Buongiorno lettori!
Il teaser di oggi è tratto da Big Apple di Marion Seals, uno dei libri che ho attualmente in lettura. Mi era stato consigliato già parecchio tempo fa, ma ne avevo sempre rimandato la lettura. Per il momento mi sta piacendo, è leggero e divertente e Lex e Dora sono fantastici.

teaser tuesday

Indossa uno dei suoi spezzati strappamutande – a chi piace il genere – con giacca grigia, pantaloni neri, camicia nera e cravatta abbinata. Sembra Richard Gere e quasi me lo immagino a testa in giù mentre scolpisce i suoi addominali e…
«Non riesco più a trovare l’ultima versione del manoscritto della Ferbes. L’avevo archiviato nella cartella comune perché volevo che se ne occupasse lei, Fedora. Stamattina però sono entrato e non ce n’era traccia.»
Di tutta la conversazione l’unica cosa che mi rimane è “perché volevo che se ne occupasse lei, Fedora”. In più di due anni, mai era capitato che mi domandasse una cosa del genere.
«Lei voleva chiedermi di occuparmi del manoscritto inedito della Ferbes? Lo stesso manoscritto che milioni di persone stanno aspettando da mesi come manna dal cielo? Quel manoscritto su cui abbiamo l’esclusiva e che ci frutterà una vagonata di milioni di dollari in introiti? L’unico manoscritto che mi abbia mai chiesto di visionare e lei se lo è perso?» rispondo, e di certo l’ultima parte potevo risparmiarmela.
Mi guarda come se mi fossero spuntati serpenti nei capelli.
«Fedora, io l’ho archiviato ieri e lei è l’unica che condivide la cartella con me. Quindi la logica conclusione è che lo smarrimento sia un problema suo. Lo trovi!»
Detto questo mi fa il solito cenno di congedo e si siede alla scrivania.
Porca paletta!
«Mr. Stenton?»
«Sì?» risponde infastidito.
«Se… quando lo trovo posso ancora darci un’occhiata?» chiedo timida, per la prima volta nella mia vita. Mi dispiace di averlo giudicato male, mi dispiace di aver pensato che fosse uno stronzo del paleolitico. In realtà è un uomo sensibile e prudente, aveva semplicemente bisogno di conoscermi meglio prima di fidarsi. Certo, mai neanche nei miei sogni più sfrenati avrei pensato che mi affidasse un lavoro tanto importante.
«Certo, ho bisogno di quelle fotocopie per questo pomeriggio e vorrei che le facesse di persona.»
Sapete quando si dice che ti è arrivata una doccia gelata? Bugie, solo bugie. Non senti freddo. Quando ti tirano un cazzotto del genere, hai come una contrazione alla bocca dello stomaco. E senti caldo, molto caldo. Credo che sia qualcosa legato al picco di adrenalina.
«Fo… tocopie?» riesco ad articolare a fatica.
Mi guarda attento e poi chiede severo: «Fedora, ha per caso bevuto ieri sera?»
La consueta rabbia inizia a montare. Lo stesso atteggiamento aggressivo che ha sempre accompagnato i peggiori disastri della mia vita. Non ci posso fare niente. La terapeuta dalla quale sono andata una volta, allo scopo di conoscermi meglio e impedirmi di uccidere il mio ultimo ragazzo, ha detto che io lavoro troppo di pancia e di certo non alludeva a qualche virus intestinale.
Iperventilare in questi casi aiuta sempre, per cui inizio un “inspira ed espira” che di certo mi fa sembrare un po’ inquietante.
«Se sta per vomitare, lo faccia da qualche altra parte per cortesia» dice all’improvviso allarmato.
Lo fulmino con lo sguardo e questo lo spiazza. Troppi anni di servizievoli slinguate perché possa intuire quello che sta per succedere.
«Mr. Stenton,» pronuncio con voce chiara «prenda quelle fotocopie e se le ficchi dritte su per il culo.»
Ecco, l’ho detto. Semplice. Lineare. Chiaro.
Poi mi giro con naturalezza ed esco dall’ufficio, senza lasciargli il tempo di ribattere nulla. Me ne vado io, prima che quell’arrogante esemplare di homo sapiens possa licenziarmi.

Capitolo 2- Big Apple di Marion Seals

divisore dx

big apple cover
Dora e Lex. Assistente personale e grande capo. Giovane e ambiziosa, lei, miliardario e casanova, lui.
Sì, avete ragione, gli stereotipi ci sono tutti, e… no, non è un romance come quelli che avete letto finora.

“Mi chiamo Dora Monroe, ho venticinque anni e vivo a New York. Che culo, direte voi.
Vivo nella parte brutta di New York: il Bronx.”

Fedora Monroe, per gli amici Dora, originaria del Connecticut, lavora in una famosa casa editrice della Grande Mela, come assistente personale del proprietario, in attesa della grande occasione.

“Speravo di farmi notare abbastanza in fretta, ma dopo ben 743 giorni – sì, avete letto bene, SETTE-CENTO-QUARANTA-TRE, li ho contati – ancora nessuno si è inginocchiato ai miei piedi per supplicarmi di correggere le bozze di chicchessia. Chi dovrebbe promuovermi? Il mio capo, ovviamente. Chi è il mio capo?”

Alexander Maximilian Stenton III, rampollo di una delle famiglie più ricche e in vista degli Stati Uniti, tanto bello e intelligente, quanto presuntuoso e dispotico.
“Il mio nome è Alexander Maximilian Stenton III, ma gli amici mi chiamano Lex e la ragione non me la ricordo più. Nasco in una famiglia alto-borghese, con infiltrazioni nobili da parte di madre. La mia bisnonna sposò un conte e questo fa di noi i privilegiati tra i privilegiati. Ovvio che non conterebbe un cazzo se non fossimo anche schifosamente ricchi.”

Ecco che, quando il romanzo di un’autrice di punta della casa editrice rischia di non essere pubblicato nei tempi previsti, Dora ha la possibilità di fare ciò per cui è nata: l’editor.

Da qui, complice un segreto professionale che se rivelato farebbe perdere milioni di dollari, le vicende di Dora e Lex si intrecceranno in un incastro (im)perfetto di emozioni: litigate, sesso sfrenato e un’antipatia reciproca saranno gli elementi costanti del loro rapporto.
A tutto questo si aggiungeranno le vicende dei loro amici e conoscenti che, tra situazioni pericolose e imprevisti comici, faranno da sfondo a un legame che andrà crescendo di giorno in giorno a dispetto dei due protagonisti.

Riusciranno Dora e Lex, così in apparenza inconciliabili, a trovare un punto di incontro? O il loro orgoglio e la diffidenza reciproca li allontaneranno per sempre?

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