Buondì.
Quest’anno è iniziato molto bene per quanto riguarda i libri. Ho letto un romance piuttosto carino e il libro protagonista del Teaser Tuesday di oggi: Magic di V. E. Schwab edito Newton Compton Editori. Davvero carino. L’estratto viene dal primo capitolo così non vi spoilero nulla e vi fare un’idea dello stile dell’autrice.

teaser tuesday

Kell indossava un cappotto molto particolare.
Non aveva né un solo verso, come sarebbe stato normale, né due, che sarebbe stato insolito ma plausibile, bensì numerosi, il che era – ovviamente – impossibile.
La prima cosa che faceva quando metteva un piede fuori da una Londra per andare in un’altra era sfilare il cappotto e rivoltarlo una o due volte (o addirittura tre) fino a quando non trovava il verso di cui aveva bisogno. Non tutti erano alla moda, ma ognuno di essi aveva uno scopo. C’erano quelli fatti per confondersi, quelli fatti per risaltare, e quelli che non servivano a nulla ma a cui lui era particolarmente affezionato.
Così, quando Kell passò attraverso il muro del palazzo nell’anticamera, si fermò un istante per stabilizzarsi – ha il suo prezzo da pagare, muoversi fra i mondi – poi si sfilò il cappotto rosso dal bavero alto e lo rigirò da destra a sinistra per trasformarlo in una semplice giacca nera. O meglio, una semplice giacca nera elegantemente bordata da un filo argentato e abbellita da due file scintillanti di bottoni, anch’essi d’argento. Il solo fatto di adottare una palette di colori più modesta quando era all’estero (non volendo né offendere i reali locali, né attirare l’attenzione) non significava che dovesse sacrificare lo stile.
“Ah, i re”, pensò Kell mentre abbottonava il cappotto. Iniziava a ragionare come Rhy.
Sul muro alle sue spalle, riusciva appena a distinguere la traccia simile a un fantasma lasciata dal suo passaggio. Come un’impronta sulla sabbia, stava già scomparendo.
Non si era mai preoccupato di segnare la porta da questo lato, semplicemente perché non sarebbe mai tornato indietro da lì. La distanza fra Windsor e Londra era davvero scomoda considerato che, quando viaggiava fra i mondi, Kell poteva spostarsi solo da un luogo al suo doppio identico e speculare. Il che era un problema, perché non c’era nessun castello di Windsor a un giorno di viaggio da Londra Rossa. Infatti, Kell aveva appena attraversato il muro di pietra di un cortile appartenente a un ricco gentiluomo in una città chiamata Disan. Disan era, nel complesso, un luogo molto piacevole.
Windsor, invece, no.
Notevole, senz’altro. Ma non piacevole.
Un ripiano di marmo correva lungo il muro, e sopra lo aspettava una bacinella d’acqua, come sempre. Immerse la mano sporca di sangue e la corona d’argento che aveva usato per il passaggio, poi fece scivolare la corda a cui era appesa sopra la testa e tornò a infilare la moneta sotto il colletto. Nella sala dinanzi, riusciva a sentire lo strascichio dei piedi, il basso mormorio di domestici e guardie. Aveva scelto l’anticamera proprio per evitarli. Sapeva molto bene quanto poco il Principe reggente gradisse la sua presenza lì, e l’ultima cosa che Kell voleva era un pubblico, un ammasso di orecchie e occhi e bocche che riferissero a chi occupava il trono i dettagli sulla sua visita.
Sopra il ripiano e la bacinella era appeso uno specchio dalla cornice dorata, e Kell vi controllò rapidamente il proprio riflesso – i capelli, di un castano rossiccio, gli erano finiti su un occhio e lui non li aveva sistemati, sebbene si fosse preso la briga di lisciarsi le spalle del cappotto – dopo di che attraversò una serie di porte per incontrare il suo ospite.
Nella stanza c’era un caldo soffocante – le finestre erano serrate, nonostante fosse una bella giornata di ottobre – e un fuoco ardeva intenso nel camino.
Giorgio III sedeva lì accanto, una vestaglia che faceva sembrare ancor più piccole le membra avvizzite e un vassoio con del tè ancora intonso sulle ginocchia. Quando Kell varcò la soglia, il re afferrò i bordi della propria sedia.
«Chi va là?», urlò senza voltarsi. «Rapinatori? Fantasmi?»
«Dubito che un fantasma risponderebbe, vostra maestà», rispose Kell, annunciandosi.
Il re malato sfoderò un sorriso in decomposizione. «Maestro Kell», disse. «Mi hai fatto aspettare».
«Non più di un mese», replicò l’altro, facendo un passo avanti.
Re Giorgio strizzò gli occhi ciechi. «È passato più tempo, ne sono sicuro».
«Ve lo giuro, no».
«Forse non per te», sottolineò il re. «Il tempo non è lo stesso per il pazzo e per il cieco».
Kell sorrise. Il re era in forma quel giorno. Non accadeva sempre.

Capitolo 1- MAGIC di V. E. Schwab

magic cover

Kell è uno degli ultimi maghi rimasti della specie degli Antari ed è capace di viaggiare tra universi paralleli e diverse versioni della stessa città: Londra. Ci sono infatti la Rossa, la Bianca, la Grigia e la Nera, dove accadono cose diverse in epoche differenti. Kell è cresciuto ad Arnes, nella Londra Rossa, e ufficialmente è un ambasciatore al servizio dell’Impero Maresh, in viaggio alla corte di Giorgio III nella Londra Bianca, la più noiosa delle versioni di Londra, quella senza alcuna magia. Kell in verità è un fuorilegge: aiuta illegalmente le persone a vedere anche solo piccoli scorci di realtà che non potrebbero mai vedere. Si tratta di un hobby molto rischioso, però, e adesso Kell comincia a rendersene conto. Dopo un’operazione di trasporto illegale andata storta, Kell fugge nella Londra Grigia e si imbatte in Delilah, una strana ragazza che prima lo deruba, poi lo salva da un nemico mortale e infine lo costringe a seguirla in una nuova avventura. Ma la magia è un gioco pericoloso e se si vuole continuare a giocare prima di tutto bisogna imparare a rimanere vivi…

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