Buondì!
L’estratto di oggi viene da un libro che ho letto qualche settimana fa, prima di essere completamente avvolta da quella meraviglia che è ACOWAR. Hyperversum Ultimate è l’ultimo libro di Cecilia Randall, che attendevo con trepidazione. Mi è piaciuto molto e spero di invogliarvi a leggerlo o a iniziare la serie se non la conoscete.
Alex gettò indietro il velo del cappello, perché faceva già caldo e le toglieva l’aria dalla faccia e salutò Théo, impegnato negli ultimi controlli prima della partenza insieme allo scudiero inglese Eadric.
Erano diversissimi tra loro, quei due, meditò nel frattempo. Théo era un uomo fatto, solido e flemmatico; Eadric un ragazzino sempre in movimento, che sembrava vedere ogni cosa con occhi nuovi. Probabilmente era il suo primo viaggio in Francia al seguito del suo cavaliere – che peraltro non doveva essere cavaliere da molto.
Alex spostò la sua attenzione proprio su quest’ultimo. Richard Martewall era più giovane di lei ed era già cavaliere: per aver ricevuto l’investitura così presto, doveva essere bravo. Di sicuro era diligente, visto che sostituiva suo padre in occasioni importanti come un matrimonio altolocato in terra straniera. Non era loquace, ma Alex aveva scoperto il perché durante il banchetto serale in cui aveva avuto modo di parlargli per la prima volta e anche nel giorno successivo. Richard non era a suo agio con la lingua francese e quindi si limitava alle frasi di convenienza e ascoltava più che partecipare alle conversazioni.
Magari si lascia andare un po’ durante il viaggio, pensò Alex, incamminandosi verso di lui.
L’inglese era vicino ai palafreni e accarezzava il suo mentre gli offriva un paio di carote. Vedendola arrivare, le sorrise, si scostò i capelli castani dalla fronte e chinò il capo in un saluto galante. «Bonjour, madame» la salutò con il suo accento aspro, da anglosassone.
Anche Alex sapeva di avere in parte quell’accento, anche se si era sforzata al massimo per cancellarlo durante gli studi. «Buongiorno, sir Richard. Siamo pronti a partire?» rispose e decise di farlo in inglese, giusto per vedere se il riservatissimo ragazzo si sbottonava un po’.
Lui si illuminò al suono della sua lingua madre. «Sì, siamo pronti e sembra che il tempo ci assisterà. Con un sole così, la strada fino a Rossanelle sarà piacevole.»
Il discorso più lungo che gli ho sentito fare in un giorno e mezzo, considerò Alex, divertita. Sì, era davvero probabile che lui parlasse molto di più nelle prossime ore, se poteva farlo senza sentirsi impedito. «Arriveremo verso sera, dico bene?» proseguì, per incoraggiarlo. «Non ho ben capito in che direzione è Rossanelle. È sulla strada per la costa? So che voi dovete ritornare in Inghilterra, eppure ci accompagnate fino a destinazione.»
Le suonava strano dare del voi a un teenager, ma c’erano tante altre cose strane a cui si doveva abituare e quella era solo una nella lunga, eccitante lista. Era in un mondo nuovo, che presto sarebbe diventato il suo mondo, e non vedeva l’ora di sperimentare le differenze.
Richard indicò una direzione che lei grossomodo interpretò come settentrione, forse un po’ spostato ad ovest. «Non è proprio sulla strada, ma è una deviazione minima e di sicuro piacevole. Mi consente di rendere omaggio a re Luigi prima di rientrare in patria. Mio padre ne sarà contento, visti i tempi difficili tra i nostri due paesi.»
L’accenno riportò subito Alex al pensiero della guerra a cui aveva accennato Ian. Di colpo, si rese conto che la gente lungo la strada avrebbe catalogato come “nemico” il ragazzo sorridente che le stava davanti. Che lui veniva da un paese vicino che ancora non aveva firmato la tregua con quello in cui viaggiava.
Non era abituata a dividere le sue conoscenze in “amici” e “nemici”. Nella sua esperienza, la guerra era una cosa che si vedeva solo in TV e stava a migliaia di miglia di distanza da casa.Capitolo 6 – HYPERVERSUM ULTIMATE di Cecilia Randall