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#BookTag – 25 domande sui libri

Eccoci qui! Causa impegni vari ce la siamo prese molto comoda nel rispondere alle domande, ma finalmente ce l’abbiamo fatta. Essendo in due, l’articolo verrà un po’ lungo, ma abbiamo provato ad essere sintetiche.

25 domande sui libri

Prima di tutto un grazie particolare a Chiara di Diario di pensieri sparsi che ci ha nominate per partecipare a questo tag creato, qui su WordPress, da Racconti dal passato.

Considerando che moltissime persone hanno già risposto, abbiamo deciso di non nominare nessuno, invitando però chiunque passi di qui e ne abbia voglia a rispondere alle domande.

Non mi dilungo oltre e vi lascio alle domande (abbiamo risposto solo io e Mon, perchè Anna ha detto che in tema di domande librose ha già dato rispondendo a quelle del Liebster Award).

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1) Come scegli i libri da leggere?

Kia: Nei giri in libreria mi faccio attrarre dalle copertine, altrimenti consigli delle amiche o libri che trovo navigando su Goodreads o internet in generale (blog..)
Mon: Tramite GoodReads, consigli di amiche o gli innumerevoli giri in libreria.

2) Dove compri i libri: in libreria o online?

Kia: Principalmente online, se però devo prendere un cartaceo preferisco la libreria.
Mon: Negli ultimi anni ho letto quasi solo libri digitali, quindi direi online, anche perché i costi dei cartacei rendono l’acquisto in libreria proibitivo.

3) Aspetti di finire la lettura di un libro prima di acquistarne un altro oppure hai una scorta?

Kia: Ho una scorta. Sia mai che in un momento in cui posso leggere non abbia qualche libro a disposizione.
Mon: Ho una scorta che non finisce più. Tendo a comprare troppi libri convinta di leggerli a breve e poi, inevitabilmente, rimangono in fondo al Kindle perché nel frattempo ne ho comprati altri mille.

4) Di solito quando leggi?

Kia: Comincio mentre faccio colazione, poi mentre vado a prendere il bus (schiantandomi contro le persone) e poi in quasi ogni momento libero. La sera, prima di dormire, sento la necessità di leggere almeno qualche pagina per staccare la testa.
Mon:  Sul treno, di sera, sul divano, per strada, in coda al supermercato, di mattina, mentre cucino o mi lavo i denti. Diciamo appena posso.

5) Ti fai influenzare dal numero delle pagine quando compri un libro?

Kia: Generalmente no. Ho però dei periodi in cui ho un rifiuto verso i libri troppo grossi.
Mon: No, non direi.

6) Genere preferito?

Kia: Anche questo dipende dal periodo, ma principalmente leggo Romance in qualsiasi salsa, qualche distopico e thriller e, ogni tanto, mi piace leggere dei romanzi basati su fatti storici reali o direttamente non-fiction. In sostanza, basta che siano parole messe in fila con criterio.

Mon: Fantasy, distopico e romantico.

7) Hai un autore preferito?

Kia:  In realtà no. Me ne piacciono molti. Quando trovo un autore che mi piace molto, però, tendo a fare delle consistenti maratone.
Mon: Ho un paio di autori che amo, come la Rowling o Jeffery Deaver, ma è difficile definirne uno “preferito”.

8) Quando è iniziata la tua passione per la lettura?

Kia: Da molto piccola, quando mamma mi leggeva i librini, soprattutto prima di andare a dormire. Appena imparato a leggere, comunque, sono stata avvicinata alla lettura e non ho mai smesso. Negli ultimi due anni sono diventata un caso clinico.
Mon: Non ricordo esattamente, perché nei ricordi che ho, ci sono sempre stati libri. I miei genitori non mi hanno mai letto nulla, se non forse i librottini quando ero proprio molto molto piccola, ma ascoltavo le cassette della Disney seguendo la storia sul libricino, quindi direi verso i 3-4 anni.

9) Presti i libri?

Kia: A malincuore, ma li prestavo, pur di far leggere un bel libro, questo ed altro. Ora, con gli e-book è impossibile.
Mon: Una volta sì, anche se mi piangeva il cuore ogni volta. Avevo l’ansia che tornassero rovinati o qualche pagina piegata. Ora che leggo quasi solo in digitale, prestare libri non è più un’opzione.

10) Leggi un libro alla volta oppure riesci a leggerne diversi insieme?

Kia: Spesso ne ho più di uno in lettura, di generi diversi e ultimamente, se riesco, uno è in lingua originale.
Mon: Se i generi sono diversi riesco a leggerne anche più di uno per volta. Quando ho iniziato a leggere in inglese tendevo ad avere un libro in entrambe le lingue in lettura, per poter cambiare, mentre adesso capita solo se un libro non mi prende e decido di iniziarne un altro.

11) I tuoi amici/famigliari leggono?

Kia: Mia mamma e la mia sorellina piccola leggono quanto o più di me. Ho amici che leggono molto (amiche, soprattutto) e altri che mi guardano come fossi un alieno quando nomino la lettura.
Mon: Amici gran pochi, familiari si. Le amiche che leggono le ho trovate nell’ultimo anno tramite Internet ed è bellissimo poter condivedere una passione del genere. I miei genitori leggono, anche se molto meno di me, mentre mia sorella divora parecchi libri.

12) Quanto ci metti mediamente a leggere un libro?

Kia: Dipende da moltissimi fattori: pagine, genere, tempo e disposizione mentale mia del momento. Almeno un libro a settimana, però, lo devo leggere.
Mon: Dipende dal libro, da quanto mi prende, dal genere, da come è scritto e da varie altre cose. In italiano sono molto più veloce, ma ormai ho una buona velocità di lettura anche in inglese.

13) Quando vedi una persona che legge (ad esempio sui mezzi pubblici) ti metti immediatamente a sbirciare il titolo del suo libro?

Kia: Sempre e comunque, sono curiosa come una scimmia.
Mon: Ovviamente, anche se l’essera mezza cieca rende la cosa piuttosto complessa.

14) Se tutti i libri del mondo dovessero essere distrutti e potessi salvarne uno soltanto quale sarebbe?

Kia: Domanda difficilissima, credo che salverei ‘L’Ultimo Elfo’ di Silvana De Mari, il libro che mi ha definitivamente fatto amare la lettura, che mia ha fatto ridere e piangere.
Mon: Indecisa tra uno dei libri di Harry Potter, che mi hanno accompagnata per anni e Orgoglio e Pregiudizio in lingua originale, il mio libro preferito.

15) Perché ti piace leggere?

Kia: È una delle pochissime cose che mi permette di staccarmi totalmente dal mondo esterno, di svuotare la testa e ritrovare il buonumore. Mi piace scoprire cose nuove o immergermi in mondi inventati, innamorarmi di un personaggio e odiarne un altro, emozionandomi insieme a queste personcine di carta che mi fanno compagnia ogni volta che voglio.
Mon: Questa è sempre una delle domande che mi creano più problemi, perché mi sembra sempre di dire cose prevedibili, scontate. La lettura è un viaggio, come la vita. Incontri personaggi diversi, che puoi amare o odiare, che ti fanno innamorare e ti portano con loro a vivere avventure incredibili. I libri ti portano in mondi nuovi, ti portano nel futuro e nel passato, ti insegnano a crescere, pagina dopo pagina. I personaggi commettono errori e ti mostrano le conseguenze, dandoti il senso di giusto e sbagliato. Leggere aiuta a sognare, aumenta la fantasia, fa staccare completamente la mente da ogni problema, perché mentre leggi ci siete solo tu e un intero universo tra le tue mani, stampato su un foglio.

16) Leggi libri in prestito (da amici o dalla biblioteca) o solo libri che possiedi?

Kia: La Me-pre-Kobo era sempre in biblioteca, ora che sono passata al digitale sfrutto molto meno questa risorsa. Resta comunque che se ci entro per cercare un libro per l’Università o per studiare, la probabilità che ne esca a mani vuote è molto bassa.
Mon: In prestito da amici gran pochi perché ho pochi amici che leggono, ma fino a qualche anno fa andavo in biblioteca almeno una volta la settimana. Ormai ci vado molto meno, sempre per il fatto che leggo in digitale, ma qualche volta capita ancora di prenderne in prestito dalla biblioteca.

17) Qual è il libro che non sei mai riuscito a finire?

Kia: Le ultime lettere di Jacopo Ortis. Mamma mia. Ah, ‘Un giorno, forse’ di Lauren Graham l’ho finito a forza leggendo una pagina sì e tre no.
Mon: Mi vergogno parecchio a dirlo, ma mi tocca: Il signore degli anelli. Ci ho provato almeno sei volte e conto di riprovare ancora, ma non riesco a superare le prime cento pagine.

18) Hai mai comprato un libro solo perché aveva una bella copertina, e cosa ti attrae nella copertina di un libro?

Kia: Prima di comprarlo leggo anche la sinossi. A Goodreads aggiungo senza pietà anche solo per la copertina.
Mon: La copertina, per me, è sempre stata un’arma a doppio taglio. Su GoodReads, ogni giorno aggiungo troppi libri ai to-read solo per la copertina, senza nemmeno leggere la trama, in libreria tendo a leggere la sinossi per farmi un’idea di cosa vorrei comprare. Spesso, però, mi è capitato di scartare libri magari bellissimi solo perché la copertina (o il titolo) erano terrificanti.

19) C’è una casa editrice che ami particolarmente, e perché?

Kia: Onestamente, non presto attenzione alle case editrici.
Mon: Sinceramente non la guardo nemmeno la casa editrice.

20) Porti i libri dappertutto (ad esempio in spiaggia o sui mezzi pubblici) o li tieni “al sicuro” dentro casa?

Kia: I cartacei, a volte, li lasciavo a casa per mancanza di spazio. Il Kobo lo porto ovunque e sempre.
Mon: Ne ho sempre almeno uno in borsa. Con i libri cartacei era più difficile, perché tendevo (e tenderei ancora) a comprare il formato con copertina rigida che è piuttosto ingombrante, mentre ora, con il Kindle, ho tutti i libri che voglio con poco peso e poco spazio. L’unico problema è che, puntualmente, quando sono fuori decido di voler leggere l’unico libro che non ho caricato sull’eReader.

21) Qual è il libro che ti hanno regalato che hai gradito maggiormente?

Kia: Mi vengono gli occhi a cuoricino per qualsiasi regalo libroso. Quello che mi ha lasciato più felice penso sia stato ‘Di Carne e Di Carta’ d Mirya, regalatomi a sorpresa da moroso che vive in un universo dove i libri non esistono (argh).
Mon: Al tempo non lo avrei mai detto, perché guardavo quel libretto di cui avevo letto i primi capitoli e mi aveva solo annoiato, mentre ora sono convinta sia uno dei regali più belli: Harry Potter e la Pietra Filosofale. Mia cugina me lo ha regalato che avevo 8 anni e non mi era proprio piaciuto. Non l’avevo nemmeno finito. Qualche tempo dopo ci ho riprovato e mi si è aperto un mondo. Non me lo avesse regalato forse non lo avrei mai letto e ci avrei solo rimesso.

22) Come scegli un libro da regalare?

Kia: Cerco di incrociare i gusti della persona con i libri che mi sono piaciuti di più.
Mon: È sempre difficile regalare un libro, a meno che non si conosca l’altra persona molto molto bene. Tendenzialmente tendo a guardare i generi che piacciono a quella persona e cerco fra i libri che mi sono piaciuti qualcosa che si avvicini a quei generi.

23) La tua libreria è ordinata secondo un criterio, o tieni i libri in ordine sparso?

Kia: Sono maniaca, rigorosamente per ordine di altezza. L’ordine alfabetico, da lontano non si vede, gli scalini tra un libro e l’altro sì.
Mon: Sono una persona molto disordinata, ma la mia libreria è sempre a posto. Cambio disposizione abbastanza spesso, a volte per altezza, a volte in ordine alfabetico.

24) Quando leggi un libro che ha delle note, le leggi o le salti?

Kia: Dipende se sono necessarie per capire il testo. Con i libri digitali, se le note sono raggruppate in fondo al libro, preferisco usare Google. Trovo parecchio scomodo andare avanti e indietro.
Mon: Dipende se servono ai fini della storia. Ci sono note che spiegano da dove viene una determinata citazione o un verso di una canzone e quelle, a meno che proprio non mi interessi, le salto.

25) Leggi eventuali introduzioni, prefazioni e postfazioni dei libri o le salti?

Kia: Ringraziamenti e dediche sempre, introduzioni e prefazioni se mi interessano o se sono direttamente collegate con la storia.
Mon: Ringraziamenti finali e dediche sempre, introduzioni dipende se mi interessano.

Sperando di non avervi annoiati troppo, rinnoviamo l’invito a rispondere alle domande a chiunque ne abbia voglia!

kia firma

Recensione: Il Messaggero di Lois Lowry

Buongiorno a tutti! Oggi vi lascio la mini recensione di uno degli ultimi librini letti. Ultimamente provo allergia per tutti quei libri che mi rendo conto di non poter finire in meno di un paio di giorni. Sarà il male di vivere che mi sta caratterizzando negli ultimi tempi, sarà che tra le mille cose da fare non ho voglia di cose impegnative, non lo so. Tornando a noi, mi sono buttata sul terzo libro della serie di The Giver di Lois Lowry: Il Messaggero. Vi ho parlato qui del secondo, La Rivincita, e oggi vi racconto del terzo.

il messaggero
Titolo: Il Messaggero (The Giver #3)
Titolo originale: Messenger
Autore: Lois Lowry
Editore: Giunti
Disponibile in italiano:
Goodreads

In una realtà futura segnata da “forme di governo spietate, punizioni atroci, inguaribile povertà o falso benessere”, i difetti fisici sono puniti con la pena di morte. Ma nel Villaggio in cui Matty abita anche gli ultimi della scala sociale sono accolti e tenuti in grande considerazione. La comunità è gestita dal Capo, una versione adulta del Jonas di The Giver – Il Donatore. Matty lavora per il Veggente, un vecchio cieco che lo ha aiutato a maturare. Ma adesso qualcosa sta cambiando, i rifugiati improvvisamente non sono più i benvenuti al Villaggio e gli abitanti stanno diventando vanesi e ottusi. A Matty, uno dei pochi capaci di districarsi nella fitta Foresta che circonda il Villaggio, viene affidato il compito di portare il messaggio del drammatico cambiamento ai paesi vicini. Purtroppo la Foresta, animata ora da una forza oscura, si rivolta contro di lui e Matty
si trova a fronteggiare il pericolo armato solo di un nuovo potere, che ancora non riesce completamente a comprendere.
Un’allegoria spietata dell’animo umano e della nostra società, che conclude la trilogia profonda e provocatoria di Lois Lowry.

Ammetto che questa recensione sarebbe dovuta iniziare con un plateale insulto all’autrice. L’avessi scritta a caldo – dopo aver asciugato tutte le lacrime – sarei stata forse più cattiva, perchè ci sono rimasta veramente male. Anzi, se qualcuno l’ha letto e vuole parlarne insieme, io sono qui. Invece, essendo passati un paio di giorni, devo ammettere che, tutto sommato, il libro mi ha lasciato un ricordo piacevole, così come gli altri due della serie. Presto leggerò anche il quarto sperando che si concluda al meglio.
Ne ‘Il Messaggero’ ritroviamo Mat de ‘La Rivincita’ che adesso è diventato Matty e vive nel villaggio ‘degli emarginati’. Quel villaggio che cominciamo a conoscere alla fine del secondo libro, dove si scopre che sono andati a rifugiarsi molte persone con problemi soprattutto fisici. Se ne ‘La Rivincita’ ci veniva descritta una società distrutta e improntata alla violenza, alla povertà e alla solitudine, qui scopriamo l’esistenza di questo piccolo paradiso. Nel Villaggio viene accolto chiunque abbia bisogno di aiuto o sia rimasto solo, senza distinzione, è vietato mentire e ci si aiuta in ogni modo possibile. Al Villaggio ritroviamo Jonas de ‘Il Donatore’ nelle vesti del Capo, nonostante non venga mai specificato il vero nome di questo personaggio si capisce che è lui per i continui riferimenti ai suoi occhi e al suo arrivo al Villaggio con una slitta rossa.
Matty è cresciuto, come dicevo, ed è molto cambiato. Non è più ‘la belva delle belve’ ma si è fatto domare, ha studiato, ha imparato a non mentire e vive con il Veggente, il saggio cieco, aiutandolo nelle mansioni casalinghe. Come nei primi due libri i personaggi – e soprattutto i loro sentimenti -sono definiti con precisione, e ci sembra davvero di conoscerli. Matty inizia, grazie a Jean, la figlia del Mentore, a scoprire cosa sia l’amore.
Ma è proprio a causa dei suoi discorsi con la ragazza che consolida le sue preoccupazioni, la sua sensazione che qualcosa al Villaggio non stia andando per il verso giusto. Pare che la colpa sia del Baratto, il luogo dove gli abitanti del Villaggio di ritrovano per dare qualcosa in cambio di qualcos’altro. Questo rituale, inizialmente nato come concretizzazione della voglia di aiutarsi, ora sta assumendo una connotazione negativa. Matty, con l’aiuto del Veggente che lo fa ragionare, si rende conto che qualcosa non va, che la gente che partecipa al Baratto ne esce ogni volta più scortese, cattiva e disinteressata al bene comune.
Nel frattempo Matty si ritrova faccia a faccia con il suo Potere, che sta emergendo e gli permette di guarire gli animali e le persone. Non ne vuole parlare con nessuno, ha paura che possa portargli dei guai. Presto scopre però che il Capo è a conoscenza di questo suo dono e riesce quindi a parlarne con lui. Ma l’unico consiglio è quello di non sprecarlo, di non utilizzarlo per cose che potrebbero dimostrarsi inutili. Matty è spaventato, non comprende appieno le parole del Capo e non è convinto che, al momento opportuno, sarà in grado di capire che è giunta l’ora di utilizzare il suo Dono.

Manca l’ultimo libro, è vero, ma sono convinta che questa serie vada letta. Scorre benissimo e, nonostante ad una lettura superficiale possa apparire un racconto semplice, con un po’ di magia e un po’ di suspence, secondo me nasconde molto di più ed è in grado di lasciare qualcosa al lettore.

rating 3
kia firma

Teaser Tuesday #9

 

Devo ammettere che il libro non mi è piaciuto, ma non ho in lettura niente in questo momento e quindi mi è toccato tirare fuori il Teaser da qui. È stata una lettura veloce, ma piuttosto ridicola come trama e il tutto viene rovinato dall’antipatia della protagonista. Non sono qui per farvi la recensione però, quindi vi lascio il Teaser di oggi e vi auguro una bella giornata!
teaser tuesday

“This is strange,” I said, picking up one of the applications. “I don’t want to be judgmental, but look at this. I caught three different spelling mistakes on this one.”
Mom took the form. “It’s possible he was nervous.”
“Or an idiot,” I offered.
May chuckled.
“Don’t be so harsh, sweetie. It’s scary on their end, too.” Mom handed me the form, and I clipped it back to a picture of a boy with a very innocent face and a head full of wild blond curls.
“Wait, are you scared?” Aunt May asked, worry on my behalf coating her voice.
“No, of course not.”
Her expression relaxed back into its normal, beautiful, carefree state. “Can’t imagine you being scared of anything.” She winked at me.
It was comforting that at least one of us thought so.

Chapter 8 – THE HEIR di Kiera Cass

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the heir

Princess Eadlyn has grown up hearing endless stories about how her mother and father met. Twenty years ago, America Singer entered the Selection and won the heart of Prince Maxon—and they lived happily ever after. Eadlyn has always found their fairy-tale story romantic, but she has no interest in trying to repeat it. If it were up to her, she’d put off marriage for as long as possible.

But a princess’s life is never entirely her own, and Eadlyn can’t escape her very own Selection—no matter how fervently she protests.

Eadlyn doesn’t expect her story to end in romance. But as the competition begins, one entry may just capture Eadlyn’s heart, showing her all the possibilities that lie in front of her . . . and proving that finding her own happily ever after isn’t as impossible as she’s always thought.

mon firma

Recensione: Cut & Run di Abigail Roux e Madeleine Urban

Ci sono recensioni che sono convinta vadano scritte a caldo, quando non si ha ancora avuto il tempo di fermarsi a riflettere su quanto si è letto. Ci sono libri che ti impediscono di poggiarli sul comodino per dormire e ti obbligano a stare alzata fino ad ore improbabili per continuare a leggere, pagina dopo pagina. Per fortuna hanno inventato gli eReader, altrimenti leggere nelle posizioni che riesco ad assumere su un divano diventerebbe complicato.
Cut & Run, primo di una serie di libri, è uno di questi.
cut & run
Titolo: Cut & Run (Cut & Run #1)
Autore: Abigail Roux & Madeleine Urban
Editore: Dreamspinner Press
Disponibile in italiano:
Goodreads

A series of murders in New York City has stymied the police and FBI alike, and they suspect the culprit is a single killer sending an indecipherable message. But when the two federal agents assigned to the investigation are taken out, the FBI takes a more personal interest in the case. Special Agent Ty Grady is pulled out of undercover work after his case blows up in his face. He’s cocky, abrasive, and indisputably the best at what he does. But when he’s paired with Special Agent Zane Garrett, it’s hate at first sight. Garrett is the perfect image of an agent: serious, sober, and focused, which makes their partnership a classic cliche: total opposites, good cop-bad cop, the odd couple. They both know immediately that their partnership will pose more of an obstacle than the lack of evidence left by the murderer. Practically before their special assignment starts, the murderer strikes again – this time at them. Now on the run, trying to track down a man who has focused on killing his pursuers, Grady and Garrett will have to figure out how to work together before they become two more notches in the murderer’s knife.

Era un po’ che sentivo alcune mie amiche parlare di questa serie, ma non mi ero mai soffermata troppo sui loro discorsi perché non la conoscevo e perché, in quei momenti, avevo altre cose per la mente. Qualche giorno fa, però, hanno ricominciato a parlarne e mi sono detta: “Mon, adesso basta, devi leggere almeno il primo di questi libri”. Cinque minuti dopo sul mio piccolo Kindle c’era il mattoncino di 400 e passa pagine e, neanche due giorni dopo, l’ho terminato.

Non riuscivo a terminare un libro che non fosse un romantico o un fantasy/distopico da mesi, quindi è stata una sorpresa quando mi sono ritrovata totalmente immersa in questa storia. Un killer che uccide apparentemente a caso, con armi casuali, in luoghi casuali. L’incubo di ogni profiler e detective. Se c’è una cosa che ho imparato in anni di serie tv di genere crime, è che ogni serial killer ha uno schema. C’è sempre qualcosa che collega ogni crimine ed è proprio quello schema che, tendenzialmente, porta alla cattura del criminale. Quando questo killer, chiamato (Tri-state killer), uccide due agenti, l’FBI manda ad investigare Ty Grady, assegnandogli un nuovo partner, Zane Garrett. A prima vista, i due non potrebbero essere più diversi. Ty è un combinaguai, sarcastico e sempre pronto a rispondere ad una battuta. Si capisce immediatamente che non desidera un nuovo partner e fin dal primo istate si vede che Zane non gli va proprio a genio. Zane si presenta come un agente modello: educato, vestito impeccabilmente, ha sempre pronta la risposta giusta e il direttore sembra essere convinto che sia la persona giusta per tenere Ty in riga.

I due non si sopportano proprio e le loro prime interazioni sono parecchio divertenti. Continuano a rimbeccarsi e non riescono proprio a nascondere il fatto che entrambi pensino il peggio dell’altro. Ci mettono poco a capire che tutti due hanno un passato a cui vogliono pensare il meno possibile e che sono tremendamente testardi e pronti a qualsiasi cosa per non farsi dominare dall’altro.

Ty Grady was a rude, insufferable, egotistical, stinking son of a bitch, and Zane was going to figure out how to tune him out. Otherwise, he just might give in to the pressure and kill the bastard, for the good of humanity.

Appena iniziano ad indagare sul caso, capiscono che qualcosa non va e varie situazioni ed incidenti li obbligano a lavorare insieme. Questa vicinanza è ciò che fa comprendere ad entrambi che non sono così diversi e che, forse, possono lavorare insieme senza troppi problemi. Non voglio entrare nei dettagli, perché vi rovinerei la lettura. Ogni evento è collegato all’altro, ogni parola è importante e tutta la situazione è una corsa contro il tempo e contro l’assassino. Ty e Zane imparano in fretta a lavorare insieme, ma la loro stretta collaborazione lascia spazio a qualcosa di più. Per entrambi nasce qualcosa di più dello stretto legame professionale o dell’amicizia tra due partner.

“Tease,” Ty accused softly.
“Do I have your attention now?” Zane drawled.
“You never lost it,” Ty responded before thinking better of it.

Cut & Run è una storia d’amore abilmente mescolata in un romanzo crime e la combinazione mi è paiciuta un sacco. Certo, gran parte del merito va ai due protagonisti, che vengono abilmente caratterizzati dalle due autrici. Ognuno ha caratteristiche uniche, che lo rendono umano e reale. Non sono personaggi perfetti, anzi. Hanno difetti, segreti, eventi passati che li tormentano e che, forse, nel corso dei prossimi libri, riusciranno a superare.

È il primo libro di questo genere che leggo, con una coppia in cui entrambi sono uomini, ma la cosa non mi è dispiaciuta per niente. Mi è piaciuto il rapporto che si è andato a creare tra i due: il prendersi in giro costantemente, il dimostrare i proprio sentimenti più “fisicamente” che verbalmente e l’essere impulsivi nelle decisioni da prendere e nelle parole da dire. Non so cosa aspettarmi dai prossimi volumi, ma sicuramente li leggerò, spronata dalle mie amiche che mi assicurano che, andando avanti, la storia va solo migliorando.

rating 4.5
mon firma