Buongiorno! Oggi vi lascio il teaser tratto da un libro che ho iniziato in vista di un’iniziativa molto carina che tra qualche giorno vi presenteremo. Se vi piacciono le storie d’amore, #StayTuned!
Si tratta di ‘Quello che c’è tra noi’ di Huntley Fitzpatrick. Il passaggio che vi lascio è un po’ lungo ma mi piaceva troppo!

teaser tuesday

D’un tratto sento uno strillo fortissimo, un gemito spettrale. Sussulto e sbarro gli occhi.
Jase indica l’interfono per bambini attaccato alla porta del garage. «George.» Si avvia verso casa e poi si volta per farmi cenno di seguirlo.
E così, dopo tutti questi anni, entro nella casa dei Garrett.
Grazie a Dio oggi la mamma lavora fino a tardi.
La prima cosa che noto sono i colori. La nostra cucina è tutta nei toni del bianco e del grigio argento: le pareti, i banconi di granito, il surgelatore, la lavastoviglie Bosch. Quella dei Garrett ha le pareti dipinte di giallo acceso e tende dello stesso colore, con un motivo di foglie verdi. Ma tutto il resto è un arcobaleno. Il frigo è tappezzato di disegni, e altri ancora sono appesi alle pareti con il nastro adesivo. Sui banconi di formica verde ci sono secchielli di plastilina, animali di peluche e scatole di cereali. Il lavello trabocca di piatti. C’è un tavolo grande abbastanza per ospitare tutti i Garrett, ma non abbastanza per le pile di riviste e giornali, calzini e incarti di merendine, occhialetti da nuoto, mele sbocconcellate e bucce di banana.
George ci viene incontro in cucina. Ha in mano un grande triceratopo di plastica e indossa solo una maglietta con il logo dell’Orto botanico di Brooklyn. E con “solo la maglietta”, voglio dire: niente pantaloni, niente biancheria intima.
«Ehi, che ti è successo?» Jase si china e punta il dito sulla metà inferiore del corpo del fratello.
George, che ha ancora le guance rigate di lacrime ma non strilla più, fa un respiro profondo. Anche lui ha i capelli castani e mossi, ma gli occhioni gonfi di lacrime sono azzurri. «Ho sognato i buchi neri.»
«Ah, ho capito. E il letto è tutto bagnato?» chiede Jase, rialzandosi.
George annuisce con aria colpevole, poi guarda me di sottecchi. «Chi è?»
«La vicina di casa. Si chiama Samantha. Scommetto che sa tutto sui buchi neri.»
George mi guarda sospettoso. «È vero?»
«Be’…» farfuglio «ehm… so che sono stelle che hanno esaurito il carburante e sono collassate verso l’interno, spinte dalla loro stessa gravità, e… che qualsiasi cosa precipiti al loro interno svanisce dall’universo visibile.»
George ricomincia a gridare.
Jase lo prende in braccio, incurante della nudità. «Ma sa anche che non ci sono buchi neri nelle vicinanze del Connecticut. Vero, Samantha?»
Mi sento orribilmente in colpa. «Neppure nella nostra galassia» mi affretto a chiarire, anche se sono quasi sicura che ce ne sia uno nella Via Lattea.
«Ce n’è uno nella Via Lattea!» piagnucola George.
«Ma è lontanissimo da Stony Bay.» Allungando un braccio per accarezzargli la schiena sfioro per sbaglio la mano di Jase, che sta facendo lo stesso gesto. Ritraggo subito la mia.
«Quindi sei perfettamente al sicuro, amico» lo rassicura lui.
Gli strilli di George si riducono a singhiozzi sommessi e poi si placano del tutto, con l’aiuto di un ghiacciolo al lime.
«Mi dispiace tanto» bisbiglio a Jase, rifiutando l’ultimo ghiacciolo della scatola, all’arancia. Qualcuno mangia mai quelli all’arancia?
«Come facevi a saperlo? E come facevo a immaginare che eri un’astrofisica?»
«C’è stato un periodo in cui osservavo spesso le stelle.» Arrossisco ripensando a tutte le sere che ho passato sul tetto a guardare le stelle… e i Garrett.
Lui mi guarda perplesso, come se non capisse cosa c’è di imbarazzante. Il problema di noi bionde è che arrossiamo in tutto il corpo: orecchie, collo, tutto. È una reazione impossibile da nascondere.
Sentiamo un altro grido dal piano di sopra.
«Sarà Patsy.» Jase si avvia verso le scale. «Aspetta qui.»
«Forse è meglio che torni a casa» dico, anche se non ho motivo di farlo.
«No, resta. Ci metto un secondo.»
Rimango sola con George, che succhia il ghiacciolo per qualche minuto con aria assorta e poi se ne esce con: «Lo sapevi che nello spazio fa freddissimo? E che non c’è ossigeno? E che se un astronauta cade da uno shuttle senza la tuta muore subito?»
Per fortuna sono una che impara in fretta! «Ma non succederebbe mai, perché gli astronauti ci stanno molto, molto attenti.»
George mi sorride: è lo stesso sorriso disarmante di suo fratello, benché con i denti verdi per via del ghiacciolo. «Potrei sposarti» mi confessa. «Vuoi molti figli?»
Mi viene un attacco di tosse. Sento una mano che mi dà dei colpetti sulla schiena.
«George, di solito è meglio affrontare questi argomenti con le mutande addosso.»

CAPITOLO CINQUE – QUELLO CHE C’È TRA NOI di Huntley Fitzpatrick

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quello che c'è tra noi coverI Garrett sono l’esatto contrario dei Reed. Chiassosi, incasinati, espansivi. E non c’è giorno che, a insaputa di sua madre, Samantha Reed non passi a spiarli dal tetto di casa sua, desiderando di essere come loro… finché, in una calda sera d’estate, Jason Garrett scavalca la recinzione che separa le due proprietà e si arrampica sul pergolato per raggiungerla.
Da quel momento tutto cambia e, prima ancora di rendersene conto, Sam inizia a trascorrere ogni momento libero con il paziente e dolce Jase, a cui piace fare tutto quello “che richiede tempo e attenzione”, come dedicarsi agli animali, riparare oggetti rotti e soprattutto… provare a far breccia nel cuore della sua diffidente vicina. Perché non c’è nulla di più appagante che riuscire a strappare un sorriso alla ragazza della porta accanto.

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