joanne huist smith

Letture del mese – Novembre 2016

mon firma

colazione da darcy cover
Titolo: Colazione da Darcy
Autore: Ali McNamara
Genere: Contemporary, Romance
Pagine: 375

Recensione
Goodreads

rating 3

Titolo: Il tredicesimo dono
Autore: Joanne Huist Smith
Genere: Autobiografia
Pagine: 168

Goodreads

rating 3

il tredicesimo dono
inferno cover
Titolo: Inferno
Autore: Dan Brown
Genere: Thriller, Mystery
Pagine: 461

Goodreads

rating 4

Titolo: Zero at the Bone
Autore: Jane Seville
Genere: MM Romance
Pagine: 308

Goodreads

rating 4

zero at the bone cover

divisore dx

kiafirma

la ragazza con la bicicletta rossa
Titolo: La ragazza con la bicicletta rossa
Autore: Monica Hesse
Genere: Romanzo storico
Pagine: 300

Goodreads

rating 3

Titolo: Il tredicesimo dono
Autore: Joanne Huist Smith
Genere: Autobiografia
Pagine: 168

Goodreads

rating 3

il tredicesimo dono
il cerchio di pietre cover
Titolo: Il cerchio di pietre (Outlander #4)
Autore: Diana Gabaldon
Genere: Romanzo storico
Pagine: 584

Goodreads

rating 4

Teaser Tuesday #87

Buongiorno! Il teaser di oggi è tratto dal libro che abbiamo scelto per la Book Jar Challenge di questo mese e che ho finito l’altro giorno: Il tredicesimo dono di Joanne Huist Smith. Non mi ha fatta impazzire, devo dire la verità, ma non mi è nemmeno dispiaciuto. Se ce la faccio a breve vi lascerò una recensione. Qualcuno di voi lo ha già letto?
teaser tuesday

Mia cognata Charlotte mi ripete da settimane che devo sbrigarmi a fare i preparativi per le feste.
«I tuoi figli hanno bisogno del Natale», è diventato il suo ritornello.
Quella mattina mi chiama prima delle sei offrendosi di passare a prendere Nick e Megan nel pomeriggio, per lasciarmi qualche ora dopo il lavoro per fare compere.
«Così non ci pensi più», insiste. «A te piace scegliere i regali. E facendo un giro migliorerà anche l’umore.»
Io non ci credo molto, ma accetto: tanto vale provarci.
E così mi ritrovo ferma in macchina, con la freccia inserita, ad aspettare che una mamma e la sua bambina attraversino la piazzola del parcheggio, quando un nonnetto con i capelli grigi per poco non le investe e mi frega il posto. La mamma strattona indietro il carrello per evitare uno scontro.
«Stronzo!» gli grida, coprendo le orecchie della figlia con le mani guantate.
«Buon Natale», le grida il nonnetto scendendo dalla macchina. Mi fa l’occhiolino. Vorrei infilargli quell’espressione compiaciuta in un posto niente affatto natalizio, ma sta già piroettando dentro un negozio. Non sono mai stata portata per la musica, ma immagino di riscrivere il testo delle canzoni natalizie in una versione più realistica, dove la bontà diventa cattiveria.
Abbandono l’impresa di trovare un parcheggio comodo e vado al vicino centro commerciale, dove la maggior parte dei negozi sono chiusi per riposo.
Appena entro la melodia di Frosty the Snowman, l’ennesimo canto di Natale che proviene dagli altoparlanti, mi scoraggia. Ho intenzione di comprare una mountain bike per Nick, ma prima faccio tappa nel reparto preferito di Rick, la ferramenta. Conosco bene queste corsie, almeno quanto quelle dei casalinghi. Prima di cominciare un lavoro in casa – trasformare il nostro seminterrato dalle pareti di cemento in una sala giochi, costruire un patio sul retro o piastrellare il ripiano della cucina – Rick ci trascinava tutti dal ferramenta per scegliere i materiali. Mi viene l’idea di comprare qualche attrezzo utile da donare a nome di Rick all’Esercito della Salvezza o a Habitat for Humanity.
Non mi ricordo di aver mai sentito musica natalizia in questo reparto, ma adesso il volume di Frosty è così alto che fa tremare i lampadari. Immagino di porre fine alle scorribande del pupazzo di neve con la fiamma ossidrica, o quanto meno di arrostire l’impianto stereo del negozio. È crudele ma il pensiero mi fa ridere di me stessa.
«Avete le torce ad acetilene?» chiedo a un commesso.
Thumpity, thump, thump. Thumpity, thump look at that Frosty go.
Metto la torcia nel carrello, pensando che andrebbe bene come donazione o come regalo per mio cognato Tom. Magari la terrò io. Oppure, più probabilmente, il 25 dicembre in casa nostra non ci saranno regali né un albero sotto cui metterli.
“Compra la bicicletta. Una cosa alla volta.”
Mentre mi dirigo al reparto dei giocattoli, butto nel carrello carta da regalo, biglietti di auguri e scotch. Le mie compere natalizie per il momento si limitano a sacchetti di calze sportive e biancheria per i miei figli, le uniche cose che Rick chiedeva nella sua lista. Quando ci conoscevamo da poco, Rick non capiva il mio bisogno di trovare il regalo perfetto per tutti i miei cari. Sua madre era morta quando lui aveva tre anni e nella sua famiglia non davano grande peso alle feste. I regali di Natale che aveva ricevuto da allora in poi erano stati soprattutto utili… finché non aveva conosciuto me. C’era voluto del tempo prima che fosse contagiato dal mio entusiasmo per le feste. Forse l’ho solo preso per sfinimento. L’anno che gli ho comprato una videocamera ha aspettato due giorni interi ad aprirla, in segno di protesta contro la spesa eccessiva. Il giorno dopo l’ho beccato a leggere il manuale e a Capodanno già minacciava di lasciare l’industria metalmeccanica per diventare regista. Quell’anno mi regalò una camicia da notte, gemella di una che già avevo. L’anno dopo, una collana d’argento con un braccialetto coordinato.
Ora capisco perché a suo padre non piaceva comprare regali di Natale. Mi sembra di tradire mio marito a pensare di festeggiare. Per Natale vorrei solo e soltanto lui, e l’idea di creare ricordi senza di lui me ne fa sentire ancora di più la mancanza. Non posso comportarmi come negli anni passati ma non ho idea di cos’altro ci si aspetti da me.
«Ho bisogno di un manuale, cazzo.»
Mi lagno a voce abbastanza alta da far avvicinare una commessa.
«Nel reparto video», mi risponde, indicando il fondo del negozio e sorvolando sul turpiloquio, cosa che mia figlia non avrebbe fatto. «I libri sono insieme ai video.»
Vado in quella direzione, imbarazzata per essermi fatta sorprendere a parlare da sola. Spero che la commessa classifichi il mio comportamento come una temporanea infermità mentale natalizia e non come un disturbo cronico. Mi volto a guardare se sta servendo un altro cliente. E così mi capita davvero un incidente. Vado a sbattere con il carrello contro un Babbo Natale gonfiabile a grandezza naturale; non si buca, ma oscilla pericolosamente vicino a un espositore carico di sfere di vetro portacandela.
«Posso aiutarla?»
Adesso la commessa mi dedica tutta la sua attenzione e non sembra affatto sorpresa di vedere che la responsabile del disastro sfiorato sono io.
«A mia figlia piacerebbe tantissimo», dico senza convinzione.
«Allora gliene compri uno.»
Imbarazzatissima, afferro un Babbo Natale gonfiabile e lo butto nel carrello insieme alla torcia.
So che la nostra casa è triste in confronto ad altre del quartiere, decorate con lucine bianche, presepi e renne di filo metallico che brucano. L’esterno della casa era di competenza di Rick. Non ho nessuna intenzione di comprare questo coso gonfiabile, ma non voglio rimetterlo sullo scaffale con la commessa che mi pedina. Sotto il suo sguardo vigile, fingo di studiare decorazioni dipinte a mano, un drappo trapuntato da stendere sotto l’albero, scatole di latta con paesaggi innevati sul coperchio e altre che contengono cioccolatini assortiti.

Nessuna di quelle cose mi attira.

2. Secondo giorno – IL TREDICESIMO DONO di Joanne Huist Smith

divisore dx

il tredicesimo dono«Mamma, abbiamo perso l’autobus.» È la mattina di un freddo e grigio 13 dicembre, e Joanne viene svegliata improvvisamente dai suoi tre figli in tremendo ritardo per la scuola. Ancora non sanno che quel giorno la loro vita sta per cambiare per sempre. Mentre di corsa escono di casa, qualcosa li blocca d’un tratto sulla porta: all’ingresso, con un grande fiocco, una splendida stella di Natale. Chi può averla portata lì? Il bigliettino che l’accompagna è firmato, misteriosamente, «I vostri cari amici». Mancano tredici giorni a Natale, e Joanne distrattamente passa oltre: è ancora recente la morte di Rick, suo marito, e vorrebbe solo che queste feste passassero il prima possibile. Troppi i ricordi, troppo il dolore. Ma giorno dopo giorno altri regali continuano ad arrivare puntualmente, e mai nessun indizio su chi possa essere il benefattore. La diffidenza di Joanne diventa prima curiosità, poi stupore nel vedere i suoi figli riprendere a ridere, a giocare, a divertirsi insieme. Sembra quasi che stiano tornando a essere una vera famiglia. E il mattino di Natale, mentre li guarda finalmente felici scartare i loro regali sotto l’albero addobbato, Joanne scopre il più prezioso e magico dei doni. Quello di cui non vorrà mai più fare a meno, e il cui segreto ha scelto di condividere con i suoi lettori in questo libro suggestivo, profondo ed emozionante. Il tredicesimo dono riesce così ad aprirci gli occhi sulla gioia che ci circonda sempre, anche nei momenti più impensabili. Sulle sorprese inaspettate che la vita sa regalarci. E sulla felicità improvvisa che tutti possiamo donare a chi ci sta accanto, non smettendo mai di credere nella forza e nella generosità dei nostri cuori.

kiafirma