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Recensione: Sai tenere un segreto? di Sophie Kinsella

Buoongiorno, oggi vi lascio una recensione di un libro iniziato e finito in due giorni grazie a un viaggio per lavoro che mi ha vista diverse ore in treno. Fantastico direi. 😉
(Spero arrivino anche le recensioni dei libri di cui ho saltato la recensione, ci sto lavorando.)
Si tratta di ‘Sai tenere un segreto?’ di Sophie Kinsella. È il il secondo libro suo che leggo (il primo era stato I love shopping) e questo mi è piaciuto decisamente di più. L’ho trovato più romantico, meno portato all’esasperazione e mooolto piu scorrevole e piacevole in generale.

sai tenere un segreto cover
Titolo: Saii tenere un segreto?
Titolo originale: Can You Keep a Secret?
Autore: Sophie Kinsella
Editore: Mondadori
Disponibile in italiano:
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Emma Corrigan è una ragazza normale, lavora in una multinazionale ed ha un fidanzato simpatico. E come tutte le ragazze normali coltiva i suoi sogni, i suoi segreti e le sue paure. E proprio cercando di fronteggiare una delle sue più grandi paure, quella di volare, si trova a raccontare tutti i suoi più intimi segreti al suo compagno di viaggio, un simpatico americano. Che altri non è che… Abbandonata Rebecca, la protagonista del ciclo «I love shopping», Sophie Kinsella regala ai suoi lettori un nuovo divertente personaggio femminile.

Durante la lettura ho pensato, in maniera quasi automatica al libro ‘È solo una storia d’amore’ di Anna Premoli, un romanzo in cui l’autrice fa dell’autoironia sui clichè contenuti nei romanzi rosa. E qui dentro, in ‘Sai tenere un segreto?’ i clichè del romanzo rosa, del chick lit, sono portati al loro massimo splendore.
Si apre il libro e si sente ‘odore di rosa’, così come, secondo mia sorella, i fagiolini surgelati sanno di verde, il concetto è quello.

Conosciamo i due protagonisti, Emma e Jack, che, come da copione hanno un colpo di fulmine. E poi ovviamente litigano e quando tutto sembra sistemato litigano ferocemente un’altra volta. Ma vi lascio indovinare il finale <3

Esatto, perché la Kinsella non si allontana di una virgola dalla nostra comfort zone, da quello che cerchiamo quando apriamo un romanzo rosa, con tanto di copertina fucsia. Ma, diciamocelo, non vorremmo nemmeno altro, quando iniziamo un libro così. Almeno io ne rimarrei destabilizzata.

Il bello di questo genere, secondo me, non è l’essere originali in senso assoluto. La bravura dell’autore sta nel costruire dei personaggi veri, in cui il lettore si possa impersonare per farsi prendere dalla storia. E nel crearci intorno una storia che sia realistica pur amplificando i nostri sentimenti e facendoci emozionare. E lo deve fare il più possibile. Perché quando prendiamo in mano un romanzo rosa vogliamo innamorarci noi per primi, mentre si innamorano i protagonisti.

E trovo che la Kinsella in ‘Sai tenere un segreto?’ ci riesca in pieno. Se la trama, portata all’osso, è un po’ sempre la stessa minestra, secondo me è stata poi sviluppata molto bene. Conclusa un po’ troppo velocemente, ma succede spesso. Ma la storia prende. Se fin dalla prima pagina sappiamo come sarebbe andata a finire, l’autrice riesce comunque a trascinarci appieno nel vortice della vita di Emma, facendoci emozionare, nel bene e nel male, con lei.

Emma dalla prima pagina ci svela i suoi segreti, tutti. Quale modo migliore per capirla e impersonarci in lei?
Emma è ‘una comune ragazza qualunque, niente di speciale’. Emma è una ragazza come ognuna di noi potrebbe essere. Una famiglia un po’ disastrata, un lavoro che non è convinta che sia quello che le piaccia, un capo e una collega che non sopporta, il sogno di fare carriera per dimostrare che vale, la testa un po’ tra le nuvole. Odia i perizomi, il jazz e i film di Woody Allen. Ama il gelato, i peperoni arrostiti e prendere in prestito di nascosto i vestiti chic della sua coinquilina. No, non vi sto rovinando il libro, tutto questo è scritto già nella prima pagina.

E, purtroppo o per fortuna, non siamo gli unici a scoprire questi dettagli della sua vita. Insieme a noi li scopre qualcuno che non dovrebbe assolutamente sapere nulla di tutto ciò. E da qui iniziano le disavventure della nostra Emma.

Il protagonista maschile è invece Jack, un multimilionario affascinante che, a differenza di Emma, ha ancora dei segreti che la gente non sa e non deve sapere.
È moro, è bello, alto, simpatico. Per il resto la sua figura resta, in termini di descrizione, piuttosto misteriosa. Ma ci sta bene così.

Tira il fiato e mi guarda. I suoi occhi non sono mai stati così scuri. “Ho conosciuto una ragazza in aereo. E…da allora la mia vita è cambiata.”

Oltre loro due, abbiamo una famiglia piuttosto odiosa, ma che sa farsi perdonare, e un ambiente di lavoro non proprio sano. Tutto per rendere un po’ più sfigata, passatemi il termine, la nostra protagonista.

Per concludere, questo libro mi è capitato tra le mani per caso e mi ha permesso di dare una seconda possibilità a questa autrice che con I love shopping mi era piaciucchiata ma non mi aveva lasciato nulla di concreto. Dopo aver letto questo credo proprio di aver trovato un’altra autrice da infilare quando sono stanca, quando ho bisogno di un libro leggero, divertente, emozionante e scorrevole allo stesso tempo. Consigliato vivamente, quindi. E fatemi sapere la vostra.

kiafirma

Recensione: Postmortem di Patricia Cornwell

Buongiorno!
Nuova recensione oggi per concludere al meglio la settimana e magari darvi qualche spunto di lettura per il weekend. Cosa state leggendo in questo momento? Io sto leggendo uno dei libri della Book Challenge che abbiamo proposto qui sul blog: All the ugly and wonderful things..per ora è molto particolare!
Intanto vi lascio alla lettura di questa recensione e vi auguro un buon fine settimana.

postmortem cover
Titolo: Postmortem (Kay Scarpetta #1)
Autore: Patricia Cornwell
Editore: Mondadori
Disponibile in italiano:
Goodreads

Un serial killer è in azione nella città di Richmond: già tre donne sono morte, violentate e strangolate nelle loro camere da letto. Nulla le accomuna, l’omicida sembra colpire a caso. La sola costante è che i delitti avvengono sempre di sabato, prima dell’alba. E’ per questo che quando una telefonata della polizia la sveglia nel cuore della notte, Kay Scarpetta – capo dell’ufficio di medicina legale della Virginia – intuisce immediatamente che l’inafferrabile assassino ha agito di nuovo. La minaccia incombe, il sanguinario killer può tornare a colpire in qualunque momento e da qualunque parte. Kay non può escludere nessuna ipotesi, nemmeno quella di essere il suo prossimo obiettivo. E sa di avere anche altri nemici: qualcuno che sta cercando di intralciare la sua azione, qualcuno che nell’ombra cerca di insidiarne il ruolo, compromettendo irrimediabilmente la caccia all’assassino.

 

Postmortem è il primo libro della serie che ha come protagonista il medico legale Kay Scarpetta. Non sono assolutamente libri nuovi, questo primo volume è stato pubblicato in Italia per la prima volta nel 1990, ma pare che riescano ad affascinare ancora un sacco di persone. A parte i miei genitori, che me li consigliano continuamente, conosco parecchia gente che negli anni ha cercato di convincermi a iniziare la serie, quindi eccomi qui.

Ammetto di non essere particolarmente colpita, soprattutto dallo stile dell’autrice che non mi entusiasma. Non so se è la traduzione italiana che fa perdere un po’ o se semplicemente sono abituata ad altro, ma il modo in cui è raccontata la storia non mi ha catturata. Non so nemmeno spiegare perché, è proprio una sensazione.
Il crimine mi è piaciuto. È particolare, è interessante e intriga parecchio, come anche determinate caratteristiche legale all’assassino che Kay riesce a scoprire prima degli altri. Il caso è quello che mi ha spinta ad arrivare fino in fondo, perché devo dire che nessuno dei personaggi mi ha colpita.

Kay ha un lavoro che ultimamente mi ha presa anche grazie alle serie di libri su Alice Allevi quindi l’ho trovata in generale piacevole, anche se non sono riuscita ad inquadrarla bene. I vari personaggi parlano un sacco, ma si capisce poco di loro. La narrazione in prima persona poi, non aiuta affatto. Kay pensa tantissimo e talvolta mi è pesato dover stare a leggere i suoi discorsoni interni. Il detective che la accompagna o Bill o la nipote anche sono personaggi poco descritti che vediamo solo attraverso gli occhi di Kay, quindi sempre e comunque distorti.

Ad un certo punto la trama ha preso una svolta che non aspettavo e wow, lì ha iniziato a prendermi davvero. C’era l’ansia, c’era la voglia di scoprire di più, c’era tutto…peccato che poi mi abbiano leggermente delusa con il finale. Mi è piaciuto e l’ultima metà del libro ha decisamente sollevato questa valutazione, ma se le cose fossero andate come speravo l’avrei apprezzato molto molto di più.

Voglio provare a leggere il secondo volume per vedere come va, perché le premesse sono buone e sono certa che anche la questione dello stile sia solo questione di abitudine. Intanto il libro non mi è interamente dispiaciuto, quindi spero di riuscire presto a leggere il seguito per darvi un altro parere.

rating 3

mon firma