Buongiorno lettori!
Torno dopo un bel po’ con una recensione. Mi spiace per la lunga assenza, sono state settimane un po’ strane. Vi parlo finalmente di Prodigy, secondo volume della trilogia Legend di Marie Lu.
Libri nella serie:
[#1] Legend
[#2] Prodigy
[#3] Champion
Prodigy riprende esattamente da dove ci eravamo lasciati in Legend. Day e June sono fuggiti e cercano di raggiungere i Patrioti, per poi di salvare Eden. Day è ferito, June è ormai considerata una traditrice e ricercata in tutta la Repubblica e le cose non sembrano andare bene.
Avevo amato Legend per la sua azione e l’unico difetto che gli avevo trovato era il non aver approfondito più di tanto i personaggi. Questo pensiero si capovolge completamente in Prodigy, dove l’azione lascia spazio alla politica e alla scoperta del passato dei personaggi e della Repubblica. Prodigy ha il compito di farci comprendere il mondo distopico in cui ci troviamo e sottolinea con insistenza la differenza tra i due mondi di Day e June. Entrambi prodigi, ma per motivi e situazioni differenti. Così simili, ma allo stesso tempo così diversi.
In questo romanzo vediamo i due protagonisti lottare contro il proprio passato e chiedersi dove li porterà la loro relazione e la vita in generale, ora che è cambiata così drasticamente. Sarà difficile per loro non cadere nelle vecchie abitudini e imparare a fidarsi l’uno dell’altra e trovare il loro posto in una battaglia che ormai è impossibile evitare.
Durante la lettura è facile farsi sviare nel determinare chi sono i buoni e chi i cattivi. L’autrice è riuscita a creare una serie di ambiguità che ti fanno dubitare un po’ di tutti e non si capisce fino alla fine come stanno davvero le cose.
Ruolo centrale lo avrà Anden, diventato nuovo Elector della Repubblica a poche pagine dall’inizio del romanzo. Anden è giovane, pieno di idee interessanti che potrebbero cambiare radicalmente la Repubblica. Sarà compito di June decidere se fidarsi di lui o meno e convincere Day. Anden mi è piaciuto molto come personaggio e non vedo l’ora di scoprire che ruolo avrà in Champion.
Insomma, Prodigy è un libro in cui il ritmo rallenta un po’, ma va letto e si fa apprezzare anche avendo meno azione, che comunque non mancherà perché il finale vi farà stare con il fiato sospeso per tutto il tempo. Ho già letto Champion e non vedo l’’ora di parlarvene, ma intanto voi fatemi sapere se avete letto Prodigy e cosa ne pensate.
Ciao!
Ti ho nominata per il tag Sunshine Blogger Award.
Ti lascio il link se ti va di partecipare: https://unabuonalettura.blogspot.com/2019/04/sunshine-blogger-award.html