5 cupcakes

Recensione: The Hate U Give di Angie Thomas

Buongiorno!
La recensione di oggi è stata difficile da scrivere e la rimandavo da qualche settimana. Il libro mi è piaciuto tantissimo, ma tratta di temi complessi di cui è difficile parlare. Spero di convincervi a leggerlo perché credo sia un libro che tutti dovrebbero leggere almeno una volta.

the hate u give cover

Titolo: The Hate U Give
Autore: Angie Thomas
Link di acquisto: Amazon

Starr si muove tra due mondi: abita in un quartiere di colore dove imperversano le gang ma frequenta una scuola prestigiosa, soprattutto per volere della madre, determinata a costruire un futuro migliore per i suoi figli. Vive quasi una doppia vita, a metà tra gli amici di infanzia e i nuovi compagni. Questo fragile equilibrio va in frantumi quando Starr assiste all’uccisione di Khalil, il suo migliore amico, per mano della polizia. Ed era disarmato.
Il caso conquista le prime pagine dei giornali. C’è chi pensa che Khalil fosse un poco di buono, perfino uno spacciatore, il membro di una gang e che, in fin dei conti, se lo sia meritato. Quando appare chiaro che la polizia non ha alcun interesse a chiarire l’episodio, la protesta scende in strada e il quartiere di Starr si trasforma in teatro di guerriglia. C’è una cosa che tutti vogliono sapere: cos’è successo davvero quella notte? Ma l’unica che possa dare una risposta è Starr.
Quello che dirà – o non dirà – può distruggere la sua comunità. Può mettere in pericolo la sua stessa vita.
Un romanzo importante. Una voce straordinariamente autentica. Un travolgente caso editoriale.

Trovo sia sempre difficilissimo parlare dei libri che mi sono piaciuti di più. Per qualche motivo è più semplice spiegare perché un libro non mi abbia convinta piuttosto che elogiare quelli che mi hanno conquistata.

Ho iniziato a leggere “The Hate U Give” senza sapere bene a cosa stessi andando incontro. Sapevo che una marea di gente l’aveva letto e amato, ma non avevo letto recensioni e a malapena avevo letto la trama. Inutile negare che questo libro mi ha conquistata immediatamente.

L’argomento non è dei più comuni negli young adult e non è un tema facile da trattare. Starr, la protagonista, è un’adolescente come tutte le altre, con una famiglia amorevole, amiche, quella voglia di vivere ogni cosa al meglio, ma c’è un piccolo particolare che agli occhi di qualcuno la rende diversa: è di colore. In questo libro ci viene mostrato come il solo fatto di avere la pelle di un colore diverso dal “bianco” fa si che le persone vengano trattate in maniera diversa, giudicate tramite pregiudizi che non hanno motivo di esistere. Ci sono situazioni che mi rendo conto non potrò mai comprendere non essendo io di colore, ma ho amato leggere questa storia tramite gli occhi di Starr.

Quando uno dei suoi migliori amici, Khalil, viene ucciso davanti ai suoi occhi, Starr si ritrova ad un punto di svolta: rimanere in silenzio davanti all’ingiustizia subita da Khalil oppure alzare la voce contro un crimine che non può e non deve rimanere impunito. Per Starr la scelta è ancora più difficile che per chiunque altro perché vive due vite separate: una nel quartiere dove vive, con gente di colore, pericoli nelle strade e la paura di essere giudicata da chiunque non viva lì; un’altra a scuola, principalmente frequentata da “bianchi” e privata, perché i suoi genitori hanno voluto darle ogni possibilità per avere un futuro migliore.

Ho amato seguire i pensieri di Starr mentre piano piano si rende conto che tenere le due vite separate non è così semplice e forse nemmeno così giusto. Mano a mano che si va avanti con la storia, Starr capisce chi sono i suoi veri amici e qual è il suo posto. C’è una crescita incredibile in questo libro perché Starr passa dall’essere una ragazzina protetta da tutto e da tutti, soprattutto i suoi genitori, ad essere una giovane donna capace di prendere le sue decisioni e capire che al mondo niente è facile, che nessuno è privo di pregiudizi e che a volte stare in silenzio e subire non è la cosa giusta da fare.

“The Hate U Give” è scritto benissimo, con personaggi ben caratterizzati e completi che ci mostrano vari tipi di amicizia, famiglia e società. Riesce a far riflettere perché pone l’attenzione su situazioni che siamo abituati a vedere e che ci sembrano normali, ma non lo sono. È un romanzo crudo, senza peli sulla lingua, che può dare fastidio perché obbliga il lettore a fermarsi e riflettere sulle proprie azioni e i propri pensieri. È stato capace di farmi provare un insieme di emozioni incredibile, perché è a tratti divertente, a tratti molto molto triste. Fa arrabbiare, pensare, desiderare di provare l’amore dei genitori di Starr, piangere. Fa venir voglia di uscire in strada e protestare tutti insieme perché non ci siano più differenze basate sul colore della nostra pelle, sul nostro sesso, su quanti soldi abbiamo o da dove veniamo.

È un libro che consiglierei a tutti, adolescenti, adulti, genitori che poi insegnino ai figli a non avere pregiudizi, anche ai nonni. È un libro che farei leggere nelle scuole, per far nascere delle discussioni serie e attuali. Spero lo leggano sempre più persone, che quando uscirà il film lo vedano tutti, in modo da migliorarci tutti un po’ perché sono convinta che dopo questa lettura si vedano le cose in maniera diversa.

Recensione: Six of Crows di Leigh Bardugo

Buongiorno!
Oggi torno a parlarvi della Bardugo perché credo non si possa mai averne abbastanza. Il libro che vi consiglio oggi non è disponibile in italiano, ma se leggete il lingua ve lo consiglio caldamente.

six of crows cover
Titolo: Six of Crows (Six of Crows #1)
Autore: Leigh Bardugo
Editore: Henry Holt and Company
Link di acquisto: Amazon | Kobo
Goodreads

Criminal prodigy Kaz Brekker has been offered wealth beyond his wildest dreams. But to claim it, he’ll have to pull off a seemingly impossible heist:

Break into the notorious Ice Court
(a military stronghold that has never been breached)

Retrieve a hostage
(who could unleash magical havoc on the world)

Survive long enough to collect his reward
(and spend it)

Kaz needs a crew desperate enough to take on this suicide mission and dangerous enough to get the job done – and he knows exactly who: six of the deadliest outcasts the city has to offer. Together, they just might be unstoppable – if they don’t kill each other first.

 

“Six of Crows” è il primo volume della duologia omonima ambientata nel mondo dei Grisha che ci viene presentato nella trilogia “The Grishaverse” (vi ho parlato del primo libro qui).

Si può leggere la duologia senza aver letto gli altri libri della Bardugo, ma non ve lo consiglio. Si comprende tutto, ma non si capisce fino in fondo ogni dettaglio e sarebbe un peccato. L’autrice ha creato un mondo pieno di sfaccettature, che vengono svelate nel corso dei vari volumi, quindi saltando la trilogia precedente se ne perderebbero molte.

“Six of Crows” parla di sei ragazzi messi alla prova con una missione impossibile. Sono ragazzini, in piena adolescenza, ma si ritrovano ad affrontare pericoli enormi ognuno per un motivo diverso, ma tutti per cambiare la propria vita. Nessuno di loro è ricco o famoso o importante a Ketterdam, la città dove abitano. Sono ladri, spie, furfanti, ma tutti loro cercano qualcosa che possa migliorarli.

La missione è, come dicevo prima, impossibile. Ai sei ragazzi viene richiesto di irrompere nel luogo più sicuro e protetto del mondo per far “evadere” un uomo, inventore di una droga che potrebbe causare irreparabili danni.
Mi è piaciuta particolarmente la diversità tra i personaggi. Kaz, Inej, Nina, Matthias, Wylan e Jesper non potrebbero essere più diversi, eppure riescono a lavorare insieme in maniera egregia. Ho trovato molto piacevole scoprire come siano riusciti a guadagnare la fiducia l’uno degli altri gradualmente, con piccoli gesti e mi è piaciuto motlo vederli collaborare e imparare a tenere agli altri membri del loro gruppo mano a mano che passava il tempo. Persone come loro, cresciute nella malavita, abituate a guardarsi le spalle in ogni istante, devono imparare a fidarsi di sconosciuti per sopravvivere ed è un tema che ho apprezzato molto.

Nonostante l’argomento abbastanza avventuroso con elementi fantasy, l’autrice è bravissima ad inserire elementi romantici che non vanno ad appesantire la trama o a risultare stucchevoli ma che, anzi, arricchiscono la storia rendendola più completa e dinamica. Il libro ha un ritmo molto veloce, gli avvenimenti si susseguono in fretta, senza far mai rilassare né i personaggi né il lettore che si ritrova catturato da ogni singola pagina, cercando di mettere insieme i pezzi del puzzle.

La differenza principale di questo libro rispetto agli altri ambientati nello stesso mondo è il fatto che qui i Grisha non sono protagonisti. Sono essenziali, al centro della storia quasi sempre, ma non si parla solo di loro e del loro potere. In “Six of Crows” si da molto spazio a persone normali, con capacità ordinarie che però vengono utilizzate in maniera straordinaria, regalando un equilibrio eccezionale con le capacità particolari dei Grisha.

Nella mia recensione di “Shadow and Bone” avevo detto di non aver apprezzato molto l’uso della prima persona come voce narrante. In “Six of Crows”, la Bardugo sceglie di usare una terza persona e riesce perfettamente nell’impresa di far comprendere pensieri ed emozioni dei personaggi senza però condizionare mai il lettore. Decisamente una scelta azzeccata.
Consigliato a chi vuole un fantasy scritto davvero bene, in un inglese non troppo complesso e pieno di personaggi interessanti che vi sorprenderanno pagina dopo pagina.

Recensione: Gemina di Amie Kaufman e Jay Kristoff

Buongiorno!
La mia settimana è iniziata tutt’altro che bene, ma spero migliori. Per iniziare al meglio la settimana oggi vi lascio la recensione di “Gemina”, secondo libro della serie iniziata con “Illuminae” che sto adorando. Non vedo l’ora di avere tra le mani il terzo volume.

gemina
Titolo: Gemina (The Illuminae Files #2)
Autore: Amie Kaufman e Jay Kristoff
Editore: Mondadori
Link di acquisto: Amazon
Goodreads

Sempre narrato nella forma di un ricco dossier di email, schemi, trascrizioni, sms e file riservati, «Gemina» inizia dove il precedente romanzo si interrompe. Ma a Kady ed Ezra, gli eroi del primo volume della saga, subentrano due nuovi protagonisti, Hanna e Nik. Hanna è la coccolata figlia del capitano della stazione spaziale Heimdall, Nik il rampollo poco entusiasta di una famigerata famiglia di criminali. Alle prese con la vita di bordo nella stazione spaziale più noiosa della galassia, i due non possono immaginare che Kady Grant e la Hypatia sono in viaggio verso la Heimdall con la notizia dell’invasione di Kerenza. Quando una squadra d’assalto della BeiTech invade la loro stazione, i due ragazzi dovranno collaborare per difendere la loro casa. Hanna e Nik capiranno presto che non lottano soltanto per la propria sopravvivenza: hanno nelle mani il destino di tutti i passeggeri della Hypatia, e forse dell’universo intero.

 

La prima parola che mi viene in mente quando penso a “Gemina” è wow. Entrambi i libri di questa serie sono difficili da giudicare perché sono estremamente particolari e strutturati in maniera mai vista prima.

“Gemina” è molto simile al suo predecessore, ma contiene più disegni e scritte “a mano” che lo rendono ancora più speciale. È stato un po’ difficile immergersi nella lettura all’inizio proprio per la particolarità delle pagine, ma una volta preso il ritmo non sono più riuscita a posarlo.

La storia riprende essattamente da dove ci aveva lasciato “Illuminae”, ma in questo libro i protagonisti sono altri. Conosciamo quindi Hanna e Nik. Vivono entrambi sulla stazione spaziale Heimdall e passano le loro giornate ad annoiarsi perché la vita sulla stazione è sempre la stessa. La differenza principale tra i due è che Hanna è la figlia del comandante, mentre Nik viene da una famiglia di criminali. Nessuno dei due pensava di dover mettere la propria vita nelle mani dell’altro, ma è proprio quello che succede quando la Heimdall viene attaccata.

Ho adorato Hanna, determinata, estremamente intelligente e capace di reagire ad ogni situazione con una calma e una concentrazione incredibile. Nik non mi ha convinta del tutto, ma forse è stato perché non arriviamo a conoscerlo con la stessa intensità della ragazza. I due, insieme ad Ella, la cugina hacker di Nik, dovranno salvare la Heimdall e impedire un disastro. Le cose si complicano quando scoprono che Kady e la Hypatia stanno viaggiando verso di loro.

Ogni scena è perfettamente pensata e incastrata con tutte le altre e il finale spiega un sacco di cose, ma apre mille possibilità e soprattutto riempie la mente di quesiti. È Aidan, l’intelligenza artificiale che abbiamo conosciuto in “Illuminae” insieme ad altri personaggi a spiegarci cosa significa il termine Gemina e, credetemi, è assurdo e invece di mettere fine alle domande vi farà pregare di avere il terzo libro tra le mani immediatamente.

Hanna, Nik, Ella, Kady e Ezra, insieme ad Aidan e ai sopravvissuti dovranno affrontare problemi enormi e più grandi di loro e sono curiosa di vedere come si intrecceranno definitivamente le loro storie.
Da quello che so ci saranno nuovi protagonisti per il terzo volume, quindi spero che poi vengano concluse tutte le storyline senza lasciare niente al caso.
Se non avete ancora letto “Illuminae” e “Gemina” vi consiglio caldamente di porre rimedio alla cosa. Sono libri che non volete perdervi.

Review Party: Le mamme ribelli non hanno paura di Giada Sundas

Buongiorno! Vi sembrerà strano vederci pubblicare di domenica, ma l’occasione di oggi lo richiede. Dieci giorni fa mi è stato infatti proposto di partecipare al Review Party dedicato al libro Le mamme ribelli non hanno paura di Giada Sundas (qui trovate l’evento Fb con tutte le recensioni). Avevo addocchiato giusto qualche giorno prima il libro, che mi aveva attirata per copertina e trama, e non ho potuto resistere ad averlo in anteprima per poi festeggiarne, insieme ad altre 22 blogger, l’uscita.
In più Garzanti ha messo in palio una copia cartacea del libro: in fondo alla recensione troverete il form da compilare entro il 22 maggio per poter partecipare all’estrazione! Fidatevi che vale la pena leggerlo 🙂

Un grazie di cuore a Garzanti e Sara di Diario di un Sogno per aver organizzato questo Review Party.

Qui di seguito trovate i nomi dei blog partecipanti, vi basterà cliccare sui nomi per andare a vedere le loro recensioni!
Diario di un Sogno | Leggendo Romance | Pretty in Pink | Milioni di particelle |Non solo libri | Chiacchiere letterarie | Il blog delle lettrici compulsive |Io resto qui a leggere | Ikigai – di libri e altre passioni | Il colore dei libri | Un libro e una tazza di tè | La sala da tè di una lettrice | Sognando dietro ai libri | Reading at tiffany’s | Le fiamme di pompei | Lo specchio dell’anima | Rosalba Ranieri | La fenice book | Book’s angels | Il confine dei libri | Reading in the T.A.R.D.I.S | Ella Gai | Amore per i libri e non solo

le mamme ribelli non hanno paura
Titolo: Le mamme ribelli non hanno paura
Autore: Giada Sundas
Editore: Garzanti
Disponibile in italiano:
Goodreads

Appena ha sentito un piccolo cuore battere dentro il suo, Giada ha cominciato a essere madre. Ma solo quando l’ha stretta tra le braccia quella vita è esistita davvero. Un attimo prima Giada era una persona, un attimo dopo un’altra e per sempre. Perché quando nasce un figlio si rinasce di nuovo. Si rinasce madri. Da quel giorno ha studiato tutti i manuali esistenti in commercio e ha ascoltato ogni consiglio. Affinché Mya, il suo dono più prezioso, fosse al sicuro, protetta, amata. Eppure non sempre tutto le veniva come era scritto in quei libri o come le avevano detto di fare. Ed è stato allora che ha capito una grande verità: che non esistono regole, leggi, dogmi imprescindibili. Il mestiere di madre si fa ogni giorno, si impara sul campo tra una ninnananna ricca di parole dolci e un rigurgito che rimane su una maglia per giorni. Tra un abbraccio che arriva inaspettato e cambia la giornata e un cartone animato che si odia perché lo si conosce ormai a memoria. Non c’è una ricetta, nessuno la conosce. Le risposte sono dentro ogni madre, sono lì, nel profondo dove risiede l’istinto. Dove vive e cresce l’amore più incondizionato che si possa provare. Dove non c’è bisogno di consultare nessuna enciclopedia per sapere cosa è giusto fare. È l’imperfezione l’unica verità. La morbidezza di un bacio sbavato, la tenerezza di un gioco improvvisato con una mollica di pane, la bellezza di un codino che non riesce a star dritto. Sono queste le magie che scaldano il cuore e fanno un figlio felice. Perché sono loro a insegnare che anche sbagliando si può volare, anzi, si vola ancora più in alto.
Giada Sundas è la mamma più famosa del web. I suoi post sulla sua esperienza di madre hanno avuto migliaia di condivisioni. Le mamme ribelli non hanno paura è il suo primo romanzo. Un debutto che partendo dalla vita parla al cuore di tutti. Un piccolo regalo a una bimba di due anni perché possa scoprire un giorno come è venuta al mondo, da quale amore, da quali errori, da quali scelte. Una storia sulla maternità, quella vera che si fa passo dopo passo, fatica dopo fatica, felicità dopo felicità.

 

Le mamme ribelli non hanno paura, come vi dicevo, è un libro che merita di essere letto. Non importa che siate già mamme, lo stiate per diventare o non ne abbiate nessuna intenzione (per il momento o per sempre).
Giada racconta con una semplicità disarmante la sua esperienza di madre, fidanzata e donna, dal momento in cui ha capito di essere incinta fino ai primi due anni di vita della piccola Mya. La rende comprensibile a tutti, anche a chi non ne sa nulla di maternità facendo divertire ed emozionare i lettori. Come vi dicevo, ho conosciuto questo libro per caso (credo da un post di Bussola su Facebook) e ho deciso che l’avrei letto appena possibile. Non so esattamente cosa mi abbia attirato – dopo ovviamente i calzini spaiati in copertina – ma non ha sicuramente deluso le mie aspettative.

Ragazzi, ho semplicemente adorato questo libro fin dalle prime pagine. Una miscela di dolcezza e ironia che ti porta a continuare a leggere. Di fatto non ci può essere quello che normalmente intendiamo per ‘azione’, ma la lettura scorre comunque decisamente veloce. Ho iniziato a ridere fino alle lacrime dalle prime pagine e le lacrime praticamente non mi hanno mai abbandonata fino a fine libro. Intervallavo momenti di commozione a momenti di ridarola. Non sono mamma, i conti con la maternità li ho fatti da figlia e da amica di mamme, ma ho ritrovato parecchie cose. Ricordi, momenti felici, momenti meno felici.

“Sono le cinque del mattino,perché non sei a letto?”
“In questa stanza qualcuno aspetta un bambino”
“Chi?”
“Facciamo l’appello e andiamo per esclusione?”
“Ma come fai a dirlo,Giada?”
“Lo so è basta”

Faccio fatica a parlare delle storie vere, narrate in prima persona. Mi toccano sicuramente più dei romanzi e mi sembra di non poterne parlare come di una inventata. Sembra in un certo modo di giudicare la vita di chi si è messo in gioco, piuttosto che il libro in sè stesso. In più non ci sono personaggi di cui poter dire ‘sembra reale’, ‘è confuso’. I protagonisti sono persone in carne ed ossa, persone che fino a poco prima dell’uscita del libro seguivamo su Facebook perché ci facevano sorridere ed emozionare con i loro post.
Giada e la sua famiglia, nel libro, sono più reali che mai, assolutamente non perfetti. Sono delle persone che potrebbero essere nostri vicini di casa, amici, ma anche noi stessi. Con le loro difficoltà a capire la vita, e le loro forza nel cercare di migliorarsi ogni giorno, per sé stessi e per chi sta loro accanto. Fregandosene spesso di pregiudizi e occhiate maligne, gioendo per ciò che hanno, pur essendo coscienti che ci sta ‘chi sta meglio’. Ignorando chi pensa di essere migliore e capendo che quella che spesso tutti mostriamo al mondo altro non è se non una facciata. Giada, in un certo senso, ci sbatte in faccia la realtà. Ci ricorda che quello che la gente mostra non è sempre quello che prova, anzi. Che dentro, e nella nostra sfera privata, tutti abbiamo delle difficoltà, ma che spesso le nascondiamo per far credere di essere migliori. O addirittura per cercare di convincere noi stessi della stessa cosa, superando così momenti difficili.

Quando iniziasti ad avere un po’ più di padronanza dei movimenti, il tuo gioco preferito divenne il dito a serramanico.
Estraevi l’indice e lo tenevi esposto per tutto il giorno, infilandolo qua e là ogni tanto, soprattutto negli occhi e nelle narici altrui, offendendoti quando non ti veniva permesso.

Giada e Moreno, in particolare, si ritrovano a fare i conti con un terzo esserino all’interno della loro bolla, della loro coppia. Sono più giovani di tanti genitori della nostra epoca, ma non si fanno spaventare. O meglio, sono spaventati, come chiunque davanti a un grosso cambiamento nella propria vita, ma cercano ogni giorno di trovare qualcosa per cui essere felici, per stare bene e superare al meglio le difficoltà.

Al quarto mese mi comparve sulla pancia una riga scura in verticale che partiva dal pube e andava fino allo stomaco. La nonna Biba, già accuratamente informata sull’evento, imbastì un monologo con la giusta terminologia scientifica esponendoci tutti i dettagli sulla concentrazione di melanina.
«Sarà tipo il meridiano di Greenwich», disse papà sedendosi sul divano accanto a me.
«Per misurarmi dividendomi a metà in due parti esatte?» risposi io.
«Esatto, così quando sarai ciccionissima, basterà che mi dica le coordinate di latitudine e longitudine e io saprò dove grattarti.»
«Mi stai dando del planisfero?»
«No, in realtà del mappamondo, ma uno di quelli carini, tipo il Clementoni che si illumina.»
«Non è una cosa carina, sai, dare del mappamondo a una donna incinta!»

Ho iniziato il libro pensando di avere tra le mani qualcosa di molto simile a Notti in bianco, baci a colazione di Bussola, un raccolta di post. E invece mi sono trovata catapultata in una storia di vita, di due ragazzi che si trovano a fare i conti con qualcosa di grande, spaventoso e bellissimo allo stesso tempo, superando ogni giorno al meglio delle loro capacità, pur vivendo momenti neri.
Ho trovato la storia della vita di una mamma, una mamma convinta di essere peggiore e diversa dalle altre mamme, ma che si rivela una forza.
Ho trovato un diario, dedicato a una bambina ancora troppo piccola per conoscerne l’esistenza, ma che non potrà che commuoversi nel momento in cui lo potrà e vorrà leggere.
Ho trovato emozioni forti, reali. Semplicità, ironia, voglia di vivere e un sacco di amore incondizionato.

Volevo dimostrarti come la tenacia e la forza di volontà a volte ripaghino gli sforzi, volevo insegnarti a non rassegnarti, a non cedere all’arrendevolezza e al pessimismo del «mai più». Ti ho voluto insegnare a non accettare la perdita se c’è una soluzione, a provarci, a impegnarti per qualcosa di importante. Alle perdite, quelle vere, decisi di pensarci più avanti, perché per quelle non c’è preparazione che tenga. Sappi che ci ho provato sempre, quando ho ritenuto che fosse opportuno, ho lottato per quello in cui ho creduto, guadagnando, a volte, la disapprovazione del mondo intero. Sappi che ho provato a fare il meglio delle mie possibilità
per bearmi della tua felicità e tremo al pensiero che, un giorno, ogni mio gesto, per te sarà sbagliato, anche se dettato dal mio cuore.

Sinceramente? Non trovo un motivo per cui non dovreste leggerlo.


a Rafflecopter giveaway

kiafirma