Nuova settimana, nuovo Teaser. Ho quasi rischiato di dimenticarmi, ma per fortuna siamo in tre e ci ricordiamo le cose a vicenda (che significa che Kia e Anna ricordano a me che devo scrivere qualcosa). Il libro l’ho letto qualche settimana fa, sotto consiglio di un’amica e mi è piaciuto un sacco. Unisce tutto ciò che mi piace in un libro: magia, mistero e un po’ di romanticismo. Nelle prossime settimane pensavo di iniziare il secondo volume di questa quadrilogia. Voi li avete letti? Che ne pensate?
teaser tuesday

Avevano camminato lungo il ruscelletto solo per qualche minuto quando si accorsero che il paesaggio non era familiare. Gli alberi erano alti, sottili e allampanati, inclinati, come sotto l’azione di un vento impetuoso. Rocce scoscese spuntavano dal suolo spoglio. Non c’era segno del letto del ruscello, della pozza, dell’albero dei sogni.
«Siamo stati dirottati» disse Gansey.
Il suo tono era al tempo stesso brusco e accusatorio, come se fosse tutta colpa della foresta.
«E poi» fece notare Blue, lasciando la mano di Adam «avete notato gli alberi?»
Ci volle un po’ perché Adam capisse. Alcune delle foglie appese ai rami erano ancora giallognole, ma questa volta sembrava un giallo autunnale, non primaverile. La maggior parte delle foglie che li circondava era del color verde-rosso scuro dell’autunno che finisce. Il tappeto di foglie ai loro piedi era marrone e arancio, foglie uccise dal primo gelo di un inverno che non sarebbe dovuto essere vicino.
Adam fu pervaso dallo stupore e dall’ansia.
«Gansey» disse «che ora segna l’orologio?»
Gansey ruotò il polso. «Sono le 17.27. La seconda lancetta sta ancora girando.»
In poco più di un’ora, avevano attraversato due stagioni. Adam catturò lo sguardo di Blue. Lei scosse la testa. Cos’altro c’era da fare?
«Gansey!» disse Noah. «Ci sono delle scritte qui!»
Al di là di una roccia che affiorava dal terreno, Noah se ne stava vicino a un grande blocco di pietra che gli arrivava al mento. La superficie della roccia era intagliata e piena di crepe, striata con linee simili a quelle degli schizzi di Gansey. Noah indicò una dozzina di parole dipinte in basso sulla roccia. Qualunque inchiostro avesse usato l’autore, era ormai consumato e irregolare: nero in alcuni punti, viola in altri.
«Che lingua è?» chiese Blue.
Adam e Ronan risposero in coro: «Latino.»
Ronan si accovacciò accanto alla roccia.
«Cosa dice?» chiese Gansey.
Gli occhi di Ronan correvano avanti e indietro mentre esaminava il testo. A sorpresa, sorrise. «È una barzelletta. La prima parte. Come latino è abbastanza scadente.»
«Una barzelletta?» fece eco Gansey. «Su cosa?»
«Non la capiresti.»
Il latino era difficile, e Adam rinunciò a leggerlo. Eppure c’era qualcosa che lo disturbava nelle lettere. Non riusciva a capire cosa fosse. La loro forma…
Allora chiese, cauto: «Perché c’è una barzelletta scritta su una pietra a caso?»
L’allegria era scomparsa dal viso di Ronan. Toccò le parole, tracciò le lettere. Il suo petto faceva su e giù, su e giù.
«Ronan?» chiese Gansey.
«È una barzelletta» rispose infine, senza distogliere lo sguardo dalle parole «che ho scritto io, in caso non riconoscessi la mia stessa calligrafia.»
Adam capì che era proprio questo che lo aveva disturbato. Ma certo, era ovvio che la calligrafia fosse quella di Ronan. Solo che era fuori contesto, tracciata sulle rocce con un oscuro pigmento, sporcato e consumato dal tempo.
«Non capisco» disse Ronan. Continuò a passare e ripassare il dito sulle lettere. Era palesemente scosso.
Gansey si riprese. Non sopportava di vedere i suoi compagni spaventati. Con voce ferma, come se ne fosse certo, come se stesse dando una lezione di storia, disse: «Abbiamo già visto che la linea di prateria gioca con il tempo. Si può vederlo adesso sul mio orologio. È flessibile. Non sei mai stato qui, Ronan, ma potresti venirci in futuro. Tra qualche minuto. O alcuni giorni, o anni, per lasciare a te stesso un messaggio, scriverti una barzelletta per capire che sei stato tu. Sapendo che il tempo potrebbe riportarti qui e fartela trovare.»
Ben fatto, Gansey, pensò Adam. La spiegazione di Gansey era formulata ad arte per rassicurare Ronan, ma anche Adam si sentì meglio. Erano esploratori, scienziati, antropologi di magia storica. Era questo ciò che volevano.
«Cosa dice dopo la barzelletta?» chiese Blue.
«Arbores loqui latine» rispose Ronan. «Gli alberi parlano latino.»
Non aveva alcun significato, forse era un enigma da risolvere, ma nonostante ciò Adam sentì i peli sul collo drizzarsi. Diedero tutti uno sguardo agli alberi che li circondavano; erano cinti da mille diverse sfumature di verde.
«E l’ultima frase?» chiese Gansey. «L’ultima parola non sembra latina.»
«Nomine appellant» lesse Ronan. «Lo chiamano con il nome» fece una pausa «di Cabeswater.»

Capitolo 25 – RAVEN BOYS di Maggie Stiefvater

raven boys

È la vigilia di San Marco, la notte in cui le anime dei futuri morti si mostrano alle veggenti di Henrietta, Virginia. Blue, nata e cresciuta in una famiglia di sensitive, vede per la prima volta uno spirito e capisce che la profezia sta per compiersi: è lui il ragazzo di cui s’innamorerà e che è destinata a uccidere. Il suo nome è Gansey ed è uno dei ricchi studenti della Aglionby, prestigiosa scuola privata di Henrietta i cui studenti sono conosciuti come Raven Boys, i Ragazzi Corvo, per via dello stemma della scuola, e noti per essere portatori di guai.
Blue si è sempre tenuta alla larga da loro, ma quando Gansey si presenta alla sua porta in cerca di aiuto, pur riconoscendolo come il ragazzo del destino non può voltargli le spalle. Insieme ad alcuni compagni, Gansey è da molto tempo sulle tracce della salma di Glendower, mitico re gallese il cui corpo è stato trafugato oltreoceano secoli prima e sepolto lungo la “linea di prateria” che attraversa Henrietta. La missione di Gansey non riguarda solo un’antica leggenda, ma è misteriosamente legata alla sua stessa vita. Blue decide di aiutare Gansey nella sua ricerca, lasciandosi coinvolgere in un’avventura che la porterà molto più lontano del previsto.

mon firma

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *