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Recensione: Il viaggio di Arlo di Peter Sohn

Buongiorno a tutti! Dopo un paio di settimane ritorno anch’io con una nuova recensione. Dopo il mio viaggio nell’outback australiano, ora mi trovo a Melbourne per una settimana alla ricerca di capire come proseguire la mia avventura. E in questa breve pausa sono riuscita a guardare un paio di film, finalmente, e a rimettermi in pari con le serie tv. Il film di oggi è il penultimo film della Pixar (l’ultimo è ‘Alla ricerca di Dory’ che esce quest’estate) ovvero ‘Il viaggio di Arlo’. Pur essendo una grande fan della Pixar, mi ero dimenticata di guardarlo… nonostante se ne sia sentito parlare tanto.

il viaggio di arlo
Titolo: Il Viaggio di Arlo
Titolo originale: The Good Dinosaur
Regia: Peter Sohn
Anno: 2015
Durata: 93 min
IMDB

Che cosa sarebbe successo se l’asteroide che ha cambiato per sempre la vita sulla Terra non avesse colpito il nostro pianeta e i dinosauri non si fossero mai estinti? I Pixar Animation Studios trasportano il pubblico in un viaggio epico nell’era della preistoria dove un coraggioso e curioso dinosauro di nome Arlo stringe un’insolita amicizia con un essere umano. Attraversando luoghi aspri e misteriosi, Arlo imparerà ad affrontare le sue paure e scoprirà ciò di cui è veramente capace.

Il film racconta di una coppia di brontosauri che gestisce una piccola farm di pannocchie con le quali poi dovranno sopravvivere l’inverno. (E già qua partiamo male secondo me… quando mai si sono visti dei dinosauri agricoltori??) Comunque, poi nascono i loro cuccioli e finalmente conosciamo Arlo, un dinosauro nano in quanto è grande la metà dei suoi fratelli. Crescendo, i figli devono in qualche modo dimostrare ai genitori il loro valore portando a termine il loro compito nella farm. Purtroppo Arlo è un dinosauro timido che si spaventa facilmente e combina un sacco di guai. Il padre allora decide di fargli fare da guardia al granaio e per uccidere i ladruncoli che rubano le loro provviste. Il ladro in questione è un bambino umano (che di umano ha ben poco visto che si comporta più come un cane). Il suo inseguimento scatena una serie di sfortunati eventi che portano alla morte del padre di Arlo e allo smarrimento del piccolo dinosauro che, ovviamente, . è spaventato e non sa come fare per tornare a casa. Ed è proprio il viaggio verso casa che porterà il nostro piccolo protagonista a prendere consapevolezza di sé e a dimostrare il proprio valore.

Onestamente il film non mi ha colpito particolarmente. La trama è abbastanza scontata e, rispetto ai film precedenti, mi sembra che la storia sia stata pensata in maniera troppo grossolana. Per carità, la resa digitale dei personaggi è senza dubbio impeccabile e Arlo è veramente adorabile ma stavolta manca davvero quel tocco magico tipico della Pixar. Guardando il film, ci sono un sacco di scene già viste in altri film, per esempio la prima cosa che ho pensato quando il padre di Arlo è morto è stato che sembrava la stessa scena del Re Leone.

Ma, come da tradizione, possiamo sempre trarre sempre qualche prezioso insegnamento. In particolare c’è una frase che mi è rimasta. Quando Arlo dice di volere essere senza paure,ecco la risposta del suo interlocutore:

Listen kid, you can’t get rid of fear. It’s like mother nature. You can’t beat her or outrun her. But you can get through it. You can find out what you’re made of.

Ed è proprio questo che Arlo impara, ovvero a riuscire a riconoscere le proprie paure e affrontarle per crescere. Durante questo viaggio verso casa, infatti, impara a superare un passo alla volta le sue paure – grazie anche all’aiuto inizialmente inaspettato di Spot (il piccolo umano) e di altri amici incontrati lungo la via.
il viaggio di arlo
rating 3
anna firma