Buongiorno a tutti!
Queste settimane si stanno rivelando a dir poco impegnative, lo stress è altissimo e non è facile riuscire a rimanere concentrati. La tesi è una cosa che abbiamo aspettato per anni e non immaginavo sarebbe stato così difficile, ma soprattutto non mi aspettavo che l’avrei vissuta così male. Ad ogni modo, fra qualche settimane sarà tutto finito e il dopo per ora è un grande buco nero. Non sono qui per parlavi dei miei problemi però, quindi vi lascio con un estratto di un libro davvero davvero carino. Ho riso moltissimo e mi ci voleva in questo periodo. I due protagonisti insieme fanno scintille e nonostante la storia parte con un cliché abbastanza usato, lui miliardario e lei l’assistente che lavora per lui, non fatevi ingannare. Fedora è una protagonista con le palle, perdonatemi l’espressione.
Se lo avete letto o deciderete di leggerlo, fatemi sapere che ne pensate!
Sotto la doccia mi riprendo del tutto dalla fatica della giornata. Sbarbato e pettinato aspetto la mia ospite sorseggiando dell’ottimo whisky. Nel frattempo George entra nel salotto con il carrello.
«Sa, Mr. Stenton, quando ero giovane mi sono innamorato» dice mentre apparecchia.
Resto stupito. Non mi aveva mai parlato di sé prima.
«Lei era una ragazza di nobili natali, figlia della famiglia presso la quale ebbi il mio primo incarico. Bellissima e dolcissima, mi stregò dal primo istante. Non facevamo che guardarci e questo gioco andò avanti per parecchie settimane. Un week-end i suoi genitori partirono e lei diede un paio di giorni di permesso agli altri domestici. Restammo soli e la natura fece il suo corso. Diceva di amarmi, che avrebbe parlato con i suoi e sistemato la situazione. Era giovane e ingenua e non si rendeva conto delle difficoltà a cui saremmo andati incontro. Sa, Mr. Stenton, in Inghilterra le differenze erano molto rigide all’epoca, impensabile che un servo come me potesse ambire alla mano di una fanciulla del suo lignaggio. Tre mesi dopo decise che era giunto il momento di rivelare la nostra relazione e dovetti prendere la decisione più difficile della mia vita. Non ebbi neanche il coraggio di salutarla di persona, le lasciai un biglietto in cui spiegavo per sommi capi il perché non avrebbe mai potuto funzionare. Le augurai tutto il bene del mondo e me ne andai come un ladro. Quello stesso giorno mi imbarcai sulla nave che mi avrebbe condotto a New York. Allora era molto di moda assumere maggiordomi inglesi e trovai subito impiego. Per cinque anni fui impiegato presso la casa di un ambasciatore. Quando questi morì venni assunto da suo nonno con il quale, come ben sa, restai venti lunghi anni.»
Finito di sistemare piatti e bicchieri, inizia a rilucidare le posate, sistemandole con la solita precisione maniacale.
Non posso fare a meno di chiedere: «Ti sei mai pentito della tua decisione?»
Solleva lo sguardo: «Ogni giorno. Non sono più riuscito a ricreare la stessa magia con nessun’altra donna e alla fine ho rinunciato. Nella vita certi treni passano una volta sola, se hai la fortuna di salire su quello giusto non bisogna mai scendervi, per nessun motivo. Non deve permettere che le capiti la stessa cosa, Mr. Stenton.»
Sto per ribattere qualcosa del tipo: “Che cosa intendi dire?”, quando il suono del campanello ci interrompe.Capitolo 19 – BIG APPLE di Marion Seals