anna

#5 – 5 motivi per… cui le nostre ship tendono ad affondare

Buongiorno! Era un po’ che non pubblicavamo qualcosa in questa rubrica e personalmente ne sentivo la mancanza. Quindi dopo settimane ritorniamo cariche più che mai con un nuovo appuntamento!

5 motivi per

Vi è mai capitato davanti a un film, serie tv o anche libro di trovare due personaggi che vorreste vedere ad ogni costo insieme? Ecco, questa è una ship. La nobile e ingrata arte dello “shippare” è ciò che accomuna moltissimi fan in tutto il mondo, unendoli in un unico sentimento e scopo, ovvero vedere i propri beniamini insieme! Ma dietro a tale traguardo si nascondono e tramano gli autori che fanno di tutto per rovinare i nostri sogni. Ma cerchiamo di capire perché le nostre ship affondano miserabilmente nonostante la nostra buona fede.

  1. Gli autori sono sadici, si divertono a farci soffrire, facendo aspettare stagioni intere per riuscire a vedere un piccolo progresso riguardo la coppia che stiamo shippando, ma alla fine rimaniamo come d’autunno sugli alberi le foglie, ovvero cadiamo nella depressione più totale.
    gif
  2. Il mondo è crudele! Tale frase non è mai stata più vera. Allora, io ho capito che la vita è dura e sono sempre i buoni a rimetterci ma in fondo non mi sembra di chiedere tanto se non che alcune coppie, per di più inventate, possano stare insieme…
    gif
  3. A volte tocca ammetterlo, i personaggi che vorremmo tanto vedere insieme sono tonti come pochi, ovvero potrebbero accorgersi di qualsiasi azione top secret della CIA, ma quando si tratta di capire i segnali di attrazione dell’altra persona non ce la possono fare. Di conseguenza, nonostante vogliamo loro bene, iniziamo a insultarli come se non ci fosse un domani perché c’è un limite all’impeditezza della gente.
    gif
  4. Le circostanze non sono propizie allo sbocciare di questo amore tanto agognato. A chi osa dire questo, io rispondo che non posso aspettare mille mila anni e perdere i capelli nell’attesa che i miei beniamini possano almeno scambiarsi un bacio. In qualità di spettatore, ho il diritto morale di volere il meglio per i miei personaggi.
    gif
  5. In realtà l’unico VERO motivo per cui non vediamo mai (solo raramente) le nostre ship trionfare è perchè gli autori sono delle brutte persone che vogliono sfogare le loro frustrazioni prendendosela con noi poveri mortali che aspettiamo stagioni, scene e capitoli con gli occhi a cuoricino per poter vedere l’amore trionfare.
    gif

Bene, ora mi ritiro a sognare nella speranza di vedere al più presto le mie ship andare a gonfie vele e non schiantarsi nel primo scoglio che capita e rivolgo questo augurio anche a coloro che si trovano nella mia stessa situazione.
gif

anna firma

Recensione: Il curioso caso di Benjamin Button di David Fincher

Buongiorno a voi! Questa settimana sarà un po’ piena perché tutte e tre seguiremo un corso intensivo di grafica e in più ci sarà un avvenimento un po’ speciale per me ma anche per la Mon e la Kia (tranquilli non sto per sposarmi). Nell’attesa condivido con voi un’altra delle mie recensioni che spero possano farvi conoscere nuovi film o confrontare i nostri punti di vista. Sabato sera ero sul letto in cerca, nell’hard disk, di un film da guardare e mi è capitato sott’occhio questo che, effettivamente, era da un po’ che dovevo vedere.

Il curioso caso di Benjamin Button
Titolo: Il curioso caso di Benjamin Button
Titolo originale: The curious case of Benjamin Button
Regia: David Fincher
Anno: 2008
Durata: 166 min
IMDB

Nel 1919 nasce Benjamin, la madre muore di parto e il padre rimane scioccato alla vista di un neonato dall’apparente età di 75 anni. Abbandonato dal padre, il bambino-vecchietto viene allevato da una signora nera che non può avere figli propri. Destino vuole che la porta di fronte alla quale il padre lo ha lasciato è proprio quello di un ospizio per vecchi.

La trama è tanto assurda quanto intrigante: vediamo infatti il protagonista che nasce vecchio e, col passare del tempo, ringiovanisce pian piano. È un processo impossibile nella realtà ma penso che sarebbe figo poter essere giovani avendo la saggezza e l’esperienza dei vecchietti. Qualcosa del genere accade in questa storia. Inizialmente proviamo pena per questo neonato che, per il suo aspetto poco gradevole, viene abbandonato dalla famiglia e poi viene trattato come un vecchietto decrepito. Per fortuna la sua madre adottiva gli vuole un bene incondizionato e lo tratta come se fosse un bambino normale e le scene risultano visivamente strane ma allo stesso tempo divertenti. Soprattutto perché vive in una specie di casa di riposo e non si sente diverso dagli altri quindi la sua condizione obsoleta gli sembra una cosa normale.

Ma la storia inizia veramente quando Benjamin fa l’incontro che cambierà la sua vita per sempre, ovvero incontra questa bellissima bambina dagli occhi azzurri: Daisy. I due diventano subito amici e lei capisce che lui in fondo è un bambino nonostante da fuori sembri un vecchio. Il loro rapporto pian piano si trasforma da conoscenza ad amicizia, fino ad arrivare ad un sentimento più profondo; purtroppo però il tempismo di entrambi fa un po’ pena e per molti anni non riescono a conciliarsi. Ognuno vive la sua vita cercando di inseguire le proprie aspirazioni ma alla fine, quando più o meno si trovano ad avere un’età molto vicina,riescono a realizzare il loro amore e per un paio di anni vivono una vita piena di gioie e momenti di felicità, tra cui la nascita della loro figlia. Ovviamente il fatto che mentre lei invecchia lui ringiovanisca è un problema inevitabile, che si riflette soprattutto nel crescere la figlia, in quanto Daisy si ritroverebbe a crescere due ragazzini. Di conseguenza decidono di lasciarsi per il bene della piccola. Successivamente si incontreranno solo un paio di volte ma i loro incontri saranno brevi e sempre più fugaci.

Nonostante la notevole durata del film (due ore e quaranta) devo dire che in realtà il tempo è passato tranquillamente. La cosa che secondo me ha reso leggero e scorrevole il film è il fatto che gli avvenimenti vengono raccontati attraverso il diario che Benjamin teneva e sua figlia legge alla madre in ospedale. Ed è proprio leggendo le pagine di questo diario che per la prima volta lei conosce chi è il suo vero padre e noi con lei. Sembra quasi che la sua voglia di capire chi sia si unisca alla voglia che travolge lo spettatore di conoscere come siano andati gli eventi.

Le interpretazioni di Brad Pitt e Cate Blanchett nei ruoli di Benjamin e Daisy sono davvero intense e così reali che sembra di assistere ad una storia vera. Molto spesso ci sono dei primi piani sugli sguardi dei protagonisti che riescono ad esprimere molto più le emozioni ed i contrasti interni che i personaggi stanno vivendo. C’è da riconoscere inoltre che tutto il trucco usato per far invecchiare e ringiovanire Benjamin e Daisy è davvero straordinario e decisamente realistico (non per nulla ha vinto l’Oscar come miglior trucco oltre a quello per la scenografia e per gli effetti speciali).

La storia è decisamente ben strutturata e raccontata in modo che lo spettatore venga gradualmente catapultato all’interno della vita di questi personaggi, condividendo gioie e dolori. Pur non avendo mai amato troppo Brad Pitt, dopo aver visto una serie di film con lui dentro il cast, devo ammettere che le sue capacità recitative sono davvero eccezionali.

rating 4.5
anna firma

That moment when tanti is meglio che one: How to get away with murder #4

Eccoci al quarto appuntamento di questa visione di gruppo di ‘How to Get Away with Murder’! Come al solito i link degli appuntamenti precedenti sono qui sotto in caso ve li siate persi o volete rileggere le risposte per vedere se qualcosa è cambiato! Siamo quasi vicini alla pausa di metà stagione e allo scoprire chi sia colui che ha attentato alla vita di Annalise. L’andrenalina è alle stelle e le idee più confuse di così penso noi tutte non ce le potremmo avere. Buona lettura!

thatmomentwhen howtoget

Cosa non ti saresti mai aspettata di queste due puntate?

Alessandra: Allora non mi sarei aspettata tantissssime cose 😣 la peggiore forse era quello che mi aspettavo e invece non è accaduto ossia che Oliver è ancora vivo XD
Anna: Vedere Catherine e Philip parlare in macchina.
Chiara: Il ritrovamento della pistola e Caleb che pensa sia stata Catherine a uccidere i genitori.
Federica: Sinceramente? Che fosse veramente Bonnie nel video che Annalise ha mostrato ad Asher. E non mi aspettavo nemmeno una reazione così esagerata nei confronti si Annalise, alla fine le ha salvato il culo.
Kia: Decisamente il momento in cui Oliver si trova Philip alle spalle:io sarei morta. Anche il finale della 2×08, con Philip che parla con Catherine, mi ha lasciata un pelo turbata.
Mon: Catherine e Philip insieme in macchina e il ritrovamento della pistola.
Silvia: Quando nella stanza di Philip si vede uno dei quadri di Catherine.
Veronica: Nell’episodio 7 il momento WTF è stato l’incontro tra Oliver e Philip;l’episodio 8 è stato pieno di colpi di scena,forse la migliore quella alla fine di Catherine in macchina.

Chi è il “killer” della stagione? (Abbiamo immaginato che il quasi omicidio che si vede nella scena di ‘2 mesi dopo’ sia il caso della stagione)

Alessandra: Il killer a questo punto forse materialmente è Bonnie? E se avessero orchestrato tutto tutti insieme? Mistero della fede…
Anna: Mi dispiace aver dubitato di Asher nelle puntate precedenti, secondo me il killer è o Eve o Bonnie.
Chiara: Continuo a dire Nate, per quello che ha detto della Sinclair, responsabile di avergli rovinato la vita. Non sono convinta che il responsabile di entrambi i tentati omicidi sia lo stesso.
Federica: Punto ancora su Wes, ma ho dubbi su tutti.
Kia: Basta, la smetto di fare congetture, mi metto il cuore in pace e aspetto la prossima puntata. A questo punto può essere stato chiunque.
Mon: A questo punto davvero non ne ho più idea. Sto su Eve solo perché è l’unica che ancora non si è vista sulla scena del crimine. Magari non le è piaciuto che Annalise sia tornata tra le braccia di Nate.
Silvia: I killer ancora penso che c’entrino la coppia Asher-Bonnie.
Veronica: Mi sta venendo il dubbio siano tutti d’accordo per ripagare Annalise di tutte le cose che ha fatto;non so chi le ha sparato ma da quel che si capisce la lasciano a morire sul pavimento. Eve però non mi convince per niente…

A cosa si riferisce “it’s him” quando Annalise parla di Wes con Eve?

Alessandra: Ma potrebbe essere suo figlio? Suo nipote??? Cioè bohhhh.
Anna: Se Wes è veramente il figlio di Annalise sarebbe una evento assurdo che non mi stupirebbe più di tanto visto il comportamento di lei nei suoi confronti… ma purtroppo molto probabilmente non è cosi.
Chiara: La cosa più immediata da pensare è che Wes sia il figlio segreto di Annalise, ma mi sembra troppo scontato.
Federica: È dalla prima stagione che ho il sospetto che Wes sia il figlio di Annalise, quindi la risposta alla domanda è questa.
Kia: La mia idea è che Annalise e Wes non siano parenti. Quindi potrebbe parlare di un caso in cui era coinvolto anche un piccolo Wes.
Mon: Non penso sia sua madre anche se il pensiero mi ha attraversato la mente. Magari era coinvolta nel suicidio della madre e ha sempre cercato di trovare Wes.
Silvia: Con quella frase secndo me si riferisce a qualcosa del passato, della madre di lui.. magari sono parenti!
Veronica: Ho sempre avuto il sospetto che Annalise conoscesse Wes da molto prima dell’inizio delle serie,pensavo fosse un figlio segreto però non tiene. Forse conosceva la madre di Wes.

È stata Catherine a uccidere i suoi genitori adottivi?

Alessandra: Credo sia per forza il nuovo psicopatico che o ha una relazione con Catherine o la tiene sotto assedio psicologico o sono diventati amici di diavolerie…
Anna: Io direi di sì perchè non la racconta mai giusta… però forse non è così scontato come pare.
Chiara: Secondo me no, anche se sa chi è stato.
Federica: No, ma forse è coinvolta in qualche modo.
Kia: Ormai sembrerebbe di si, ma credo siamo tutti d’accordo sul fatto che, parlando di questa serie, le ipotesi abbiano vita breve.
Mon: Oddio a questo punto magari si. Non so davvero più cosa aspettarmi e chi sia il killer.
Silvia: No, troppo facile sennò!
Veronica: Sembrerebbe di si ma…non è troppo ovvio svelarlo così?e poi perchè Frank la porta nel bosco?mamma mia che confusione!

Recensione: Quando c’era Marnie di Hiromasa Yonebayashi

Buongiorno a voi! Sono settimane intense per noi e quindi per rilassarmi questa volta ho visto un film che era uscito per un paio di giorni al cinema ad agosto (e che mi ero persa purtroppo). Si tratta dell’ultimo film dello Studio Ghibli prima dell’annuncio della chiusura dello studio e del ritiro del grande maestro Hayao Miyazaki.

Quando c'era marnie
Titolo: Quando c’era Marnie
Titolo originale: Omoide no Mani
Regia: Hiromasa Yonebayashi
Anno: 2014
Durata: 103 min
IMDB

Anna, una ragazzina timida e solitaria di 12 anni, vive in città con i genitori adottivi. Un’estate viene mandata dalla sua famiglia in una tranquilla cittadina vicina al mare ad Hokkaido. Lì Anna trascorre le giornate fantasticando tra le dune di sabbia fino a quando, in una vecchia casa disabitata, incontra Marnie, una bambina misteriosa con cui stringe subito una forte amicizia.

 

‘Quando c’era Marnie’ racconta di Anna, una bambina che ci appare molto introversa che passa il suo tempo a disegnare. Soffre d’asma e viene mandata dai suoi genitori adottivi per un periodo da dei parenti che abitano in un paesino di mare per curarsi. Quello che preoccupa Yoriko (la madre adottiva di Anna) è il fatto che non dimostri più le sue emozioni e si sia rinchiusa in se stessa. Durante uno dei suoi giri esplorativi Anna scopre una casa abbandonata su un’insenatura e incuriosita si reca lì. La sera stessa le appare in sogno una bellissima bambina bionda con cui giocare insieme. Il giorno dopo ritorna alla casa e proprio li incontra la stessa bambina del sogno che scopriamo chiamarsi Marnie. Marnie è una bambina allegra e socievole e le due stringono immediatamente amicizia, solo che non devono rivelare a nessuno di questa cosa.

Tra le due bambine si instaura subito un forte legame che permette a entrambe di aprirsi e confidarsi l’una con l’altra. Entrambe vivono un grande conflitto interiore, ovvero si sentono abbandonate dai loro genitori, Anna perchè rimasta orfana e Marnie per la continua assenza dei suoi. Solo riuscendo a capirsi e discutendo insieme le due si trovano ciascuna a invidiare la vita dell’altra. Il film ci racconta la semplicità di un’amicizia nata un po’ per caso, dell’importanza di avere degli amici con cui condividere momenti della propria vita e qualcuno a cui voler bene. Questo significa diventare vulnerabili a volte ma è proprio grazie alle gioie e ai problemi che si possono creare con le altre persone che riusciamo a maturare e a diventare più forti. E grazie all’amicizia di Marnie, Anna riesce a superare i propri ostacoli e ritornare ad essere una bambina gioviale e capace di avere fiducia nelle persone.

Come tutti i film dello Studio Ghibli, i personaggi sono caratterizzati da sconvolgimenti emotivi e le storie ci offrono una lezione su come riuscire a superare le difficoltà dei protagonisti che possiamo ritrovare in ciascuno di noi. Anna e Marnie che non riescono a integrarsi con gli altri, riescono a trovare nell’altra qualcuno in grado di comprendere e capire il loro stato d’animo. Il tutto viene raccontato con i tratti tipici e immediati che caratterizzano i disegni dei film Ghibli e le musiche delicate che ti arrivano direttamente al cuore (e che nel mio caso le riascolto a loop infinito).

Il film rappresenta un altro capolavoro (e probabilmente l’ultimo) di una lunga serie di film di animazione che sono delle vere e proprie opere d’arte; di conseguenza vi invito davvero a vedere non solo questo film ma anche tutti quelli usciti prima. Ma c’è una cosa che non ho detto fin’ora cioè: “Chi è veramente Marnie?” Non spetta a me rivelarvi tale verità ma scopritelo da soli guardando il film.

rating 5
anna firma