Buongiorno! Questa volta il cambio di giornata non è dovuto a errori o dimenticanze ma al semplice fatto che ieri avevamo il Book Blitz il cui giorno non dipende da noi. Quindi abbiamo deciso di rimandare il teaser a oggi per non ammucchiare i post.
Come forse avete visto dalla pagina FB, ho deciso di provare a darmi una mossa con la Challenge (che trovate qui) e quindi, dopo il Thriller e il libro con personaggi non umani, sto leggendo quello scritto da qualcuno con meno di 30 anni: ‘Senza nuvole’ di Alice Oseman.
Chi l’ha letto? Ho visto pareri discordanti e per ora non mi sta entusiasmando, ma aspetto di arrivare alla fine!
Alla quarta ora Solitaire colpisce di nuovo.
L’unico sito a cui i computer scolastici possono accedere al momento è quello del blog di Solitaire, che adesso mostra sullo schermo una grande foto di Jake Gyllenhaal a petto nudo, e sotto le parole che seguono:
“Solitariani.
Abbiamo raggiunto quota 2000 follower. La vostra ricompensa consiste nella distruzione di tutte le lezioni di Informatica del giorno alla Higgs, à la Gyllenhaal. Per quelli di voi che non vanno alla Higgs, siamo certi che comunque apprezziate Gyllenhaal.
La pazienza uccide.”
Gli insegnanti sono in pratica delle schegge lanciate fuori dalle aule dei PC e tutte le lezioni di Informatica vengono cancellate fino a nuovo ordine. Applaudo a Solitaire per l’impegno profuso.
Kent ha deciso di alzare il livello di guardia e non lo biasimo. All’inizio del pranzo, mi ritrovo nell’ufficio del sixth form per un “colloquio con lo studente”, che in gergo professorale sta per “interrogatorio”. Lì dentro, Kent è al computer e c’è anche la Strasser, entusiasta. Mi affloscio su una sedia. Sulla parete opposta, su un manifesto si legge “PARLARE AIUTA”. Ecco qualcosa di assolutamente senza senso.
«Non ti tratterremo a lungo», dice la Strasser. «Qui sei in un ambiente protetto. Qualsiasi cosa tu dica, manterremo l’anonimato».
Kent la guarda con aria d’intesa. «Vogliamo soltanto sapere se hai sentito o visto qualcosa che ci potrebbe aiutare», chiarisce lui.
«No», rispondo, nonostante i messaggi, la violazione all’aula C13 e il raduno. «Mi spiace, niente».
So che è una bugia. E non so perché ho mentito. Sento che se raccontassi qualcosa di ciò che ho visto e sentito, verrei coinvolta. E a me non piace essere coinvolta.
«Bene», dice Kent, «continua a stare in guardia. So che non sei capoclasse, però… insomma…».
Annuisco e mi alzo per uscire.
«Tori», mi chiama Kent. Mi giro e lui mi rivolge un’occhiata, un’occhiata diversa. È solo un attimo.
«Fai attenzione», dice. «Non possiamo permettere che la situazione peggiori».Capitolo 18 – SENZA NUVOLE di Alice Oseman