un po’ di tempo fa. Avevo scritto la recensione che però poi era passata in secondo piano rispetto ad altre. Adesso è giunto il suo momento. Si tratta di ‘È solo una storia d’amore’ di Anna Premoli. L’avete letto??

è solo una storia d'amore cover
Titolo: È solo una storia d’amore
Autore: Anna Premoli
Editore: Newton Compton Editori
Disponibile in italiano:
Goodreads

Cinque anni fa Aidan Tyler ha lasciato New York sul carro dei vincitori, diretto verso il sole e il divertimento della California. Fresco di Premio Pulitzer grazie al suo primo libro, coccolato dalla critica e forte di un notevole numero di copie vendute, era certo che quello fosse solo l’inizio di una luminosa e duratura carriera. Peccato che le cose non stiano andando proprio così: il suo primo libro è rimasto l’unico, l’agente letterario e l’editore gli stanno con il fiato sul collo perché consegni il secondo, per il quale ha già incassato un lauto anticipo. Un romanzo che Aidan proprio non riesce a scrivere. Disperato e a corto di idee, in cerca di ispirazione prova a rientrare nella sua città natale, là dove tutto è iniziato. E sarà proprio a New York che conoscerà Laurel, scrittrice di romanzi rosa molto prolifica. Già, “rosa”: un genere che Aidan disprezza. Perché secondo lui quella è robaccia e non letteratura. E chiunque al giorno d’oggi è capace di scrivere una banale storia d’amore… O no?

Premoli? Una garanzia, ve lo dico sempre. Ci sono libri che mi piacciono di più e libri che mi piacciono di meno. I ‘di meno’ rientrano tutti ampiamente nella categoria dei piacevoli, ergo se non l’avete ancora fatto iniziate a leggere i suoi libri.

Stavolta è toccato all’ultimo nato, È solo una storia d’amore. Questo rientra tra quelli che non mi hanno fatta impazzire, ma poco male. Non posso dire che mi abbia annoiata o che l’abbia letto per forza, sia chiaro.
Come tutti i libri della Premoli anche questo è un romanzo rosa, ma vuole anche far pensare. E lo fa prendendo in giro lo stesso genere rosa di cui fa parte. Vuole in un certo senso sottolineare il fatto che se un romanzo rosa è scritto bene non vale meno di un romanzo ben scritto che fa parte di qualsiasi altro genere. E per prendere in giro il genere va a toccare tutti, e dico tutti, i cliché del genere.

Abbiamo Laurel, la protagonista femminile cinica e disinnamorata. Odia gli uomini, o perlomeno si è autoconvinta di odiarli. Scrive storie d’amore, ma è fermamente convinta che nell’universo dell’amore per lei non ci sia un posto.
E poi c’è Aidan,il maschione attraente di turno, un trentacinquenne convinto di avere ancora 18 anni. Ogni giorno con una ragazza diversa, lui all’amore – ovviamente – non ci crede.
Che succede? Si conoscono e puf. L’ammmore. Con tutta la potenza di un amore da romanzo rosa. Si incontrano, si innamorano ma non lo sanno, si odiano, hanno un flash di amore carnale e atomico, litigano perché lui è un ragazzino, lui cresce, fanno pace e vissero tutti felici e contenti.

Non ci si aspettava nulla di diverso, il clichè qui è portato all’esasperazione, ma in maniera cosciente. La scrittrice sa che sta marcando su questi luoghi comuni e lo si vede tra le righe. Perché c’è la presa in giro, non quella cattiva. Quella ironica, di chi è cosciente di fare una cosa che spesso è sottovalutata ma non per questo si sente in minoranza, nemmeno lontanamente.

Laurel e Aidan sono fatti con lo stampino, sono due protagonisti di una storia d’amore che è chiara dalla prima pagina, eppure la Premoli ci tiene incollati al libro mentre aspettiamo la litigata, ci disperiamo perché lui non si muove a farsi perdonare e poi perché lei non lo perdona. E infine ci sciogliamo quando arriviamo all’ultima pagina di gioia. Ci sono contesti in cui i clichè vengono snocciolati con naturalezza, per raggiungere lettori, e ci danno fastidio. Perché è scontato, perché non ci prende. Anna Premoli, invece, con il suo stile fresco e ironico riesce a propinarci anche quelli facendoci sorridere e senza farci stufare.
Attendiamo quindi il prossimo, magari senza fucsia nella copertina? 😉

kiafirma

Recensione: Il cerchio di pietre di Diana Gabaldon

Hola! Non mi sembra nemmeno vero il fatto di avere una cartella di recensioni scritte in attesa di essere pubblicate, non succedeva da parecchio tempo. Stavolta tocca a ‘Il cerchio di pietre’ di Diana Gabaldon, quarto (mi pare) dei libri italiani, prima metà del terzo di quelli originali. Sì, un casino. Ma ovviamente noi dobbiamo essere più belli e spezzettare i libri.

il cerchio di pietre cover
Titolo: Il cerchio di pietre (Outlander #4)
Titolo originale: Voyager (Part 1)
Autore: Diana Gabaldon
Editore: Tea
Disponibile in italiano:
Goodreads

1945. Claire Randall, durante una seconda luna di miele in Scozia, vive un’avventura straordinaria: attraverso il magico cerchio di pietre di Craigh na Dun viene catapultata nelle Highlands del 1743. Qui conosce il giovane Jamie Fraser, un nobile giacobita, con cui vive un’intensa storia d’amore e un matrimonio turbolento ma felice. Nei tre anni successivi viene coinvolta in intrighi e pericoli a causa della lotta fra clan scozzesi e della guerra fra Scozia e Inghilterra, che sfocia nello storico scontro nel Campo di Culloden. Claire purtroppo sa che quella battaglia sarà fatale per gli scozzesi e, in attesa di un bambino, si fa convincere da Jamie a fare ritorno nella sua epoca…

 

Premessa, non fosse che ho scritto le recensioni degli altri libri della serie e andrò avanti e saltarne uno non mi piaceva, non avrei scritto nulla di questo. Ve lo dico sinceramente. Tranne la prima parte mi ha lasciato pochino, gli altri erano super, questo così così. Inoltre, prima dicevo ‘spezzettare i libri’. Sì, perché nell’edizione italiana ogni volume originale ad esclusione del primo è stato diviso in due libri separati. E secondo me in questo caso si nota davvero un sacco.
La storia è veloce, un susseguirsi di cose ‘normali’ che si anima verso la fine. Una specie di rampa di lancio, di contorno, per il punto clou della storia, che però non c’è. Perché il libro finisce. E devi andarti a cercare la seconda parte. E li ti viene il nervoso. Perché non è un semplice cliffhanger, qualcosa che ti lascia con la voglia matta di andare a recuperare il seguito. Quello sono riusciti a farlo nella divisione del secondo, e succede alla fine sia del primo che del secondo originale: l’autrice sapeva di voler finire con un cliffhanger e sapeva cosa stava facendo. Qui invece semplicemente tronca la storia. Vabbè. Avete capito quanto mi schifa sta cosa dei libri troncati dagli editori, ma credo mi toccherà farmene una ragione.

Veniamo al libro. Come vi dicevo l’ho trovato un po’ troppo veloce. Di solito è un bene la narrazione che scorre veloce. Qui secondo me la storia ci ha rimesso qualcosa. Mancano quei dettagli che mi avevano fatto amare i libri letti finora, l’amore tra Claire e Jamie. Manca proprio l’intensità della storia, quella pienezza che è in grado di proiettarti nel 1700 in compagnia dei protagonisti. Non accadono molte cose, non è veloce in quel senso. È più, come dicevo prima, una contestualizzazione per quella che sarà poi la vera storia.

Avevamo lasciato Bree che, per usare un eufemismo, non era rimasta molto felice delle rivelazioni della madre. La ritroviamo con la voglia di scoprire qualcosa sulle sue origini, sul passato di Claire e sulla vita di Jamie. Nel mentre, grazie ai ricordi di Claire che narra la storia in prima persona, riusciamo a farci un quadro di quello che è successo dopo il suo ritorno nel 1900. Ci vengono raccontati stralci dell’infanzia di Brianna e delle vita non proprio rosea di Claire insieme a Frank.
Poi Claire decide di partire e devo dire la verità, mi è parecchio spiaciuto che Bree non sia partita con lei.

E da lì siamo di nuovo nel 1700. Che ci piace di più, ovvio, c’è Jamie. Però stavolta è diverso. Jamie e Claire devono riavvicinarsi e lo fanno, ed è bello. Ma c’è della distanza, fanno un po’ di fatica. Poi ci si mette anche Jenny a fare l’attaccabriga e non se ne esce più. Rimane comunque bellissimo ritrovare la famiglia Murray, con tutti i cambiamenti dopo 20 anni. E poi, avete visto l’attore scelto per fare Fergus adulto nella serie???? Diciamo che merita 🙂

Detto questo, adesso sto leggendo qualcos’altro, ma tra qualche libro mi butterò sul seguito della Gabaldon, e staremo a vedere se recupera. Detto sinceramente, abbiamo buone speranze che si riprenda!

rating 3
kiafirma

Recensione: Replica di Lauren Oliver

Ammetto di aver fatto un errore appena terminato il libro. Gli ho dato 2 come voto perché pensavo che il finale del libro fosse il finale della storia. Controllando poi mi sono resa conto che non era così e ho alzato di un voto la valutazione considerando che il calo era avvenuto proprio per il finale. Detto questo vi lascio alla recensione!

replica cover
Titolo: Replica (Replica #1)
Autore: Lauren Oliver
Editore: HarperCollins
Disponibile in italiano: No
Goodreads

Lyra’s story begins in the Haven Institute, a building tucked away on a private island off the coast of Florida that from a distance looks serene and even beautiful. But up close the locked doors, military guards, and biohazard suits tell a different story. In truth, Haven is a clandestine research facility where thousands of replicas, or human models, are born, raised, and observed. When a surprise attack is launched on Haven, two of its young experimental subjects—Lyra, or 24, and the boy known only as 72—manage to escape.

Gemma has been in and out of hospitals for as long as she can remember. A lonely teen, her life is circumscribed by home, school, and her best friend, April. But after she is nearly abducted by a stranger claiming to know her, Gemma starts to investigate her family’s past and discovers her father’s mysterious connection to the secretive Haven research facility. Hungry for answers, she travels to Florida, only to stumble upon two replicas and a completely new set of questions.

While the stories of Lyra and Gemma mirror each other, each contains breathtaking revelations critically important to the other story. Replica is an ambitious, thought-provoking masterwork

Replica è un libro particolare e voglio cominciare questa recensione con la cosa che mi è piaciuta di più, ovvero il modo in cui si può leggere questo libro. È impazzita, direte voi, un libro si leggere sempre nella stessa maniera. E invece no. Lauren Oliver ha costruito un libro con all’interno due storie che si intrecciano, scelta di narrazione abbastanza conosciuta, ma non nel modo classico ovvero l’alternanza di capitoli. Per leggere Replica bisogna ribaltare il libro (o nel caso dell’ebook come avevo io saltare dalla prima metà alla seconda metà tramite dei link) e alternare le letture. Ci sono tre modi per leggerlo quindi: alternando un capitolo da ogni storia, leggere prima la storia Lyra, leggere prima la storia di Gemma.
Io ho letto alternando i capitoli e mi è piaciuto davvero tanto. La trama si sviluppa in contemporanea, ma le parti sovrapposte non risultano pensanti, anzi, danno più visioni della stessa situazione il che fa sempre bene.
Purtroppo quella che poteva essere una storia per sviluppata si è persa ad un certo punto del romanzo. Lyra mi piaceva davvero molto come personaggio, con i suoi problemi e il suo dare nomi a qualsiasi cosa, ma ad un certo punto si è come spenta. Non mi ha più attirata e leggere i suoi capitoli mi faceva solo voglia di tornare a leggere quelli di Gemma.
Gemma è un personaggio più completo, più facile da gestire perché assomiglia di più ad una ragazzina normalissima, ma anche lei alla fin fine non mi ha combinato più di tanto. Ho apprezzato che abbia avuto un minimo di crescita, imparando un po’ ad apprezzarsi e a lottare per le sue scelte e convinzioni. Sono rimasta un po’ perplessa dal suo modo di reagire a determinate notizie, ma non voglio spoilerare quindi non vi dico niente. Diciamo che di fronte a notizie che cambiano la mia vita completamente io avrei reagito in maniera totalmente diversa, magari esagerata, ma non stile Regina di Ghiaccio.
Mi è piaciuto il personaggio di Pete che all’inizio viene presentato come un tipo strano con comportamenti un po’ perversi, mentre si dimostra un ragazzo disponibile, dolce, ma soprattutto in grado di non vedere tutti i difetti che Gemma pensa di avere.
Due parole sul finale, considerando l’errore che ho fatto. Trattandosi del primo libro di una serie ci sta che il finale sia vago, ma mi ha fatto veramente schifo. Un sacco di pagine e in realtà non ci viene data nessuna risposta e ho capito che ce ne saranno altri, ma non mi piace che ci venga dato un contentino-ino con una mini scoperta di Gemma (i lettori sanno di questa cosa da quasi metà del libro) e basta. Spero che nel prossimo volume ci siano più risposte perché sotto sotto ci potrebbe essere una bella trama.

rating 3

mon firma

Recensione: Entra nella mia vita di Clara Sánchez

Buongiorno a tutti 🙂
Per una volta sto cercando di scrivere la recensione appena finito il libro, altrimenti state certi che appena iniziata la prima frase del libro successivo non riuscirò più a scrivere una virgola di quello precedente.
Quindi eccomi qui che provo a tirare fuori due righe per un libro che pensavo fosse da “WOW” invece è stato da “MEH”.
entra nella mia vita
Titolo: Entra nella mia vita
Titolo originale: Entra en mi vida
Autore: Clara Sánchez
Editore: Garzanti
Disponibile in italiano:
Goodreads

Madrid. Il sole estivo illumina la casa piena di fiori. È pomeriggio e la piccola Veronica approfitta di un breve momento di solitudine per spiare tra le cose dei genitori.
Apre una cartella piena di documenti, e scorge una foto. La estrae con la punta delle dita, come se bruciasse.
Non l’ha mai vista prima. Ritrae una ragazzina poco più grande di lei, con un caschetto biondo, una salopette di jeans e un pallone tra le mani. Veronica è confusa, ma il suo intuito le suggerisce che è meglio non fare domande, non adesso che la mamma è sempre triste.
Anno dopo anno, Veronica si convince sempre più che le discussioni e i malumori in casa sua nascondano qualcosa di cui nessuno vuole parlare. E che l’enigma di quella foto, di quella bambina sconosciuta, c’entri in qualche modo.
Ma quando Veronica diventa una donna, decisa e tenace, non può più fare finta di niente. La malattia della madre la costringe a fare i conti con un passato di cui non sa nulla, un passato rubato che la avvicina sempre di più alla bambina misteriosa della fotografia. Ritrovarla è l’unica strada per raggiungere la verità. Una verità che, forse, ha un prezzo troppo alto. E quando Veronica trova la bambina, ormai una donna anche lei, capisce che la strada è tutt’altro che percorsa, che il mistero è tutt’altro che svelato. Ma soprattutto capisce che c’è qualcuno disposto a tutto pur di ostacolarla nella sua ricerca. Non le rimane che affidarsi a sé stessa, al suo intuito e al suo coraggio. Perché districare il groviglio di bugie e manipolazioni sarà molto, molto pericoloso.

Non so esattamente perché mi aspettassi grandi cose da questa storia. Della Sanchez avevo letto un solo libro prima di questo e sì, mi era piaciuto, ma non avevo gridato al capolavoro. Quando ho scelto “Entra nella mia vita” come libro per Agosto della Book Jar Challenge 2016 ero eccitata. È un po’ che non riesco a leggere quanto vorrei perché niente mi entusiasma e non so per quale assurdo motivo pensavo che questo libro sarebbe riusciuto a farmi uscire da questo stato.
Non fraintendetemi, il libro mi è piaciuto, ma ha avuto tratti e pezzi in cui mi chiedevo perché mi fossi messa a leggerlo.

La storia inizia nel migliore dei modi, con un mistero. Verònica è una bambina di 10 anni che un giorno, mentre curiosa dove non dovrebbe, scopre la fotografia di una bambina di poco più grande di lei che scoprirà, sempre di nascosto, chiamarsi Laura. Betty, la mamma di Verònica, è ossessionata dal pensiero che la sua prima figlia, teoricamente nata morta, sia invece viva e che sia proprio la bimba della foto. Come avrete capito se avete letto la trama, sarà Verònica alla fine a mettersi alla ricerca di Laura, prima per dare chiusura alla madre e poi per sè stessa e per la sua famiglia.

Nonostante le pagine del libro siano parecchie, i personaggi non mi sono sembrati particolarmente caratterizzati ed è una cosa che mi pesa parecchio nei libri, perché faccio fatica ad immaginarmeli, a connettermi con la storia e con loro se non li capisco del tutto. Sappiamo poco nulla di ognuno di loro, forse per la scrittura in terza persona, nonostante i capitoli siano raccontati dai due punti di vista delle ragazze.

Verònica è testarda e tenace, aggressiva quando serve e delicata quando vede che le altre persone hanno bisogno di essere protette, ma non sono riuscita ad apprezzarla. Alla fine si è ossessionata come sua madre e sì, ha dimostrato di avere più coraggio o comunque più desiderio di arrivare alla verità, ma non sono riuscita a capirla del tutto. Ha rinunciato a tutti i suoi sogni per trovare una sorella perduta, ma mi ha dato un senso di incompletezza il fatto che poi non li abbia tirati fuori dal cassetto una volta conclusa tutta la vicenda.

Laura è posata, precisa e tendenzialmente debole, da sempre rinchiusa in una bolla di vetro e bugie da sua mamma e sua nonna. Quando Verònica arriva a sconvolgerla la vita reagise come avremmo fatto tutti penso, ma per il resto mi è sembrata una bambolina messa lì per essere manipolata. Sì, ci sono stati momenti in cui ho apprezzato le due decisioni e il suo prendere in mano la situazione, ma obiettivamente sono stati pochi.

I personaggi secondari meritano poca attenzione visto che sono caratterizzati ancora meno delle protagoniste. Daniel, Betty, Angel, Ana e tutti gli altri fanno da cornice ad eventi che sono certa siano stati sconvolgenti considerando che gli avvenimenti raccontati sono basati su storie veramente accadute, ma contribuiscono poco.
Forse la mamma e la nonna di Laura sono, tra i personaggi secondari, quelli meglio caratterizzati. Di loro due vediamo due lati della medaglia e sono riuscita quasi a provare delle emozioni con loro due sulla pagina insieme alle due protagoniste.

Un’ultima cosa che non mi è piaciuta, ma che ho ritenuto superflua è stato il voler inserire una piccolissima componente romantica per entrambre le protagoniste, ma è stata talmente piccola che per entrambre risulta un insta-love durato due righe. Assurdo e non necessario.

Tutto sommato però la lettura scorre abbastanza e il libro risulta comunque piacevole. Non dico che lo consiglierei al primo che mi passa davanti e mi chiede un consiglio, ma trovo che sia un libro che si può provare a leggere perché racconta di vicende particolari e interessanti e magari a chi non ha problemi con personaggi poco caratterizzati piacerà moltissimo.

rating 3

mon firma