Buongiorno!
Fortunatamente ieri sera internet era dalla mia – e dalla vostra – parte e quindi sono riuscita a prepararvi il teaser per oggi.
Il libro che sto leggendo, e da cui ho tratto il passaggio, è La teoria del tutto di Jane Hawking. Era un po’ che aspettavo il momento giusto per leggerlo e l’uscita della categoria ‘Biografia/Libro tratto da una storia vera’ per questo mese di Book Jar Challenge mi ha spinta ad iniziarlo. Per ora mi sta piacendo e non è per nulla una lettura pesante, staremo a vedere 🙂
teaser tuesday

I miei tentativi di mettermi in contatto con Stephen al ritorno dalla Spagna non ebbero esito. Secondo sua madre, era già tornato a Cambridge e non stava affatto bene. Io mi stavo preparando a uscire di casa per imbarcarmi in una nuova fase della mia vita a Londra, e nelle settimane successive di quell’autunno la mia attenzione fu catturata interamente dal turbine di attività accademiche e sociali della scena di Westfield in particolare, e di Londra in generale. Concerti, teatro e balletto erano tutti a portata di mano. Fu così che mi trovai a viaggiare sulla metropolitana londinese con un gruppo di amici quando scorgemmo i titoli che annunciavano l’assassinio del presidente Kennedy. Più o meno in quel periodo, nel novembre del 1963, Stephen tornò a farsi vivo. Stava venendo a Londra per curarsi i denti e mi invitava ad andare all’opera con lui. Sebbene amassi la musica fin dalla prima infanzia, non avevo ricevuto una vera e propria formazione musicale ed ero stata all’opera solo una volta, a una rappresentazione delle Nozze di Figaro al Sadler’s Wells con la scuola. Il mio unico tentativo di imparare uno strumento, il flauto, era rapidamente naufragato a tredici anni quando mi ero rotta entrambe le braccia cercando di pattinare sul lago ghiacciato del parco di Verulamium, il sito della città romana sul quale fu fondata St Albans.
Un venerdì pomeriggio di quel novembre incontrai Stephen in Harley Street, dove il suo zio acquisito Russell Cole, australiano, aveva il suo studio di dentista. Stephen camminava a scatti, oscillando da una parte e dall’altra, e i taxi erano diventati per lui una dispendiosa necessità per i lunghi spostamenti. Curiosamente, più la sua andatura diventava instabile, più le sue opinioni diventavano energiche e sprezzanti. Mentre andavamo a visitare la Wallace Collection, non lontana da Harley Street, dichiarò senza mezzi termini che non condivideva l’idolatria generale per il presidente assassinato. Secondo lui, il modo in cui Kennedy aveva gestito la crisi dei missili cubani non si poteva che definire dissennato: aveva portato il mondo sull’orlo della guerra nucleare ed era stato lui, non i russi, a minacciare un confronto militare. Inoltre, proseguì Stephen, era assurdo che gli Stati Uniti cantassero vittoria, visto che Kennedy aveva accettato di togliere i missili USA dalla Turchia per tranquillizzare Chruščëv. Malgrado la forza con cui esprimeva le sue idee e la sua difficoltà a camminare, Stephen era infaticabile, quindi dopo la Wallace Collection scendemmo lungo Regent Street in cerca di un ristorante. Stavamo attraversando Lower Regent Street quando, in mezzo alla strada, mentre il semaforo stava diventando verde, lui inciampò e cadde. Con l’aiuto di un passante, lo rimisi in piedi e gli offrii il mio braccio per appoggiarsi. Un po’ scossi, prendemmo un taxi per Sadler’s Wells.

Capitolo 5, Principi incerti – LA TEORIA DEL TUTTO di Jane Hawking

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È il 1962 e Jane e Stephen frequentano l’università inglese di Cambridge. Lei è una ragazza vivace che palpita per i versi dei poeti spagnoli, lui un promettente studente di cosmologia, sempre perso nei suoi pensieri, alla ricerca di una spiegazione semplice e unica dell’universo. Eccentrico e bizzarro, così lo definisce Jane quando lo conosce. E le piace molto. Le loro vite scorrono separate, fino a che qualcosa non le avvicina indissolubilmente. Stephen ha solo ventun anni, l’età in cui l’immortalità è ancora l’unica ipotesi contemplata, quando riceve una diagnosi sconvolgente: una malattia degenerativa che gli lascia solo due anni di vita. È allora, con il destino alle calcagna, che i due si innamorano perdutamente e decidono di sposarsi. Con Jane al fianco, Stephen combatte instancabilmente contro la malattia e intanto si butta a capofitto a studiare ciò che a lui più manca: il tempo. Grazie all’amore e alla caparbietà, i due giovani strappano giorni all’eternità, uno dopo l’altro. Mentre il corpo di Stephen è imprigionato in limiti sempre più stringenti, la sua mente continua a espandersi, fino a forzare le frontiere della fisica. Insieme, si spingono più lontano di quanto avrebbero mai potuto immaginare. Forse, la formula che tiene insieme l’universo ha un solo elemento comune: l’amore.

kiafirma

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