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Recensione a 4 mani: Paper Princess di Erin Watt

Buongiorno. Un po’ in ritardo ma arriviamo anche con il post di oggi. È un tipo di post un po’ particolare che però, se vi piace, potremmo pensare di usare più spesso. Quindi fateci sapere 🙂
Veniamo al sodo. Abbiamo entrambe letto Paper Princess di Erin Watt, non riuscivamo a scriverne una recensione costruttiva e quindi abbiamo pensato di auto-farci alcune domande, rispondendo poi entrambe. In questo modo potete vedere i pareri di entrambe. Se vi va rispondete anche voi in un commento 🙂

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Titolo: Paper Princess
Autore: Erin Watt
Editore: Sperling & Kupfer
Disponibile in italiano:
Goodreads

Da una parte c’è lei: Ella Harper. Diciassette anni, grinta da vendere e un conto in sospeso con la vita. Dall’altra ci sono loro: i Royals. Cinque fratelli. Ricchi, magnetici, sexy e… odiosi. Un patto che nasconde più di un segreto. E una convivenza forzata. Le scintille saranno solo l’inizio!

Dagli strip club e stazioni di servizio ai palazzi della costa del sud e le scuole di preparazione, una ragazza cerca di rimanere fedele a se stessa.
Questi Royals ti rovineranno…
Ella Harper è una sopravvissuta, un’ottimista pragmatica. Ha passato tutta la vita a muoversi di città in città con la volubile madre, lottando per sbarcare il lunario e credendo che un giorno riuscirà a risalire dal fondo.
Dopo la morte di sua madre, Ella è veramente sola.
Fino a quando appare Callum Royal, che strappa Ella dalla povertà e la trascina nel suo palazzo elegante con i suoi cinque figli che la odiano. Ogni ragazzo Royal è più magnetico di quello precedente, ma nessuno così accattivante come Reed Royal, il ragazzo che è determinato a rimandarla nei bassifondi da cui proviene.
Reed non la vuole. Dice che non appartiene ai Royals.
Potrebbe avere ragione.
Ricchezza. Eccesso. Inganno. Nulla che Ella abbia mai sperimentato, e se sopravviverà al periodo al palazzo Royal, avrà bisogno di imparare a rilasciare i propri decreti “reali”

 

Cosa ti è piaciuto?

Kia

La storia in generale, per quanto palesemente finta, l’ho trovata piacevole. Sono molto curiosa di vedere come andrà avanti la storia, di conoscere meglio sia la famiglia Royal che Ella, di vedere se e come riuscirà ad inserirsi in questa società totalmente diversa da quella che ha conosciuto finora.

Mon

La storia non è male. Mi è piaciuto vedere come Ella sia passata dal sopravvivere a malapena ad avere una vita molto agiata, nonostante di fatto lei non abbia fatto nulla. Gli intrecci tra i personaggi non sono male, anche se il tutto è palesemente frutto di fantasia.

Cosa NON ti è piaciuto?

Kia

Ci sono dei passaggi che sono ‘troppo’. I fratelli Royal sanno essere davvero cattivi con Ella, spesso esagerati. In certi momenti avrei apprezzato un po’ più di realismo.

Mon

L’esagerazione e la volgarità di alcuni dei fratelli. Reed, ma anche Easton se ne sono usciti con certe espressioni che ammetto mi hanno fatta ridere per quanto erano ridicole, ma se qualcuno me le avesse dette nella vita reale sarei rimasta abbastanza turbata.

Lo consiglieresti? A chi è perché.

Kia

Sì, a chi non prende troppo sul serio i libri, avendo ben presente la differenza tra romanzo e realtà. Trovo sia una lettura leggera, piacevole, ma che non va presa troppo sul serio. Non lo trovo adatto ad un pubblico troppo giovane, non tanto per i temi trattati, quanto per il modo in cui sono stati trattati. La volgarità dei fratelli Royal è all’ordine del giorno e anche il loro rapporto con Ella non è, secondo me, completamente sano. Quindi per chi ama queste letture, un po’ rosa e un po’ trash e allo stesso tempo ha un background che gli permette di non prendere certi comportamenti per oro colato, secondo me assolutamente consigliato.

Mon

Lo consiglierei a persone che hanno superato una certa età. Libri come questo, per quanto palesemente finti, non sono secondo me adatti a ragazzine molto giovani. Non è un libro che racconta dell’amore da fiaba, anzi e non vorrei che la relazione tra Ella e Reed soprattutto all’inizio venga considerata normale. Non dico che non vada letto perché tutto sommato l’ho apprezzato, ma sono anche una persona che ha teoricamente superato l’età degli YA ed è in grado di definire una relazione sana. Per chi è bello cresciuto e non più alle medie potrebbe essere carino. È trash, è esagerato, c’è ricchezza, potere e lo trovo un buon mix.

Leggerai i seguiti?

Kia

Assolutamente sì. Come mi sono letta quella fiera del trash che è la serie di The selection mi leggerò anche tutta questa. E poi diciamocelo, le serie così servono, dei momenti di leggerezza per staccare la testa dal lavoro e dai problemi quotidiani.

Mon

Nonostante tutto quello che ho detto sopra, si ho letto il secondo volume e se possibile l’ho trovato ancora più trash. Mi ha regalato delle belle risate in metro. Leggerò anche quello dopo perché non so proprio resistere. Devo vedere fino a che punto si spingeranno i protagonisti.

Qual’è il tuo Royal preferito?

Kia

Reed.

Mon

Easton.

Recensione: Wonder di RJ Palacio

Buongiorno. Piano piano sto sfornando le recensioni dei libri letti durante quel delirio che è stato luglio. Libri seguiti da due appunti rapidi in attesa di recensioni che fortunatamente sto riuscendo a scrivere. Stavolta tocca a Wonder di RJ Palacio.
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Titolo: Wonder
Autore: RJ Palacio
Editore: Giunti
Disponibile in italiano:
Goodreads

Wonder è la storia di Auggie, nato con una tremenda deformazione facciale, che, dopo anni passati protetto dalla sua famiglia per la prima volta affronta il mondo della scuola. Come sarà accettato dai compagni? Dagli insegnanti? Chi si siederà di fianco a lui nella mensa? Chi lo guarderà dritto negli occhi? E chi lo scruterà di nascosto facendo battute? Chi farà di tutto per non essere seduto vicino a lui? Chi sarà suo amico? Un protagonista sfortunato ma tenace, una famiglia meravigliosa, degli amici veri aiuteranno Augustus durante l’anno scolastico che finirà in modo trionfante per lui. Il bellissimo racconto di un bambino che trova il suo ruolo nel mondo. Il libro è diviso in otto parti, ciascuna raccontata da un personaggio e introdotta da una canzone (o da una citazione) che gli fa da sfondo e da colonna sonora, creando una polifonia di suoni, sentimenti ed emozioni.

 

Wonder era in letargo sul mio Kobo da tempo immemore. Era finito lì perché mi ispirava, ma poi non mi attirava mai abbastanza da avere la meglio su altre letture. Stavolta ha vinto per due motivi: il gruppo di lettura mensile di Airals World e l’uscita, prevista per quest’autunno, del film.
Per farla breve, ho visto il trailer e ho pianto, Airals idem. Lei si è inventata il gruppo di lettura e io mi ci sono infilata.

Data questa premessa, vi confesso che mi sono trovata un po’ in difficoltà a scrivere la recensione. Non so bene il motivo, forse la particolarità del libro. Ed è questo il motivo per cui sarà piuttosto breve.

Partiamo dal fatto che mi è piaciuto molto. Non mi aspettavo una storia così, non so bene nemmeno io cosa mi aspettassi, ed è qui che probabilmente il trailer del film ha fatto il suo lavoro: incuriosirmi al punto da farmi tuffare senza esitazione il naso tra le pagine di Wonder.

So di non essere un normale ragazzino di dieci anni. Sì, insomma, faccio cose normali, naturalmente. Mangio il gelato. Vado in bicicletta. Gioco a palla. Ho l’Xbox. E cose come queste fanno di me una persona normale. Suppongo. E io mi sento normale. Voglio dire dentro.
Ma so anche che i ragazzini normali non fanno scappare via gli altri ragazzini normali fra urla e strapiti ai giardini. E so che la gente non li fissa a bocca aperta ovunque vadano.

Auggie è un ragazzino, che dopo essere cresciuto per anni nel bozzolo protetto che è la sua famiglia, si trova catapultato a scuola, nel mondo reale. Sono stati i suoi genitori a prendere questa decisione nonostante August non si sentisse totalmente pronto ad intraprendere questo nuovo capitolo della sua vita. Ed ancora non sapeva che cosa aspettarsi di preciso.
Wonder ci racconta quindi il primo anno di scuola di Auggie, raccontato da punti di vista diversi: il suo, quello della sorella, quello di amici e compagni di scuola.
Questa narrazione ci permette di cogliere tutte le sfumature della storia, ma soprattutto ci permette di conoscere una marea di emozioni. Emozioni che ci colpiscono come delle pallonate, emozioni reali, piene, quasi palpabili. Emozioni completamente diverse tra loro, a seconda di situazioni e protagonisti. La paura di Auggie, la sua gioia nel trovare degli amici, la sua soddisfazione nel riuscire a fare le cose come gli altri suoi coetanei, il suo sconforto nel vedersi sempre deriso, la sua forza di volontà che vede alti e bassi a seconda dei momenti, la sua delusione causata dal comportamento di chi credeva amico.

Filo conduttore è quella ‘cattiveria innocente’ dei bambini, quella capacità di dire qualcosa senza rendersi pienamente conto dell’effetto che può fare. Quella cattiveria, e forse purtroppo anche quella sincerità, che gli adulti non hanno o non vogliono avere. Quella che tentano di nascondere.

Un altro groviglio di emozioni contrastanti è quello che caratterizza Olivia, la sorella maggiore di Auggie. Olivia che si è sempre dimostrata fin troppo protettiva nei confronti del fratellino, Olivia che però allo stesso tempo si scopre sollevata nel momento in cui cambia scuola e nessuno la conosce e la ricollega ad Auggie e al suo viso deformato. Il tutto unito da un senso di sconforto e inferiorità dovuto alla convinzione di essere meno importante di August per i suoi genitori.

Una volta Olivia mi ha raccontato che un qualche dottore ha detto ai suoi genitori che le possibilità che qualcuno sia colpito dalla stessa combinazione di sindromi che si sono messe insieme per creare la faccia di Auggie erano una su quattro milioni. Ma questo non fa dell’universo una gigantesca lotteria, dunque? Quando nasci compri un biglietto. E dipende tutto dal caso, se è un biglietto buono o un biglietto cattivo. È solo questione di fortuna.

Ho semplicemente adorato l’analisi di queste emozioni che sembrano elementari, ma che in realtà nascondono dei piccoli adulti, delle persone con un carattere già formato, chi più e chi meno forte.
Summer che se ne frega di tutto e tutti e stringe amicizia con August, Julian che si sente superiore, ma che rischia ogni momento di ritrovarsi solo. Jack, che inizialmente ha paura, ma poi trova il coraggio anche di chiedere scusa.

È una storia che fa pensare e che fa commuovere, ma che comunque è scritta in maniera molto semplice. È un libro che vuole parlare a tutti, che può tranquillamente essere considerata una lettura dei bambini, anche se le emozioni non hanno età. È un libro che può aiutare chiunque ad affrontare la realtà, facendoci capire che, se meschinità e cattiveria non vincono mai, spesso nemmeno l’indifferenza è la soluzione migliore.


Recensione: Bossman di Vi Keeland

Buongiorno!
L’altro giorno mi sono messa a fare foto per Instagram e in un momento di ispirazione l’ho fatta anche per il libro di oggi. Un’ottima scusa per finire la recensione abbandonata a metà e pubblicare entrambe! Qual’è il libro in questione? Bossman di Vi Keeland.

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Titolo: Bossman
Autore: Vi Keeland
Editore: Sperling & Kupfer
Disponibile in italiano:
Goodreads

È durante il peggior appuntamento della sua vita che Reese incontra per la prima volta Chase Parker. Lei è nascosta nel corridoio del bagno di un ristorante e sta disperatamente chiamando la sua migliore amica perché la salvi da quella serata da incubo. Mentre lui, affascinante, brillante e sfacciato quel tanto che basta, sta ascoltando tutto. Dopo qualche battuta tagliente, i due tornano ai rispettivi tavoli. Reese è molto infastidita, eppure non può fare a meno di spiare di nascosto l’indisponente sconosciuto, seduto all’altro capo della sala. Quando improvvisamente lui si alza e si presenta al tavolo di Reese, è convinta che voglia smascherarla; invece, a sorpresa, lui si siede e, fingendosi un amico d’infanzia, si unisce a lei e al suo accompagnatore, che ancora non ha smesso di parlare della madre. D’un tratto la cena prende tutta un’altra piega. Ma, a fine serata, Reese è decisa comunque a ignorare l’interesse e l’attrazione verso l’intraprendente sconosciuto e a non rivederlo più. È convinta che sia un addio. In fondo, quante possibilità ci sono di imbattersi di nuovo in Chase Parker in una città di otto milioni di persone? Ma soprattutto… quante probabilità ci sono che lui finisca per essere il suo capo un mese dopo? La vita saprà sorprendere Reese con una tentazione irresistibile e una struggente prova d’amore. Tradotti in dodici lingue e con oltre 60 presenze nelle classifiche dei bestseller, i romanzi di Vi Keeland hanno venduto oltre un milione di copie nel mondo. Ora arriva finalmente anche in Italia la storia che ha conquistato il 1° posto sul New York Times: Bossman.

 

Onestamente, mi aspettavo qualcosa di più. Possibile che non fossi nel mood giusto per un libro di questo tipo – succede -, ma non l’ho trovato così tanto brillante, divertente e intrigante come avevo letto in giro. Intendiamoci, il libro non mi è dispiaciuto affatto e mi sentirei di consigliarlo. La scrittura della Keeland è molto accattivante e scorrevole. Le scene hot non sono esasperate o volgari – nemmeno nella traduzione – e i personaggi sono interessanti. Ma non mi ha preso, non mi ha catturata, non mi ha spinta a cercare subito altri libri suoi. Probabilmente ci riproverò più avanti, perché davvero leggo, e ho letto, un sacco di pareri positivi.

Chase, il protagonista maschile, è il top, ovviamente. Bello, fisicato, ricco e pure intelligente, sensibile, divertente. Insomma, l’uomo che un po’ tutte vorremmo. Ma anche quello che ci si aspetta da un libro così.

Reese invece ha qualcosa di più di quello che ci si aspetta. Non è la sottomessa spaurita che spesso incontriamo in libri di questo genere. È una donna che vuole vivere la sua vita, che non sa ancora bene cosa vorrà fare ‘da grande’, ma sa di volersi mettere in gioco. Vuole che le vengano riconosciute le sue capacità e la sua intelligenza.

Chase è un personaggio complicato. Se i problemi di Reese sono legati al fatto di non trovare un compagno e un lavoro che la convincano e la soddisfino, lui è decisamente più complicato.
Si trascina dietro un passato difficile, un sacco di dolore di cui solo poche persone intime sono a conoscenza: Sam, la sua amica storica e sua sorella Anna sono le due persone a lui più vicine che cercano di aiutarlo ogni momento.

Avevo paura, ed ero anche stanca di avere paura. Rendermene conto mi fece pensare al suo tatuaggio.
La paura non ferma la morte. Ferma la vita.
Poche parole, ma che contenevano la storia di entrambe le nostre vite.

Chase si ritrova all’improvviso a fare i conti con un passato che pensava di essere riuscito a mettere da parte. Reese, superata la sua paura di buttarsi in una relazione che non la convince appieno, perché legata al suo nuovo lavoro, si trova a fare i conti con una barriera emotiva che in confronto quella di Game of Thrones è una diga per castori.

È a questo punto che, secondo me, il libro perde qualcosa. Se all’inizio avevo apprezzato lo svolgimento della storia e l’inserimento di capitoli che ci fanno capire meglio il passato di Chase, adesso diventa tutto più affrettato e un po’ assurdo. Chase, a causa del suo passato e delle paranoie di Reese, si dà quasi allo stalking e la componente romantica assume i connotati di uno young adult.

Non ho quindi apprezzato appieno l’ultima parte di questo libro, che si era proposto nel migliore dei modi ma secondo me nel finale ha perso qualcosa. Comunque, come vi dicevo all’inizio, darò sicuramente un’altra possibilità alla Keeland.

Recensione: Insegnami a vedere l’alba di Josh Sundquist

Buongiorno lettori! Sono tornata dalle ferie durante le quali, purtroppo, non ho letto tanto quanto mi ero illusa di fare.
Vorrà dire che farò meno fatica a mi rimettermi in linea con le recensioni. Il libro di cui vi parlo oggi è Insegnami a vedere l’alba di Josh Sundquist.

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Titolo: Insegnami a vedere l’alba
Titolo originale: Love and First Sight
Autore: Josh Sundquist
Editore: Giunti editore
Disponibile in italiano:
Goodreads

Will, pur essendo cieco dalla nascita, decide di frequentare un liceo pubblico, vincendo i timori della madre iperprotettiva. Inizia così un’esilarante tragicommedia: in mensa si siede sulle gambe di un compagno, una ragazza ha una crisi di nervi convinta che lui la stia fissando… Per riparare, Will si offrirà di aiutarla a scrivere un articolo su una mostra di Van Gogh: impresa difficilissima, perché a Will mancano totalmente il concetto di prospettiva, di colore, e Cecil deve spiegargli ciò che vede evitando qualsiasi metafora visiva.
Quando a Will viene offerta la possibilità di affrontare un’operazione sperimentale che potrebbe ridargli la vista il padre, medico, cerca di dissuaderlo perché i casi di successo sono rarissimi e le ricadute psicologiche spesso pesantissime. Ma Will decide di rischiare e le conseguenze, seppur inaspettate e difficili da superare, gli rivoluzioneranno meravigliosamente la vita.

 

Avevo letto un sacco di cose belle su questo libro: occhi a cuoricino, recensioni entuasiaste e citazioni emozionanti. Beh, non posso che confermare la bellezza di questa lettura.
È un libriccino, poco più di 200 pagine, che si fa leggere tutto d’un fiato. Io purtroppo ho dovuto interrompere la lettura per due BlogTour, ma davvero non vedevo l’ora di riprenderlo in mano. Appena mi sono liberata in poco più di mezza giornata ho divorato tutta la parte che mi mancava.

Will, come si legge nella trama, è un ragazzino cieco dalla nascità che, dopo essere cresciuto tra le attenzioni dei suoi genitori, la scuola per ciechi e i campeggi estivi per ciechi decide di frequentare un liceo pubblico.
Inizialmente la storia prende quasi una piega comica tra gli errori di Will, come l’entrata nel bagno delle ragazze. Ma mi ha colpito la forza d’animo del protagonista, la sua voglia di fare da sè anche se tutti sarebbero pronti ad aiutarlo. Questo non solo a scuola, ma anche per esempio in ambito medico. Vorrebbe prendere lui le decisioni, andare non accompagnato alle visite. Lui e il suo inseparabile iPhone.

Ragazzi quante cose ho scoperto. Sapevo che in un cieco gli altri sensi si sviluppano maggiormente e ho visto ancora un cieco visitare una pagina Facebook in braille. Ma lo sapevate, per esempio, che esistono delle applicazioni che permettono di conoscere la propria posizione e il punto cardinale verso cui si è rivolti per poter ripetere dei percorsi ‘preregistrati’? Ho scoperto un sacco di cose, nella prima parte – grazie alle esperienze di Will – sulla cecità assoluta. Cose relative alle modalità di movimento e di interazione con gli altri. Nella seconda, un po’ più scientifica pur rimanendo romanzata, si vengono a sapere un sacco di cose sul recupero della vista e la percezione di luci, forme e colori.

Al di là della storia, dolce, divertente e anche romantica, è stata davvero una lettura interessante anche in questo senso.
Staccandoci un po’ da Will volevo spendere due parole sugli altri personaggi.
Gli amici che Will trova al liceo pubblico – Nick, Ion e Withford – sono davvero magnifici, secondo me. Tre persone molto in gamba, che non si spaventano davanti alle difficoltà di Will, ma lo aiutano cercando comunque di non farlo sentire inferiore o incapace.

insegnami a vedere l'alba giunti

E poi Cecily. Una personcina stupenda che scopriamo avere anche lei i suoi problemi a stare tra la gente, anche se totalmente differenti da quelli di Will.
Cecy, come dicevo, è stupenda. Si avvicina al nostro protagonista dapprima per un ‘incidente’, poi per necessità scolastiche, infine per volontà dei due ragazzi. Cecily si prende cura di Will, è di una tenerezza assoluta quando cerca di spiegargli la prospettiva, le forme, i colori del tramonto. Non si può non innamorarsi di lei.

[…] Mentre un impressionista non dipinge la scena così com’è, quanto piuttosto come lui la sente.”
“Cioè alterata?”
“No, non alterata. È…interpretata, rappresentata in modo diverso. Tipo una metafora. Un’imitazione impressionista della mia voce, per esempio, potrebbe non suonare per niente come parlo io, almeno non in senso letterale. Potrebbe essere un pezzo musicale che, quando lo ascolti, ti fa venire in mente la mia voce. La senti e dici: ‘Sì, questo cattura l’essenza del modo in cui parla Cecily’.”
Non dico nulla.
“Mi dispiace,
ti ho perso?” mi chiede. “Lo so, sono un po’ fissata con…”
“No, è solo che io…Wow, una descrizione davvero bella. Grazie. Nessuno mi aveva mai spiegato l’arte in questo modo prima d’ora.”
“Non c’è di che” risponde Cecily, più piano.

In generale ho molto apprezzato come l’autore vada ad esplorare i sentimenti e le relazioni personali in questo libro. Amicizia e amore, così come lo sconforto e la gioia dei protagonisti sono analizzati e raccontati con un delicatezza rara. Sono sentimenti profondi, che si evolvono durante il racconto, condizionati da scelte, momenti di paura e di coraggio dei protagonisti, così come nella vita reale.

Un libro, quindi, che merita secondo me di essere letto e assaporato da ogni punto di vista.