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Recensione: Paradiso cercasi di Megan Maxwell

Buongiorno lettori! Oggi vi lascio il mio pensiero su un libro che ho letto un po’ di tempo fa ma di cui non vi avevo ancora parlato. Si tratta di Paradiso Cercasi di Megan Maxwell.

paradiso cercasi cover

Titolo: Paradiso cercasi
Autore: Megan Maxwell
Editore: tre60

La vitale, esuberante Ana fa la fotografa in uno studio di moda a Madrid. E, un giorno, per caso, la sua macchina fotografica inquadra il volto di Rodrigo. Il feeling tra i due è immediato; la scintilla scocca all’istante, ma a smorzarla ci pensa subito lo stesso Rodrigo, che in quel momento frequenta una bellissima top model (ma sarà un grande amore? Chissà…) E a spegnerla del tutto arriva la scoperta che Ana è incinta. Una notte di passione con uno sconosciuto sta per cambiare la sua vita per sempre.
Tenere il bambino significherebbe forse rinunciare a Rodrigo, l’uomo che potrebbe essere la sua anima gemella. Oppure no? Che fare? Ci dovrà pur essere una soluzione
La porta verso la felicità dovrebbe essere aperta a tutti. Però, prima, bisogna trovarla. Insomma: Paradiso cercasi…

Paradiso cercasi è stato il mio primo approccio alla Maxwell. Non conoscevo questa autrice, lo ammetto, ma la trama mi aveva incuriosito parecchio e posso dire tranquillamente che non mi ha delusa.

Non sapevo cosa aspettarmi in quanto a stile e originalità della storia d’amore, ma mi sono trovata in un certo senso a casa, in una scrittura semplice e immediata, in grado di catturare il lettore fin dalle primissime pagine.

Paradiso cercasi è un romanzo piacevole, divertente, a tratti molto romantico con anche la possibilità di far scendere qualche lacrima. Ho trovato qualche passaggio un po’ scontato, l’idea alla base non è sicuramente un picco di originalità: una ragazza che si innamora di un pompiere bellissimo che però è il peggior esemplare di donnaiolo mai conosciuto. Questa trama un po’ farcita di clichè, però, non ha tolto nulla, dal mio punto di vista, al piacere della lettura. Un’idea già sentita, sviluppata e costruita poi in maniera piuttosto originale e molto ben scritta. La Maxwell farcisce i suoi libri di musica, specialmente spagnola, e fa venir voglia di andare a leggersi i testi delle canzoni o di usare i titoli come colonna sonora alla lettura. Sbirciando nel web, ho poi scoperto che questo della musica è un tratto che accomuna la maggior parte dei suoi romanzi.

In Paradiso cercasi troviamo un sacco di personaggi, completi, ben costruiti e frizzanti al punto giusto. Sono creati in modo da rispecchiare, ovviamente, delle figure ‘conosciute’ all’interno dei romanzi di questo genere: il donnaiolo, la ragazza innamorata ma non ricambiata, l’amica un po’ pazza e via dicendo, ma sono piacevoli, e abbastanza reali da non permettere al romanzo di prendere le distanze da chi lo sta leggendo.

Ana, la protagonista, è una ragazza di buona famiglia che si è trasferita in Spagna facendo la fotografa in cerca dell’indipendenza da una famiglia che sente un po’ troppo stretta e in fuga da una storia finita male.

Rodrigo è invece il pompiere ‘-issimo’: bellissimo, intelligentissimo ecc. È un personaggio che affronta un grande percorso di crescita durante il libro e che ci strappa alternativamente sospiri e insulti.

Ci sono poi personaggi secondari – seppur molto importanti – come Nekane, la migliore amica di Ana, Lucy, la sorella appariscente, Calvin, un altro pompiere…

Ho apprezzato come la Maxwell abbia inserito diverse storie a corredo di quella principale, che si intrecciano e vengono portate avanti senza creare confusione o togliere qualcosa alla storia di Ana e Rodrigo. Al contrario danno alla narrazione un ritmo molto apprezzabile e portano, secondo me, qualcosa in più al libro.

Paradiso cercasi è un romanzo fresco e divertente, una storia che tiene incollati alle pagine e che si fa leggere fino in fondo per scoprire come andrà a finire la storia d’amore. Super consigliato come lettura, anche sotto l’ombrellone.


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Recensione: Warcross di Marie Lu

Dopo aver parlato di Otherworld qualche settimana fa, torniamo a trattare libri sui videogiochi. Ho letto Warcross un paio di mesi dopo l’uscita perché nel mezzo ci sono stati altri impegni, ma mi intrigava troppo per lasciarmelo scappare.

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Titolo: Warcross (Warcross #1)
Autore: Marie Lu
Editore: Piemme

La mania ha preso piede dieci anni fa, e oggi Warcross conta milioni di fan in tutto il mondo. Per alcuni rappresenta una via di fuga dalla realtà, per altri una fonte di profitto. La giovane hacker Emika Chen sbarca il lunario braccando i giocatori entrati nel giro delle scommesse illegali. Ma l’ambiente dei cacciatori di taglie, oltre a essere pericoloso, è molto competitivo. Sempre al verde, per racimolare una somma di denaro di cui ha urgentemente bisogno, Emika hackera la partita inaugurale del Campionato di Warcross e, senza volerlo, si ritrova dentro il gioco. È certa che il suo errore le costerà l’arresto, e l’ultima cosa che si aspetta è la telefonata del creatore di Warcross, l’affascinante miliardario giapponese Hideo Tanaka, con una proposta impossibile da rifiutare. Un volo per Tokyo ed Emika si ritrova catapultata nel mondo che fino a quel momento aveva solo potuto sognare. Ma presto le sue indagini sveleranno l’esistenza di un oscuro complotto le cui implicazioni vanno ben oltre i confini dell’universo di Warcross.

Penso di averlo detto in un’altra recensione che mi piacciono libri e film che trattano di videogiochi ma personalmente non gioco a nulla. Non so perché in realtà visto che la cosa mi ispira, ma probabilmente mi sono sempre autoconvinta di avere già abbastanza hobby.

L’idea dietro “Warcross” mi affascina terribilmente. Un mondo di realtà virtuale che si integra con il mondo reale permettendo alle persone di lingue diverse di parlarsi, permettendo di viaggiare e riconoscere luoghi anche senza una guida o senza conoscere la lingua. Un luogo in cui le persone possano fuggire dalla propria vita per un po’, lasciandosi andare a ciò che più gli piace.

Emika (nome originalissimo tra l’altro) ha da poco perso il padre, vive catturando giocatori che hanno iniziato a scommettere illegalmente sulle partite di Warcross, cosa che le viene abbastanza bene essendo anche una hacker. Come si può leggere nella trama, Emika prende una decisione sul momento e decide di hackerare la partita inaugurale del Campionato di Warcross nella speranza di recuperare un artefatto dal gioco e venderlo per evitare di essere sfrattata. Quello che non si aspettava era di essere beccata e chiamata per un incontro con il creatore di Warcross, Hideo, invece di essere arrestata.

L’inizio del libro non mi aveva particolarmente colpito, cosa che mi ha delusa considerando che l’idea del gioco invece mi aveva affascinata tantissimo. Emika non mi ispirava come protagonista e non riuscivo a trovare qualcosa che mi catturasse e non mi lasciasse andare. Piano piano la trama si è evoluta fino a diventare una specie di mistero all’interno del gioco e ha iniziato a prendermi.

Non posso svelare quasi nulla della trama perché rischierei uno spoiler grande come una casa, ma posso dire che il finale mi ha sconvolta e mai mi sarei aspettata una svolta simile. L’autrice è riuscita in poche pagine a scombinare tutte le carte in tavola e alla fine si rimane con un senso di confusione che sono sicura ci accompagnerà fino all’uscita del seguito.

Onestamente non pensavo che alla fine mi sarebbe piaciuto così tanto, ma non vedo davvero l’ora di leggere “Wildcard”, il seguito e di reimmergermi in questo mondo.
Sono curiosa di conoscere di più sul background di alcuni personaggi e soprattutto di scoprire qualcosa di più sulle loro vite al di fuori di Warcross. Essendo campioni del gioco per la durata del libro si conosce poco delle loro vite reali e mi piacerebbe conoscere qualcosa di più. Per quanto riguarda Emika, un po’ è migliorata andando avanti e sono estremamente curiosa di scoprire che cosa farà nel prossimo libro. Ha scelte difficilissime che la aspettano e spero scelga correttamente.

Marie Lu è un’autrice che conoscevo solo di fama, ma questo è il primo libro suo che leggo. La scrittura mi è piaciuta molto e spero di leggere presto altri suoi lavori. Voi quale mi consigliate di leggere per primo?


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Recensione: Obsidio di Amie Kaufman e Jay Kristoff

Buon venerdì! Concludiamo la settimana al meglio con una recensione. Vi parlo di “Obsidio”, ultimo libro nella trilogia “The Illuminae Files”. Ho appena scoperto che uscirà in Italia in 23 ottobre quindi tenetevi pronti.

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Titolo: Obsidio (The Illuminae Files #3)
Autore: Amie Kaufman e Jay Kristoff
Editore: Knopf Books for Young Readers (uscirà per Mondadori Chrysalide il 23 ottobre 2018)

In questo terzo romanzo della serie incontriamo nuovamente Kady, Ezra, Hanna e Nick, i protagonisti dei precedenti due romanzi, Illuminae e Gemina. I quattro, scampati per miracolo all’attacco sulla stazione orbitante Heimdall, si ritrovano insieme ad altri 2000 rifugiati sulla nave spaziale Mao. L’unica cosa che possono fare è tornare su Kerenza in cerca di aiuto, anche se, a distanza di sette mesi dall’invasione del pianeta, non sanno chi e che cosa vi troveranno. Qui, nel frattempo, Asha, cugina di Kady, sopravvissuta a quel primo attacco della Beitech, si è unita alla resistenza clandestina. Quando su Kerenza fa la sua comparsa Rhys, una sua vecchia fiamma, i due si trovano ai lati opposti delle barricate. La battaglia finale che è alle porte, e che verrà combattuta senza esclusione di colpi sia in terra sia nello spazio, lascerà sul campo tanti eroi e anche dei cuori spezzati.

Ho atteso “Obsidio” come una bambina che aspetta il Natale. L’aveo preordinato su BookDepository (e mi è arrivato in anticipo rispetto alla data di pubblicazione) e quando ce l’ho avuto tra le mani non vedevo l’ora di reimmergermi in questa storia che, purtroppo però, non mi è piaciuta come le precedenti.

“Obsidio” riprende esattamente da dove ci aveva lasciato “Gemina”. Kady e i suoi compagni sono sopravvissuti all’attacco alla Heimdall e devono trovare il modo di sopravvivere sulla Mao, la nave con cui erano arrivati i nemici, che però non è costruita per festire così tante persone. Kady sa che il modo migliore per sopravvivere è farsi aiutare da Aiden, ma fidarsi dell’Intelligenza Artificiale, dopo tutto quello che ha fatto, non è facile.

Aiden ha il potere di farmi riflettere tantissimo sullo straordinario avanzamento tecnologico che caratterizza gli ultimi decenni e che credo continuerà a sorprenderci. Aiden è un livello di Intelligenza che mi spaventa e che non so se sarei in grado di accettare. Rimane comunque uno dei miei personaggi preferiti in questa serie.

Il mio problema principale con questo ultimo libro è che mi è sembrato forzato. Non mi ha entusiasmato tutta la trama che si svolge su Kerenza IV, pianeta che abbiamo conosciuto in “Illuminae” e da cui provengono Kady e Ezra. Sul pianeta sono rimaste delle persone, costrette a lavorare sotto controllo della BeiTech per riparare le navi danneggiate nell’attacco e tra queste persone c’è Asha, cugina di Kady. La sua storia, insieme a quella di Rhys non mi ha conquistata. Alla fine del libro non poteva importarmi di meno se loro ci fossero o meno e la cosa mi ha delusa un po’. Volevo mi piacessero, essendo i protagonisti del finale, ma non mi hanno presa.

Mi sono piaciute alcune dinamiche che si sono svolte sul pianeta, come il rapporto tra Asha e Katia, ma mi è mancato quel po’ di azione e romanticismo e sarcasmo che mi regalano Kady e Ezra o Hanna e Nik ogni volta che sono nei dintorni della scena raccontata. Ho adorato Ella e Isaac, il papà di Kady, ma ho avuto la sensazione che intorno ai protagonisti venissero aggiunti davvero troppi troppi personaggi secondari. Non ricordo nessun nome, ma tutte le scese di Rhys con i suoi compagni mi facevano voglia di saltare le pagine.

Tutto sommato la storia si conclude senza troppi intoppi e senza reali colpi di scena. Non mi è dispiaciuto il finale, ma non vorrei altri libri su questa storia.
Il punto di forza di questa serie è sicuramente il modo in cui è raccontata. Fosse scritta in testo normale forse non mi sarebbe piaciuta così tanto. Praticamente il voto per questa trilogia è dato quasi interamente da quanto sono belli i libri. I disegni del diario di Hannah, i file, la bacheca su Kerenza IV sono tutti bellissimi e passerei le ore a sfogliare questi volumi.

Vi consiglio “Obsidio” se volete concludere la storia e capire come si chiude il tutto, ma per questo finale non posso gridare al capolavoro. Sono curiosa di leggere altro degli autori, infatti sto già puntanto i libri di Kristoff. Spero di leggere presto qualcosa.


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Recensione: Il mio segreto di Kathryn Hughes

Buongiorno lettori!
È passato un po’ di tempo da quando ho letto il libro di cui vi parlo oggi, ma ero un po’ in un blocco da recensione: leggevo, appuntavo qualcosa e passavo oltre. Ma non potevo non parlarvi di un libro che ho adorato: Il mio segreto di Kathryn Hughes.

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Titolo: Il mio segreto
Autore: Kathryn Hughes

Quando si deve smettere di sperare? Beth se lo chiede ogni giorno, guardando suo figlio Jake in un letto di ospedale. Jake avrebbe bisogno di un trapianto, ma né lei né Michael, il marito, sono compatibili. Ma ecco che accade il miracolo: frugando tra alcune vecchie carte, Beth scopre di essere stata adottata. E, oltre lo sconcerto e la tristezza, Beth intravede una possibilità: da qualche parte, vicino a lei, potrebbero esserci parenti biologici compatibili con Jake.
Inseguire quella speranza diventa per Beth un’ancora di salvezza in un oceano di dubbi. Armata solo del proprio coraggio e di pochissime informazioni, Beth inizia a combattere contro un muro di silenzi, reticenze e segreti. Ma non si arrende. Perché sa che l’amore è una luce impossibile da spegnere, e sarà quella luce a mostrarle la via. Perché questa è una battaglia che deve vincere a ogni costo. Perché solo ritrovando il proprio passato potrà salvare il futuro di suo figlio.

Avevo questo libro in TBR da una vita, insieme a “La lettera” sempre della Hughes. “Il mio segreto” mi è capitato tra le mani grazie alla 2018 Ikigai Book Challenge e mi è piaciuto davvero davvero tanto. L’ho letteralmente divorato, nonostante un po’ di caos iniziale dovuto ad un’introduzione non proprio chiarissima delle due linee temporali (separate di una quarantina d’anni) e dei personaggi (che sono parecchi, anche se poi quelli che contano sono decisamente meno).

La storia raccontata ne “Il mio segreto” è una storia d’Amore con la A maiuscola. È una storia un tantino inverosimile, forse quasi troppo catastrofica ma davvero, davvero dolce e piacevole.
Si parte con la storyline attuale, in cui conosciamo Beth, suo marito Michael e suo figlio Jake, malato da sempre e che ora avrebbe bisogno di un trapianto di rene. Nessuno dei parenti di cui Beth conosce l’esistenza – molto pochi per la verità – è compatibile. A questo si aggiunge la recentissima morte della madre di Beth che pare aver portato via con lei l’ultima possibilità di scoprire la verità sul padre della giovane donna.

La seconda storyline si svolge una quarantina d’anni prima, in un paesino inglese. Precisamente intorno al pub del suddetto paesino. Qui conosciamo Babs, Selwyn, Lorraine, Trisha, Petula, Daisy, Mikey e un’altra serie di personaggi che inizialmente ci sembrano messi lì un po’ a caso. Questa seconda storyline all’inizio sembra staccata dai capitoli di Beth e sembra staccata pure dal primo capitolo, di cui capiamo il senso solo molto più avanti. È un racconto che ci lascia un po’ spiazzati, che non si capisce come mai è stato messo lì.

Ma poi piano piano le storie iniziano ad intrecciarsi, tra segreti e dolori i personaggi iniziano a prendere forma nella nostra mente e a trovare il loro posto nel romanzo, nelle storyline, nelle famiglie che ci vengono raccontate. Sono personaggi non perfettamente delineati ma in grado di farsi amare, con sentimenti e atteggiamenti reali che ci permettono, anche grazie a qualche ‘lacuna’ nelle descrizioni fisiche di metterli nelle vesti di qualcuno che conosciamo, di dar loro una concretezza probabilmente maggiore.

Le storie con le doppie storyline – così come i doppi pov – hanno su di me un forte carisma. Eppure capita di trovare doppie storyline che non si intrecciano come vorremmo, che si toccano appena, con collegamenti che ci sembrano quasi forzati. Ne “Il mio segreto” l’autrice è riuscita a creare dei collegamenti, piazzarceli sotto il naso e farci comunque rimanere a bocca aperta quando diventano evidenti. Ha creato due storie che in tutto e per tutto sono una, sono indivisibili, non c’è una se non ci fosse stata l’altra, 40 anni prima.

Non avevo mai letto nulla della Hughes e sinceramente non vedo l’ora di riuscire a recuperare anche ‘La lettera’, il suo primo libro. Ho semplicemente adorato il suo modo di scrivere, la sua capacità di trovare la dolcezza e l’amore in ogni situazione. Il suo rendere situazioni un po’ esagerate semplicemente affascinanti, velando quel troppo che potrebbe far storcere il naso. Ha uno stile che tiene incollati alle pagine come faremmo per un thriller, vogliamo sapere come va avanti, come si evolveranno le relazioni tra i personaggi, se i nostri preferiti troveranno finalmente la quadratura del cerchio o continueranno a soffrire.

È una lettura che vi consiglio se amate le storie belle, contorte, ma non troppo, con un po’ d’amore ma senza sconfinare nello sdolcinato.


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