fabio geda

Letture del mese: Gennaio 2018

mon firma

Titolo: Il suo chiodo fisso (In the Line of Duty #1)
Autore: Cathryn Fox
Genere: Romance
Pagine: 228

Recensione
Goodreads

Titolo: Magic (Shades of Magic #1)
Autore: V. E. Schwab
Genere: Fantasy
Pagine: 416

Recensione
Goodreads

Titolo: Wildcat
Autore: Scarlet Blackwell
Genere: Romance
Pagine: 132

Recensione
Goodreads

Titolo: Fandom: Saresti disposta a morire per la tua storia preferita?
Autore: Anna Day
Genere: Fantasy
Pagine: 514

Recensione in arrivo il 15 febbraio
Goodreads

Titolo: Ogni giorno (Every Day #1)
Autore: David Levithan
Genere: Romance
Pagine: 370

Goodreads

divisore dx

 

kiafirma

il libro di julian cover
Titolo: Il libro di Julian. A Wonder Story
Autore: RJ Palacio
Genere: Fiction
Pagine: 128

Recensione
Goodreads

Titolo: Nel mare ci sono i coccodrilli
Autore: Fabio Geda
Genere: Non-fiction, Biografia
Pagine: 155

Recensione
Goodreads

nel mare ci sono i coccodrilli
so tutto di te cover
Titolo: So tutto di te
Autore: Clare Mackintosh
Genere: Thriller
Pagine: 488

Recensione
Goodreads

Titolo: Albion (Albion #1)
Autore: Bianca Marconero
Genere: Urban Fantasy, Young Adult
Pagine: 400

Goodreads

albion cover
noi che non sappiamo amare
Titolo: Noi che (non) sappiamo amare
Autore: Eilan Moon
Genere: Romance
Pagine: 210

Recensione
Goodreads

Titolo: La libreria dove tutto è possibile
Autore: Stephanie Butland
Genere: Romance
Pagine: 225

Goodreads

la libreria dove tutto è possibile
di notte sognavo la pace
Titolo: Di notte sognavo la pace
Autore: Carry Ulreich
Genere: Non fiction, Diario
Pagine: 270

Recensione
Goodreads

Recensione: Nel mare ci sono i coccodrilli di Fabio Geda

Buongiorno lettori.Oggi vi parlo di un libro che aspettava di essere letto da tantissimo. Consigliatomi più e più volte, finalmente mi sono decisa a leggerlo e ne sono rimasta molto soddisfatta. Si tratta di Nel mare ci sono i coccodrilli di Fabio Geda.
nel mare ci sono i coccodrilli
Titolo: Nel mare ci sono i coccodrilli. Vera storia di Enaiatollah Akbari
Autore: Fabio Geda
Editore: Baldini e Castoldi
Link di acquisto: Amazon | Kobo
Goodreads

Se nasci in Afghanistan, nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, può capitare che, anche se sei un bambino alto come una capra, e uno dei migliori a giocare a Buzul-bazi, qualcuno reclami la tua vita. Tuo padre è morto lavorando per un ricco signore, il carico del camion che guidava è andato perduto e tu dovresti esserne il risarcimento. Ecco perché quando bussano alla porta corri a nasconderti. Ma ora stai diventando troppo grande per la buca che tua madre ha scavato vicino alle patate. Così, un giorno, lei ti dice che dovete fare un viaggio. Ti accompagna in Pakistan, ti accarezza i capelli, ti fa promettere che diventerai un uomo per bene e ti lascia solo. Da questo tragico atto di amore hanno inizio la prematura vita adulta di Enaiatollah Akbari e l’incredibile viaggio che lo porterà in Italia passando per l’Iran, la Turchia e la Grecia. Un’odissea che lo ha messo in contatto con la miseria e la nobiltà degli uomini, e che, nonostante tutto, non è riuscita a fargli perdere l’ironia né a cancellargli dal volto il suo formidabile sorriso. Enaiatollah ha infine trovato un posto dove fermarsi e avere la sua età. Questa è la sua storia.

Il libro racconta la vera storia di Enaiatollah Akbari, un ragazzo afghano che, allontanato da casa intorno ai 12 anni per la sua stessa sicurezza, dopo viaggi, lavori, fatiche e imprevisti è arrivato in Italia.

È difficile fare la recensione di una storia vera, di un racconto di vita vissuta. Non si può stare a parlare né della trama né dei personaggi. Sono così e basta, possono essere spiacevoli o andarci a genio, raccontare cose bellissime e divertenti o cose tristi o che danno fastidio. Ma non possiamo farci nulla, se non apprendere ciò che è stato o, come in questo caso, riconoscere la forza d’animo del protagonista che si mette in gioco e che ci racconta la sua vita, mettendola nelle nostre mani.

Fa impressione scoprire certe cose sull’immigrazione. Quello che sappiamo, normalmente lo apprendiamo dai giornali e mediamente si tratta di numeri e problemi. E forse qualche atto eroico che passa perché fa audience, poi il silenzio. Qui è raccontata in prima persona da chi l’ha vissuta. Da un ragazzo che, ancora bambino, ha dovuto andarsene dalla conca che era la sua casa, il suo mondo, perché li avrebbe rischiato la vita. Da lì comincia il suo viaggio, la voglia di ricostruire qualcosa, di vedere un viso conosciuto. La voglia di vivere dignitosamente, ma soprattutto quella di sopravvivere nella speranza di un futuro migliore.

Enaiatollah ci fa riflettere su aspetti dell’immigrazione che magari non conosciamo, sulla disperazione che spinge una persona a fare un viaggio simile per poi, spesso, non trovare quello che gli era stato promesso, quello che si aspettava. Sempre che in fondo al viaggio uno ci arrivi.
Lui è arrivato in fondo, grazie ad una grande forza d’animo, ma soprattutto grazie alla gentilezza della gente. Un po’ tutto il libro ruota intorno a questo concetto. Enaiat ha trovato persone che lo hanno aiutato, persone a cui lui non poteva dare nulla se non un grazie e un sorriso. Persone che gli hanno permesso di concludere il suo viaggio e, alla fine di questo, di costruirsi una vita che, almeno in parte, rispecchiasse quello che aveva sognato mentre attraversava le montagne della Turchia in mezzo al gelo o stava nascosto nel doppio fondo del rimorchio di un tir.

Ho apprezzato molto il fatto che sia scritto in ‘parlato’. Il libro è la trascrizione della storia raccontata da Enaiatollah stesso, completa di errori grammaticali e di punteggiatura, parole legate all’infanzia del protagonista, frasi scombinate dovute ai cambi di argomento repentini tipici del parlato.

Una cosa particolare, che fa notare anche Geda all’interno del suo libro, è la fusione delle due culture, quella afghana e quella occidentale nella persona di Enaiat. Quando racconta, infatti, usa paragoni, metafore e termini legati alternativamente al lui bambino e quindi ad una vita povera ed agricola e al lui giovane adulto, integrato in una comunità che prevede internet e McDonald.

Libro assolutamente consigliato, si legge in un batter d’occhio e ci si lega al cuore e alla mente. Un libro che non si fa dimenticare, nonostante la sua semplicità e proprio per questo adatto a tutti.


WWW…Wednesday #12

Letto

In lettura

Da leggere

Sono passati 10 giorni dall’inizio dell’anno e ancora non sono riuscita a terminare nulla. Stavo leggendo “Magic”, ma poi ho avuto l’opportunità di leggere “Il suo chiodo fisso”, nuova uscita Triskell di cui vi parlerò la prossima settimana, e “Magic” è slittato. Se vi state chiedendo dove sia finita la lettura di “The Golden Compass”, beh, è stata tragicamente abbandonata perché non riusciva a prendermi.
Mi ricordavo ancora troppo bene la storia e non mi andava di continuare la rilettura.

Letto

In lettura

Da leggere

Ho terminato Nel mare ci sono i coccodrilli, un libro che mi sento di consigliare a chiunque e di cui vi lascerò la recensione a breve! In lettura ho un thriller iniziato giusto ieri sera, quindi ancora non vi so dire nulla…poi, se riesco, prendo in mano Caraval.

Teaser Tuesday #147

Buongiorno! Il teaser che vi lascio oggi è tratto dal libro che ho finito proprio questa mattina in treno: Nel mare ci sono i coccodrilli di Fabio Geda. Il libro racconta la storia vera di Enaiatollah Akbari, ragazzo afghano costretto a nascondersi, andarsene da casa e trovare il suo posto nel mondo. Il suo posto, dopo mille peripezie, lo ha trovato in Italia. Sono rimasta commossa e in un certo senso affascinata dalla sua storia: a breve la recensione.

teaser tuesday

Ci siamo ritrovati in quattro decisi a partire. Poi abbiamo scoperto che Farid, un ragazzo che lavorava in una fabbrica dietro la nostra, aveva anche lui in mente di lasciare Qom. E non solo. Che il trafficante cui si sarebbe rivolto era suo cugino.
Abbiamo ragionato che era un’occasione da non perdere, che se il trafficante era davvero suo cugino c’era da fidarsi, e che se lui partiva con noi, noi diventavamo amici del cugino e come tali saremmo stati trattati.
Un giorno, finito il turno di lavoro, un giorno come tanti, abbiamo raccolto le nostre cose dentro un zainetto di tela, abbiamo salutato il capo della fabbrica, chiesto lo stipendio dovuto e con un pullman di linea (e la solita paura dei posti di blocco) siamo arrivati a Teheran. Alla stazione abbiamo trovato il cugino del nostro amico ad aspettarci. Ci ha portati a casa sua in taxi, uno di quei taxi multipli con un sacco di gente dentro.
Nella sala da pranzo, con una tazza di chay davanti, ci ha detto che avevamo due giorni di tempo per procurarci un po’ di cibo per il viaggio – cibo piccolo ma nutriente, tipo frutta secca, tipo mandorle e pistacchi – e acquistare un paio di scarpe pesanti da montagna e vestiti caldi e impermeabili: È importante che siano impermeabili, ha sottolineato. E anche dei vestiti carini da indossare a Istanbul. Non potevamo certo andare in giro per la città con quelli indossati durante il cammino, stracciati e puzzolenti. Dovevamo comprare tutto questo, sì, ma soprattutto le scarpe. Il cugino del nostro amico ha insistito molto su questo.
Allora siamo andati in giro per i bazar a fare le nostre spese eccetera e c’era un’euforia nell’aria che non saprei dire. Al nostro rientro abbiamo mostrato le scarpe al trafficante per sapere se andavano bene. Le ha sollevate, ha controllato le cuciture, ha piegato la suola, le ha guardate dentro e tutto, e ha detto di sì, che andavano benissimo.
Non era vero.
Lo diceva in buona fede – ne sono certo, a causa del cugino – e lo diceva in buona fede perché credeva di sapere come sarebbe stata la nostra camminata fra le montagne, ma non lo sapeva affatto, perché lui non c’era mai stato. Lui doveva solo consegnarci ad altri. Era un intermediario. Era quello cui, arrivati in Turchia, bisognava telefonare per dire: siamo arrivati. In modo che gli amici cui, lì a Qom, avevamo lasciato i soldi, glieli consegnassero.
Con le scarpe sollevate alla luce, la luce che entrava dalla finestra, ha detto: farete un viaggio di tre giorni. Le scarpe sono robuste e sufficienti. Bravi. Ottimo acquisto.

Turchia- Nel mare ci sono i coccodrilli di Fabio Geda

divisore dx

nel mare ci sono i coccodrilli cover
Se nasci in Afghanistan, nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, può capitare che, anche se sei un bambino alto come una capra, e uno dei migliori a giocare a Buzul-bazi, qualcuno reclami la tua vita. Tuo padre è morto lavorando per un ricco signore, il carico del camion che guidava è andato perduto e tu dovresti esserne il risarcimento. Ecco perché quando bussano alla porta corri a nasconderti. Ma ora stai diventando troppo grande per la buca che tua madre ha scavato vicino alle patate. Così, un giorno, lei ti dice che dovete fare un viaggio. Ti accompagna in Pakistan, ti accarezza i capelli, ti fa promettere che diventerai un uomo per bene e ti lascia solo. Da questo tragico atto di amore ha inizio la prematura vita adulta di Enaiatollah Akbari e l’incredibile viaggio che lo porterà in Italia passando per l’Iran, la Turchia e la Grecia. Un’odissea che lo ha messo in contatto con la miseria e la nobiltà degli uomini, e che, nonostante tutto, non è riuscita a fargli perdere l’ironia, né a cancellargli dal volto il suo formidabile sorriso. Enaiatollah alla fine ha trovato un posto dove fermarsi e avere la sua età. Questa è la sua storia.