reading challenge 2015

Blog Tour: Rebounding by Shanna Clayton

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È passato tanto – forse troppo – tempo dall’ultima recensione che ho scritto. Ripensandoci, è passato parecchio tempo da quando ho finito l’ultimo libro in tempi umani. Maledetta sessione: per fortuna inizio a intravedere la fine.
Resta il fatto che oggi mi ritrovo con la mia prima recensione da scrivere per un Blog Tour e con un rinnovato e potenziato panico da pagina bianca.
Lasciando da parte le cose negative, avete letto bene: dopo aver avuto l’onore di ospitare il Cover Reveal di questo libro – Rebounding di Shanna Clayton – ho avuto anche la fortuna di essere selezionata per il Blog Tour e ricevere il libro.

Per partecipare al Blog Tour mi è stato chiesto di scrivere la recensione in inglese. Quindi un grazie particolare all’Anna che si è data alla traduzione, altrimenti ci avrei passato la notte. Dopo quella in lingua, comunque, potete trovare la recensione in italiano.

Qui, inoltre, potete trovare il calendario delle altre tappe.

In fondo al post trovate anche un Giveaway per vincere una GiftCard Amazon da 25$.

Rebounding
Title: Rebounding
Author: Shanna Clayton
Publication date: June 15th 2015
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Goodbye.

Charlotte Hart will do anything to escape the life she once adored, even if that means moving in with a mysterious guy from her past.

Hello.

When the girl who saved Max Archer’s life shows up on his doorstep, he knows he can’t turn her away.
Neither of them can let go of their pasts. Both of them are living a lie. If they can’t figure out how to rebound, they’re destined to crash and burn.

 

us I want to thank XPresso Book Tours for giving me the opportunity to read this book in exchange for my honest opinion.

I needed to read a few chapters in order to be involved into the story, maybe because of the temporal gap between the first and the second chapter. In the first one, a girl named Charlotte, who is on holiday in Miami, saves a guy (Max) from an aggression. The day after they part with Char saying to Max that he does not have to repay her for saving his life and that there will be a chance in the future to pay off the debt.

Charlotte is the typical american girl you can find in tv series and books. She is one of those girls who is not just beautiful, but also intelligent, admired by everybody and with a social life that many can just dream of. Obviously, she also has a gorgeous boyfriend, Miles. They have been together for ages and they were bonded by a deep friendship since childhood.

The second chapter is set two years after the incident told in the first chapter, precisely when Miles breaks up with Charlotte. This is where the real story begins: she decides to leave everything and run away without telling anyone. Her idea is to finish the last college’s semester attending the courses online and find a job to start a life. But she needs a concrete support and that is when we meet Max again.
Max is a extravagant character, tormented and solitary. As we keep going with the story, we discover more things about his life. The way the events concerning his life are presented to us is very effective and makes us realize how he feels, his emotions and the confusion that relationships cause to him.That is why he is still trapped in his past: he is looking for revenge instead of living the present.

“You make me want a life that’s easy and light and carefree. I thought if I had those things, I’d give up on my past; it’d be like saying what happened was okay, and I’d stop trying to get justice.”
“You deserved those things, Max. I realize that Garcia took the life you were supposed to have, but you’re letting him steal this one too. He doesn’t deserve to have that much power over you.”

Even if the attraction between the two is obvious from the very beginning, it is also clear that it will be hard to build any kind of relationship. Max is not able to listen to his heart because of his past wounds and his behaviour definitely does not help Char to understand what to do or say. The ending of the story is pretty predictable, but I really appreciated how the author has developped the story, analyzing the points of view of both Charlotte and Max. She also does not forget to insert secondary characters with a original personality and importance.

“He presses against me, and I feel like there’s more of a chance of drowning in him than in the ocean.”

The only critique that I can do is that the final is too hurried, and too easy. But it is also the typical cliché of romantic novels so we cannot pretend something more sophisticated.

Last but not least, I really liked the way this book was written. I picked it as one of the english books I planned to read this year and that is how it went. I will be honest, I did not have many problems to read it in language and this fact probaly makes me appreciate it even more.
Moreover, the story is narrated alternatively from the point of view of Charlotte and Max and I really liked this structure.

All things considered, I think the book is enjoyable because of the way it’s written and because you can relate to the characters. My advice? Read it!

Here you can find the Blog Tour’s schedule.
rating 3.5

divisore dx

it Ringrazio quindi XPresso Book Tours per avermi dato la possibilità di leggere questo libro in cambio della mia onesta opinione.

Veniamo al dunque.
Ho dovuto leggere qualche capitolo per essere completamente presa dalla storia, probabilmente a causa dello stacco temporale tra i primi due capitoli. Nel primo scopriamo che una ragazza di nome Charlotte, in vacanza a Miami, salva da un’aggressione un ragazzo di nome Max. I due si salutano il giorno successivo con Char che dice a Max di non volere nulla per avergli salvato la vita e che, prima o poi, arriverà l’occasione per sdebitarsi.

Charlotte è la tipica ragazza americana protagonista di libri e telefilm, una di quelle ragazze che oltre ad essere belle sono anche intelligenti, adorate da tutti e con una vita sociale che molti sognano da lontano. Ovviamente, ha anche un bellissimo ragazzo, Miles, che però la lascia.

Il secondo capitolo ci catapulta due anni avanti.

É qui che inizia la vera storia, Charlotte, abbandonata dal ragazzo con cui stava da anni e con il quale aveva un rapporto di profonda amicizia fin dall’infanzia, decide di abbandonare tutto il suo mondo e scappare senza dire nulla a nessuno. La sua idea è quella di terminare l’ultimo semestre del college seguendo le lezioni online e trovare un lavoro che le permetta di costruirsi una vita. Momentaneamente, però, ha bisogno di un punto di appoggio: è qui che rientra in gioco Max.

Max è un personaggio strano, tormentato e asociale. Mano a mano che andiamo avanti nel libro ci viene raccontata la sua storia. Il modo in cui questa viene raccontata – sotto forma di stralci di pensieri di Max, pagine di un suo diario e ricerche on-line di Char – rende, secondo me, l’idea di come si sente Max, dei suoi sentimenti a riguardo e della confusione che prova nel rapportarsi agli altri. Questo perché è ancora intrappolato nel suo passato, cerca un modo di vendicarsi di quello che gli è stato fatto piuttosto che pensare a vivere il presente.

“You make me want a life that’s easy and light and carefree. I thought if I had those things, I’d give up on my past; it’d be like saying what happened was okay, and I’d stop trying to get justice.”
“You deserved those things, Max. I realize that Garcia took the life you were supposed to have, but you’re letting him steal this one too. He doesn’t deserve to have that much power over you.”

Se fin da subito è palese l’attrazione tra i due, è altrettanto evidente che una relazione – di qualsiasi – tipo sarà difficile. Max ha serie difficoltà nel mettere in gioco il proprio cuore a causa della sua storia e i suoi comportamenti non aiutano sicuramente Char a capire cosa fare e cosa dire. Il ‘come andrà a finire’ è abbastanza scontato, ma ho apprezzato come l’autrice ha sviluppato la storia, analizzando i punti di vista di entrambi i personaggi e inserendo alcuni protagonisti secondari con una loro personalità e importanza.

“He presses against me, and I feel like there’s more of a chance of drowning in him than in the ocean.”

Punto a sfavore è il finale un po’ troppo affrettato, in un certo senso troppo facile.
C’è anche da dire che se ci piacciono i romanzi rosa e li vogliamo sia brevi che con il lieto fine, non possiamo aspettarci che la trama sia particolarmente complessa.

Last but not least, almeno dal mio punto di vista, è il modo in cui questo libro è scritto. Avevo detto che questo sarebbe stato tra i libri letti in lingua di quest’anno e così è stato. Sarò sincera, non ho trovato problemi nel leggerlo in inglese e questo aspetto me lo ha forse fatto apprezzare ancora di più.
Inoltre la storia si sviluppa con un capitolo dal punto di vista di lui e uno da quello di lei, una struttura che a me piace molto.

Per farla breve, i personaggi sono in grado di farsi voler bene e la lettura è molto scorrevole e piacevole. Un consiglio? Leggetelo!

rating 3.5

ga

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kia firma

Recensione: The Heir di Kiera Cass

Non avrei dovuto scrivere questa recensione, ne volevo fare un’altra. L’altra non mi viene – mi impegnerò di più per la settimana prossima e spero di farcela – quindi vi tocca accontentarvi di questa.
Dunque, il libro in questione è The Heir di Kiera Cass, il quarto libro della trilogia di The Selection. Sì, avete letto bene e non sono io che sto dando i numeri. The Selection è nata come trilogia, non la più entusiasmante delle serie che abbia letto, ma secondo me comunque una lettura leggera e disimpegnata. Niente per cui serva l’utilizzo di troppi neuroni, tre libri su cui ridere, scuotere la testa e nei quali odiare un po’ America. Dimenticavo, il terzo libro finisce molto stile ‘E vissero tutti felici e contenti.’. E allora, perché non si poteva finire lì? Bella domanda. Con The Heir si riparte per un’altra Selezione che vede, questa volta, 35 uomini in competizione per la mano della principessa Eadlyn. Un disastro.
Comunque, io parlo e parlo, ma mi sono letta il libro in inglese appena uscito. Sarà la curiosità oppure non lo so, ma non riuscivo a starci lontana.

the heir
Titolo: The Heir (The Selection #4)
Autore: Kiera Cass
Editore: HarperTeen
Disponibile in italiano: No
Goodreads

Princess Eadlyn has grown up hearing endless stories about how her mother and father met. Twenty years ago, America Singer entered the Selection and won the heart of Prince Maxon—and they lived happily ever after. Eadlyn has always found their fairy-tale story romantic, but she has no interest in trying to repeat it. If it were up to her, she’d put off marriage for as long as possible.
But a princess’s life is never entirely her own, and Eadlyn can’t escape her very own Selection—no matter how fervently she protests.
Eadlyn doesn’t expect her story to end in romance. But as the competition begins, one entry may just capture Eadlyn’s heart, showing her all the possibilities that lie in front of her… and proving that finding her own happily ever after isn’t as impossible as she’s always thought.

Avete odiato America? Fantastico. Eadlyn è peggio. È una ragazzina viziatissima, puzzaculo (cit.) e nevrotica, cresciuta con la convinzione di essere superiore a tutti.

I was Eadlyn Schreave. No one was more powerful than me.

Prima di andare avanti, mi scuso da subito per il fatto che sarò un po’ spoilerosa riguardo le trame dei libri precedenti, non riesco a fare altrimenti.
Detto questo, America e Maxon, saliti al potere, hanno abolito le caste e per qualche anno le cose sembrano andare per il meglio. Gli abitanti di Ilea sembrano particolarmente felici di questa nuova organizzazione della società che permette loro di crearsi una propria vita senza essere incatenati alla casta di appartenenza.
Eadlyn ha un gemello, Ahren, con cui condivide qualsiasi cosa. Lui, però, è nato 7 minuti dopo di lei che, per questo, è l’erede designata. Cresce felice, in un periodo di pace e tranquillità, circondata dall’amore della sua famiglia e dal lusso del palazzo. Fin da piccola viene istruita per quello che sarà il suo futuro, ovvero regnare Ilea. Passa buona parte delle sue giornate a lavorare con il padre, aiutandolo nei vari impegni che comporta l’essere re.

Più o meno all’improvviso, la gente inizia a ribellarsi, a non essere più contenta del sistema senza le caste. E allora che si fa? Una Selezione al maschile, nulla di più logico. L’idea è quella di far convergere l’attenzione della popolazione su qualcosa di apparentemente molto importante, su una distrazione architettata ad hoc.
L’idea è di America e Maxon che, quando la propongono a Eadlyn, si ritrovano a dover quasi litigare per convincerla. Dopo averci pensato un po’, aver pestato i piedi – come si conviene a una vera regina – e aver parlato con Ahren, decide di acconsentire. Con una condizione, però: promette di far durare la Selezione per almeno tre mesi, a patto che, se non si dovesse innamorare di nessuno, non sarà costretta a terminarla con un anello al dito.
Tutti d’accordo, quindi. Si passa alla comunicazione ufficiale e, successivamente, all’estrazione dei 35 candidati.
Vi ricordate Marlee, l’amica di America che alla fine si era sposata con Woodwork, la guardia con la quale era stata colta in flagrante? Bene. Ora loro vivono a palazzo e hanno due figli. Kile, un ragazzo dell’età di Eadlyn, sempre con il naso nei libri e Josie, la ragazzina entusiasta di vivere a palazzo nonostante sia cresciuta nell’ombra della futura regina. Eadlyn e Kile si odiano, non si possono vedere. Indovinate un po’ uno dei nomi dei Selezionati.
Ma nonostante lo smarrimento iniziale tra i due potrebbe anche esserci del tenero. È grazie alla Selezione che riescono a conoscersi meglio e a scoprire e apprezzare le qualità e le capacità l’uno dell’altra. Per Eadlyn è una specie di ancora, qualcuno di conosciuto; per il pubblico è qualcosa di molto romantico: l’amico d’infanzia che sembra diventare qualcosa di più.
Ma se America non si riusciva a decidere tra Aspen e Maxon, la figlia non può essere da meno. Ed è qui che entrano in scena anche il carinissimo Henri e il suo fedele traduttore Erik che, nonostante non faccia parte dei selezionati, potrebbe rubare il cuore della futura regina – sempre che ne abbia uno -.

Eadlyn, comunque, non mette da parte la sua altezzosità nemmeno per un attimo quando ha a che fare con i ragazzi. Dopo nemmeno 24 ore ne elimina più o meno un terzo, qualcuno scappa perché si sente ignorato e maltrattato, altri cominciano a chiedersi se non sia completamente senza cuore. Capisco che sia l’unico modo che ha per salvarsi dal mondo esterno che, nonostante tutto, le si sta ribellando contro. Il suo atteggiamento, però, non fa che peggiorare le cose.
L’ho mentalmente insultata una quantità innumerevole di volte, perché davvero ha una capacità innata nel rendersi antipatica.

A parte la storia, di cui ormai avete capito cosa ne penso, mi è piaciuto come la Cass ha caratterizzato i personaggi (quelli nuovi), secondo me in maniera più approfondita rispetto ai primi libri. Non sono figure sfaccettate – ma nemmeno il calibro del libro ha la pretesa che lo siano – ma sono dell’idea che in questo libro ognuno dei personaggi ‘principali’ abbia un carattere più definito rispetto a chi avevamo incontrato in precedenza.
Un’altra critica che avevo fatto era di aver buttato lì delle cose senza capo nè coda, giusto per fare storia. Sono rimasta piacevolmente sorpresa per non aver trovato nessun passaggio di questo tipo in The Heir.

Detto questo, non è una serie che consiglio spassionatamente. Ma nemmeno mi sento di dirvi di evitarla, anzi. Ok, è un po’ trash, un po’ scontata e esagerata, ma a volte ci stanno anche libri di questo tipo. E poi, si può sempre utilizzare come esercizio di inglese. Se ci sono riuscita io, ce la può fare chiunque. E comunque, io aspetto già il prossimo (*scappa a nascondersi*), perchè le risate, i momenti di perplessità e i commenti con la Mon sono, nonostante tutto, impagabili.

rating 2.5
kia firma

Recensione: Il Messaggero di Lois Lowry

Buongiorno a tutti! Oggi vi lascio la mini recensione di uno degli ultimi librini letti. Ultimamente provo allergia per tutti quei libri che mi rendo conto di non poter finire in meno di un paio di giorni. Sarà il male di vivere che mi sta caratterizzando negli ultimi tempi, sarà che tra le mille cose da fare non ho voglia di cose impegnative, non lo so. Tornando a noi, mi sono buttata sul terzo libro della serie di The Giver di Lois Lowry: Il Messaggero. Vi ho parlato qui del secondo, La Rivincita, e oggi vi racconto del terzo.

il messaggero
Titolo: Il Messaggero (The Giver #3)
Titolo originale: Messenger
Autore: Lois Lowry
Editore: Giunti
Disponibile in italiano:
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In una realtà futura segnata da “forme di governo spietate, punizioni atroci, inguaribile povertà o falso benessere”, i difetti fisici sono puniti con la pena di morte. Ma nel Villaggio in cui Matty abita anche gli ultimi della scala sociale sono accolti e tenuti in grande considerazione. La comunità è gestita dal Capo, una versione adulta del Jonas di The Giver – Il Donatore. Matty lavora per il Veggente, un vecchio cieco che lo ha aiutato a maturare. Ma adesso qualcosa sta cambiando, i rifugiati improvvisamente non sono più i benvenuti al Villaggio e gli abitanti stanno diventando vanesi e ottusi. A Matty, uno dei pochi capaci di districarsi nella fitta Foresta che circonda il Villaggio, viene affidato il compito di portare il messaggio del drammatico cambiamento ai paesi vicini. Purtroppo la Foresta, animata ora da una forza oscura, si rivolta contro di lui e Matty
si trova a fronteggiare il pericolo armato solo di un nuovo potere, che ancora non riesce completamente a comprendere.
Un’allegoria spietata dell’animo umano e della nostra società, che conclude la trilogia profonda e provocatoria di Lois Lowry.

Ammetto che questa recensione sarebbe dovuta iniziare con un plateale insulto all’autrice. L’avessi scritta a caldo – dopo aver asciugato tutte le lacrime – sarei stata forse più cattiva, perchè ci sono rimasta veramente male. Anzi, se qualcuno l’ha letto e vuole parlarne insieme, io sono qui. Invece, essendo passati un paio di giorni, devo ammettere che, tutto sommato, il libro mi ha lasciato un ricordo piacevole, così come gli altri due della serie. Presto leggerò anche il quarto sperando che si concluda al meglio.
Ne ‘Il Messaggero’ ritroviamo Mat de ‘La Rivincita’ che adesso è diventato Matty e vive nel villaggio ‘degli emarginati’. Quel villaggio che cominciamo a conoscere alla fine del secondo libro, dove si scopre che sono andati a rifugiarsi molte persone con problemi soprattutto fisici. Se ne ‘La Rivincita’ ci veniva descritta una società distrutta e improntata alla violenza, alla povertà e alla solitudine, qui scopriamo l’esistenza di questo piccolo paradiso. Nel Villaggio viene accolto chiunque abbia bisogno di aiuto o sia rimasto solo, senza distinzione, è vietato mentire e ci si aiuta in ogni modo possibile. Al Villaggio ritroviamo Jonas de ‘Il Donatore’ nelle vesti del Capo, nonostante non venga mai specificato il vero nome di questo personaggio si capisce che è lui per i continui riferimenti ai suoi occhi e al suo arrivo al Villaggio con una slitta rossa.
Matty è cresciuto, come dicevo, ed è molto cambiato. Non è più ‘la belva delle belve’ ma si è fatto domare, ha studiato, ha imparato a non mentire e vive con il Veggente, il saggio cieco, aiutandolo nelle mansioni casalinghe. Come nei primi due libri i personaggi – e soprattutto i loro sentimenti -sono definiti con precisione, e ci sembra davvero di conoscerli. Matty inizia, grazie a Jean, la figlia del Mentore, a scoprire cosa sia l’amore.
Ma è proprio a causa dei suoi discorsi con la ragazza che consolida le sue preoccupazioni, la sua sensazione che qualcosa al Villaggio non stia andando per il verso giusto. Pare che la colpa sia del Baratto, il luogo dove gli abitanti del Villaggio di ritrovano per dare qualcosa in cambio di qualcos’altro. Questo rituale, inizialmente nato come concretizzazione della voglia di aiutarsi, ora sta assumendo una connotazione negativa. Matty, con l’aiuto del Veggente che lo fa ragionare, si rende conto che qualcosa non va, che la gente che partecipa al Baratto ne esce ogni volta più scortese, cattiva e disinteressata al bene comune.
Nel frattempo Matty si ritrova faccia a faccia con il suo Potere, che sta emergendo e gli permette di guarire gli animali e le persone. Non ne vuole parlare con nessuno, ha paura che possa portargli dei guai. Presto scopre però che il Capo è a conoscenza di questo suo dono e riesce quindi a parlarne con lui. Ma l’unico consiglio è quello di non sprecarlo, di non utilizzarlo per cose che potrebbero dimostrarsi inutili. Matty è spaventato, non comprende appieno le parole del Capo e non è convinto che, al momento opportuno, sarà in grado di capire che è giunta l’ora di utilizzare il suo Dono.

Manca l’ultimo libro, è vero, ma sono convinta che questa serie vada letta. Scorre benissimo e, nonostante ad una lettura superficiale possa apparire un racconto semplice, con un po’ di magia e un po’ di suspence, secondo me nasconde molto di più ed è in grado di lasciare qualcosa al lettore.

rating 3
kia firma

Recensione: The DUFF di Kody Keplinger

Avrei voluto scrivere una recensione doppia, paragonando il libro e il film uscito da poco in America, ma purtroppo non sono ancora riuscita a vedere il film, quindi mi limiterò alla recensione del libro.
Ho scoperto il romanzo dopo aver visto il trailer del film, che mi aveva incuriosita parecchio, spingendomi a leggere la storia da cui era tratto.

the duff
Titolo: The DUFF: Designated Ugly Fat Friend
Autore: Kody Keplinger
Editore: Little Brown/Poppy
Disponibile in italiano:
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Seventeen-year-old Bianca Piper is cynical and loyal, and she doesn’t think she’s the prettiest of her friends by a long shot. She’s also way too smart to fall for the charms of man-slut and slimy school hottie Wesley Rush. In fact, Bianca hates him. And when he nicknames her “the Duff,” she throws her Coke in his face.

But things aren’t so great at home right now, and Bianca is desperate for a distraction. She ends up kissing Wesley. Worse, she likes it. Eager for escape, Bianca throws herself into a closeted enemies-with-benefits relationship with him.
Until it all goes horribly awry. It turns out Wesley isn’t such a bad listener, and his life is pretty screwed up, too. Suddenly Bianca realizes with absolute horror that she’s falling for the guy she thought she hated more than anyone.

La vita di ognuno è piena di etichette. In ogni momento e in ogni luogo, ognuno di noi verrà sempre etichettato in qualche modo.
Il liceo, in America soprattutto (almeno stando a quello che raccontano film, libri e serie tv), è il luogo in cui la nostra etichetta conta di più. State certi che se il primo giorno vi è stato affibbiato un soprannome imbarazzante per qualcosa che avete combinato, non riuscirete a scrollarvelo di dosso fino al giorno della maturità. È proprio di queste etichette che parla The DUFF, un libro che inizialmente non sapevo bene come inquadrare.
Avevo visto il trailer del film e mi aspettavo qualcosa di completamente diverso. Mi aspettavo una protagonista tranquilla, timida, spinta dal desiderio di cambiare il modo in cui gli altri la vedono e di togliersi il soprannome di DUFF (Designated Ugly Fat Friend). La DUFF non è necessariamente brutta o grassa, ma è quella, all’interno di un gruppo, che risalta meno, quella con cui è facile parlare e rapportarsi perché il suo unico scopo è aiutarvi a fare colpo sulle sue amiche. Pensavo di incontrare una protagonista insicura circa il proprio aspetto e la propria vita sentimentale, invece mi sono ritrovata a leggere di una ragazza forte, sarcastica, acida come poche e parecchio determinata ad evitare Wesley Rush a tutti i costi.

I was the Duff. And that was a good thing. Because anyone who didn’t feel like the Duff must not have friends. Every girl feels unattractive sometimes. Why had it taken me so long to figure that out? Why had I been stressing over that dumb word for so long when it was so simple? I should be proud to be the Duff. Proud to have great friends who, in their minds, were my Duffs.

Ho adorato Bianca fin dalle prime righe, con il atteggiamento scostante e le battutine sarcastiche sempre pronte. Ha una situazione complicata a casa, non crede nell’amore al liceo, convinta che per l’amore vero serva tempo e tanto lavoro. Ha due carissime amiche, Casey e Jessica, con cui però non riesce a confidarsi del tutto. La storia arriva ad un punto di svolta quando un’insegnante la mette in coppia con Wesley per scrivere un saggio.

Anche qui, il personaggio di Wesley mi ha stupita. Mi aspettavo il tipico ragazzo ricco, star di qualche sport a caso, circondato da amici e da ragazze, ma non è così. Certo, è bellissimo, ricco e con una ragazza diversa nel letto ogni notte, ma ha anche una situazione familiare non ideale, pochissimi amici di cui si fida davvero e usa il sesso come distrazione dai suoi problemi.
Quando i due vengono messi insieme per il progetto scolastico, iniziano un rapporto di amicizia che passa dalle ore tra le lenzuola a discorsi pieni di battute e frecciatine sarcastiche. Entrambi iniziano piano piano ad aprirsi e imparare a conoscersi, senza rendersi conto da subito che quella che c’è tra di loro non è più solo un’amicizia.

Vorrei dire qualcosa sui personaggi secondari, ma ammettiamolo, qui i veri protagonisti sono Bianca e Wesley. Sono loro a crescere, imparare nuove cose e a lottare per avere qualcosa in più dalla vita. Jessica e Casey sono dei bei personaggi di sfondo, delle vere amiche che sostengono Bianca anche quando vengono messe da parte e ho apprezzato parecchio il padre della ragazza. Nonostante i suoi problemi, i momenti padre-figlia sono stati dolcissimi e, alla fine, è costretto a fare una scelta per sé stesso e per Bianca.

No matter where you go or what you do to distract yourself, reality catches up with you eventually.

The DUFF riesce a stupire perché non è solo una storia d’amore tra due ragazzi, ma una storia d’amicizia e di famiglia, una dimostrazione che nella vita serve coraggio e sicuramente un po’ di autoironia. Mostra che nella vita, almeno una volta, tutti noi siamo stati o saremo delle DUFF e che la cosa non deve essere per forza negativa. Fa capire a noi, come a Bianca, che le apparenze ingannano e che l’amore non è mai facile. Come nelle fiabe migliori, al cuore non si comanda e quel ragazzo su cui non avremmo scommesso due soldi, si dimostra l’incastro perfetto per noi.

rating 4

monfirma