Eccomi qui! Vorrei tanto potervi dire che questo post è un segnale del mio ritorno, ma ancora per un paio di settimane dubito fortemente di farcela. Sto leggendo lo stesso libro da più di un mese e non ho tempo di fare praticamente nulla. Mi dispiace aver mollato così, ma davvero non ce la posso fare. Per questo spero di tornare al più presto. Intanto, visto che il mio libro in lettura non sta cambiando, ho deciso di lasciarvi un teaser tratto da un libro che ho letto l’anno scorso più o meno in questo periodo e che avevo adorato. Se non lo avete ancora letto, ve lo consiglio caldamente.
Eddie si avvicina al palco e ci mostra tre dita: «Tre minuti!».
«Oddio, sono nervosissima!» Sì, avrei preferito che Eddie mi restasse accanto.
Andrew mi stringe forte la mano e si china a dirmi all’orecchio: «Ricordati che tutte queste persone sono qui per divertirsi, nessuno ti giudicherà. Non siamo a una gara di canto».
Traggo un lungo respiro e tento di rilassarmi.
Ascoltiamo la fine della canzone e poi la musica si interrompe, seguita dal solito brusio degli strumenti che vengono accordati o che sbattono l’uno contro l’altro. Il chiacchiericcio aumenta di volume ora che non è coperto dalla musica. Una densa cappa di fumo di sigaretta rende l’aria opprimente.
Quando Andrew mi tira verso il palco mi tremano le mani e mi accorgo che sto affondando le unghie nel palmo.
Mi sorride dolcemente e io mi incammino con lui.
«Sono presentabile?» gli sussurro. Sarà un miracolo se arrivo alla fine della serata senza avere un attacco di panico.
«Piccola, sei perfetta.»
Mi bacia la fronte e poi posa la chitarra accanto alla batteria per sistemare il microfono.
«Divideremo il microfono» mi dice. «Non darmi una testata.»
Lo guardo di traverso. «Non fa ridere.»
«Non sto cercando di farti ridere. Sono serissimo» dice con un ghigno.
Alcuni spettatori ci guardano già, ma gli altri si fanno gli affari propri. Non ho altro da fare che restare lì impalata, e già questo mi innervosisce. Almeno Andrew ha la chitarra da accordare, io invece posso solo agitarmi.
«Sei pronta?» mi chiede.
«No, ma togliamoci il pensiero.»
Ci guardiamo e lui mima con le labbra: «Un, due, tre…».
Cantiamo insieme.Capitolo 38 – IL CONFINE DI UN ATTIMO di J. A. Redmerski